737 resultados para Argille Azzurre, calanchi, geomorfologia, morfometria, geotecnica


Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Lo studio sviluppato nella tesi fa riferimento all’ampio database sperimentale raccolto presso il sito campione di Treporti (VE), nell’ambito di un progetto di ricerca finalizzato alla caratterizzazione geotecnica del complesso sottosuolo della Laguna Veneta. Il sottosuolo lagunare è infatti caratterizzato da una fitta alternanza di sedimenti a matrice prevalentemente limosa, dal comportamento intermedio fra sabbie e argille. Il progetto di ricerca prevedeva la realizzazione di una vasta campagna di indagini in sito, articolata in più fasi e integrata da un programma sperimentale di laboratorio; nell’area in esame è stato inoltre costruito un rilevato sperimentale in vera grandezza, continuamente monitorato con una sofisticata strumentazione per circa quattro anni, fino alla sua graduale rimozione. Il lavoro di tesi proposto riguarda l’analisi dei dati provenienti dalle numerose prove dilatometriche (DMT) e con piezocono (CPTU) effettuate a Treporti, con particolare riferimento alle prove di tipo sismico (SDMT e SCPTU) realizzate sia prima della costruzione del rilevato sia a seguito della rimozione dello stesso. Rispetto alla prove “tradizionali”, le prove sismiche permettono anche la misura della velocità delle onde di taglio (Vs), la cui conoscenza è richiesta anche dalle recenti Norme Tecniche delle Costruzioni e della quale è possibile risalire agevolmente al modulo di rigidezza elastico a piccolissime deformazioni (G0). L’enorme database raccolto in questo sito offre tra l’altro l’interessante ed inusuale possibilità di mettere a confronto dati ricavati da prove dilatometriche e con piezocono relative a verticali adiacenti, svolte in diverse fasi della storia di carico imposta al sottosuolo dell’area mediante la costruzione del rilevato. L’interpretazione dei dati penetrometrici e dilatometrici è stata fatta utilizzando i più recenti approcci interpretativi proposti nella letteratura del settore. È importante sottolineare che la possibilità di classificare e stimare i parametri meccanici del sottosuolo lagunare a partire da prove diverse ha permesso una valutazione critica delle procedure interpretative adottate e, in taluni casi, ha messo in evidenza i limiti di alcuni approcci, pur se limitatamente al caso specifico in esame. In alcuni casi, grazie all’uso integrato delle prove dilatometriche e penetrometriche è stato possibile mettere a punto specifiche correlazioni alternative a quelle esistenti, calibrate sui dati sperimentali di Treporti.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

In questo lavoro sono state analizzate diverse strategie di recupero di una cava dismessa situata presso la località Colombara (Monte San Pietro, Bologna). Su questi terreni sono state condotte tre prove, costituite da diverse parcelle nelle quali sono stati adottati differenti trattamenti. Sono state svolte analisi di tipo quantitativo del suolo e della parte epigea delle specie arbustive e arboree, focalizzandosi sull'azoto (N totale, ammoniacale, nitrico, e firma isotopica) e sulla sostanza organica del suolo. Inoltre è stata effettuata un'indagine qualitativa della composizione floristica. Scopo della tesi è quello di individuare le strategie più efficaci per un recupero di suoli degradati. Non sempre a trattamenti iniziali migliori corrispondono i migliori risultati portando a conclusioni apparentemente controintuitive a cui si è cercato di dare risposta.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

