987 resultados para Chi wu ming shi t’u k’ao
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Many mud diapirs have been recognized in southern Okinawa Trough by a multi-channel seismic surveying on R/V KEXUE I in 2001. Gas hydrates have been identified, by the seismic reflection characteristics, the velocity analysis and the impedance inversion. Geothermal heat flow around the central of the mud diapir has been determined theoretically by the Bottom Simulating Reflectors (BSRs). Comparing the BSR derived and the measured heat flow values, we infer that the BSR immediately at the top of the mud diapirs indicate the base of the saturated gas hydrate formation zone (BSGHFZ), but not, as we ordinarily know, the base of the gas hydrate stability zone (BGHSZ), which could be explained by the abnormal regional background heat flow and free gas flux associated with mud diapirs. As a result, it helps us to better understand the generation mechanism of the gas hydrates associated with mud diapirs and to predict the gas hydrate potential in the southern Okinawa Trough. (C) 2008 Elsevier Ltd. All rights reserved.
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Two new norisoprenoid derivatives have been isolated from the red alga Gymnogongrus flabelliformis. Their structures were elucidated as (3R, 6R, 7E)-(+)-3-O-phenylacetyl-4,7-megastigmadiene-9-one and (3R,7E)-(-)-3-O-phenylacetyl-5,7-megastigmadiene-9-one, respectively, by spectroscopic methods including HRMS, 1D and 2D NMR techniques.
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My research investigates a recent tendency in Italian literature, characterized by elements of renewal within the novel-writing tradition and of discontinuity with postmodern culture. It proposes an interpretation of the genres of the historical novel and crime fiction in the last fifteen years, in order to underline the important role played by these types of narrative in revitalizing contemporary Italian literature. These modalities of writing are considered both individually and in their connections beyond a traditional notion of genre, emphasizing those characteristics which may be assumed as irreconcilable with a postmodern approach to fiction and those which, furthermore, seem to indicate attempts to take a new course. In particular, my study analyses the recent literary tendency to combine the elements of ‘crime’ and ‘history’ in order to represent political and social reality, and how the works examined relate to postmodern narrative. For this reason, I pay particular attention to the relationship between literature and the past and to the socio-political aspects connected with the praxis of narrating, offering an original interpretation of the way in which the authors studied engage with these characteristics.
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Partendo dal problema del rapporto fra la ricostruzione di un evento storico e lo statuto del testo che lo ricostruisce, la tesi si concentra nella lettura di opere riguardanti la Seconda guerra mondiale. Sono in questo senso cruciali due opere autobiografiche trattate nella prima parte del lavoro, Rue Labat Rue Ordener di Sarah Kofman (1993) e Kindheitsmuster di Christa Wolf (1976). In questi due testi la dottoranda prova a recuperare da una parte la rimemorazione letteraria di due esperienze infantili della guerra insieme opposte e complementari dal punto di vista del posizionamento della testimonianza. Il testo della Wolf ibrida la narrazione finzionale e la memoria dell’evento storico vissuto nel ricordo di una bambina tedesca, il testo della Kofman recupera in una maniera quasi psicanalitica la memoria di una bambina ebrea vittima inconsapevole e quesi incosciente della Shoah. Di fronte a due topoi apparentemente già piu volte ripercorsi nella letteratura critica del trauma postconflitto, la tesi in questione cerca di individuare il costituirsi quasi inevitabile di un soggetto identitario che osserva, vive e successivamente recupera e racconta il trauma. Se alcune posizioni della moderna storiografia e della contemporanea riflessione sulla scrittura storiografica, sottolineano la forza e l’importanza dell’elemento narrativo all’interno della ricostruzione storica e dell’analisi dei documenti, questa tesi sembra indicare una via possibile di studio per la letteratura comparata. Una via, cioè, che non si soffermi sui fattori e sui criteri veridizionali del testo, criteri e fattori che devono restare oggetto di studio per gli storici , ma che piuttosto indaghi sul nesso ineludibile e fondativo che la scrittura stessa svela e pone in essere: il trauma, l’irrompere dell’evento storico nell’individuo diventa elemento costitutivo della propria identità, elemento al quale è difficile dare una posizione stabile ma che allo stesso tempo non si può evitare di raccontare, di mettere in discorso. Nella narrazione letteraria di eventi storici esiste dunque un surplus di senso che sta tutto nella costituzione di una posizione dalla quale raccontare, di un punto di vista. Il punto di