987 resultados para Classe III esquelética


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Objectives: natural dentofacial changes and that induced by the Thurow modified extra oral appliance (TMEOA) were evaluated in this prospective study. Methodology: the data consisted of fifteen Class II division 1 children 7 to 10 years old, with anterior open bite and hiperdivergent facial pattern treated with the Thurow appliance and of fifteen Class II division 1 children followed longitudinally from 6 to 12 years of age without treatment (Burlington Growth Centre, Toronto University, Canada). The analyses were based in traditional measurements obtained in lateral cephalometric radiographs scanned with the aid of the software Radiocef Studio®. Radiographs were taken in the beginning and after 1 year of treatment for the treated group and at the 6, 9 and 12 years of age for the control group. Results: the data analysis showed that the TMEOA significantly reduced the SNA, ANB, AOBO, SNPOc SNPM, SGO/NMe, OJ e OB. On the other hand the appliance did not interfere with the SNB e SNPP. The natural growth promoted significant change in the ANB, AOBO, SNPOc, OJ e OB from 6 to 9 years and in the SNB, SNPOc e SGo/NMe from 9 to 12 years. The restriction of the maxillary growth (SNA), reduction of the skeletal discrepancy (ANB) and the reduction of the overjet (OJ) were significant with the treatment considering the natural growth as verified in the control group. Conclusion: the TMEOA corrected the skeletal Class II malocclusion by maxillary restriction, reducing the overjet, closing the anterior open bite and decreasing both the hyper divergent facial pattern and mandible plane inclination.

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Patients with Class II division 2 malocclusion and mandibular retrusion have limited treatment options after the growth peak, such as surgical-orthodontic treatment or mandibular advancement devices. Among bite-jumping devices, the Herbst appliance allows greater increase of mandibular growth since it does not require patient compliance and allows continuous use. This case report presents the treatment of a Class II division 2 malocclusion in a patient after growth peak, performed in two stages. The first stage included the upper incisors proclination and overjet increase with multibracket appliance to benefit next stage. The second stage involved mandibular advancement using Herbst appliance aiming to correct the Class II molar relationship. The treatment resulted in a stable occlusion with periodontal health, normal functions and facial aesthetics improvement. Dental and skeletal changes arising from treatment could be assessed by cephalometric analysis and superimposition of pretreatment and post-treatment cephalometric tracings. Antero-posterior discrepancy was corrected by means of dental movement as well as by mandibular growth increment stimulated by the Herbst appliance.

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This work had aim to present two clinical cases with open bite Class II malocclusion that treated in the phase of the mixed dentition with the modified Thurow appliance and in the permanent dentition with fixed appliance. The dentoskeletal effects of these appliances were carefully analyzed with the aid of metallic implants inserted in both maxilla and mandible. The correction of the malocclusion and the improvement of the skeletal, dental and facial relationship were observed in both cases. The modified Thurow appliance followed by fixed-appliance as a two-phase treatment protocol revealed to be an effective treatment approach for the two young people that initially presented a Class II division 1 malocclusion associated to anterior open bite presented.

