1000 resultados para galassie: evoluzione, fotometria, formazione stellare cosmica, modelli cosmologici non standard


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La ricerca di esopianeti è un ambito astrofisico in continua evoluzione. Nuovi metodi vengono proposti con l’obiettivo di individuare pianeti con una varietà di caratteristiche sempre più ampia, per poter definire al meglio la storia di formazione ed evoluzione dei sistemi planetari. Un metodo recente in grado di caratterizzare pianeti di piccola massa è lo studio della variazione del tempo di transito (TTV), basato sulla modulazione del periodo orbitale di un pianeta noto causata dalla perturbazione di un corpo aggiuntivo. In questo lavoro proponiamo l’analisi delle curve di luce del pianeta XO-2Nb al fine di individuare TTV. Questo sistema è di particolare rilevanza poiché ospitato dalla prima stella binaria wide in cui entrambe le componenti presentano un proprio sistema planetario. Tra le due stelle solo XO-2N presenta un pianeta transitante, requisito per l’applicazione del metodo proposto. L’analisi dei dati è stata svolta utilizzando il metodo della fotometria differenziale di apertura, normalizzando la curva di luce del target ad altre due stelle di riferimento presenti nel campo di vista dello strumento. I risultati ottenuti evidenziano l’assenza di variazioni di periodo orbitale per XO-2Nb e sono consistenti con un’effemeride lineare. La nuova effemeride calcolata risulta tre volte più precisa rispetto al più recente studio in letteratura, e permetterà di predire futuri transiti con una precisione migliore di un minuto fino al 2035. Abbiamo stabilito un limite superiore all’ampiezza del TTV permessa dai nostri dati, ricavando il valore massimo della massa di un eventuale pianeta perturbatore, pari a 0.15 masse terrestri. Abbiamo ricavato in maniera indipendente i parametri fisici ed orbitali di XO-2Nb, confermando e raffinando i valori presenti in letteratura. I risultati ottenuti suggeriscono che, in determinati casi, l’analisi fotometrica eseguita utilizzando telescopi medio-piccoli da terra può essere competitiva con i più avanzati telescopi spaziali.

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Lo scenario oggi più accreditato per spiegare la formazione delle galassie è quello del merging gerarchico: Sgr è una delle prove più importanti a favore di questo scenario. Sgr è una galassia satellite della MW ed è il caso migliore di processo di distruzione mareale in corso dalla MW. La sua distruzione ha contribuito alla costituzione dell'alone della Via Lattea. Di Sgr si osserva solo ciò che ne rimane del corpo principale, i suoi streams ed il suo nucleo, dominato dall'ammasso metal-poor M54. È la presenza di M54 che rende complessa la selezione di stelle metal-poor di Sgr: il main-body di Sgr è rarefatto e fortemente contaminato da stelle galattiche ed il suo nucleo si sovrappone con M54 rendendo quasi impossibile identificare stelle di Sagittario metal-poor non appartenenti ad M54. Fino ad ora l'unico metodo utilizzato per selezionare i targets per studiare la chimica di Sgr ha fatto uso della loro posizione sul CMD: questo metodo introduce un bias, selezionando solo le stelle metal-rich di Sgr. In questo lavoro sono state studiate 23 stelle metal-poor appartenenti al main-body di Sgr ma fuori dal raggio mareale di M54 selezionate grazie ai moti propri dalla missione GAIA. Gli spettri analizzati sono stati ottenuti con lo spettrografo UVES-FLAMES del VLT (ESO)da cui è stata ottenuta l'abbondanza di 17 elementi sia di stelle di Sgr che in 12 stelle di M54. Questo campione di abbondanze chimiche permette per la prima volta: (a) di comprendere la storia di arricchimento chimico di Sgr in un ampio range di metallicità (mai studiato finora) e (b) di confrontare la chimica di Sgr con quella di M54. Tali abbondanze dimostrano come Sgr abbia avuto un'evoluzione chimica diversa da quella della MW, con un contributo inferiore da parte di stelle massive, probabilmente a causa del suo basso SFR. Inoltre è stato possibile determinare la forte somiglianza chimica tra Sgr e M54, confermando che i due sistemi condividono la stessa storia di arricchimento chimico.

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Il Massiccio di Alanya è un massiccio metamorfico situato nella catena dei Tauri centrali (Turchia meridionale) costituito da tre falde tettoniche metamorfosate in facies variabili da scisti verdi ad eclogite nel Campaniano (84-75 Ma) e sovrascorse verso nord sull’autoctono Tauride durante l’Eocene inferiore e medio. L’integrazione di dati termocronologici preesistenti e nuovi dati raccolti durante questo studio per mezzo dei metodi delle tracce di fissione (AFT) e (U-Th)/He (AHe) entrambi su apatite, ha vincolato meglio la strutturazione eocenica del massiccio e la sua successiva evoluzione nell’Oligo-Miocene. Le età centrali AFT e quelle AHe coprono collettivamente un intervallo di tempo compreso tra l’Eocene inferiore e il Miocene medio (51 Ma - 14 Ma) con la sola eccezione di un campione di arenaria dell’Unità di Anamur (Paleocene-Eocene) che presenta età mesozoiche non resettate. Il bacino sedimentario di avampaese in cui si è depositata l’Unità di Anamur è infatti stato caratterizzato da una subsidenza relativamente modesta che non ha consentito alla successione sedimentaria di essere resettata. I risultati indicano che la falda intermedia di Sugözü ha conservato la memoria termocronologica del principale evento deformativo eocenico che ha interessato il Massiccio di Alanya in un contesto di tipo compressivo. Le età AFT e AHe dei campioni provenienti dalle altre unità del massiccio si concentrano invece tra l’Oligocene e il Miocene inferiore. Durante questo intervallo di tempo un regime tettonico estensionale ha determinato l’esumazione estensionale del Massiccio di Alanya e la formazione dei bacini sedimentari di carattere estensionale-transtensionale sulla terraferma (Adana, Mut, Tuzgölü, Ecemiş) e offshore (Cilicia). Anche nel Massiccio di Alanya si riconosce quindi la transizione da un regime tettonico compressivo eocenico ad un regime tettonico estensionale oligocenico-miocenico come per l’area egea e peri-egea ad ovest.

