950 resultados para autocorrezione, interpretazione simultanea, studenti di interpretazione, miglioramento


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La maiolica di Castelli d’Abruzzo si distingue per aspetti di forte originalità e per l’alta qualità dei manufatti realizzati. Le ricerche che qui vengono presentate sono state condotte su differenti aspetti della produzione ceramica di Castelli e sono rivolte a completare le conoscenze su alcuni aspetti specifici, cercando di superare la visione settoriale che ha caratterizzato talvolta gli studi sull’argomento. L’indagine è orientata a far emergere alcuni tratti distintivi della produzione in maiolica istoriata, un genere in cui le manifatture castellane guadagnarono un primato assoluto in Italia nel corso dei secoli XVII e XVIII.

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Attualmente Usme, caratterizzata come visto da un territorio principalmente a bassa densità, è ancora fortemente relazionata con la campagna perché costituita dall’insieme di aree agricole, o di quelli che una volta erano spazi coltivati più prossimi alla città compatta. Questo tipo di paesaggio rurale che caratterizza Usme è caratterizzato come già visto da un tessuto sfrangiato e discretizzato e rappresenta la porzione di territorio dove la città esercita l’impatto ambientale più intenso dovuto sia alla sua immediata vicinanza al contesto urbano che al carattere di scarsa identità che sembra esprimere. Qualunque intervento architettonico in un territorio di margine come quello di Usme dovrebbe confrontarsi con un sistema di relazioni a grande scala, che si rapporti con la geografia stessa del luoghi e con un orientamento e una misurazione visiva e fisica del territorio stesso. Allo stesso modo è necessario che il progetto comprenda anche il suolo stesso delle grande aree attualmente lasciate libere, ovvero che il progetto architettonico si integri con il progetto paesaggistico creando in questo modo nuove relazioni e nuove geometrie nell’assetto territoriale. In questo senso il progetto può dialogare con il territorio e mettere in relazione differenti situazioni morfologiche, sfruttandone le potenzialità. L’obiettivo è quindi quello di non costruire semplici volumi appoggiati sulla terra ma quello di modificare la terra stessa, entrando in relazione con essa in modo profondo. Il progetto così inteso è concepito, e prima ancora letto, secondo strati, i quali possono contaminarsi o possono semplicemente sovrapporsi. L’area di progetto, come già detto, è essenzialmente all’interno di un vuoto presente tra le due parti di città. Il nuovo edificio si conforma come un segno netto nel territorio, un viadotto, un tronco d’albero caduto che protegge il parco dalla città, un elemento primordiale che da una parte si incunea nel terreno e dall’altra si affaccia sulla valle. Vuole essere il segno di un naturale artificio, proponendosi al tempo stesso come simbolo e funzione. Il museo emerge dalla terra, ma sembra anche immergersi in essa. L’architettura del museo crea un nuovo paesaggio morfologicamente radicato al suolo, attraverso uno spazio parzialmente ipogeo che integra il museo all’interno della montagna attraverso la copertura continua con la topografia esistente, sottolineando il profilo della collina.

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Alcuni ricercatori del Dipartimento di Fisica e Astronomia di Bologna hanno di recente ottenuto una curva che descrive l’andamento della mobilità in funzione della temperatura a seguito di misure effettuate su un cristallo organico di rubicene che mostra un’interdipendenza delle due variabili molto particolare. Il mio compito è stato cercare di far luce sulle peculiarità di questa curva. Per fare questo mi sono servita di due articoli, frutto di un attuale studio condotto da tre ricercatori dell’Università di Napoli, che ho riportato nel secondo e nel terzo capitolo, che hanno cercato di spiegare il comportamento atipico della mobilità in funzione della temperatura in cristalli organici semiconduttori.

