97 resultados para Couma rigida M.


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In this study we investigate the potential of organic-walled dinoflagellate cysts (dinocysts) as tools for quantifying past sea-surface temperatures (SST) in the Southern Ocean. For this purpose, a dinocyst reference dataset has been formed, based on 138 surface sediment samples from different circum-Antarctic environments. The dinocyst assemblages of these samples are composed of phototrophic (gonyaulacoid) and heterotrophic (protoperidinioid) species that provide a broad spectrum of palaeoenvironmental information. The relationship between the environmental parameters in the upper water column and the dinocyst distribution patterns of individual species has been established using the statistical method of Canonical Correspondence Analysis (CCA). Among the variables tested, summer SST appeared to correspond to the maximum variance represented in the dataset. To establish quantitative summer SST reconstructions, a Modern Analogue Technique (MAT) has been performed on data from three Late Quaternary dinocyst records recovered from locations adjacent to prominent oceanic fronts in the Atlantic sector of the Southern Ocean. These dinocyst time series exhibit periodic changes in the dinocyst assemblage during the last two glacial/interglacial-cycles. During glacial conditions the relative abundance of protoperidinioid cysts was highest, whereas interglacial conditions are characterised by generally lower cyst concentrations and increased relative abundance of gonyaulacoid cysts. The MAT palaeotemperature estimates show trends in summer SST changes following the global oxygen isotope signal and a strong correlation with past temperatures of the last 140,000 years based on other proxies. However, by comparing the dinocyst results to quantitative estimates of summer SSTs based on diatoms, radiolarians and foraminifer-derived stable isotope records it can be shown that in several core intervals the dinocyst-based summer SSTs appeared to be extremely high. In these intervals the dinocyst record seems to be highly influenced by selective degradation, leading to unusual temperature ranges and to unrealistic palaeotemperatures. We used the selective degradation index (kt-index) to determine those intervals that have been biased by selective degradation in order to correct the palaeotemperature estimates. We show that after correction the dinocyst based SSTs correspond reasonably well with other palaeotemperature estimates for this region, supporting the great potential of dinoflagellate cysts as a basis for quantitative palaeoenvironmental studies.

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Coral reefs are increasingly threatened by global and local anthropogenic stressors, such as rising seawater temperature and nutrient enrichment. These two stressors vary widely across the reef face and parsing out their influence on coral communities at reef system scales has been particularly challenging. Here, we investigate the influence of temperature and nutrients on coral community traits and life history strategies on lagoonal reefs across the Belize Mesoamerican Barrier Reef System (MBRS). A novel metric was developed using ultra-high-resolution sea surface temperatures (SST) to classify reefs as enduring low (lowTP), moderate (modTP), or extreme (extTP) temperature parameters over 10 years (2003 to 2012). Chlorophyll-a (chl a) records obtained for the same interval were employed as a proxy for bulk nutrients and these records were complemented with in situ measurements to "sea truth" nutrient content across the three reef types. Chl a concentrations were highest at extTP sites, medial at modTP sites and lowest at lowTP sites. Coral species richness, abundance, diversity, density, and percent cover were lower at extTP sites compared to lowTP and modTP sites, but these reef community traits did not differ between lowTP and modTP sites. Coral life history strategy analyses showed that extTP sites were dominated by hardy stress-tolerant and fast-growing weedy coral species, while lowTP and modTP sites consisted of competitive, generalist, weedy, and stress-tolerant coral species. These results suggest that differences in coral community traits and life history strategies between extTP and lowTP/modTP sites were driven primarily by temperature differences with differences in nutrients across site types playing a lesser role. Dominance of weedy and stress-tolerant genera at extTP sites suggests that corals utilizing these two life history strategies may be better suited to cope with warmer oceans and thus may warrant further protective status during this climate change interval. Data associated with this project are archived here, including: -SST data -Satellite Chl a data -Nutrient measurements -Raw coral community survey data For questions contact Justin Baumann (j.baumann3 gmail.com)