La Piana di foce del Garigliano (al confine tra Lazio e Campania) è caratterizzata, fino ad epoche recenti, dalla presenza di aree palustri e umide. Lo studio in corso cerca di ricostruire l’evoluzione dell’ambiente costiero mettendolo in relazione alla presenza dell’uomo, alla gestione del territorio, alle vicende storiche e alle variazioni climatiche utilizzando molteplici metodologie tipiche della geoarcheologia. Si tratta di un approccio multidisciplinare che cerca di mettere insieme analisi tipiche dell’archeologia, della topografia antica, della geomorfologia, della geologia e della paleobotanica. Fino all’età del Ferro l’unica traccia di popolamento viene da Monte d’Argento, uno sperone roccioso isolato lungo la costa, posto al limite occidentale di un ambiente sottostante che sembra una palude chiusa e isolata da apporti sedimentari esterni. Con il passaggio all’età del ferro si verifica un mutamento ambientale con la fine della grande palude e la formazione di una piccola laguna parzialmente comunicante con il mare. L’arrivo dei romani alla fine del III secolo a.C. segna la scomparsa dei grandi centri degli Aurunci e la deduzione di tre colonie (Sessa Aurunca, Sinuessa, Minturno). Le attività di sistemazione territoriale non riguardarono però le aree umide costiere, che non vennero bonificate o utilizzate per scopi agricoli, ma mantennero la loro natura di piccoli laghi costieri. Quest’epoca è dunque caratterizzata da una diffusione capillare di insediamenti, basati su piccole fattorie o installazioni legate allo sfruttamento agricolo. Poche sono le aree archeologiche che hanno restituito materiali successivi al II-III secolo d.C. La città resta comunque abitata fino al VI-VII secolo, quando l’instabilità politica e l’impaludamento dovettero rendere la zona non troppo sicura favorendo uno spostamento verso le zone collinari. Un insediamento medievale è attestato solo a Monte d’Argento e una frequentazione saracena dell’inizio del IX secolo è riportata dalle fonti letterarie, ma non vi è ancora nessuna documentazione archeologica.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

La piattaforma continentale della Sardegna nord-orientale si sviluppa sul margine passivo del bacino tirrenico di retroarco. Tramite i dati forniti da strumenti geofisici, quali l’ecoscandaglio a fascio multiplo (Multibeam) e i profili sismici Chirp Sub-bottom, è stato possibile lo studio di piattaforma, a profondità compresa tra 10 m e 135 m, ed interpretare la genesi di morfologie riferibili a processi sedimentari o strutture al di sotto del fondale marino. La piattaforma è stata tripartita in interna, centrale ed esterna e suddivisa in due aree (Area 1 e Area 2), per garantire una descrizione più dettagliata. La parte interna della piattaforma è la più ricca di elementi geomorfologici quali sistemi barriera-laguna, corpi sedimentari interpretati come frecce litorali (spit) sommersi, che si presentano singole o come sequenze che tendono a migrare verso l’attuale linea di costa della Sardegna. La porzione di piattaforma centrale ed esterna, invece, presenta una quantità modesta di morfologie. Nell’Area 2, la più meridionale, è stata individuata un’antica valle fluviale collegata alla sua estremità con quello che era il corrispondente delta o paleo-delta. Tramite i profili sismici CHIRP è stato osservato il basamento affiorante sul fondale marino ricondotto con il basamento ercinico che affiora nella zona a terra della Sardegna nord-orientale. Nell’insieme, tutti gli elementi interpretati, sono stati ricondotti a una piattaforma relitta costituita da antichi sistemi costieri oramai sommersi, sviluppati durante l’ultima trasgressione. In particolare nella zona più interna si è osservata una correlazione tra lo sviluppo di estesi sistemi costieri e i periodi di rallentamento della risalita del livello marino durante l’Olocene.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