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La città medievale di Leopoli-Cencelle (fondata da Papa Leone IV nell‘854 d.C. non lontano da Civitavecchia) è stata oggetto di studio e di periodiche campagne di scavo a partire dal 1994. Le stratigrafie investigate con metodi tradizionali, hanno portato alla luce le numerose trasformazioni che la città ha subìto nel corso della sua esistenza in vita. Case, torri, botteghe e strati di vissuto, sono stati interpretati sin dall’inizio dello scavo basandosi sulla documentazione tradizionale e bi-dimensionale, legata al dato cartaceo e al disegno. Il presente lavoro intende re-interpretare i dati di scavo con l’ausilio delle tecnologie digitali. Per il progetto sono stati utilizzati un laser scanner, tecniche di Computer Vision e modellazione 3D. I tre metodi sono stati combinati in modo da poter visualizzare tridimensionalmente gli edifici abitativi scavati, con la possibilità di sovrapporre semplici modelli 3D che permettano di formulare ipotesi differenti sulla forma e sull’uso degli spazi. Modellare spazio e tempo offrendo varie possibilità di scelta, permette di combinare i dati reali tridimensionali, acquisiti con un laser scanner, con semplici modelli filologici in 3D e offre l’opportunità di valutare diverse possibili interpretazioni delle caratteristiche dell’edificio in base agli spazi, ai materiali, alle tecniche costruttive. Lo scopo del progetto è andare oltre la Realtà Virtuale, con la possibilità di analizzare i resti e di re-interpretare la funzione di un edificio, sia in fase di scavo che a scavo concluso. Dal punto di vista della ricerca, la possibilità di visualizzare le ipotesi sul campo favorisce una comprensione più profonda del contesto archeologico. Un secondo obiettivo è la comunicazione a un pubblico di “non-archeologi”. Si vuole offrire a normali visitatori la possibilità di comprendere e sperimentare il processo interpretativo, fornendo loro qualcosa in più rispetto a una sola ipotesi definitiva.

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Questa tesi nasce con l’intento di indagare il rapporto tra l’interpretazione di conferenza e il mondo del volontariato, nonché di esplorare le dinamiche personali e professionali che originano da tale incontro. Nel primo capitolo viene presentata una cornice storica del fenomeno del volontariato quale premessa del suo emergere e imporsi sia a livello sociale e culturale, che a livello legislativo e giuridico. Nel secondo capitolo di questo studio si propone un breve quadro della situazione italiana odierna a partire dall’ultimo Censimento Istat sulle istituzioni non profit. In seguito, si presentano i caratteri strutturali dell’attività di volontariato così come individuati dalla legge-quadro sul volontariato, per passare poi ad indagare la natura giuridica dell’attività di volontariato con l’intento di collocarla all’interno di schemi qualificatori che assicurino la più adeguata tutela degli interessi del volontario e del beneficiario. Il terzo capitolo presenta l’indagine sperimentale condotta su un campione di interpreti di conferenza professionisti al fine di analizzare l’attività pro bono eventualmente svolta a partire da fattori come il tempo dedicato al volontariato, la natura delle motivazioni, i rapporti con le organizzazioni per le quali prestano i propri servizi. Viene presentata, inoltre, l’attività organizzata degli interpreti volontari tramite una disamina di alcune associazioni di interpreti pro bono attive a livello internazionale, nonché l’opinione delle associazioni di interpreti riguardo all’attività pro bono dei propri membri. Per ultimo, ci si soffermerà sulle difficoltà e i limiti che ostacolano lo svolgimento dell’interpretazione pro bono e che costituiscono, in pratica, la fonte delle critiche mosse nei suoi confronti dagli interpreti e dalle associazioni di interpreti. A tale scopo, verrà presentato, a titolo esemplificativo, il caso del Forum Sociale Mondiale tenutosi a Porto Alegre nel 2005.

