1000 resultados para Juliano, Emperador de Roma, 331-363


Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

In 1345, the unique worship of Saint Charlemagne was institutionalized in the cathedral of Gerona. The roots (and for many, the reasons) of this celebration are found in the existence of an old local legend, the well-known testimonies to which go back to the eleventh century. Nevertheless, a lengthy analysis of the facts that marked the life of the cathedral during the long permanence Amau de Montrodon had there—first in quality of canon (1297-1335) and later as bishop (1333-1348)- make it possible for us to verify that the promotion of the cult to San Charlemagne falls within a complex program of ideological and symbolic exaltation of the See of Girona that was designed by this notable and restlessly active ecclesiastic

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

El projecte s’ha enfocat a l’anàlisi de les relacions comercials entre Roma (Portus) i Hispania a través de l’estudi de la distribució dels marbres (material arquitectònic) i de les àmfores (exportació d’aliments) entre aquestes ciutats portuàries principals (principalment Tarraco i Hispalis) i per tal de conèixer els mecanismes comercials, les rutes i l’escala de l’intercanvi. A més d’altres ports tarraconenses (Emporiae, Iluro, Barcino ) i el seu territori, també s’han incorporat altres territoris, que bé eren receptors de produccions amfòriques hispanes (Limes germànic ) o bé exportadors de materials lapidis (Carrara, Itàlia). A nivell metodològic, s’ha buscat la innovació en aspectes com la quantificació, l’aplicació de SIG i de treball en xarxa (laboratoris virtuals ). Això ens ha permès posar en pràctica estàndards i metodologies orientades a aprofundir en l’estudi dels intercanvis comercials antics que s’han establert en el marc del projecte Portus Project, liderat per la British School at Rome, i acceptades per d’altres centres de recerca europeus. Per identificar l’origen d’aquests objectes (marbres i àmfores), aspecte bàsic d’aquesta recerca, hem partit dels estudis petrològic i mineralògics. En el cas de la Península Ibèrica, hem obtingut mostres de referència de les pedreres i centres de producció ceràmica (forns) del hinterland de Tarraco. D’altra banda, s’ha fet especial atenció a com es quantifiquen les evidències en el lloc de trobada (sigui a prop del centre de producció o destí ) a partir de l’anàlisi exhaustiva de la presència d’aquestes produccions locals en d’altres jaciments que ha permès fer estudis de distribució i comerç per tot l’imperi amb l’aplicació de SIG i mapes de distribució quantificats. Tot això ha permès conèixer l’origen de la producció, el destí i les quantitats consumides – de manera que es pugui fer una comparativa a qualsevol port o jaciment romà.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Background: Data provided by the social sciences as well as genetic research suggest that the 8-10 million Roma (Gypsies) who live in Europe today are best described as a conglomerate of genetically isolated founder populations. The relationship between the traditional social structure observed by the Roma, where the Group is the primary unit, and the boundaries, demographic history and biological relatedness of the diverse founder populations appears complex and has not been addressed by population genetic studies. Results: Recent medical genetic research has identified a number of novel, or previously known but rare conditions, caused by private founder mutations. A summary of the findings, provided in this review, should assist diagnosis and counselling in affected families, and promote future collaborative research. The available incomplete epidemiological data suggest a non-random distribution of disease-causing mutations among Romani groups.Conclusion: Although far from systematic, the published information indicates that medical genetics has an important role to play in improving the health of this underprivileged and forgotten people of Europe. Reported carrier rates for some Mendelian disorders are in the range of 5 -15%, sufficient to justify newborn screening and early treatment, or community-based education and carrier testing programs for disorders where no therapy is currently available. To be most productive, future studies of the epidemiology of single gene disorders should take social organisation and cultural anthropology into consideration, thus allowing the targeting of public health programs and contributing to the understanding of population structure and demographic history of the Roma.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