In questo studio vengono misurati e descritti nel dettaglio i canali sottomarini che si sviluppano sulle testate dei canyon presenti nella Baia di Milazzo (NE Sicilia) attraverso sezioni sismiche a riflessione e dati batimetrici di tipo Multibeam. In base alla creazione della carta geomorfologica della piattaforma continentale che copre l'intera area di studio (31 km2) ed alla correlazione dei profili sismici è stato possibile formulare ipotesi sulle dinamiche in atto nell'evoluzione geomorfologica delle testate dei canyon dell'area. L'evoluzione e la posizione attuale delle testate dei canyon sono condizionate dall'intensa attività tettonica della Sicilia nord-orientale caratterizzata da un forte uplift. Sono anche state descritte le relazioni tra l'assetto tettonico e le dinamiche fluviali poiché queste contribuiscono ai fenomeni osservati in ambiente sottomarino. Si è visto infine che le testate dei canyon sono in arretramento e che ciò produce un forte disequilibrio nel bilancio sedimentario delle spiagge dell'area causandone l'erosione.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Starting from some satellite photos, we try to understand if someone of the many negatives roundish shapes recognized into a complex of two impacts craters could verify the karst phenomenon on Mars. This fact if confirmed could be extremely important to find microbiological life living underground in an area of contact between water and sulfates, shielded from cosmic radiation. In order to verify if these negatives shapes have a karst origin or an impact one, we made several morphometric measurements with particular attention to the length of the axes and to the depth of these depressions. We also studied some other forms (such jagged ridges) as another possible witness of the karst.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Un rilievo laserscanner della Grotta dell'Orso, vicino al Ponte di Veja (Monti Lessini) ha consentito di descrivere in dettaglio questo sistema carsico e trarre alcune conclusioni dal punto di vista morfometrico e speleogenetico.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

In 2011 the GSB/USB caving group of Bologna has discovered, in the southern fossil branches of Govjestica cave (Valle di Praça, Bosnia) a fossil deposit of vertebrates containing bones of Ursus spelaeus, Capra ibex, Cricetulus migratorius and Microtus. On the basis of the U/Th ages of the bones, teeth and carbonate flowstone covering the fossils (60 ka), datings carried out in the laboratories of U-Series at Bologna, and on the disposition of the bones, a past connection between Govjestica and the nearby Banja Stjena cave is hypothesised. The closure of this passage has occurred suddenly through a collapse that has forced the last cave bears awakened from their winter sleep to stay blocked in Govjestica, and die. The connecting passage has later been covered with calcite flowstones and is no longer visible. This hypothesis is sustained by the rather scarce number of skeletons of cave bears found in Govjestica (a dozen of skulls against the often large amounts of cave bears found in similar caves): Govjestica cave, and especially the Room of the Bones in its southern part, has been used by cave bears only for a couple of centuries before these parts became inaccessible. Furthermore, the entrance of Banja Stjena cave was probably located close to or at the level of the Praça river, that has excavated its thalweg for around 20 metres in the last 60 ka.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Introdução: Embora alterações estruturais cerebrais na esquizofrenia venham sendo repetidamente demonstradas em estudos de ressonância magnética (RM), ainda permanece incerto se tais alterações são estáticas ou progressivas. Enquanto estudos longitudinais são tradicionalmente utilizados na avaliação da questão da progressão, estudos transversais de neuroimagem comparando diretamente pacientes com esquizofrenia crônica e de primeiro episódio a controles saudáveis têm sido bastante raros até o presente. Com o recente interesse em meganálises combinando dados multicêntricos de RM visando-se a maior poder estatístico, o presente estudo multicêntrico de morfometria baseada no voxel (VBM) foi realizado para avaliar os padrões de alterações estruturais cerebrais segundo os diferentes estágios da doença, bem como para avaliar quais (se alguma) dessas alterações se correlacionariam especificamente a moderadores clínicos potenciais, tais como exposição cumulativa a antipsicóticos, tempo de doença e gravidade da doença. Métodos: Selecionou-se uma ampla amostra de pacientes com esquizofrenia (161, sendo 99 crônicos e 62 de primeiro episódio) e controles (151) a partir de quatro estudos prévios de RM (1,5T) realizados na mesma região do Brasil. O processamento e análise das imagens foi realizado usando-se o software Statistical Parametric Mapping (SPM8) com emprego do algoritmo DARTEL (diffeomorphic anatomical registration through exponentiated Lie algebra). Os efeitos de grupo sobre os volumes regionais de substância cinzenta (SC) foram analisados através de comparações voxel-a-voxel por análises de covariância em modelos lineares gerais, inserindo-se, em todas as análises, o volume total de SC, protocolo do scanner, idade e sexo como variáveis de confusão. Por fim, foram realizadas análises de correlação entre os aludidos moderadores clínicos potenciais e os volumes cerebrais globais e regionais. Resultados: Os pacientes com esquizofrenia de primeiro episódio apresentaram reduções volumétricas sutis em comparação aos controles, em um circuito neural circunscrito e identificável apenas em análises SVC (small volume correction) [p < 0.05, com correção family-wise error (FWE)], incluindo a ínsula, estruturas têmporo-límbicas e corpo estriado. Os pacientes crônicos, por outro lado, apresentaram um padrão de alterações extensas comparativamente aos controles, envolvendo os córtices frontais orbitais, superiores e inferiores bilateralmente, córtex frontal médio direito, ambos os córtices cingulados anteriores, ambas as ínsulas, e os córtices temporais superior e médio direitos (p < 0.05, análises whole-brain com correção FWE). Foram encontradas correlações negativas significantes entre exposição cumulativa a antipsicóticos e volumes globais de SC e substância branca nos pacientes com esquizofrenia, embora as correlações com reduções regionais não tenham sido significantes. Detectaram-se, ainda, correlações negativas significantes entre tempo de doença e volumes regionais relativos da ínsula esquerda, córtex cingulado anterior direito e córtices pré-frontais dorsolaterais nas análises SVC para os grupos conjuntos (esquizofrenia crônica e de primeiro episódio). Conclusão: Os achados supracitados indicam que: a) as alterações estruturais associadas com o diagnóstico de esquizofrenia são mais disseminadas na forma crônica em comparação à de primeiro episódio; b) reduções volumétricas regionais em áreas específicas do cérebro podem variar em função do tempo de doença; c) a exposição cumulativa a antipsicóticos associou-se a alterações volumétricas globais, e não regionais