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Questa tesi si propone di offrire una visione approfondita della situazione del servizio di interpretazione giudiziaria nel Regno Unito. In particolare, alla luce della la Direttiva 2010/64/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio sul diritto all'interpretazione e alla traduzione, analizza il fallimentare passaggio di gestione dei servizi di legal interpreting dal National Register of Public Service Interpreters (NRPSI) a Capita Translation and Interpreting (Capita TI). Il lavoro è strutturato in tre capitoli. Il primo tratta i contenuti della direttiva relativi all'ambito di indagine: l'istituzione di registri, la figura dell'interprete giudiziario suggerita e il ruolo degli Stati membri. Il secondo capitolo contiene invece l'analisi dei due sistemi: NRPSI, organizzazione no-profit, indipendente e volontaria, e Capita TI, azienda fornitrice di servizi linguistici. Si vedrà, nello specifico, come sono composte, come lavorano, come funzionano i loro registri, secondo quali criteri vengono selezionati gli interpreti e in che modo corrispondono alle direttive dell'Unione Europea. Nel terzo e ultimo capitolo, si presenta la situazione dell'interpretazione giudiziaria nel Regno Unito. Si ricostruiscono inizialmente le motivazioni che hanno portato il Ministero della Giustizia inglese ad appaltare a terzi la gestione del servizio di interpretazione giudiziaria, In seguito, si espongono le problematiche insorte sin dalla firma del contratto tra Capita TI e il Ministry of Justice e le conseguenti reazioni dei servizi pubblici coinvolti e degli interpreti che hanno deciso di boicottare la nuova disposizione. Dopo aver illustrato le misure che, nel 2013, Capita e l'MoJ si sono impegnati ad attuare per invertire la disastrosa tendenza iniziale, si vedrà infine in quale modo queste hanno influito sull'ancora irrisolta situazione attuale.

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In questa tesi consideriamo il problema della percezione di immagini, e in particolare la sensibilità al contrasto del nostro sistema visivo. Viene studiato il modello classico di Retinex, che descrive l'immagine percepita come soluzione di un'equazione di Poisson. Questo modello viene reinterpretato utilizzando strumenti di geometria differenziale e derivate covarianti. La controparte neurofisiologica del modello è la descrizione della funzionalità del LGN, e della connettività che le lega. Questa viene modellata come un nucleo soluzione fondamentale dell'equazione di Laplace, con strumenti di teoria delle distribuzioni. L'attività dello strato di cellule è quindi soluzione dell'equazione di Laplace, ovvero la stessa equazione che descrive il Retinex. Questo prova che le cellule sono responsabili della percezione a meno di illuminazione.

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La definizione di «scrittura dell’interpretazione» comprime in una sola locuzione la descrizione dell’oggetto principale del nostro studio, ovvero il problema della trascrizione musicale, descritta, non tanto come un determinato genere musicale, quanto come una ragione di osmosi e interferenze tra il fatto compositivo e quello interpretativo. Ad una traversata di quel territorio ci si appresta incentrando la trattazione intorno alla figura e all’opera del giovane compositore e direttore Bruno Maderna, autore di diverse trascrizioni della cosiddetta musica antica (dall’Odhecaton A, Monteverdi, Viadana, Frescobaldi, Legrenzi, ed altri ancora). Attraverso gli esempi presentati si intende mostrare come l’approccio maderniano alla trascrizione musicale si giustifichi a partire dalla sua stessa teoria e pratica dell’interpretazione musicale, più che in base a concetti forti definiti sul versante della scrittura, quali ad esempio quelli di analisi e parodia. Pari attenzione si offre al contesto storico degli anni in cui egli gravita, opera e si afferma come musicista (1946-1952 circa), dedicando ampio spazio alle figure di Gian Francesco Malipiero, Angelo Ephrikian e Luigi Nono, autori a loro volta di trascrizioni e revisioni di opere del Cinquecento, del Seicento e del Settecento. Intorno ai loro rapporti viene fornita una documentazione significativa, in buona parte inedita o poco conosciuta dagli studiosi, resa disponibile grazie alle ricerche d’archivio di cui si avvantaggia la nostra trattazione.

