962 resultados para Hare, Robert D.: Snakes in suits
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Background: Given the importance of both calcium and vitamin D for bone health and the high prevalence of vitamin D from around the world, the present study aimed to evaluate calcium and vitamin D intake in a group of healthy Brazilian adolescents and young adults and to examine the influence of breakfast and dairy products in the total intake of these nutrients. Methods: One hundred and sixty adolescents and young adults, aged 1620 years old, from a public school, participated in the present study. Three-day dietary records were used to assess calcium and vitamin D intakes. Serum 25(OH) D levels were measured using a radioimmunoassay kit. The results were expressed as the mean (SD). Results: Only 3.8% of the subjects met the daily adequate intake recommendation for calcium, and none for vitamin D [682.2 (132.2) mg day(-1) and 124.0 (28.0) IU day(-1), respectively]. 25(OH) D serum levels were insufficient in 51.5% and deficient in 9.7% of the individuals [72.5 (22.3) nmol L(-1)]. There was a significant positive correlation between dairy product intake with both calcium and vitamin D (r = 0.597 and r = 0.561, respectively; P = 0.000). Adolescents who ate breakfast had a significant higher mean calcium, vitamin D and dairy product intake than adolescents who did not report this meal. Conclusions: The majority of adolescents and young adults did not consume recommended intakes of calcium and vitamin D and also presented 25(OH) D insufficiency. The results indicate that a regular breakfast and the consumption of dairy products represent important strategies in improving calcium and vitamin D intake in the diet.
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We report measurements of charmed-hadron (D-0, D*) production cross sections at midrapidity in p + p collisions at a center-of-mass energy of 200 GeV by the STAR experiment. Charmed hadrons were reconstructed via the hadronic decays D-0 -> K- pi(+), D*(+) -> D-0 pi(+) -> K-pi(+)pi(+) and their charge conjugates, covering the p(T) range of 0.6-2.0 and 2.0-6.0 GeV/c for D-0 and D*(+), respectively. From this analysis, the charm-pair production cross section at midrapidity is d sigma/dy vertical bar(c (c) over bar)(y-0) = 170+/-45(stat)(-59)(+38()sys) mu b. The extracted charm-pair cross section is compared to perturbative QCD calculations. The transverse momentum differential cross section is found to be consistent with the upper bound of a fixed-order next-to-leading logarithm calculation.
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Background: Urinary copper excretion higher than 100 mu g/24 h is useful for diagnosing Wilson's disease. D-Penicillamine challenge test may produce higher levels than 1400 mu g/24 h, allowing for better diagnostic accuracy. This study investigated whether heterozygotes reach this value and compared copper serum levels, ceruloplasmin, and urinary copper excretion before and after administering D-penicillamine to the parents of Wilson's disease patients. Methods: Fifty parents of adult patients were enrolled to obtain copper serum levels and ceruloplasmin along with 24-h urinary copper excretion before and after administering 1 g D-penicillamine. Results: Serum ceruloplasmin and copper levels were significantly lower in fathers than in mothers (mean 21.8 x 27.8 mg%; 71.4 x 88.0 mu g%; p <= 0.001). The mean of basal 24-h urinary copper excretion was higher in fathers (26.2 x 18.7 mu g/24 h, p = 0.01), but did not differ between the genders after D-penicillamine (521.7 x 525.3, range 31.6-1085.1 mu g/24 h, p = 0.8). Conclusions: The mean values of serum copper, ceruloplasmin, and basal urinary copper excretion were different between males and females. The current diagnostic threshold of 24-h urinary copper excretion after D-penicillamine was not reached by heterozygotes. The increased urinary copper excretion after D-penicillamine challenge was much higher than fivefold the upper limit of normal urinary copper excretion in the majority of heterozygotes and should not be taken into account when diagnosing Wilson's disease. (C) 2011 Editrice Gastroenterologica Italiana S.r.l. Published by Elsevier Ltd. All rights reserved.
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The production of the prompt charm mesons D-0, D+, D*(+), and their antiparticles, was measured with the ALICE detector in Pb-Pb collisions at the LHC, at a centre-of-mass energy root s(NN) = 2.76 TeV per nucleon-nucleon collision. The p(t)-differential production yields in the range 2 < p(t) < 16 GeV/c at central rapidity, vertical bar y vertical bar < 0.5, were used to calculate the nuclear modification factor R-AA with respect to a proton-proton reference obtained from the cross section measured at root s = 7 TeV and scaled to root s = 2.76 TeV. For the three meson species, R-AA shows a suppression by a factor 3-4, for transverse momenta larger than 5 GeV/c in the 20% most central collisions. The suppression is reduced for peripheral collisions.
