124 resultados para Fotometria astronômica
Resumo:
We investigate the nature of extremely red galaxies (ERGs), objects whose colours are redder than those found in the red sequence present in colour–magnitude diagrams of galaxies. We selected from the Sloan Digital Sky Survey Data Release 7 a volume-limited sample of such galaxies in the redshift interval 0.010 < z < 0.030, brighter than Mr = −17.8 (magnitudes dereddened, corrected for the Milky Way extinction) and with (g − r) colours larger than those of galaxies in the red sequence. This sample contains 416 ERGs, which were classified visually. Our classification was cross-checked with other classifications available in the literature. We found from our visual classification that the majority of objects in our sample are edge-on spirals (73 per cent). Other spirals correspond to 13 per cent, whereas elliptical galaxies comprise only 11 per cent of the objects. After comparing the morphological mix and the distributions of Hα/Hβ and axial ratios of ERGs and objects in the red sequence, we suggest that dust, more than stellar population effects, is the driver of the red colours found in these extremely red galaxies.
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Context. To date, the CoRoT space mission has produced more than 124 471 light curves. Classifying these curves in terms of unambiguous variab ility behavior is mandatory for obtaining an unbi ased statistical view on th eir controlling root-causes. Aims. The present study provides an overview of semi-sinusoidal light curves observed by the CoRoT exo-field CCDs. Methods. We selected a sample of 4206 light curves presenting well-defined semi-si nusoidal signatures. Th e variability periods were computed based on Lomb-Scargle periodograms, harmonic fits, and visual inspection. Results. Color–period diagrams for the present sample show the trend of an increase of the variability periods as long as the stars evolve. This evolutionary behavior is also noticed when comparing the period distribution in the Galactic center and anti-center directions. These aspect s indicate a compatibility with stellar rotation, although more inform ation is needed to confirm their root- causes. Considering this possi bility, we identified a subset of th ree Sun-like candidates by their photometric peri od. Finally, the variability period versus color diagr am behavior was found to be highly depe ndent on the reddening correction.
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Na região sul do mar de Cananéia, litoral sul brasileiro, está situada na Ilha de Cananéia, desde 1950, a base de pesquisa Dr. João de Paiva Carvalho do Instituto Oceanográfico da Universidade de São Paulo - IOUSP. A região em estudo faz parte do complexo estuarino-lagunar Cananéia-Iguape e é caracterizada por regime de marés semidiurnas e correntes predominantemente longitudinais ao canal entre as ilhas de Cananéia e Comprida. Considerando que estudos de circulação costeira são de fundamental importância para a construção e revitalização de edificações marinhas, o presente trabalho consiste em fornecer um cenário oceanográfico de suporte à expansão e/ou revitalização do píer da base de pesquisa. A avaliação é baseada em observações de correntes e de marés registradas em experimentos-piloto realizados em agosto e setembro de 2012. A base de dados de correntes é composta por registros via Acoustic Doppler [Current] Profilers (ADPs), frequências de 500 e 1500 kHz, com visadas verticais e horizontais da coluna de água. Considerando a previsão de maré astronômica, os registros de agosto e setembro não mostraram significativas variações. As possíveis marés meteorológicas não tiveram forte influência sobre o ciclo de maré durante o período amostrado, evidenciando uma fraca ação de correntes geradas por forçantes meteorológicas. Durante a baixamar, os resultados indicaram velocidades longitudinais ao canal com até o dobro da magnitude, da ordem de 0,6 m s-1, em relação aos registros de preamar. A caracterização da circulação local possibilitou inferir que a expansão e/ou revitalização do píer não se mostram suscetíveis a possíveis danos significativos decorrentes da ação de correntes relativamente intensas. Adicionalmente, as velocidades de corrente mais intensas, 1,2 m s-1, características da região próxima ao centro do canal, tendem a conduzir a uma dispersão eficaz e adequada de poluentes ali lançados, beneficiando a preservação da comunidade local de organismos.