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In dieser Masterarbeit wird ein, aus einer Interaktion bzw. einem gedolmetschten medizinischen Aufklärungsgespräch bestehendes Korpus mithilfe der Instrumente und der methodischen Vorgehensweise der Konversationsanalyse untersucht. Die Gesprächspartner sind ein privater Arzt, eine Patientin und ihre, als Dolmetscherin fungierende Tochter. Die Untersuchung des Gesprächsverhaltens der Ad-hoc-Dolmetscherin durch die Anwendung der participation framework Theorie dient zur Festlegung der folgenden, nicht a priori festgelegten Verhaltensmuster: Die Dolmetscherin nimmt de facto im Gespräch eine invasive Rolle ein, die auf die Umstände ihrer Zweisprachigkeit und ihres Verwandtheitsgrades zur Patientin zurückzuführen ist. Die Tochter der Patientin – eine ausgebildete Krankenpflegerin – agiert als Laiengesprächsdolmetscherin, da sie zu einem früheren Zeitpunkt als ihre Mutter ins Gastland ausgewandert ist und die Landessprache bereits gemeistert hat. Es wird also erstmals das Bild der medizinisch ausgebildeten dolmetschenden Tochter geprägt, die die markante Tendenz aufweist, eine Advocate- und Proxyrolle einzunehmen, welche konversational als nicht neutral eingestuft wird. Dies scheint trotzdem die Qualität des gedolmetschten Textes nicht zu beeinträchtigen, da die Kommunikation zumeist reibungslos verläuft, obwohl die widergegebenen Inhalte sichtlich manipuliert werden. Aus der Analyse der gewählten Gesprächssituation lässt sich schließen, dass diese Ad-Hoc Dolmetscherin, die – im Fall des behandelten Gesprächs aus beruflichen Gründen – im behandelten medizinischen Fachbereich ausreichendes Hintergrundwissen aufweist, verglichen mit jenen Ad-Hoc Dolmetschern, die nicht über dieses Wissen verfügen, trotz stellenweiser fehlerhafter Dolmetschung und Abänderung der gesprochenen Inhalte kaum Missverständnisse aufwirft und so einen vergleichsweise ungestörten Gesprächsfluss ermöglicht.

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This dissertation analyses the live simultaneous interpretation from English into Italian of six 2013 Formula 1 World Championship podium interviews and focuses on four main aspects: how the interpreter handled the décalage at the end of the interview and during the turn-taking; if he used any marker to indicate that he was starting to translate a new turn of the source text; what he did when overlapped speech in the source texts occurred; what happened when the Italian commentators talked during the interpreter’s translation. In the first chapter a description mainly of what a Formula 1 podium interview is and what an interpreter translates during the Formula 1 weekends is present. In the second chapter a literature review on media interpreting, with particular attention put on Straniero Sergio’s paper on translating Formula 1 press-conferences (2003), and turn-taking is provided. In the third chapter the methodology used to obtain and process the video and audio files of source and target texts and to transcribe them is described. We concentrated primarily on Thibault’s multimodal text transcription techniques (2000) and on how they were used and adapted to fit the purposes of this dissertation. In the fourth chapter the results obtained through the analysis of the source and target texts are shown and described, focusing only on the objectives of the dissertation, without aiming to provide a qualitative evaluation of the interpretations. In the fifth and last chapter the conclusions and some final remarks are made, based on the results obtained during the analysis and the hope for a more in depth knowledge of Italian Formula 1 interpreter’s working conditions.

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Nel presente elaborato mi sono proposta di analizzare in che modo il testo viene percepito in maniera diversa da ognuno di noi, a seconda dell’esperienza estetica, e su come questo si rifletta sulla traduzione. Al fine di poter sviluppare tale questione, ho voluto esaminare la traduzione delle opere teatrali La vida es sueño di Pedro Calderón de La Barca e The tempest di William Shakespeare che è stata portata a termine rispettivamente da Pier Paolo Pasolini attraverso l’opera Calderón e da Giorgio Strehler insieme a Agostino Lombardo attraverso la messa in scena de La tempesta. Da un lato, Pasolini adatta e traspone il testo attraverso il suo modo di fare teatro, un “Teatro di Parola”, che non è solo impegno civile e dibattito critico, ma anche poesia e autoriflessione, in cui l’attore rappresenta un veicolo di idee. D’altro canto, la traduzione portata a termine da Giorgio Strehler e Agostino Lombardo è intesa come messa in scena, dove l’attore incarna il testo, con il fine di trasmettere la profondità del testo stesso. La prima parte è dedicata ad una riflessione su tematiche relative a quello che mi sono proposta di sviluppare nell’elaborato, come per esempio l’ermeneutica del testo, l’esperienza estetica, l’esistenza o meno di una traduzione definitiva. La parte centrale, invece, si concentra sulle due opere sopra citate, in particolar modo sui due approcci traduttivi differenti, che rappresentano due modi diversi di interpretare il testo.