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

The caatinga is considered the only exclusively Brazilian biome, with a total area of 735.000km². It is estimated that about 59% of this area has already been removed and only 2% are protected in conservations units. The region is characteristic by strong seasonality and heterogeneity in their environments. This paper sets generate information on morphological and population patterns Lanio pilatus in two areas of caatinga of Estação Ecológica do Seridó (ESEC – Seridó), Serra Negra do Norte - RN. Data collection was performed in six phases between July 2012 and December 2014, covering the end of the dry and rainy seasons in the region. The captures were performed with nets and individuals captured were marked with metal rings and measured (weight, wing length, tail, tarsus, culmen and tip of the bill to nostril). Through these measures, we observed that only males of open area range in weight during the dry and rainy season, youngs were significantly lower for all parameters measured, and males were larger than females in three characteristics (weight, wing length and tail) in open area and only one (wing length) in the closed area. The population parameters were generated from the mark-capture-recapture technique by program MARK, using the techniques of robust design and CJS. The survival probability of detection and population estimates varied with time. Only individuals of open area fluctuated in their estimates during the study. Overall, the environment was a great mediator of results which increases the need for more studies on the life history of the species in the region.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

CHAPTER II - The Chrysocyon brachyurus is the biggest South American canid which has a high frequency of dental injuries, both in wild and captivity. Thus, veterinary procedures are necessary to preserve the feeding capacity of hundreds of captive specimens worldwide. The aim of this study was to study the mandibular morphometry of maned wolf with emphasis on the establishment of anatomic references to the anesthetic blockage of the inferior alveolar and mental nerves. Therefore, 15 measurements in 22 hemimandibles of C. brachyurus adults were taken. For extra-oral technique of blockage of the inferior alveolar nerve at the level of the mandibular foramen, it is stated that the needle should be advanced, close to the medial surface of the mandibular ramus, by 11.4 mm perpendiculary from the palpable concavity. Alternatively, the needle can be introduced for 30.4 mm from the angular process at 20-25 degrees angle with the ventral margin. For blocking only the mentual nerve, it is recommended the introduction of needle for 10 mm, close to the lateral aspect of the mandibular body, at the level of the lower first premolar. The mandibular foramen showed similars position, size and symmetry in the maned wolfs specimens examined. The comparison of the data with those available for other carnivores reflects the necessity for determining these anatomical references specifically for each species.