743 resultados para Discourse, mass media, Semana, Polo, Progresistas
Resumo:
Pós-graduação em Serviço Social - FCHS
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La crisi del “teatro come servizio pubblico” degli Stabili, Piccolo Teatro in testa, si manifesta allo stadio di insoddisfazione interna già alla fine degli anni Cinquanta. Se dal punto di vista della pratica scenica, la prima faglia di rottura è pressoché unanimemente ricondotta alla comparsa delle primissime messe in scena –discusse, irritanti e provocatorie- di Carmelo Bene e Quartucci (1959-60) più difficile è individuare il corrispettivo di un critico-intellettuale apportatore di una altrettanto deflagrante rottura. I nomi di Arbasino e di Flaiano sono, in questo caso, i primi che vengono alla mente, ma, seppure portatori di una critica sensibile al “teatro ufficiale”, così come viene ribattezzato dopo il Convegno di Ivrea (1967) il modello attuato dagli Stabili, essi non possono, a ben vedere, essere considerati i veri promotori di una modalità differente di fare critica che, a partire da quel Convegno, si accompagnerà stabilmente alla ricerca scenica del Nuovo Teatro. Ma in cosa consiste, allora, questa nuova “operatività” critica? Si tratta principalmente di una modalità capace di operare alle soglie della scrittura, abbracciando una progressiva, ma costante fuoriuscita dalla redazione di cronache teatrali, per ripensare radicalmente la propria attività in nuovi spazi operativi quali le riviste e l’editoria di settore, un rapporto sempre più stretto con i mass-media quali radio e televisione e la pratica organizzativa di momenti spettacolari e teorici al contempo -festival, convegni, rassegne e premi- per una forma di partecipazione poi identificata come “sporcarsi le mani”. La seconda parte della tesi è una raccolta documentaria sull’oggi. A partire dal Manifesto dei Critici Impuri redatto nel 2003 a Prato da un gruppo di critici dell'ultima generazione, la tesi utilizza quella dichiarazione come punto di partenza per creare un piccolo archivio sull’oggi raccogliendo le elaborazioni di alcune delle esperienze più significative di questi dieci anni. Ricca appendice di materiali.
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Una stampa libera e plurale è un elemento fondante di ogni sistema democratico ed è fondamentale per la creazione di un’opinione pubblica informata e in grado di esercitare controllo e pressione sulle classi dirigenti. Dal momento della loro creazione i giornali si sono imposti come un’importantissima fonte di informazione per l’opinione pubblica. La seconda metà del Novecento, inoltre, ha conosciuto innovazioni tecnologiche che hanno portato grandi cambiamenti nel ruolo della carta stampata come veicolo di trasmissione delle notizie. Partendo dalla diffusione della televisione fino ad arrivare alla rivoluzione digitale degli anni ’90 e 2000, la velocità di creazione e di trasmissione delle informazioni è aumentata esponenzialmente, i costi di produzione e di acquisizione delle notizie sono crollati e una quantità enorme di dati, che possono fornire moltissime informazioni relative alle idee e ai contenuti proposti dai diversi autori nel corso del tempo, è ora a disposizione di lettori e ricercatori. Tuttavia, anche se grazie alla rivoluzione digitale i costi materiali dei periodici si sono notevolmente ridotti, la produzione di notizie comporta altre spese e pertanto si inserisce in un contesto di mercato, sottoposto alle logiche della domanda e dell'offerta. In questo lavoro verrà analizzato il ruolo della domanda e della non perfetta razionalità dei lettori nel mercato delle notizie, partendo dall’assunto che la differenza di opinioni dei consumatori spinge le testate a regolare l’offerta di contenuti, per venire incontro alla domanda di mercato, per verificare l’applicabilità del modello utilizzato (Mullainhatan e Shleifer, 2005) al contesto italiano. A tale scopo si è analizzato il comportamento di alcuni quotidiani nazionali in occasione di due eventi che hanno profondamente interessato l'opinione pubblica italiana: il fenomeno dei flussi migratori provenienti dalla sponda sud del Mediterraneo nel mese di ottobre 2013 e l'epidemia di influenza H1N1 del 2009.