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Il lavoro svolto riguarda lo studio di fattibilità per un impianto di micro-cogenerazione a biogas, da realizzare in Brasile, nell'ambito di un progetto di internazionalizzazione per le imprese italiane nel settore energie rinnovabili.Alla tradizionale analisi tecnica ed economica, si affianca quella sull'impatto ambientale - realizzata con metodologia LCA- e sociale - secondo la filosofia delle tecnologie appropriate-. Nello specifico, l'impianto utilizza scarti di origine animale, in regime mesofilo e di tipo bi-stadio, generando una potenza pari a 150kW.
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Descrizione del metodo proposto da Stergiopulos N. per la stima della complianza arteriosa totale tramite misura della velocità d'onda in aorta.
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La Tomografia Computerizzata perfusionale (TCp) è una tecnica che permette di effettuare studi funzionali di natura emodinamica dei tessuti ispezionati, misurandone la perfusione attraverso l’analisi temporale della diffusione del mezzo di contrasto. Ricerche recenti indicano come alcuni parametri (ad esempio, il blood flow) della perfusione ematica dell’organo interessato rappresentino un valido strumento per la valutazione dell’efficacia delle terapie anti-angiogenetiche. Valutazione che, potendo avvenire già in fase precoce, senza attendere i più tardivi cambiamenti dimensionali, consente un eventuale adeguamento, altrettanto precoce, della terapia in caso di risultati parziali o di insuccesso. Tuttavia diversi problemi, tra cui la difficoltà ad ottenere misure riproducibili, dovuta alla estrema variabilità delle cause di errore, costituiscono un ostacolo alla standardizzazione e, conseguentemente, alla trasposizione in clinica della TCp. Il lavoro di tesi ha avuto come obiettivo quello di identificare le principali sorgenti di errore in tutto il processo di preparazione dell’esame, generazione e archiviazione dei dati TCp al fine di fornire a IRST-IRCCS un protocollo perfusionale che consente di tenere sotto controllo, innanzitutto, tutti i parametri relativi alla somministrazione del mezzo di contrasto e alla fase di acquisizione delle immagini. Successivamente, è stato creato un catalogo di esami perfusionali, facilmente consultabile sia dal personale medico sia da quello ingegneristico. Infine, è stato fornito il supporto, sia ai medici sia agli ingegneri, per la messa a punto di un metodo di validazione visiva dei risultati ottenuti. Contestualmente, uno dei principali risultati del lavoro di Tesi è stato quello di creare, all’interno di IRST-IRCCS, una figura che funga da “collettore” fra i radiologi e gli ingegneri dell’Università di Bologna. Proprio in questo modo è stato possibile standardizzare le procedure di esecuzione degli esami perfusionali e implementare, attraverso l’interfacciamento tra il personale medico ed i ricercatori dell’Università, i protocolli per la gestione ed il trattamento dei dati acquisiti.
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Questo elaborato ha avuto come obiettivo la modifica di un modello matematico di potenziale d’azione ventricolare umano per migliorare la relazione che lega la durata del potenziale d’azione all’incremento degli intervalli diastolici, al fine di riprodurre correttamente i risultati sperimentali noti in letteratura. Ruolo principe nell’analisi e nell’implementazione di tale modello è stato quello dello ione calcio, coinvolto in numerosi processi chimici all’interno della cellula cardiaca, e responsabile anche della sua contrazione. Tutte le modifiche effettuate sono state fatte preservando la dipendenza inversa tra la durata del potenziale d’azione e le variazioni di calcio extracellulare, che costituiva il punto di forza del modello considerato rispetto alla sua versione originale. Le modifiche effettuate hanno riguardato in parte la struttura del modello (compartimenti, volumi) e in parte il calcium handling, ovvero la gestione del Ca2+ all’interno della cellula, in termini di flussi e correnti. Il modello così ottenuto, denominato “newORk”, è stato validato rispetto a numerosi protocolli sperimentali (sia di voltage-clamp, sia di current-clamp) presenti in letteratura e i risultati di simulazione hanno dimostrato un comportamento coerente con i risultati in vitro. In particolare la risposta del modello al protocollo S1S2, che non era fisiologica nel modello precedente, viene adesso riprodotta correttamente dal nuovo modello, presentando un aumento dell’APD all’aumentare dell’intervallo diastolico considerato. Il modello qui descritto può quindi essere ritenuto un importante, per quanto specifico, miglioramento nella descrizione matematica della elettrofisiologia cardiaca umana e potrà essere utilizzato per esplorare contesti clinici in cui le concentrazioni di calcio nel sistema cardiocircolatorio si modificano, come per esempio la terapia dialitica.