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Il monopolio statale si rompe in Italia già nel 1976 e le piccole antenne private sono nate come funghi. Talvolta gli studiosi hanno ipotizzato che questo settore radiofonico fiorisca e sia in continua crescita in Italia, comparato particolarmente alla situazione finlandese. Tra i radioascoltatori internazionali l'Italia è considerata il paradiso delle antenne locali per la gran quantità degli impianti radiofonici in ambito locale. Si ipotizza anche che la gran quantità delle stazioni di radio garantisca automaticamente l'obiettività dell'informazione, o almeno la polifonia della radio. Invece in Finlandia lo Stato ha limitato il diritto di impiantare una stazione radio e il numero delle stazioni in rete con una legge abbastanza rigida a livello europeo per controllare la privatizzazione del settore e la diffusione della nuova ideologia di radiofonia libera. Con la mia ricerca vorrei affermare la correttezza di tali ipotesi e, allo stesso tempo, verificare se l'Italia sia tuttora un paradiso di radiofonia locale. Uno degli scopi di questa ricerca è far capire che la formazione e la struttura del campo radiofonico dipende spesso della società intorno a sé. Dal momento che l'analisi si basa parzialmente sui metodi quantitativi, diamo un'occhiata ai numeri delle stazioni statali, reti nazionali e seminazionali e radio locali e provinciali nella provincia di Parma e in Finlandia Propria. Inoltre in questa tesi di laurea vorrei ricercare quali potrebbero essere i motivi storici, legislativi, culturali ed economici che hanno influito sul precoce sviluppo italiano nel campo della radiofonia locale. Per dare una più ampia visione della situazione italiana, ho fatto delle osservazioni sulla struttura del campo radiofonico in questi due paesi, sulle differenze essenziali tra Finlandia e Italia e sui motivi che influiscono nella nascita della radiofonia privata in ambito locale paragonando i fatti italiani con quelli finlandesi. Questa ricerca può dare un contributo importante agli appassionati del radioascolto ed essere utile come inizio di una più vasta valutazione di radiofonia locale per coloro che sono interessati ai mass media come mezzi di comunicazione, di potere e di democrazia. Contrariamente agli articoli anteriori e alle ricerche fatte, ormai la radiofonia provinciale non ha più molta importanza in Italia. Possiamo dire che non ci sia più un modello italiano da ammirare, perché le reti nazionali dominano le frequenze e raccolgono ormai un pubblico di dimensioni ragguardevoli e in continua crescita. Anche se il numero delle emittenti locali è diminuito notevolmente nella provincia di Parma, non possiamo concludere che la radiofonia locale in Italia sia morta basandosi su una sola ricerca che riguarda il cambiamento della struttura radiofonica in una località italiana.

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Il monopolio statale si rompe in Italia già nel 1976 e le piccole antenne private sono nate come funghi. Talvolta gli studiosi hanno ipotizzato che questo settore radiofonico fiorisca e sia in continua crescita in Italia, comparato particolarmente alla situazione finlandese. Tra i radioascoltatori internazionali l'Italia è considerata il paradiso delle antenne locali per la gran quantità degli impianti radiofonici in ambito locale. Si ipotizza anche che la gran quantità delle stazioni di radio garantisca automaticamente l'obiettività dell'informazione, o almeno la polifonia della radio. Invece in Finlandia lo Stato ha limitato il diritto di impiantare una stazione radio e il numero delle stazioni in rete con una legge abbastanza rigida a livello europeo per controllare la privatizzazione del settore e la diffusione della nuova ideologia di radiofonia libera. Con la mia ricerca vorrei affermare la correttezza di tali ipotesi e, allo stesso tempo, verificare se l'Italia sia tuttora un paradiso di radiofonia locale. Uno degli scopi di questa ricerca è far capire che la formazione e la struttura del campo radiofonico dipende spesso della società intorno a sé. Dal momento che l'analisi si basa parzialmente sui metodi quantitativi, diamo un'occhiata ai numeri delle stazioni statali, reti nazionali e seminazionali e radio locali e provinciali nella provincia di Parma e in Finlandia Propria. Inoltre in questa tesi di laurea vorrei ricercare quali potrebbero essere i motivi storici, legislativi, culturali ed economici che hanno influito sul precoce sviluppo italiano nel campo della radiofonia locale. Per dare una più ampia visione della situazione italiana, ho fatto delle osservazioni sulla struttura del campo radiofonico in questi due paesi, sulle differenze essenziali tra Finlandia e Italia e sui motivi che influiscono nella nascita della radiofonia privata in ambito locale paragonando i fatti italiani con quelli finlandesi. Questa ricerca può dare un contributo importante agli appassionati del radioascolto ed essere utile come inizio di una più vasta valutazione di radiofonia locale per coloro che sono interessati ai mass media come mezzi di comunicazione, di potere e di democrazia. Contrariamente agli articoli anteriori e alle ricerche fatte, ormai la radiofonia provinciale non ha più molta importanza in Italia. Possiamo dire che non ci sia più un modello italiano da ammirare, perché le reti nazionali dominano le frequenze e raccolgono ormai un pubblico di dimensioni ragguardevoli e in continua crescita. Anche se il numero delle emittenti locali è diminuito notevolmente nella provincia di Parma, non possiamo concludere che la radiofonia locale in Italia sia morta basandosi su una sola ricerca che riguarda il cambiamento della struttura radiofonica in una località italiana.