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Cosa e’ stato fatto e il fine della ricerca in questi tre anni si è esaminato il materiale edito sui sarcofagi del periodo in esame, sui culti funerari, i problemi religiosi ed artistici. Per trovare confronti validi si sono resi necessari alcuni viaggi sia in Italia che all’estero. Lo scopo della ricerca è stato quello di “leggere” i messaggi insiti nelle figurazioni delle casse dei sarcofagi, per comprendere meglio la scelta dei committenti verso determinati temi e la ricezione di questi ultimi da parte del pubblico. La tomba, infatti, è l’ultima traccia che l’uomo lascia di sé ed è quindi importante cercare di determinare l’impatto psicologico del monumento funerario sul proprietario, che spesso lo acquistava quando ancora era in vita, e sui familiari in visita alla tomba durante la celebrazione dei riti per i defunti. Nell’ultimo anno, infine, si è provveduto a scrivere la tesi suddivindendo i capitoli e i pezzi in base all’argomento delle figurazioni (mitologici, di virtù, etc.). I capitoli introduttivi Nel primo capitolo di introduzione si è cercato di dare un affresco per sommi capi del periodo storico in esame da Caracalla a Teodosio e della Chiesa di III e IV secolo, mettendo in luce la profonda crisi che gravava sull’Impero e le varie correnti che frammentavano il cristianesimo. In particolare alcune dispute, come quella riguardante i lapsi, sarà alla base di ipotesi interpretative riguardanti la raffigurazione del rifiuto dei tre giovani Ebrei davanti a Nabuchodonosor. Nel capitolo seguente vengono esaminati i riti funerari e il ruolo dei sarcofagi in tali contesti, evidenziando le diverse situazioni emotive degli osservatori dei pezzi e, quindi, l’importanza dei temi trattati nelle casse. I capitolo Questo capitolo tratta dei sarcofagi mitologici. Dopo una breve introduzione, dove viene spiegata l’entrata in uso dei pezzi in questione, si passa alla discussione dei temi, suddivisi in paragrafi. La prima classe di materiali è qualla con la “caduta di Fetonte” la cui interpretazione sembra chiara: una tragedia familiare. Il compianto sul corpo di un ragazzo morto anzi tempo, al quale partecipa tutto il cosmo. L’afflizione dei familiari è immane e sembra priva di una possibile consolazione. L’unico richiamo a riprendere a vivere è solo quello del dovere (Mercurio che richiama Helios ai propri impegni). La seconda classe è data dalle scene di rapimento divino visto come consolazione e speranza in un aldilà felice, come quelle di Proserpina e Ila. Nella trasposizione della storia di Ila è interessante anche notare il fatto che le ninfe rapitrici del giovane – defunto abbiano le sembianze delle parenti già morte e di un fanciullo, probabilmente la madre, la nonna e un fratello deceduto anzi tempo. La terza classe presenta il tema del distacco e dell’esaltazione delle virtù del defunto nelle vesti dei cacciatori mitici Mealeagro, Ippolito e Adone tutti giovani, forti e coraggiosi. In questi sarcofagi ancor più che negli altri il motivo della giovinezza negata a causa della morte è fondamentale per sottolineare ancora di più la disperazione e il dolore dei genitori rimasti in vita. Nella seguente categoria le virtù del defunto sono ancora il tema dominante, ma in chiave diversa: in questo caso l’eroe è Ercole, intento ad affrontare le sue fatiche. L’interpretazione è la virtù del defunto che lo ha portato a vincere tutte le difficoltà incontrate durante la propria vita, come dimostrerebbe anche l’immagine del semidio rappresentato in età diverse da un’impresa all’altra. Vi è poi la categoria del sonno e della morte, con i miti di Endimione, Arianna e Rea Silvia, analizzato anche sotto un punto di vista psicologico di aiuto per il superamento del dolore per la perdita di un figlio, un marito, o, ancora, della sposa. Accanto ai sarcofagi con immagini di carattere narrativo, vi sono numerosi rilievi con personaggi mitici, che non raccontano una storia, ma si limitano a descrivere situazioni e stati d’animo di felicità. Tali figurazioni si possono dividere in due grandi gruppi: quelle con cortei marini e quelle con il tiaso dionisiaco, facendo dell’amore il tema specifico dei rilievi. Il fatto che quello del tiaso marino abbia avuto così tanta fortuna, forse, per la numerosa letteratura che metteva in relazione l’Aldilà con l’acqua: l’Isola dei Beati oltre l’Oceano, viaggi per mare verso il mondo dei morti. Certo in questo tipo di sarcofagi non vi sono esplicitate queste credenze, ma sembrano più che altro esaltare le gioie della vita. Forse il tutto può essere spiegato con la coesistenza, nei familiari del defunto, della memoria retrospettiva e della proiezione fiduciosa nel futuro. Sostanzialmente era un modo per evocare situazioni gioiose e di godimento sensibile, riferendole ai morti in chiave beneaugurale. Per quanto rigurda il tiaso di Bacco, la sua fortuna è stata dettata dal fatto che il suo culto è sempre stato molto attivo. Bacco era dio della festa, dell’estasi, del vino, era il grande liberatore, partecipe della crescita e della fioritura, il grande forestiero , che faceva saltare gli ordinamenti prestabiliti, i confini della città con la campagna e le convenzioni sociali. Era il dio della follia, al quale le menadi si abbandonavano nella danza rituale, che aggrediva le belve, amante della natura, ma che penetra nella città, sconvolgendola. Del suo seguito facevano parte esseri ibridi, a metà tra l’ordine e la bestialità e animali feroci ammansiti dal vino. I suoi nemici hanno avuto destini orribili di indicibile crudeltà, ma chi si è affidato anima e corpo a lui ha avuto gioia, voluttà, allegria e pienezza di vita. Pur essendo un valente combattente, ha caratteri languidi e a tratti femminei, con forme floride e capelli lunghi, ebbro e inebriante. Col passare del tempo la conquista indiana di alessandro si intrecciò al mito bacchico e, a lungo andare, tutti i caratteri oscuri e minacciosi della divinità scomparirono del tutto. Un esame sistematico dei temi iconografici riconducibili al mito di Bacco non è per nulla facile, in quanto l’oggetto principale delle raffigurazioni è per lo più il tiaso o come corteo festoso, o come gruppi di figure danzanti e musicanti, o, ancora, intento nella vendemmia. Ciò che interessava agli scultori era l’atmosfera gioiosa del tiaso, al punto che anche un episodio importante, come abbiamo visto, del ritrovamento di Arianna si pèerde completamente dentro al corteo, affollatissimo di personaggi. Questo perché, come si è detto anche al riguardo dei corte marini, per creare immagini il più possibile fitte e gravide di possibilità associative. Altro contesto iconografico dionisiaco è quello degli amori con Arianna. Sui sarcofagi l’amore della coppia divina è raffigurato come una forma di stupore e rapimento alla vista dell’altro, un amore fatto di sguardi, come quello del marito sulla tomba della consorte. Un altro tema , che esalta l’amore, è senza ombra di dubbio quello di Achille e Pentesilea, allegoria dell’amore coniugale. Altra classe è qualla con il mito di Enomao, che celebra il coraggio virile e l’attitudine alla vittoria del defunto e, se è presente la scena di matrimonio con Ippodamia, l’amore verso la sposa. Infine vi sono i sarcofagi delle Muse: esaltazione della cultura e della saggezza del morto. II capitolo Accanto ad i grandi ambiti mitologici dei due tiasi del capitolo precedente era la natura a lanciare un messaggio di vita prospera e pacifica. Gli aspetti iconografici diq uesto tema sono due: le stagioni e la vita in un ambiente bucolico. Nonostante la varietà iconografica del soggetto, l’idea di fondo rimane invariata: le stagioni portano ai morti i loro doni affinchè possano goderne tutto l’anno per l’eternità. Per quanto riguarda le immagini bucoliche sono ispirate alla vita dei pastori di ovini, ma ovviamente non a quella reale: i committenti di tali sarcofagi non avevano mai vissuto con i pastori, né pensavano di farlo i loro parenti. Le immagini realistiche di contadini, pastori, pescatori, tutte figure di infimo livello sociale, avevano assunto tratti idilliaci sotto l’influsso della poesia ellenistica. Tutte queste visioni di felicità mancano di riferimenti concreti sia temporali che geografici. Qui non vi sono protagonisti e situazioni dialogiche con l’osservatore esterno, attraverso la ritrattistica. I defunti se appaiono sono all’interno di un tondo al centro della cassa. Nei contesti bucolici, che andranno via, via, prendendo sempre più piede nel III secolo, come in quelli filosofici, spariscono del tutto le scene di lutto e di cordoglio. Le immagini dovevano essere un invito a godersi la vita, ma dovevano anche dire qualcosa del defunto. In una visione retrospettiva, forse, si potrebbero intendere come una dichiarazione che il morto, in vita, non si era fatto mancare nulla. Nel caso opposto, poteve invece essere un augurio ad un’esistenza felice nell’aldilà. III capitolo Qui vengono trattati i sarcofagi con l’esaltazione e l’autorappresentazione del defunto e delle sue virtù in contesti demitizzati. Tra i valori ricorrenti, esaltati nei sarcofagi vi è l’amore coniugale espresso dal tema della dextrarum iunctio, simbolo del matrimonio, la cultura, il potere, la saggezza, il coraggio, esplicitato dalle cacce ad animali feroci, il valore guerriero e la giustizia, dati soprattutto dalle scene di battaglia e di giudizio sui vinti. IV capitolo In questo capitolo si è provato a dare una nuova chiave di lettura ai sarcofagi imperiali di S. Elena e di Costantina. Nel primo caso si tratterebbe della vittoria eterna sul male, mentre nel secondo era un augurio di vita felice nell’aldilà in comunione con Dio e la resurrezione nel giorno del giudizio. V capitolo Il capitolo tratta le mediae voces, quei pezzi che non trovano una facile collocazione in ambito religioso poiché presentano temi neutri o ambivalenti, come quelli del buon pastore, di Prometeo, dell’orante. VI capitolo Qui trovano spazio i sarcofagi cristiani, dove sono scolpite varie scene tratte dalle Sacre Scritture. Anche in questo caso si andati al di là della semplice analisi stilistica per cercare di leggere il messaggio contenuto dalle sculture. Si sono scoperte preghiere, speranze e polemiche con le correnti cristiane considerate eretiche o “traditrici” della vera fede, contro la tradizionale interpretazione che voleva le figurazioni essenzialmente didascaliche. VII capitolo Qui vengono esposte le conclusioni da un punto di vista sociologico e psicologico.