vista (come ci ricorda De Certeau ne Les lieux des autres in quel saggio dedicato ai cannibali di Montaigne,che viene poi ripreso senza essere mai citato da Ginzburg ne Il filo e le tracce) non è mai dato a priori nel discorso, è il risultato di un conflitto e di una lotta. Il testo che rende conto e recupera la memoria di un passato storico, in particolare di un passato storico conflittuale, di una guerra, di una violenza, per quanto presenti un punto di vista preciso e posizionato, per quanto possa apparire un frutto di determinate strategie testuali e di determinati obiettivi pragmatici, è pur sempre una narrazione il cui soggetto porta in sé, identitariamente, le ferite e i traumi dell’evento storico. Nei casi di Wolf e Kofman abbiamo quindi un rispecchiamento reciproco che fra il tentativo di una ricostruzione della memoria infantile e il recupero dell’elemento intersoggettivo e storico si apre alla scrittura e alla narrazione. La posizione del soggetto che ha vissuto l’irrompere del dramma storico nel discorso lo costituisce e lo delega a essere colui che parla e colui che vede. In un qualche modo la Storia per quanto possa essere creatrice di eventi e per quanto possa trasformare l’esistenza del soggetto non è essa stessa percepibile finché non si posiziona attraverso il soggetto trasformato e modificato all’interno del discorso. In questa continua ricerca di un equilibrio possibile fra realtà e discorso si pone il problema dell’essere soggetto in mezzo ad altri soggetti. E questo in un duplice aspetto: nell’aspetto della rappresentazione dell’altro, cioè nel problema di come la memoria riorganizzi e ricrei i soggetti in gioco nell’evento storico; e poi nella rappresentazione di se stesso per gli altri, nella rappresentazione cioe del punto di vista. Se nel romanzo autobiografico di Kofman tutta la storia veniva a ricondursi alla narrazione privata del soggetto che, come in una seduta psicanalitica recupera e insieme si libera del proprio conflitto interiore, della propria memoria offesa; se nel romanzo di Wolf si cercava un equilibrio fra una soggettivita infantile ormai distante in terza persona e una soggettività rammemorante che prendeva posizione nel romanzo nella seconda persona; la cerniera sia epistemologica sia narratologica fra la prima e la seconda parte della tesi pare essere Elsa Morante e il suo romanzo La Storia. L’opera della Morante sembra infatti farsi pieno carico della responsabilità di non poter piu ridurre la narrazione del trauma alla semplice presa in carico del soggetto autobiografico. Il soggetto che, per dirla ancora con De Certeau, può esprimere il proprio punto di vista perche in qualche modo si è salvato dalla temperie della storia, non si pone nel discorso come punto di inizio e di fine di qualsiasi percezione del trauma, ma si incarna in uno o più personaggi che in un qualche modo rappresentino l’irrapresentabile e l’irrapresentato. La storia diventa quindi elemento non costitutivo di un'identità capace di ri-raccontarsi o almeno non solo, diventa fattore costitutivo di un’identità capace di raccontare l’altro, anzi gli altri, tutti coloro che il conflitto, la violenza ha in un qualche modo cancellato. Così accade all’infanzia tradita e offesa del piccolo Useppe, che viene soffocato non solo nella sua possibilita di svilupparsi, di essere punto di vista del discorso, ma anche nella possibilita di essere osservatore vivo dell’evento; cosi accade a Ida, donna e madre, che la Storia lentamente e inesorabilmente spersonalizza riducendola a essere soggetto passivo e vittima degli eventi. Ecco quindi che la strada aperta dalla Morante permette alla memoria di proiettarsi in una narrazione comune e di condividere e suddividere la posizione centrale del soggetto in una costellazione differente di soggetti. A questo punto si apre, attraverso le tecniche della storia orale e la loro narrativizzazione, una strategia di recupero della memoria evidenziata nell’ultima parte della tesi. La strada intrapresa da autori come i Wu Ming e come Andrea Levy ne è un esempio. Sganciati per evidenti ragioni biografiche e anagrafiche (sono tutti nati ben dopo la fine del secondo conflitto mondiale) da qualsiasi tentazione autobiografica, i primi intraprendono una vera e propria ridistribuzione dei punti di vista sulla storia. In romanzi come Manituana si viene a perdere, almeno a un primo e forse piu superficiale livello, qualsiasi imposizione fissa del punto di vista. Una molteplicità di soggetti si prende carico di raccontare la storia da differenti posizioni, ma la apparente molteplicità degli sguardi non si riduce a una frammentazione dell’etica del racconto quanto piuttosto alla volontà di fare emergere tra gli altri anche il punto di vista dello sconfitto e dell’inerme. Al passato oscuro della violenza storica si contrappone in un qualche modo la messa in discorso del soggetto che cerca attraverso la costituzione non solo di un soggetto ma di una pluralitàdi voci , di ritrovare un’ armonia, di riassimilare la propria memoria condividendola nel testo letterario.