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Il ritrovamento, all'interno del Complesso Partigiano-Modenesi, di un grosso collettore attivo ha aggiunto un nuovo interrogativo nella già complessa situazione idrogeologica dell'area carsica Farneto, Buca di Ronzana, Dolina dell'Inferno. Si è quindi fatto ricorso ad un'attenta ricerca bibliografica riguardo alle colorazioni precedenti e ad un'accurata ricerca sul campo, in cui sono state descritte ed analizzate tutte le grotte, inghiottitoi e risorgenti attive della zona. In seguito è stata eseguita una nuova colorazione, immettendo 200 g di fluoresceina nella Valle Cieca di Ronzana il 16/5/2016, con fluocaptori posizionati in tre punti all'interno del Complesso Partigiano-Modenesi, nelle due risorgenti accessibili (Grotta Nuova e Ca' Masetti) e nella Grotta del Farneto. Il 22/5/2016 è stato osservato il torrente attivo principale della Grotta dei Modenesi di colore verde fluorescente, mentre nessuna traccia di colore è stata vista nelle altre cavità e nelle risorgenti. A fronte dei lavori svolti e dei risultati ottenuti con la collaborazione del GSB – USB, si può dunque affermare che: a) il torrente attivo scoperto a dicembre 2015 nel Complesso Grotta del Partigiano – Grotta dei Modenesi riceve l'acqua dalla Valle Cieca di Ronzana e, secondo le colorazioni di L. Fantini del 1959 e R. Casali nel 1972, recapita alla ex-risorgente del Fontanaccio, infine sfocia nel torrente Zena, dopo aver percorso un livello basso della Grotta del Farneto, inaccessibile all'uomo; b) il Sistema Ronzana-Modenesi-Farneto risulta completamente separato dall'adiacente sistema parallelo Coralupi-Nuova e dalla Risorgente di Ca' Masetti; c) le ricerche, le descrizioni e i risultati ottenuti con questa tesi possono essere utilizzati come base per effettuare nuove ricerche negli altri sistemi idrologici dell'area, in modo da chiarirne ulteriormente la circolazione idrica ipogea.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Eventos climáticos extremos poderão ter conduzido à instabilidade de habitats e em última instância à sua fragmentação, causando repercussões ainda visíveis nos predadores de topo, tais como o boto (Phocoena phocoena). Consequentemente, os indivíduos que não se adaptaram, tiveram de procurar novos habitats com as respetivas condições ideais, nomeadamente os indivíduos da população de botos do Atlântico Este (norte e sul da Baía de Biscaia). O presente estudo focou-se em indivíduos da costa portuguesa (representando uma amostra da população residente a sul da Baía de Biscaia) e, recorrendo a informação proveniente de estudos previamente realizados, procurou salientar diferenças entre os botos que habitam ao longo do Atlântico Este. Foi aplicado um método de limpeza e branqueamento em crânios de boto, para posterior medição. Foram medidos 65 crânios de botos (programa Image J®), providenciados pela rede de arrojamentos de animais marinhos e obtidos no âmbito do projeto LIFE+ MarPro. As comparações das medidas dos crânios entre géneros foram realizadas a partir de modelos alométricos (programa GraphPad Prism ®) e as comparações entre géneros de cada estágio de desenvolvimento foram efetuadas com recurso a uma análise de PERMANOVA unifatorial (usando distâncias euclidianas), através do programa PAST® v. 2.12. Concluiu-se que na população em estudo, tanto as fêmeas como os machos apresentaram um modelo de alometria negativa. Reportou-se que as fêmeas apresentam comprimentos corporais superiores aos machos, assim como comprimentos e larguras cranianas. Comparativamente aos indivíduos da população a norte da Baía de Biscaia, a amostra de estudo da população do sul da Baía de Biscaia (representada pelos indivíduos da costa portuguesa) apresentou maiores comprimentos corporais e cranianos e maior largura craniana. Estes resultados corroboram observações prévias sobre a população de botos do Atlântico, que detetaram já diferenças genéticas e partilha limitada de genes, diferenças nos hábitos alimentares e habitats distintos nos botos de norte e sul da Baía de Biscaia.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Departamento de Geografia, Programa de Pós-Graduação em Geografia, 2015.