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In questo lavoro di tesi sperimentale si è sintetizzata e caratterizzata la prima classe di complessi tetrazolici di Ir(III) anionici con formula generale [Ir(C^N)2(L)2]-, in cui oltre ai leganti ciclometallanti ”C^N” quali 2-fenilpiridinato (ppy) o 2-(2,4-difluorofenil)piridinato (F2ppy), sono stati introdotti due anioni tetrazolato (L) come il 5-fenil tetrazolato (Tph) oppure 5-(4-cianofenil) tetrazolato (TphCN). I complessi di Ir(III) anionici ottenuti si sono mostrati intensamente fosforescenti, con emissioni centrate nella regione del blu o del verde (460 < λmax<520 nm). I derivati anionici sono stati poi combinati con complessi Ir(III) tetrazolici cationici in grado di fornire emissione nella regione del rosso (λmax > 650 nm), formando così i primi esempi di coppie ioniche (“soft salts”) a matrice puramente tetrazolica. In tutti i casi si è osservato come il colore emesso da parte dei soft salts sia il risultato di una vera propria sintesi additiva delle emissioni derivanti da componenti ioniche con proprietà fotoemittive differenti. La sostanziale assenza di fenomeni di energy o electron transfer tra la componente anionica e cationica e il giusto bilancio tra le emissioni blu o verdi e rosse si sono tradotte, in taluni casi, nell’ottenimento di luce bianca, con la possibilità di variare ulteriormente i colori emessi in seguito all’allontanamento dell’ossigeno molecolare disciolto nelle soluzioni dei soft salts stessi.