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Durch die massenmediale Zunahme von statischen und bewegten Bilder im Laufe des letzten Jahrhunderts vollzieht sich unsere lebensweltliche Wirklichkeitskonstruktion zu Beginn des 21. Jahrhunderts zunehmend über Visualisierungen, die mit den neuen Formen der Digitalisierung noch an Dynamik zunehmen werden. Mit diesen omnipräsenten visuell-medialen Repräsentationen werden meist räumliche Vorstellungen transportiert, denn Räume werden vor allem über Bilder konstruiert. Diese Bildräume zirkulieren dabei nicht als singuläre Bedeutungszuschreibungen, sondern sind in sprachliche und bildliche Diskurse eingebettet. Visuell-mediale Bild-Raum-Diskurse besitzen zunehmend die Fähigkeit, unser Wissen über und unsere Wahrnehmung von Räumen zu kanalisieren und auf stereotype Raumstrukturen zu reduzieren. Dabei verfestigt sich eine normative Ordnung von bestimmten machtvollen Bildräumen, die nicht genügend kritisch hinterfragt werden. Deshalb ist es für die Geographie von entscheidender Wichtigkeit, mediale Raumkonstruktio- nen, ihre Einbettung in diskursive Bildarchive und ihre essentialistische und handlungspraktische gesellschaftliche Wirkung zu verstehen.rnLandschaften können vor diesem Hintergrund als visuell-medial transportierte Bild-Raum-Diskurse konzeptionalisiert werden, deren gesellschaftliche Wirkmächtigkeit mit Hilfe einer visuell ausgerichteten Diskursanalyse hinterfragt werden sollte. Auf Grundlage einer zeichentheoretischen Ikonologie wurde eine Methodik entwickelt, die visuell ausgerichtete Schrift-Bild-Räume angemessen analysieren kann. Am Beispiel der Inszenierung des Mittelrheintals, wurde, neben einer diachronischen Strukturanalyse der diskursrelevanten Medien (Belletristik, Malerei, Postkarten, Druckgrafiken und Fotografien), eine Feinanalyse der fotografischen „Rheinlandschaften“ von August Sander der 1930er Jahre durchgeführt. Als Ergebnis zeigte sich, dass der Landschaftsdiskurs über das Mittelrheintal immer noch durch die gegenseitige Durchdringung der romantischen Literatur und Malerei in der ersten Hälfte des 19. Jahrhunderts und die historischen Fotografien in den ersten Jahrzehnten des 20. Jahrhunderts bestimmt ist, nicht zuletzt forciert durch die Ernennung zum UNESCO-Welterbe 2002. Der stark visuell ausgerichtete Landschaftsdiskurs trägt somit zum einen positiv konnotierte, romantisch-pittoreske Züge, die die Einheit von Mensch und Natur symbolisieren, zum anderen historisch-konservatorische Züge, die eine Mythifizierung zu einer gewachsenen, authentischen Kulturlandschaft evozieren.
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In this article we argue that it is pressing to study the “hybrid media system” at the intersection of online and offl ine communication and its potential for agenda building. The topic is relevant because it is argued that the internet off ers new opportunities of public infl uence for challengers without access to political decision making. Except for single case studies, little is known about the conditions under which these actors succeed. Informed by the research on agenda building we tackle with the mechanisms of online-offline media agenda building and the conditions under which challengers succeed to produce issue spill-over into conventional mass media. We develop a theoretical framework for investigating the linkage between online communication and traditional mass media and discuss how our model translates into empirical research. We conclude that the nature of online networks is critical for spill-over, but also the issue itself and the structure of the political system.