La tesi di Dottorato, condotta in accordo di colutela tra l'Università di Roma Tor Vergata e l'UNIL di Losanna, ha affrontato l'analisi di un gruppo di undici disegni custodia presso la National Gallery of Scotland di Edimburgo, copie di alcuni dei più significativi mosaici medioevali delle chiese di Roma, ricostruendone la genesi, quindi le vicende legate alla committenza, e il percorso collezionistico. I disegni scozzesi, oggetto di un importante articolo di Julian Gardner pubblicato sul Burlington Magatine nel 1973, furono commissionati intorno agli anni Settanta del XVII secolo dall'antiquario romano Giovanni Giustino Ciampini (1633-1698) in connessione alla stesura della sua opera di erudizione più avvertita e famosa: i Vetera Mommenta in' quibus praecipue Musiva Opera, sacrarum, profanan,mque, Aedìum structura, ac nonnulli antiqui ritus dissertationibus iconìbusque illustrantur. La composizione dei Vetera Mommenta - un'opera riccamente illustrata che nasce per rispondere alle esigenze della ideologia della Chiesa di Roma in un momento di rinnovata crisi del sistema - impone a Ciampini di porsi da un lato nella prospettiva della più alta tradizione antiquaria cinque e seicentesca, di cui recupera i metodi di lettura e di analisi applicati allo studio delle monete e dei monumenti antichi interpretati quali prove per la ricostruzione storica, e dall'altra, come è emerso dalle mie ricerche, lo pone immediatamente in contatto con gli avamposti del più moderno metodo di indagine storica e filologica applicato alle fonti e ai documenti della storia ecclesiastica, inaugurato dall'ambiente bollandista e inaurino. I monumenti paleocristiani e medioevali assumono in quest'ottica lo status di 'fatti incontestabili', le fonti primarie attraverso le quali Ciampini ricuce le tappe salienti della storia della Chiesa, da Costantino fino al XV secolo. Nel 1700 le copie di Edimburgo arrivano nelle mani del mercante e connoisseur milanese il padre oratoriano Sebastiano Resta (1635-1714), di stanza a Roma presso la Chiesa Nuova della Vallicella dal 1660, che decide di rilegarle tutte insieme in un volume da donare al suo maggiore acquirente e patrono, il vescovo di Arezzo Giovanni Matteo Marchetti. Come spiega Resta in alcune sue lettere, il presente avrebbe dovuto costituire insieme una curiosità ed offrire un confronto: infatti «le copie delli mosaici di Roma che erano di Monsignor Ciampini» - afferma Resta - avrebbero mostrato al Marchetti «le maniere di que' tempi gottici, barbari e divoti de cristiani e [fatto] spiccare i secoli seguenti». Questa indagine infatti ha fatto riemergere aspetti della precoce attenzione di Sebastiano Resta per l'arte dei "secoli bassi", mai debitamente affrontata dagli studi. E' infatti sulla scorta di una profonda conoscenza dei testi della letteratura artistica, e in connessione alla esplosione vivacissima della controversia Malvasia/Baldinucci sul primato del risorgere delle arti in Toscana, che Sebastiano a partire dagli anni Ottanta del Seicento comincia a meditare sul Medioevo artistico con il fine di spiegare l'evoluzione del linguaggio tecnico e formale che ha condotto alla perfezione dell'atte moderna. In questa prospettiva ι disegni del XIV e XV secolo che egli riuscì ad intercettare sul mercato valgono quali testimonianze delle maniere degli artefici più antichi e sono imbastiti nei molteplici album che Resta compone nel rispetto della successione cronologica dei presunti autori, e ordinati in base alle scuole pittoriche di pertinenza. La tesi permette perciò di descrivere nelle loro diverse specificità: da un lato il modo dei conoscitori come Resta, interessati nell'opera al dato stilistico, con immediate e sensibili ricadute sul mercato, e disposti anche con passione a ricercare i documenti relativi all'opera in quanto pressati dall'urgenza di collocarla nella sequenza cronologica dello sviluppo del linguaggio formale e tecnico; dall'altro gli antiquari come Ciampini e come Bianchini, per i quali le opere del passato valgono come prove irrefutabili della ricostruzione storica, e divengono quindi esse stesse, anche nel loro statuto di copia, documento della stona. Sono due approcci che si manifestano nel Seicento, e talvolta in una medesima persona, come mostra il caso anche per questo cruciale di Giovati Pietro Bellori, ma che hanno radici cinquecentesche, di cui i protagonisti di queste vicende sono ben consapevoli: e se dietro Resta c'è palesemente Vasari, dietro Ciampini e soprattutto Bianchini c'è la più alta tradizione antiquaria del XVI secolo, da Antonio Augustin a Fulvio Orsini.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Référence bibliographique : Weigert, 726