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Sebbene studiati a fondo, i processi che hanno portato alla formazione ed alla evoluzione delle galassie così come sono osservate nell'Universo attuale non sono ancora del tutto compresi. La visione attuale della storia di formazione delle strutture prevede che il collasso gravitazionale, a partire dalle fluttuazioni di densità primordiali, porti all'innesco della formazione stellare; quindi che un qualche processo intervenga e la interrompa. Diversi studi vedono il principale responsabile di questa brusca interruzione della formazione stellare nei fenomeni di attività nucleare al centro delle galassie (Active Galactic Nuclei, AGN), capaci di fornire l'energia necessaria a impedire il collasso gravitazionale del gas e la formazione di nuove stelle. Uno dei segni della presenza di un tale fenomeno all'interno di una galassia e l'emissione radio dovuta ai fenomeni di accrescimento di gas su buco nero. In questo lavoro di tesi si è studiato l'ambiente delle radio sorgenti nel campo della survey VLA-COSMOS. Partendo da un campione di 1806 radio sorgenti e 1482993 galassie che non presentassero emissione radio, con redshift fotometrici e fotometria provenienti dalla survey COSMOS e dalla sua parte radio (VLA-COSMOS), si è stimata la ricchezza dell'ambiente attorno a ciascuna radio sorgente, contando il numero di galassie senza emissione radio presenti all'interno di un cilindro di raggio di base 1 Mpc e di altezza proporzionale all'errore sul redshift fotometrico di ciascuna radio sorgente, centrato su di essa. Al fine di stimare la significatività dei risultati si è creato un campione di controllo costituito da 1806 galassie che non presentassero emissione radio e si è stimato l'ambiente attorno a ciascuna di esse con lo stesso metodo usato per le radio sorgenti. I risultati mostrano che gli ammassi di galassie aventi al proprio centro una radio sorgente sono significativamente più ricchi di quelli con al proprio centro una galassia senza emissione radio. Tale differenza in ricchezza permane indipendentemente da selezioni basate sul redshift, la massa stellare e il tasso di formazione stellare specifica delle galassie del campione e mostra che gli ammassi di galassie con al proprio centro una radio sorgente dovuta a fenomeni di AGN sono significativamente più ricchi di ammassi con al proprio centro una galassia senza emissione radio. Questo effetto e più marcato per AGN di tipo FR I rispetto ad oggetti di tipo FR II, indicando una correlazione fra potenza dell'AGN e formazione delle strutture. Tali risultati gettano nuova luce sui meccanismi di formazione ed evoluzione delle galassie che prevedono una stretta correlazione tra fenomeni di AGN, formazione stellare ed interruzione della stessa.
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L'avvento di strumenti di osservazione sempre più potenti ha permesso negli ultimi decenni di studiare a fondo gli oggetti che compongono l'universo nonchè di giungere a stabilirne una possibile geometria. Se da un lato i dati di WMAP supportano un determinato scenario ``di consenso'', questo non esclude, tuttavia che anche altre possibili soluzioni cosmologiche possano entrare in gioco una volta che una o più delle assunzioni portanti del modello ΛCDM vengano aggiornate o risultino, alla prova di nuovi fatti, inconsistenti. Ecco quindi che può essere interessante investigare quali implicazioni possano nascere da una scelta diversa del modello. Prenderemo in considerazione cinque modelli: oltre al modello di consenso (ΛCDM), valuteremo anche tre casi limite nel contesto della metrica di Friedmann. Dedicheremo particolare attenzione, infine, al modello dello Stato Stazionario. Studieremo, al variare di questi scenari, la formazione stellare cosmica e con l'utilizzo dei modelli di SSP di Buzzoni (2005) otterremo le proprietà fotometriche di una meta galassia, le quali verranno confrontate con osservazioni recenti (e.g. Madgwick et al. 2002).