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La escuela y el discurso constituían las formas modernas de organización de la subjetividad y la ciudadanía. Las sociedades actuales apelan a dispositivos y modos diferentes: medios masivos, imágenes, propaganda. En este marco, la pregunta que nos hacemos gira en torno de si los medios pueden, efectivamente, tras la crisis de la escuela, contribuir a la formación ciudadana y a la consolidación de la democracia. Nuestra posición sostiene que necesitamos una concepción estratégica que articule las diferentes modalidades de ciudadanía en los viejos y nuevos escenarios del Estado y el mercado pero estructurados complementaria e innovadoramente.
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Siguiendo los pasos de la narrativa latinoamericana del siglo XIX, en los años 30 y 40 en Venezuela, la literatura canónica propuso un trazado más o menos claro de los lugares de heroísmo y villanía involucrados en la refundación nacional. La apuesta iniciada por la intelectualidad del país, desde diciembre de 1935, se dirigía a la construcción de una nación moderna cuya imagen se solidificaba no sólo por medio de la narrativa de ficción, sino también en los registros masivos fundamentados en la oralidad, en los medios de comunicación en general y, particularmente, en fotografías e imágenes reproducidas por revistas de alta circulación, periódicos e, inclusive, en proyecciones audiovisuales. Como ocurre en estos ejercicios de organización nacional, inevitablemente, salieron a la luz por entonces, ciertas subjetividades nómades que generaron su propia discursividad ética y estéticamente ajena a las demandas del canon. Escrituras que crearon, en su interior un espacio de resistencia frente a todos los esfuerzos de normatización propuestos desde el poder. Aquí se inscribe el texto Mujeres (1943), de Isolda Calzadilla, una suerte de novela guión cinematográfico donde se deja en evidencia no sólo la conciencia en el uso del lenguaje de parte de la autora, sino además, la necesidad de replantearse los márgenes del centro urbano, de abrir las posibilidades de desarrollo subjetivo a las mujeres y de mostrar el envés de un mapa modernizante que llega a borrarse por completo detrás de la fachada.
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Las distintas encuestas realizadas sobre la percepción social de la ciencia indican que un alto porcentaje de jóvenes no tienen interés por estas materias. Es muy importante la alfabetización científica de la población ya que ello permite tomar decisiones tanto para la vida cotidiana como sobre distintos problemas que afectan al conjunto de la sociedad. Una sociedad con más conocimiento científico--‐tecnológico lleva asociado un mayor crecimiento económico, pero desafortunadamente nos encontramos con una disminución del número de alumnos que elige estudios de Ciencia y Tecnología. Este desinterés viene influenciado tanto por factores internos al estudiante como por externos. Desde la posición docente podemos actuar sobre ellos promoviendo actividades relacionadas con la divulgación científico--‐tecnológica en clase haciendo uso de medios de comunicación que ofrezcan información procedente de fuentes fiables (prensa escrita, radio, televisión y cibermedios/web 2.0). La propuesta metodológica planteada aquí ayudará a ampliar la alfabetización científico--‐tecnológica a través de la exploración del trabajo de los investigadores actuales y de las biografías de los científicos de otras épocas. Además los alumnos crearán de forma colaborativa material propio para divulgar la Ciencia y la Tecnología en el aula. La propuesta se sitúa en el curso 1º de ESO, pero con perspectivas de extenderla en cursos sucesivos al resto de secundaria y bachillerato adaptando los contenidos . Con este trabajo pretendemos contribuir a incrementar el interés por la Ciencia y la Tecnología en el alumnado de secundaria y bachillerato. ABSTRACT The different surveys conducted in order to analyse the social perception of science show that a high percentage of young people is not interested in these subjects. The level of scientific literacy in the population is very important because it allows people to make their own decisions not only for life management skills but also for coping with the diverse problems that may affect the whole society. A society with more scientific and technological knowledge has attached a higher economic growth, but unfortunately there is a reduction in the number of students that choose Science and Tech studies. This lack of interest is influenced by the student’s internal factors as well as by the external ones. From the teacher’s point of view, it is possible to act on them, promoting activities related to scientific and technological broadcasting in the class, using mass media which can provide information from reliable sources (press, radio, television and media on the Internet/web 2.0) The methodological proposal that is made here will help to broaden scientific literacy through exploring the current researcher’s studies and the former scientifics’ biographies. Students will also create their own material in a collaborative way in order to divulgate science and technology in the classroom. The proposal is set for the first grade of secondary education, but we have in prospect to spread it during the following school years to the rest of secondary education grades and A levels only adapting its content. With this essay we want to contribute to the increasing of the interest in science and technology in high school and A levels students.