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O aparelho Pêndulo é eficaz na correção das más oclusões de Classe II, com comprometimento dentoalveolar superior. No entanto, a perda de ancoragem caracterizada pela mesialização dos pré-molares superiores, e pela vestibularização e protrusão dos incisivos superiores, constitui um grave efeito colateral deste dispositivo. O objetivo deste estudo foi avaliar as possíveis alterações dentárias e esquelética, sagitais e verticais, decorrentes do uso do Pêndulo modificado, ancorado em mini-implantes. Dez indivíduos foram tratados neste estudo, sendo que telerradiografias em norma lateral foram realizadas no início do tratamento, e imediatamente após a remoção do Pêndulo. Em cada indivíduo foram instalados dois mini-implantes no palato, que receberam carga imediata por meio da ativação do Pêndulo modificado, apoiado nestes dispositivos de ancoragem temporária. Nenhum dos dentes avaliados apresentou alterações verticais estatisticamente significantes; o mesmo ocorreu para as alterações esqueléticas verticais e sagitais, e para o trespasse vertical e horizontal. Com relação às alterações estatisticamente significantes, o primeiro molar superior moveu-se para distal aproximadamente 5,6mm em 6,2 meses, e com inclinação distal média de 7,100. Os segundos pré-molares superiores distalizaram em média 2,7mm e inclinaram 5,550; já os segundos molares superiores moveram-se em média 4,6mm para distal com uma inclinação de 13,700; valores estes também considerados estatisticamente significantes. O sistema de distalização de molares superiores, composto pelo Pêndulo modificado ancorado em mini-implantes, mostrou-se eficaz na correção da má oclusão de Classe II, sem produzir os efeitos de perda de ancoragem. (AU)