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In questo lavoro si affronta il tema della rilevazione fotometrica di esopianeti in transito attraverso la tecnica della fotometria differenziale e l'impiego di piccoli telescopi commerciali. Dopo un'introduzione sull'attuale stato della popolazione di esopianeti, verranno analizzati i sistemi extrasolari transitanti, da cui è possibile ricavare grandezze orbitali e fisiche che nessun altro metodo, attualmente, è in grado di garantire. Nella seconda parte verranno affrontate le problematiche relative alla rilevazione fotometrica dei transiti, sviluppando una tecnica di acquisizione e riduzione dei dati semplice, veloce e che possa allo stesso tempo garantire la precisione richiesta, di almeno 0.002 magnitudini. Questa verrà messa alla prova su due esopianeti che soddisfano le richieste di precisione sviluppate nel testo. Verrà dimostrato che con uno strumento da 0.25 m e una camera CCD commerciale, da cieli affetti da moderato inquinamento luminoso, è possibile ottenere curve di luce con una precisione dell'ordine di 0.001 magnitudini per astri con magnitudini comprese tra 8 e 13, comparabili con le accuratezze di strumenti di taglia professionale. Tale precisione è sufficiente per rilevare pianeti gioviani caldi e persino pianeti terrestri in transito attorno a stelle di classe M e dare un aiuto importante alla ricerca di punta. Questo verrà dimostrato presentando la sessione fotometrica con cui è stato scoperto il transito dell'esopianeta HD17156 b, il primo rilevato da strumentazione amatoriale. Con tecniche di ripresa simultanea attraverso setup identici è possibile aumentare la precisione di un fattore √N, dove N è il numero di telescopi impiegati in una sessione fotometrica, supposti raggiungere la stessa precisione. Tre strumenti come quello utilizzato nelle sessioni presentate nel testo sono sufficienti per garantire un campionamento temporale di almeno 0.13 dati/minuto e una precisione di 0.0006 magnitudini, ovvero di 500 ppm, non molto distante dal limite di 200 ppm attualmente raggiunto dai più grandi telescopi terrestri.
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Questo elaborato scritto tratta la classificazione e la modellizzazione della fisica delle galassie. La prima parte illustra la classificazione morfologica delle galassie. Descrivo la classificazione di Hubble perché è la prima in ordine cronologico, la più semplice e la più importante. In seguito espongo le modifiche introdotte da Sandage e De Vaucouleurs. In particolare cerco di giustificare l’importanza delle classificazioni morfologiche come punto di partenza per una comprensione e una modellizzazione della fisica delle galassie. Nella seconda parte mi concentro sulle caratteristiche fotometriche e cinematiche interne relative a due particolari tipi di galassie: le Ellittiche e le Spirali. Approfondisco due argomenti in particolare: i profili di brillanza delle Ellittiche per quanto riguarda le caratteristiche fotometriche delle Ellittiche e le curve di rotazione delle Spirali, per le caratteristiche cinematiche delle Spirali. Questi due argomenti sono stati scelti perché il primo fornisce un modello analitico per descrivere la luminosità delle Ellittiche e il secondo permette di rappresentare, sempre tramite una modellizzazione, la cinematica delle Spirali, in particolar modo del loro disco.