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In the EU context extraction of shale and oil gas by hydraulic fracturing (fracking) differs from country to country in terms of legislation and implementation. While fossil fuel extraction using this technology is currently taking place in the UK, Germany and France have adopted respective moratoria. In between is the Spanish case, where hydrocarbon extraction projects through fracking have to undergo mandatory and routine environmental assessment in accordance with the last changes to environmental regulations. Nowadays Spain is at the crossroad with respect to the future of this technology. We presume a social conflictt in our country since the position and strategy of the involved and confronted social actors -national, regional and local authorities, energy companies, scientists, NGO and other social organization- are going to play key and likely divergent roles in its industrial implementation and public acceptance. In order to improve knowledge on how to address these controverted situations from the own engineering context, the affiliated units from the Higher Technical School of Mines and Energy Engineering at UPM have been working on a transversal program to teach values and ethics. Over the past seven years, this pioneering experience has shown the usefulness of applying a consequentialist ethics, based on a case-by-case approach and costs-benefits analysis both for action and inaction. As a result of this initiative a theoretical concept has arisen and crystallized in this field: it is named Inter-ethics. This theoretical perspective can be very helpful in complex situations, with multi-stakeholders and plurality of interests, when ethical management requires the interaction between the respective ethics of each group; professional ethics of a single group is not enough. Under this inter-ethics theoretical framework and applying content analysis techniques, this paper explores the articulation of the discourse in favour and against fracking technology and its underlying values as manifested in the Spanish traditional mass media and emerging social media such as Youtube. Results show that Spanish public discourse on fracking technology includes the costs-benefits analysis to communicate how natural resources from local communities may be affected by these facilities due to environmental, health and economic consequences. Furthermore, this technology is represented as a solution to the "demand of energy" according to the optimistic discourse while, from a pessimistic view, fracking is often framed as a source "environmental problems" and even natural disasters as possible earthquakes. In this latter case, this negative representation could have been influenced by the closure of a macro project to store injected natural gas in the Mediterranean Sea using the old facilities of an oil exploitation in Amposta (Proyecto Cástor). The closure of this project was due to the occurrence of earthquakes whose intensity was higher than the originally expected by the experts in the assessment stage of the project.