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O aparelho Pêndulo é eficaz na correção das más oclusões de Classe II, com comprometimento dentoalveolar superior. No entanto, a perda de ancoragem caracterizada pela mesialização dos pré-molares superiores, e pela vestibularização e protrusão dos incisivos superiores, constitui um grave efeito colateral deste dispositivo. O objetivo deste estudo foi avaliar as possíveis alterações dentárias e esquelética, sagitais e verticais, decorrentes do uso do Pêndulo modificado, ancorado em mini-implantes. Dez indivíduos foram tratados neste estudo, sendo que telerradiografias em norma lateral foram realizadas no início do tratamento, e imediatamente após a remoção do Pêndulo. Em cada indivíduo foram instalados dois mini-implantes no palato, que receberam carga imediata por meio da ativação do Pêndulo modificado, apoiado nestes dispositivos de ancoragem temporária. Nenhum dos dentes avaliados apresentou alterações verticais estatisticamente significantes; o mesmo ocorreu para as alterações esqueléticas verticais e sagitais, e para o trespasse vertical e horizontal. Com relação às alterações estatisticamente significantes, o primeiro molar superior moveu-se para distal aproximadamente 5,6mm em 6,2 meses, e com inclinação distal média de 7,100. Os segundos pré-molares superiores distalizaram em média 2,7mm e inclinaram 5,550; já os segundos molares superiores moveram-se em média 4,6mm para distal com uma inclinação de 13,700; valores estes também considerados estatisticamente significantes. O sistema de distalização de molares superiores, composto pelo Pêndulo modificado ancorado em mini-implantes, mostrou-se eficaz na correção da má oclusão de Classe II, sem produzir os efeitos de perda de ancoragem. (AU)

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Trabalho Final do Curso de Mestrado Integrado em Medicina, Faculdade de Medicina, Universidade de Lisboa, 2014

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O aparelho Pêndulo é eficaz na correção das más oclusões de Classe II, com comprometimento dentoalveolar superior. No entanto, a perda de ancoragem caracterizada pela mesialização dos pré-molares superiores, e pela vestibularização e protrusão dos incisivos superiores, constitui um grave efeito colateral deste dispositivo. O objetivo deste estudo foi avaliar as possíveis alterações dentárias e esquelética, sagitais e verticais, decorrentes do uso do Pêndulo modificado, ancorado em mini-implantes. Dez indivíduos foram tratados neste estudo, sendo que telerradiografias em norma lateral foram realizadas no início do tratamento, e imediatamente após a remoção do Pêndulo. Em cada indivíduo foram instalados dois mini-implantes no palato, que receberam carga imediata por meio da ativação do Pêndulo modificado, apoiado nestes dispositivos de ancoragem temporária. Nenhum dos dentes avaliados apresentou alterações verticais estatisticamente significantes; o mesmo ocorreu para as alterações esqueléticas verticais e sagitais, e para o trespasse vertical e horizontal. Com relação às alterações estatisticamente significantes, o primeiro molar superior moveu-se para distal aproximadamente 5,6mm em 6,2 meses, e com inclinação distal média de 7,100. Os segundos pré-molares superiores distalizaram em média 2,7mm e inclinaram 5,550; já os segundos molares superiores moveram-se em média 4,6mm para distal com uma inclinação de 13,700; valores estes também considerados estatisticamente significantes. O sistema de distalização de molares superiores, composto pelo Pêndulo modificado ancorado em mini-implantes, mostrou-se eficaz na correção da má oclusão de Classe II, sem produzir os efeitos de perda de ancoragem. (AU)

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Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Faculdade de Educação, Departamento de Pós-Graduação, Mestrado Profissional em Educação, 2015.

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Cette étude se concentre sur une expérience d'enseignement exploratoire des mathématiques (EEM), réalisée avec des élèves de 5ème année, dans laquelle on établit une forte connexion avec la réalité et on intensifie la capacité de communication des élèves, tout en promouvant la résolution de problèmes et le raisonnement mathématique. Les leçons de mathématiques sont organisées en quatre phases: (i) Lancement de la tâche aux élèves; (ii) Développement de la tâche; (iii) Discussion de la tâche; et (iv) Systématisation de l’apprentissage mathématique. Afin de préparer la discussion de la tâche, l'enseignante a mis en œuvre la galerie des tâches, grâce à laquelle les élèves ont leur premier contact avec les résolutions de leurs collègues: ils peuvent poser des questions et enregistrer des commentaires dans les feuilles exposées. Cet article présente les résultats d'une leçon sur les pourcentages, dans laquelle les élèves ont travaillé la tâche intitulée « Rabais au Bit-@-Byte ». L'analyse de cette tâche ainsi que les résultats des tâches similaires de la réalité effectuées tout au long de l'année scolaire montrent que le modèle d'enseignement exploratoire des mathématiques (EEM) permet des améliorations dans l'apprentissage des mathématiques au niveau des concepts et aussi des capacités transversales comme le raisonnement, la communication et la résolution de problèmes mathématiques.