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El trabajo explora, desde los aportes de la crítica genética y literaria, la construcción del espacio poético y sus espacios creativos de escritura. Para ello se cuenta con manuscritos del poeta argentino Arturo Carrera, pertenecientes a su segunda obra édita, Momento de simetría [1973]. Partiendo de una referencia astronómica existente en el poemario se revisa lo dicho por la crítica literaria argentina sobre la obra del autor así como también la posibilidad de leer el mapa poético y sus manuscritos como imágenes estéticas en suspensión. Por este motivo, el trabajo cuenta además con un Anexo (en CD) con las imágenes digitales del Archivo Momento de simetría y sus correspondientes transcripciones, a fin de que el lector pueda ir y venir del texto a las imágenes -y viceversa- y construir dicho recorrido
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El trabajo explora, desde los aportes de la crítica genética y literaria, la construcción del espacio poético y sus espacios creativos de escritura. Para ello se cuenta con manuscritos del poeta argentino Arturo Carrera, pertenecientes a su segunda obra édita, Momento de simetría [1973]. Partiendo de una referencia astronómica existente en el poemario se revisa lo dicho por la crítica literaria argentina sobre la obra del autor así como también la posibilidad de leer el mapa poético y sus manuscritos como imágenes estéticas en suspensión. Por este motivo, el trabajo cuenta además con un Anexo (en CD) con las imágenes digitales del Archivo Momento de simetría y sus correspondientes transcripciones, a fin de que el lector pueda ir y venir del texto a las imágenes -y viceversa- y construir dicho recorrido
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El trabajo explora, desde los aportes de la crítica genética y literaria, la construcción del espacio poético y sus espacios creativos de escritura. Para ello se cuenta con manuscritos del poeta argentino Arturo Carrera, pertenecientes a su segunda obra édita, Momento de simetría [1973]. Partiendo de una referencia astronómica existente en el poemario se revisa lo dicho por la crítica literaria argentina sobre la obra del autor así como también la posibilidad de leer el mapa poético y sus manuscritos como imágenes estéticas en suspensión. Por este motivo, el trabajo cuenta además con un Anexo (en CD) con las imágenes digitales del Archivo Momento de simetría y sus correspondientes transcripciones, a fin de que el lector pueda ir y venir del texto a las imágenes -y viceversa- y construir dicho recorrido
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La Ciencia Ciudadana nace del resultado de involucrar en las investigaciones científicas a todo tipo de personas, las cuales pueden participar en un determinado experimento analizando o recopilando datos. No hace falta que tengan una formación científica para poder participar, es decir cualquiera puede contribuir con su granito de arena. La ciencia ciudadana se ha convertido en un elemento a tener en cuenta a la hora de realizar tareas científicas que requieren mucha dedicación, o que simplemente por el volumen de trabajo que estas implican, resulta casi imposible que puedan ser realizadas por una sola persona o un pequeño grupo de trabajo. El proyecto GLORIA (GLObal Robotic-telescopes Intelligent Array) es la primera red de telescopios robóticos del mundo de acceso libre que permite a los usuarios participar en la investigación astronómica mediante la observación con telescopios robóticos, y/o analizando los datos que otros usuarios han adquirido con GLORIA, o desde otras bases de datos de libre acceso. Con el objetivo de contribuir a esta iniciativa se ha propuesto crear una plataforma web que pasará a formar parte del Proyecto GLORIA, en la que se puedan realizar experimentos astronómicos. Con el objetivo de fomentar la ciencia y el aprendizaje colaborativo se propone construir una aplicación web que se ejecute en la plataforma Facebook. Los experimentos los proporciona la red de telescopios del proyecto GLORIA mediante servicios web y están definidos mediante XML. La aplicación web recibe el XML con la descripción del experimento, lo interpreta y lo representa en la plataforma Facebook para que los usuarios potenciales puedan realizar los experimentos. Los resultados de los experimentos realizados se envían a una base de datos de libre acceso que será gestionada por el proyecto GLORIA, para su posterior análisis por parte de expertos. ---ABSTRACT---The citizen’s science is born out of the result of involving all type of people in scientific investigations, in which, they can participate in a determined experiment analyzing or compiling data. There is no need to have a scientific training in order to participate, but, anyone could contribute doing one’s bit. The citizen’s science has become an element to take into account when carrying out scientific tasks that require a lot dedication, or that, for the volume of work that these involve, are nearly impossible to be carried out by one person or a small working group. The GLORIA Project (Global Robotic-Telescopes Intelligent Array) is the first network of free access robotic telescopes in the world that permits the users to participate in the astronomic investigation by means of observation with robotic telescopes, and/or analyzing data from other users that have obtained through GLORIA, or from other free-access databases. With the aim of contributing to this initiative, a web platform has been created and will be part of the GLORIA Project, in which astronomic experiments can be carried out. With the objective of promoting science and collaborative apprenticeship, a web application carried out in the FACEBOOK platform is to be built. The experiments are founded by the telescopes network of the GLORIA project by means of web services and are defined through XML. The web application receives the XML with the description of the experiment, interprets it and represents it in the FACEBOOK platform in order for potential users may perform the experiments. The results of the experiments carried out are sent to a free-access database that will be managed by the GLORIA Project for its analysis on the part of experts.