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A partir da perspectiva da Análise de Discurso de linha francesa, este trabalho analisa os discursos especializados (científico, religioso, jurídico, jornalístico, político) presentes em artigos na mídia massiva sobre a cobertura da Lei de Biossegurança, sobretudo a partir do ajuizamento da ADI Nº 3510, pelo ex-procurador geral da República, Claudio Fontelles. Os dados são artigos opinativos publicados nos jornais Folha de S. Paulo e O Estado de S. Paulo, no primeiro semestre de 2005, bem como os documentos-fonte do Magistério Católico citados (Evangelium Vitae; Declaração sobre a Produção e o Uso Científico e Terapêutico das Células Estaminais Embrionárias Humanas; e a Instrução Donum Vitae,). Pretende-se verificar o modus operandi da linguagem nestes discursos, sobretudo os aspectos ideológicos de sua construção como elementos persuasivos. Os resultados da pesquisa permitem concluir a presença de elementos dogmáticos nestes discursos, alinhados com o posicionamento ideológico dos grupos aos quais pertencem os articulistas, bem como a presença de elementos mítico-filosófico-religiosos, conforme a noção de Discurso Fundador, de Eni Orlandi.(AU)
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A partir da perspectiva da Análise de Discurso de linha francesa, este trabalho analisa os discursos especializados (científico, religioso, jurídico, jornalístico, político) presentes em artigos na mídia massiva sobre a cobertura da Lei de Biossegurança, sobretudo a partir do ajuizamento da ADI Nº 3510, pelo ex-procurador geral da República, Claudio Fontelles. Os dados são artigos opinativos publicados nos jornais Folha de S. Paulo e O Estado de S. Paulo, no primeiro semestre de 2005, bem como os documentos-fonte do Magistério Católico citados (Evangelium Vitae; Declaração sobre a Produção e o Uso Científico e Terapêutico das Células Estaminais Embrionárias Humanas; e a Instrução Donum Vitae,). Pretende-se verificar o modus operandi da linguagem nestes discursos, sobretudo os aspectos ideológicos de sua construção como elementos persuasivos. Os resultados da pesquisa permitem concluir a presença de elementos dogmáticos nestes discursos, alinhados com o posicionamento ideológico dos grupos aos quais pertencem os articulistas, bem como a presença de elementos mítico-filosófico-religiosos, conforme a noção de Discurso Fundador, de Eni Orlandi.(AU)
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Since the first decade of the 21st century, the Valley of the Fallen has been established as an object of controversy related to the new policies of memory. In recent years the "Historical Memory" has been a recurring concept in the mass media. While it is true that since 2011 this issue has been overshadowed in the political agenda, even today we continue to access information that refers to our recent past, from perspectives that demand actions of ethic, symbolic, political or economic repair. Many of these reports could be framed within a broader discourse, akin to a concept of "historical memory". These media texts are part of a larger problem that is troubling modern western societies and that has presented a remarkable recovery since the late nineties: debates or polemics on memory. In this paper we propose to study the nature of these media texts. We assume that the mass media configure their texts from frameworks or pre-existing frames. For this research, we propose an analysis of content based on the theory of framing to identify what is the typical journalistic discourse and the modalities of interpretive general framework applied in a number of texts and broadcasts about the Valley of the Fallen...
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Dada la influencia fundamental de los medios de comunicación en la difusión de amenazas y riesgos, nuestro objetivo es analizar el discurso mediático en torno a un riesgo en particular: el medioambiental. A partir de una muestra de 84 programas informativos emitidos en las tres cadenas de televisión españolas con mayores índices de audiencia a nivel nacional, se ha localizado y analizado un total de 138 noticias, todas ellas relativas al medio ambiente y la naturaleza. La información recogida ha sido codificada y clasificada de acuerdo a cuatro temáticas: causas, consecuencias, soluciones y referencias a problemas medioambientales. En términos generales, las noticias tienden a centrarse en eventos concretos y a mostrar preferencia por contenidos emocionales, de entretenimiento o anecdóticos, frente a explicaciones en torno a soluciones, consecuencias y, sobre todo, causas de los problemas medioambientales.
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Pretendemos mostrar qué tipo de representación social del inmigrante y/o la inmigración proporciona la prensa española y comprobar hasta qué punto ésta puede construir y alimentar imaginarios que hagan muy difícil la práctica de la interculturalidad. Queremos analizar el grado en el que nuestras ciudades globales se rigen aún por coordenadas locales y territoriales o si, por el contrario, la llegada de inmigrantes está trayendo consigo un nuevo concepto de ciudadano y de identidad cultural. Nos interesa, en definitiva, explorar qué modelo de identidad transmiten y consolidan los medios de comunicación y si éste sirve para fomentar el diálogo entre culturas o si, por el contrario, está contribuyendo a perpetuar la brecha entre el “nosotros” y el “ellos”.