1000 resultados para Fueros-València (Regne)-S.XIII-XIV-Fuentes
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A reflexão sobre a novidade que a invenção do jacente representa, em termos artísticos e mentais, constitui o ponto de partida para a análise da evolução dos espaços funerários na arquitectura europeia ao longo da Idade Média e das funções e objectivos da representação escultórica tumular: de memória individual – o monumento, e de memória social – a imagem de si. Neste contexto, procede-se de seguida à inventariação e entendimento dos temas, das representações dos principais centros de produção artística, para se concluir com alguns casos particulares: um contrato de encomenda de um túmulo e as arcas tumulares de D. Pedro I e de D. Inês de Castro.
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Colofón
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Datos del impresor: El pie de imp. consta en colofón al fin de la segunda parte. En port. consta 1547
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Incunable de la Biblioteca de Nicolau Primitiu
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Alcance y contenido: Copia ms. de fragmentos de varios capitulos de las Cortes celebradas entre 1418 en Valencia y 1510 en Monzón siendo reyes Alfonso V el Magnánimo (1416-1458) y Fernando el Católico (1474-1517).
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En colofón añade como editor:"A despeses de la Deputacio, y la Generalitat de dita Ciutat, y Regne ..."
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Tese apresentada para cumprimento dos requisitos necessários à obtenção do grau de Doutor em História da Arte Medieval
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Ofrecer una visión de los distintos aspectos educativos que se desprenden del análisis de dos obras literarias, de contenido educativo, de la Edad Media. Buscar coincidencias o pervivencias de aspectos de la concepción de la educación medieval y la educación actual. En primer lugar se realiza un estudio de cuestiones generales referidas por una parte, a la educación que se impartía en la Edad Media y, por otra parte analiza el estado de los estudios sobre cuestiones histórico literarias de las dos obras. En segundo lugar se desarrolla el núcleo del trabajo referido al tema central: la educación del príncipe y del caballero. Se presenta el estudio de la educación en la Edad Media y se analiza la prosa literaria didáctica de los siglos XIII-XIV. Se lleva a cabo un detallado análisis de los distintos aspectos educativos contenidos en ambos libros, prestando especial atención a los aspectos referidos a los agentes de la educación - el padre, el ayo, el preceptor y el consejero - y la materia - la del ser humano, la del ser religioso, la del ser social -. Destacando de forma significativa la educación caballeresca. La educación del hombre estaba presente en la sociedad medieval. El estamento nobiliario recibía además de la educación general -moral, religiosa y social- otra de tipo específico: la caballeresca. Los aspectos generales de la educación: concepto, función, método, y carácter procesual varían en cuanto a su concepción en una y otra obra. Don Sancho incide en los cuatro aspectos y Don Juan unicamente en el método y el aspecto procesual. En cuanto al método el primero utiliza el método expositivo y el segundo el método socrático.En cuanto al carácter procesual Don Sancho mantiene que la educación ha de durar toda la vida y Don Juan Manuel la adscribe a un periodo concreto -desde la niñez a la mancebía- Referido al sujeto de la educación y al educador, Don Sancho habla unicamente del padre y Don Juan Manuel de las cuatro personas encargadas de la educación de los hijos de los nobles durante la Edad Media:padre, ayo, preceptor y consejero. Ambos autores se preocupan del aspecto religioso de la educación, Don Sancho es más explícito en materia moral señalando las virtudes que han de adornar al principe. Ambos parten del principio de que el hombre vive en sociedad y como tal, debe practicar una serie de deberes con los distintos miembros de la sociedad. Concluyendo: Don Sancho destaca los aspectos referidos a la educación integral del hombre como ser humano y Don Juan Manuel a la educación del noble en su faceta de caballero.