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Il presente lavoro di tesi passa in rassegna gli articoli scritti nell’arco dell’ultimo decennio, ovvero dal 2004 al 2014, sulla questione della Qualità in Interpretazione, con lo scopo di tracciare una panoramica relativa agli ultimi progressi compiuti nel suddetto campo d’indagine.

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Il presente lavoro si prefigge l’obiettivo di dimostrare che, per essere considerata completa, la formazione di un interprete deve comprendere, oltre all’insegnamento delle competenze traduttive e linguistiche, anche un percorso volto a migliorare le abilità comunicative degli studenti attraverso l’apprendimento delle tecniche di presentazione orale. Si è deciso di prestare particolare attenzione all’interpretazione consecutiva vista la sua dimensione di azione in pubblico. La presenza fisica di un interprete di consecutiva fa sì che la comunicazione avvenga su due piani paralleli: quello verbale e quello non-verbale. Per questo, un interprete professionista, e quindi uno studente, deve imparare a trasferire il contenuto del messaggio in modo fedele e corretto, sul piano linguistico, ma deve anche imparare ad esprimersi con chiarezza, con una voce ben impostata e ben modulata, con una adeguata velocità di eloquio, prestando attenzione alla dizione, alla fonetica, al contatto visivo con il pubblico, alle espressioni del viso, alla postura e alla gestualità. Per dimostrare l’importanza delle tecniche di presentazione orale nella formazione degli interpreti, si è deciso di iniziare stabilendo i presupposti teorici della professione e descrivendo il lavoro e il ruolo dell’interprete all’interno dell’evento comunicativo della conferenza (capitolo I). Nel capitolo II si è quindi definito il gesto, descrivendo le teorie sulla sua origine cognitiva e funzionale, trattando la letteratura sulle classificazioni delle tipologie gestuali e illustrando uno studio sulle variazioni geografiche dei gesti e uno sulla possibile creazione di un dizionario dei gesti italiani. Infine, il capitolo terzo è stato dedicato alla descrizione delle tecniche e degli aspetti legati alla presentazione orale e il capitolo quarto all’applicazione pratica dei consigli illustrati, attraverso l’uso di materiale di supporto di conferenze interpretate e videoregistrate.

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Il presente lavoro si inquadra all'interno di un progetto avviato dal Laboratorio di Terminologia e Traduzione Assistita, del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell'Università di Bologna. L'obiettivo ultimo del progetto è lo sviluppo di risorse terminologiche pensate e adeguate a soddisfare le esigenze della figura dell'interprete professionista e dell'interprete in formazione. Ne consegue la volontà di creare un database multimediale multilingue che vada a comprendere non solo i linguaggi specialistici (la cosiddetta terminologia di dominio) ma anche e soprattutto quegli elementi della terminologia di genere che compongono e che sono trasversali a tutte le lingue naturali: nessi, locuzioni, segnali discorsivi e via dicendo. In particolare, questa tesi si è incentrata sullo studio di una categoria della terminologia di genere appositamente sviluppata per gli interpreti dal Laboratorio di Terminologia: i "verbi chiave", ovvero quelli che ricorrono con più frequenza nei testi orali di discorsi tenuti in pubblico. Per ogni "`verbo chiave"' analizzato è stata dedicata una scheda terminologica, che è stata adattata e concepita per due tipi di utenti: l'interprete in formazione e l'interprete professionista. Al momento attuale, quindi, le venticinque schede proposte si prestano come strumento per migliorare le competenze passive dello studente di interpretazione, grazie anche all'inserimento di proposte di sinonimi cross-categoriali, e al contempo cercano di proporsi anche come strumento di lavoro per l'interprete professionista, soprattutto in fase di preparazione ad un evento. Le schede sono state elaborate a partire da un corpus di riferimento contenente i resoconti stenografici di cinquanta sedute dell'Assemblea parlamentare. Questa tesi contribuisce allo sviluppo del progetto del Laboratorio lasciando tuttavia spazio a successive integrazioni, per cui rappresenta solo un primo passo verso il completamento del progetto stesso.