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Die vorliegende Studie ist eine internationale vergleichende Journalistenbefragung über ein politisch-historisches Ereignis, das in allen untersuchten Ländern vorkommen. Untersucht werden Journalisten aus der Bundesrepublik Deutschland, Taiwan und Südkorea, die in den politischen oder relevanten Ressorts der bedeutenden Medien der jeweiligen Länder tätig sind. Die Themen der Befragung behandeln die Teilung und Wiedervereinigungsprobleme sowie die politisch-ideologischen Hintergründe der Teilung in der Bundesrepublik Deutschland, China und Korea. Obwohl alle drei Länder nach dem Zweiten Weltkrieg durch die ideologische Auseinandersetzung zwischen Ost und West geteilt wurden, zeichnet die Wahrnehmung dieses Ereignisses durch die Journalisten der drei Länder aufgrund ihrer unterschiedlichen politischen Entwicklungen und Pressetraditionen bemerkbare Unterschiede auf. Die deutschen Journalisten tendieren dazu, die Vorzüge der Bundesrepublik Deutschland gegenüber der damaligen DDR hervorzuheben. Die taiwanesischen Journalisten distanzieren sich wegen der asymmetrischen Teilungsgröße zwischen Taiwan und der Volksrepublik China von der Möglichkeit einer Wiedervereinigung Chinas. Die südkoreanischen Journalisten weisen starken Nationalismus auf und setzen sich am häufigsten für Nordkorea und eine eventuelle Wiedervereinigung der koreanischen Halbinsel ein. Im letzten Teil der Studie wird das Rollenverständnis der Journalisten für die Berichterstattung über die Teilungsprobleme untersucht. Es bestätigt sich, dass die Sichtweise der Journalisten über die Teilung und Wiedervereinigungsprobleme ihres Landes sich auf ihre Berichterstattung über die entsprechenden Themen auswirkt. Diese Ergebnisse stimmen mit der Theorie der „Instrumentellen Aktualisierung“ überein.
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La ricerca analizza il tema della relazione tra storia e narrazione nella letteratura degli ultimi quindici anni in tre contesti nazionali: Italia, Spagna e Portogalo. Per indagare un campo così vasto si sono identificate tre direttrici principali connesse tra loro, coincidenti con tre "crisi": la crisi del rapporto tra letteratura e mercato, la crisi del concetto di verità e la crisi dello stato nazione. Attraverso le riflessioni sul postmoderno (Lyotard, Jameson Hutcheon) e l’analisi di Bourdieu si indaga il rapporto tra mercato e autore letterario, facendo particolare riferimento ai percorsi letterari di Rafael Chirbes, Mia Couto e Wu Ming. Il tema della forma letteraria è invece letto atttraverso le analisi di Hutcheon e analizzando i testi di Helder Macedo (Pedro e Paula), Isaac Rosa (¡Otra maldita novela sobre la guerra civil!) e Tommaso De Lorenzis-Guido Favale (L’aspra stagione). La crisi del concetto di verità viene analizzata alla luce del dibattito sulla storiografia nella seconda metà del Novecento. In particolare si evidenzia la tensione tra Hayden White e Carlo Ginzuburg. Per evidenziare come le relazioni di potere influenzino la narrazione della storia si fa inoltre riferimento alle analisi di Michel Foucault, Michel de Certeau, Stephen Greenbaltt e Gayatri Spivak. Si analizzano quindi Anatomía de un instante, di Javier Cercas, Romanzo criminale, di Giancarlo de Cataldo e As três vidas, di João Tordo. Infine ci si riferisce alla crisi dello stato-nazione individuando una tensione tra le analisi di György Lukács e Franco Moretti, e allargando la riflessione agli studi sociologici di Immanuel Wallerstein e Saskia Sassen. Inoltre, attraverso i testi di Benedict Anderson, Homi B. Bhabha, José Saramao e Eduardo Lourenço si articola una riflessione sull’immaginario politico nazionale. I testi analizzati sono Victus, di Albert Sánchez Piñol, Pro Patria, di Ascanio Celestini e A voz da terra di Miguel Real.