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La tesi si pone come finalità quella di analizzare un comprensorio territoriale dal punto di vista insediativo, cercando di coglierne le peculiarità e i mutamenti nel lungo periodo attraverso un uso incrociato di fonti scritte e archeologiche. La ricerca ha preso avvio dall’analisi del Saltopiano, uno dei distretti di ambito rurale che si ritrova nelle fonti tra IX-XII secolo, in passato già affrontato dalla storiografia specialmente in relazione all’organizzazione istituzionale delle aree rurali tra Longobardia e Romania durante i secoli altomedievali. Attraverso l’esame delle fonti scritte edite si è cercato di ricostruire il quadro dell’organizzazione territoriale, partendo dalla disamina dei centri di potere laici ed ecclesiastici che a questa area avevano rivolto il proprio interesse patrimoniale e politico, ma proponendo in modo analitico i dati che forniscono indicazioni dirette in relazione all’organizzazione insediativa e quindi alla gestione del territorio dal punto di vista socioeconomico. E’ stato posto in risalto il carattere di un insediamento rurale a maglie larghe, secondo la scansione in fundi e la presenza di poli di accentramento importanti come pievi, castra, vici e con una compresenza, per quanto ristretta a pochi esempi significativi, di altre forme di organizzazione come la curtis e la massa. Con la prosecuzione dello studio del territorio in senso diacronico, prima la scomparsa del riferimento al Saltopiano, poi la progressiva conquista del contado da parte del Comune di Bologna ha determinato un vero e proprio mutamento nell’approccio di analisi. E’ stato dato spazio all’analisi di fondi inediti (conservati principalmente all’Archivio di Stato di Bologna) e specificamente legati alla realtà territoriale studiata. In primo luogo, sono stati esaminati gli estimi del contado (Galliera e Massumatico), una fonte già frequentata in passato da altri studiosi, soprattutto con un interesse dal punto di vista demografico e economico. Nel caso specifico, sono stati estrapolati dalle prime rilevazioni fiscali del 1235 e del 1245 e poi da quelle di primo Trecento i dati che restituiscono l’organizzazione del territorio in modo concreto. Partendo dalle riflessioni di studi svolti in passato, che avevano considerato il fondamentale inserimento di importanti famiglie cittadine nella gestione sempre più ampia dei beni agricoli nel contado è stata avviata l’analisi di un altro fondo inedito, quello dei registri del Vicariato di Galliera (in particolare quelli concernenti la denuncia dei “danni dati” sulle proprietà agricole), da cui emerge in modo evidente la presenza di famiglie come i Guastavillani, i Caccianemici, i Lambertini. Tali dati, in associazione a quelli tratti dagli estimi, hanno fornito elementi essenziali per la comprensione del territorio rurale nel suo complesso e nei rapporti di interdipendenza tra le diverse componenti sociali. Una terza parte della tesi è dedicata nella sua totalità all’analisi delle fonti materiali che forniscono dati per lo studio dell’insediamento medievale nel territorio compreso tra gli attuali comuni di S. Pietro in Casale e Galliera. Partendo da alcune ricerche preliminari compiute negli anni ’90 del secolo scorso, è stato impostato un progetto di ricerca archeologica articolatosi in due campagne di ricognizione di superficie e in una prima campagna di scavo tramite sondaggio presso la torre di Galliera, al fine di ricavare dati di prima mano in un’area pressoché inesplorata dal punto di vista archeologico. Nonostante i limiti riscontrati dal punto di vista pratico, a causa del terreno fortemente alluvionato, si sono raccolti dati specifici che aiutano a inquadrare questo comprensorio e a confrontarlo con altre aree della regione e in particolare del comitato bolognese studiate in ricerche analoghe, mettendone in evidenza le specificità e le caratterizzazioni. Inoltre, alcune importanti persistenze materiali (un sistema di torri di cui rimangono alcuni esempi ancora conservati in alzato) hanno permesso di gettare luce sul valore commerciale e quindi strategico dell’area, soprattutto in funzione del passaggio delle merci lungo una via fluviale fondamentale tra XIII-XIV secolo nel collegare Ferrara a Bologna.
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Libro del que solo se imprimieron 416 páginas, y tres ejemplares, ya que el autor lo inutilizó, tras descubrir nuevos datos. Los ejemplares se encontraban en manos del autor, y posteriormente de su familia, de Salvador Carreres, y de Vicente Ferran Salvador. Los datos sobre este libro y su edición se han sacado de: Vida y obra del escritor Luis Fullana Mira (1871-1948), de Benjamín Agulló Pascual; y de Los virreyes de Valencia : fuentes para su estudio por Josefina Mateu Ibars con prólogo de Salvador Carreres Zacarés
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Colofón
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Bibliografía
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Texto en castellano
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