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O presente trabalho relata o método de determinação do cálcio "trocável" dos solos do Estado de São Paulo, baseado na fotometria de chama. O método baseado na fotometria de chama foi comparado com o permanganométrico, através da determinação do cálcio "trocável" em 10 amostras de terra, tendo sido feitas 5 repetições com cada método. QUARDO 4 Cálcio «trocável» em solos, determinado pelo método permaíiganométrico e por fotometria de chama (média de 5 repetições). Solo Permanganometria Fotometria de chama n.o e. mg/100 g de solo e.mg/100 g de solo 1 3,58 ± 0,004 3,75 ± 0,040 2 2,60 ± 0,059 2,53 ± 0,026 3 0,54 ± 0,025 0,69 ± 0,034 4 0,39 ± 0,036 0,37 ± 0,020 5 3,61 ± 0,027 3,22 ± 0,044 6 9,41 ± 0,038 9,40 ± 0,074 7 1,00 ± 0,000 0,93 ± 0,001 8 1,79 ± 0,032 1,53 ± 0,069 9 1,00 ± 0,000 0,92 ± 0,000 10 0,60 ± 0,027 0,58 ± 0,033 Foi estudada também a influência de diversos íons (magnésio, manganês, potássio, sódio, ferro, alumínio e fosfato) na determinação do cálcio por fotometria de chama. O método de determinação do cálcio "trocável" do solo, baseado em fotometria de chama forneceu resultados equivalentes ao método permanganométrico, com enorme vantagem na rapidez.

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O presente trabalho relata os dados obtidos sobre a determinação da capacidade de troca de cátions do solo, através da determinação do cálcio por fotometria de chama. A amostra de solo (2g) foi prèviamente saturada com íons cálcio, o excesso do reagente foi lavado e o cálcio deslocado do solo, mediante extração com solução normal de acetato de amônio pH 7. A determinação do cálcio, contido no extrato, foi feita mediante o emprêgo do fotômetro de chama Coleman modêlo 21. Os dados obtidos, demonstraram que a técnica adotada, além de sua simplicidade e rapidez, fornece resultados cuja precisão é satisfatória.

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O presente trabalho relata um estudo sobre a determinação do potássio em fertilizantes por fotometria de chama e empregando o aparelho Coleman, modêlo 21. A precisão do método foi estudada, aplicando-o na análise de 3misturas contendo os fertilizantes sulfato de amônio e superfosfato simples ou triplo e uma quantidade conhecida de potássio na forma de sal puro, para análise (KC1 p.a.). As determinações do potássio foram executadas nas soluções das mencionadas misturas, após eliminar os ânions sulfato e fosfato com a resina Amberlite IR-4B (OH). Os dados obtidos evidenciaram que o método em questão além de ser muito rápido, forneceu resultados satisfatórios, quando se consideram as diluições necessárias para as determinações. Outras determinações executadas simultaneamente, e em soluções das mesmas misturas, mas sem eliminar os ânions sulfato e fosfato, forneceram dados próximos aos obtidos com a eliminação dos citados ânions.

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O presente trabalho teve por objetivo o estudo do método fotométrico de chama para a determinação do potássio em fertilizantes quando aplicado em extrato simplesmente aquoso e em extrato aquoso contendo oxalato de amônio, comparativamente com o método volumétrico do tetrafenilborato de sódio (TFBS). Os dados obtidos mostraram que o método fotométrico de chama baseado no emprego de extratos simplesmente aquosos de fertilizantes apresentou resultados sempre inferiores ao obtidos pelo método do T.F.B.S. e seu relativo foi, em média, de - 0,76% nos fertilizantes simples e em torno de - 3% nas misturas de fertilizantes. O método fotométrico de chama baseado no emprego de extratos aquosos contendo oxalato de amônio apresentou resultados bastante próximos aos obtidos com o método do T.F.B.S. e seu erro relativo foi, em média, de - 0,35% nos fertilizantes simples e em torno de 0,7% nas misturas de fertilizantes, mas com a alternância entre positivo e negativo. A preciasão foi elevada, mas esmerado cuidado é exigido nas diluições.

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(Résumé de l'ouvrage) Carte geografiche ma anche riti, concetti cosmologici, fonti letterarie vengono riletti in quanto modelli di organizzazione spaziale in determinati sistemi simbolici religiosi: la presente raccolta sviluppa la problematica della cartografia religiosa in tradizioni del mondo antico, indiane, sudest asiatiche, islamiche e occidentali contemporanee. Geographische Karten, aber auch Rituale, kosmologische Konzepte und literarische Quellen werden als Modelle räumlicher Organisation in bestimmten religiösen Symbolsystemen untersucht. Der vorliegende Sammelband behandelt diese Themenbereiche mit Beiträgen zur Antike, zu Indien, Südostasien, zum Islam und zu zeitgenössischen Bewegungen im Westen.