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O trabalho analisa a expedição astronômica realizada pela Marinha norteamericana ao Chile, durante os anos de 1849 a 1852, comandada pelo oficial e também astrônomo James Melville Gilliss. O objetivo foi compreender os interesses científicos, políticos, geopolíticos e comerciais que motivaram a viagem, bem como as imagens e representações sobre a América do Sul, especialmente do Panamá, Peru, Chile e Argentina, construídas e divulgadas através do relatório oficial da expedição, com o título \"The U.S. Naval Astronomical Expedition to the Southern Hemisphere during the years (1849- 1852). Esta pesquisa também procura examinar os diferentes dispositivos discursivos utilizados pelos oficiais que escreveram o relatório, James Gilliss e Archibald MacRae, discutindo dissensões e diferentes visões sobre o modo de veicular dados científicos, e também modos distintos de relatar a América do Sul.
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Translation of: Elementos de la geografía astronómica, natural y política de España y Portugal.
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Analogous to sunspots and solar photospheric faculae, which visibility is modulated by stellar rotation, stellar active regions consist of cool spots and bright faculae caused by the magnetic field of the star. Such starspots are now well established as major tracers used to estimate the stellar rotation period, but their dynamic behavior may also be used to analyze other relevant phenomena such as the presence of magnetic activity and its cycles. To calculate the stellar rotation period, identify the presence of active regions and investigate if the star exhibits or not differential rotation, we apply two methods: a wavelet analysis and a spot model. The wavelet procedure is also applied here to study pulsation in order to identify specific signatures of this particular stellar variability for different types of pulsating variable stars. The wavelet transform has been used as a powerful tool for treating several problems in astrophysics. In this work, we show that the time-frequency analysis of stellar light curves using the wavelet transform is a practical tool for identifying rotation, magnetic activity, and pulsation signatures. We present the wavelet spectral composition and multiscale variations of the time series for four classes of stars: targets dominated by magnetic activity, stars with transiting planets, those with binary transits, and pulsating stars. We applied the Morlet wavelet (6th order), which offers high time and frequency resolution. By applying the wavelet transform to the signal, we obtain the wavelet local and global power spectra. The first is interpreted as energy distribution of the signal in time-frequency space, and the second is obtained by time integration of the local map. Since the wavelet transform is a useful mathematical tool for nonstationary signals, this technique applied to Kepler and CoRoT light curves allows us to clearly identify particular signatures for different phenomena. In particular, patterns were identified for the temporal evolution of the rotation period and other periodicity due to active regions affecting these light curves. In addition, a beat-pattern vii signature in the local wavelet map of pulsating stars over the entire time span was also detected. The second method is based on starspots detection during transits of an extrasolar planet orbiting its host star. As a planet eclipses its parent star, we can detect physical phenomena on the surface of the star. If a dark spot on the disk of the star is partially or totally eclipsed, the integrated stellar luminosity will increase slightly. By analyzing the transit light curve it is possible to infer the physical properties of starspots, such as size, intensity, position and temperature. By detecting the same spot on consecutive transits, it is possible to obtain additional information such as the stellar rotation period in the planetary transit latitude, differential rotation, and magnetic activity cycles. Transit observations of CoRoT-18 and Kepler-17 were used to implement this model.