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Ulva rigida (UR) and Palmaria palmata (PP) were included in farmed Atlantic salmon diets at levels of 0-15% for 19 and 16 weeks, respectively. Quality and shelf-life parameters of salmon fillets stored in modified atmosphere packs (MAP) (60% N2 : 40% CO2) at 4ºC were compared to controls fed astaxanthin. Salmon fillets were enhanced with a yellow/orange colour. Proximate composition, pH and lipid oxidation were unaffected by dietary UR and PP. Salmon fed 5% UR and 5-15% PP did not influence sensory descriptors (texture, odour, oxidation flavour and overall acceptability) of cooked salmon fillets. Pig diets were supplemented with commercial wet- and spray-dried macroalgal (Laminaria digitata) polysaccharide extracts containing laminarin (L, 500 mg/kg feed) and fucoidan (F, 420 mg/kg feed) (L/F-WS, L/F-SD) for 3 weeks and quality and shelf-life parameters of fresh pork steaks (longissimus thoracis et lumborum) stored in MAP (80% O2 : 20% CO2) were examined. Level (450 or 900 mg L and F/kg feed) and duration (3 or 6 weeks) of dietary L/F-WS and mechanisms of antioxidant activities in pork were investigated. L/F-WS reduced (p < 0.05) lipid oxidation and lowered levels of saturated fatty acids in fresh pork after 3 weeks feeding. L/F-SD was added directly to mince pork (0.01 - 0.5%) and quality and shelf-life parameters of fresh pork patties stored in MAP (80% O2 : 20% CO2) were assessed. Direct addition of the L/F-SD increased levels of lipid oxidation and decreased surface redness (a* values) of fresh pork patties. Lipid oxidation was reduced in cooked patties due to the formation of Maillard reaction products. Cooked pork patties containing L/F-SD were subjected to an in vitro digestion and a cellular transwell model to confirm bioaccessibility and uptake of antioxidant compounds. In mechanistic studies, fucoidan demonstrated antiand pro-oxidant activities on muscle lipids and oxymyoglobin, respectively.

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Questa tesi indaga la relazione tra la letteratura anticontadina, fiorente in Italia a partire dalla metà del Trecento, e la realtà dei rapporti tra cittadini e contadini nel basso Medioevo italiano, con un’attenzione particolare all’area padana. Al centro dell’analisi vi sono due stereotipi satirici: il rustico ladro nei campi, che attirava su di sé l’odio feroce della classe padronale, e il villano rozzo, che mangiava alimenti poveri e del tutto estranei alla raffinata cultura alimentare cittadina. L’esame delle fonti giudiziarie, soprattutto bolognesi, conferma che l’immagine del rustico ladro aveva un saldo appiglio nella realtà, ma lo avevano anche i lamenti letterari dei contadini, riguardanti la disonestà dei padroni: vi sono infatti processi in cui i rustici riuscirono a dimostrarsi innocenti da accuse rivelatesi infondate o addirittura false. Inoltre, alcuni processi per ingiurie contro i campagnoli, insieme a episodici riferimenti in epistolari governativi e fonti normative, mostrano come il disprezzo per i villani fosse ben radicato a tutti i livelli della società cittadina. Per quanto riguarda la seconda figura – il rustico rozzo – l’esame dei libri di cucina italiani, unitamente alle descrizioni dei grandi banchetti, mostra chiaramente che non solo i prodotti, ma anche intere ricette associate in letteratura al mondo contadino rientravano nell’alimentazione delle élites: non vi era pertanto una rigida separazione tra l’ambito alimentare cittadino e quello campagnolo. La satira aveva dunque un profondo legame con la realtà, in quanto partiva sempre da un dato reale ed esprimeva un sentimento provato da una larga fascia della cittadinanza. Se ne discostava, tuttavia, quando esasperava la subalternità sociale e culturale dei contadini, negando gli evidenti aspetti di complementarità e integrazione di quel rapporto città-campagna che vedeva la prima in posizione dominante, ma la seconda tutt’altro che passiva o inerme.

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Nel nuovo secolo l’uomo sta cercando di affrontare le problematiche del cambiamento climatico, che purtroppo sta già provocando fenomeni di frequenza ed intensità mai visti. Fra i diversi metodi per provare a mitigare le emissioni di gas serra vi è quello di sfruttare il settore delle Informations and Communications Technologies (ICT). Complessivamente si stima che le ICT consumino l’8-10% di elettricità in Europa e che siano responsabili del 4% delle emissioni di carbonio del continente. Questo lavoro analizza la letteratura scientifica che si è occupata degli studi relativi ai consumi ed alle emissioni legate alle ICT. L’analisi dell’impatto ambientale viene svolta tramite il metodo Life Cycle Assessment (LCA). Nella prima parte di questa tesi si analizzano le impronte di carbonio di diversi prodotti o servizi degni di nota fino ad arrivare in generale a tutto il settore delle ICT. Nella seconda, si valutano gli impatti ambientali di sistemi implementati con le ICT comparati con altri considerati tradizionali. In questo studio, vengono analizzati i benefici e le criticità del metodo di valutazione LCA usato per studiare le ICT. Gli studi con questa tecnica sono basati sempre e solo su un modello matematico, per cui dipendono dalle ipotesi dello studio e sono associati ad una sostanziale incertezza che va considerata nell’analisi finale. Per questo motivo, applicando questo metodo al singolo prodotto, i risultati possono essere utili per fornire una base di dati per futuri studi, considerando, tuttavia, che non si può definire in maniera rigida l’impatto per ogni prodotto. Piuttosto, l’LCA è risultata più efficace per fare una comparazione tra scenari ICT e non ICT per valutare come si possa usare la tecnologia per mitigare l’impatto ambientale. Le ICT sono il presente ed il futuro della società ed è proprio per questo che è necessario monitorarle e svilupparle consapevolmente, perché per quanto l’impatto ambientale di esse possa sembrare basso, non è mai nullo.