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Nella poetica di Vinicio Capossela la geografia non è soltanto questione di meridiani e paralleli, ma è soprattutto quella che ognuno di noi si costruisce attraverso i viaggi, i racconti, la creatività: le strade e le vicende della nostra vita sono secondo lui «come le colonne delle cartine antiche, fanno la nostra geografia». Una geografia fatta di luoghi reali per lui significativi - per esempio Calitri, terra d'origine di suo padre, o Milano, città in cui vive - ma anche di mondi inventati, abitati da creature prodigiose e miti letterari, che tutti insieme formano il canto “polytropo” (multiforme) di Capossela. Un canto permeato da un perenne sentimento di clandestinità e da un desiderio insoddisfatto di “barrio”, di casa. Il sentimento dell'assenza è profondamente legato alla biografia del cantautore e alla sua geografia personale, ma anche al mondo affascinante e nascosto delle musiche da cui egli trae ispirazione, le cosiddette “musiche dell'Assenza” o “musiche d'Altrove”, in senso sia spaziale che temporale. In questo lavoro trovano spazio principalmente il tango e il rebetiko e le implicazioni culturali e linguistiche che essi hanno avuto nell'immaginario di Capossela, il quale ha riadattato alcune canzoni di questi due generi; per quanto riguarda il castigliano attraverso la singolare pratica della “traduzione ad orecchio”, mentre per quanto riguarda il greco riscrivendo completamente i testi. In particolar modo sarà descritto l'incontro di Capossela con la Grecia e con il rebetiko, che ha dato vita ad una fase inedita e particolarmente feconda della sua produzione, con la nascita del disco “Rebetiko Gymnastas”, il libro “Tefteri” e il docu-film “Indebito”, creato in collaborazione con il regista Andrea Segre.
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La ricerca sulla comunicazione e gestione multilingue della conoscenza in azienda si è sinora concentrata sulle multinazionali o PMI in fase di globalizzazione. La presente ricerca riguarda invece le PMI in zone storicamente multilingui al fine di studiare se l’abitudine all’uso di lingue diverse sul mercato locale possa rappresentare un vantaggio competitivo. La tesi illustra una ricerca multimetodo condotta nel 2012-2013 in Alto Adige/Südtirol. Il dataset consiste in 443 risposte valide a un questionario online e 23 interviste con manager e imprenditori locali. Le domande miravano a capire come le aziende altoatesine affrontino la sfida del multilinguismo, con particolare attenzione ai seguenti ambiti: comunicazione multilingue, documentazione, traduzione e terminologia. I risultati delineano un quadro generale delle strategie di multilinguismo applicate in Alto Adige, sottolineandone punti di forza e punti deboli. Nonostante la presenza di personale multilingue infatti il potenziale vantaggio competitivo che ne deriva non è sfruttato appieno: le aziende si rivolgono ai mercati in cui si parla la loro stessa lingua (le imprese a conduzione italiana al mercato nazionale, quelle di lingua tedesca ad Austria e Germania). La comunicazione interna è multilingue solo nei casi in sia imprescindibile. Le “traduzioni fai-da-te” offrono l’illusione di gestire lingue diverse, ma il livello qualitativo rimane limitato. I testi sono sovente tradotti da personale interno privo di competenze specifiche. Anche nella cooperazione con i traduttori esterni si evidenza la mancata capacità di ottenere il massimo profitto dagli investimenti. La tesi propone delle raccomandazioni pratiche volte a ottimizzare i processi attuali e massimizzare la resa delle risorse disponibili per superare la sfida della gestione e comunicazione multilingue. Le raccomandazioni non richiedono investimenti economici di rilievo e sono facilmente trasferibili anche ad altre regioni multilingui/di confine, come ad altre PMI che impiegano personale plurilingue. Possono dunque risultare utili per un elevato numero di imprese.
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La principale finalità di questo lavoro sperimentale riguarda la messa a punto di un metodo analitico rapido ed economico di tipo colorimetrico, che possa essere attuato anche in laboratori attrezzati per eseguire solo semplici determinazioni spettrofotometriche, con il quale quantificare il contenuto in composti fenolici in accordo con quanto riportato nell’health claim salutistico relativo ai polifenoli negli oli d’oliva (Reg. UE 432/2012). A questo scopo, il metodo sarà testato su dodici oli extra vergini di oliva, sia italiani che spagnoli, caratterizzati da concentrazioni diverse in composti fenolici, in parallelo ad un metodo cromatografico (HPLC-UV-MS) preceduto da idrolisi acida, già presente in letteratura. Tale reazione idrolitica consente, infatti, una conversione dei fenoli complessi tipici dell’oliva - i secoiridoidi - in fenoli semplici (idrossitirosolo e tirosolo), permettendo una determinazione semplificata del contenuto fenolico di un campione rispetto a quanto possibile mediante l’applicazione del solo metodo COI ("Determinazione dei biofenoli degli oli di oliva mediante HPLC", COI/T.20/Doc.n.29, 2009) per la verifica di quanto richiesto dall’health claim. Sulla base dei risultati ottenuti, sarà possibile valutare se i test colorimetrici più comunemente applicati per la determinazione dei composti fenolici negli oli d’oliva (Folin-Ciocalteu e metodo per la determinazione degli orto-difenoli con sodio molibdato) siano effettivamente applicabili per la determinazione del contenuto totale di idrossitirosolo e derivati in oli vergini di oliva, indicando se gli oli oggetto dello studio soddisfino o meno i requisiti UE per l’indicazione in etichetta del claim salutistico.