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The efficacy of mammalian target of rapamycin (mTOR) inhibitors is currently tested in patients affected by autosomal dominant polycystic kidney disease. Treatment with mTOR inhibitors has been associated with numerous side effects. However, the renal-specific effect of mTOR inhibitor treatment cessation in polycystic kidney disease is currently unknown. Therefore, we compared pulse and continuous everolimus treatment in Han:SPRD rats. Four-week-old male heterozygous polycystic and wild-type rats were administered everolimus or vehicle by gavage feeding for 5 wk, followed by 7 wk without treatment, or continuously for 12 wk. Cessation of everolimus did not result in the appearance of renal cysts up to 7 wk postwithdrawal despite the reemergence of S6 kinase activity coupled with an overall increase in cell proliferation. Pulse everolimus treatment resulted in striking noncystic renal parenchymal enlargement and glomerular hypertrophy that was not associated with compromised kidney function. Both treatment regimens ameliorated kidney function, preserved the glomerular-tubular connection, and reduced proteinuria. Pulse treatment at an early age delays cyst development but leads to striking glomerular and parenchymal hypertrophy. Our data might have an impact when long-term treatment using mTOR inhibitors in patients with autosomal dominant polycystic kidney disease is being considered.
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Transforming growth factor β (TGF-β) regulates a broad range of biological processes, including cell growth, development, differentiation, and immunity. TGF-β signals through its cell surface receptor serine kinases that phosphorylate Smad2 or Smad3 proteins. Because Smad3 and its partner Smad4 bind to only 4-bp Smad binding elements (SBEs) in DNA, a central question is how specificity of TGF-β-induced transcription is achieved. We show that Smad3 selectively binds to two of the three SBEs in PE2.1, a TGF-β-inducible fragment of the plasminogen activator inhibitor-1 promoter, to mediate TGF-β-induced transcription; moreover, a precise 3-bp spacer between one SBE and the E-box, a binding site for transcription factor μE3 (TFE3), is essential for TGF-β-induced transcription. Whereas an isolated Smad3 MH1 domain binds to TFE3, TGF-β receptor-mediated phosphorylation of full-length Smad3 enhances its binding to TFE3. Together, these studies elucidate an important mechanism for specificity in TGF-β-induced transcription of the plasminogen activator inhibitor-1 gene.
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The secondary structure of a truncated P5abc subdomain (tP5abc, a 56-nucleotide RNA) of the Tetrahymena thermophila group I intron ribozyme changes when its tertiary structure forms. We have now used heteronuclear NMR spectroscopy to determine its conformation in solution. The tP5abc RNA that contains only secondary structure is extended compared with the tertiary folded form; both forms coexist in slow chemical exchange (the interconversion rate constant is slower than 1 s−1) in the presence of magnesium. Kinetic experiments have shown that tertiary folding of the P5abc subdomain is one of the earliest folding transitions in the group I intron ribozyme, and that it leads to a metastable misfolded intermediate. Previous mutagenesis studies suggest that formation of the extended P5abc structure described here destabilize a misfolded intermediate. This study shows that the P5abc RNA subdomain containing a GNRA tetraloop in P5c (in contrast to the five-nucleotide loop P5c in the tertiary folded ribozyme) can disrupt the base-paired interdomain (P14) interaction between P5c and P2.
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On double leaves, oriental style.
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On double leaves, oriental style, in case.
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Mode of access: Internet.
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Mode of access: Internet.
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Latest issue consulted: Di 3498 hao (Minguo 14 nian 12 yue 31 ri [Dec. 31, 1925]).