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Implemented in the context of Business Administration students enrolled in a college level three year technology program, this research investigated students’ perceptions and academic results concurrent with the implementation of an online web module designed to facilitate student self-study. The students involved in this research were enrolled in a program that, while offering a broad education in business disciplines, specialized in the field of accounting. As a result, students were enrolled in academically rigorous accounting courses in each of the six semesters of the program. The weighting of these accounting courses imposes a significant self-study component – typically matching or exceeding the time spent in class. In this context many of the students enrolled in the Business Administration Program have faced difficulties completing the self-study component of the course effectively as demonstrated in low homework completion rates, low homework grade averages and ultimately low success rates in the courses. In an attempt to address this situation this research studied the implementation of a web-based self-study module. Through this module students could access a number of learning tools that were designed to facilitate the self-study process under the premise that more effective self-study learning tools will help remove obstacles and provide more timely confirmation of learning during student self-study efforts. This research collected data from a single cohort of students drawn from the first three sequential accounting courses of the Business Administration Program. The web-based self-study module was implemented in the third of the three sequential accounting courses. The first two of these courses implemented a traditional manual self-study environment. Data collected from the three accounting courses included homework completion rates, homework, exam and final grades for the respective courses. In addition the web-study module allowed the automatic reporting of student usage of a number of specific online learning tools. To complement the academic data, students were surveyed to gain insight into their perceptions of the effectiveness of the web-based system. The research provided a number of interesting insights. First among these was a confirmation of the importance of the self-study process in the academic achievement of the learners. Regardless of the self-study environment, manual or web-enhanced, a significant positive correlation existed between the students’ self-study results, demonstrated in both homework completion rates and homework averages and the corresponding final grades. These results confirm the importance of self-study found generally in the prevailing academic literature regarding students enrolled in higher education. In addition, the web-enhanced learning environment implemented during the third accounting course coincided with significantly higher homework completion rates and corresponding homework averages: homework completion rates in particular increased from a combined average of 63% in the first two accounting courses to 93% in the web-enhanced context of the third accounting course. Moreover, the homework completion rates of the web-enhanced course were evenly distributed across the cohort of students. A quartile-based analysis was subsequently completed. Quartiles were constructed by ranking the students according to their combined average homework completion rates from the first two manual self-study courses, Accounting I and II. The quartile-based homework completion rates for the manual self-study courses Accounting I and II were subsequently compared to the results these same quartiles of students achieved in the web-based self-study within Accounting III. While the first two courses demonstrated significantly uneven homework completion rates across the quartiles ranging from 31% to 91% homework completion rates, the differences among the four quartiles within the web-enhanced module, with an average homework completion rate of 93%, were statistically insignificant. Congruent with the positive academic results observed in the third, web-enhanced course, through the corresponding survey, students expressed a strong attitude in favor of the online self-study environment. This research was designed to add to the existing research that studies the implementation of learning in an online setting. Specifically, the research was designed to explore a middle ground of online learning – a web-enhanced course – a context that supplements the classroom experience rather than replacing it. The web-enhanced accounting course demonstrated impressive favorable results, both academically and in terms of students' perception of the system; these results suggest that a web-enhanced environment can provide learning tools that facilitate the self-study process while providing a structured learning environment that can help developing learners reach their potential.

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The mixed double-decker Eu\[Pc(15C5)4](TPP) (1) was obtained by base-catalysed tetramerisation of 4,5-dicyanobenzo-15-crown-5 using the half-sandwich complex Eu(TPP)(acac) (acac = acetylacetonate), generated in situ, as the template. For comparative studies, the mixed triple-decker complexes Eu2\[Pc(15C5)4](TPP)2 (2) and Eu2\[Pc(15C5)4]2(TPP) (3) were also synthesised by the raise-by-one-story method. These mixed ring sandwich complexes were characterised by various spectroscopic methods. Up to four one-electron oxidations and two one-electron reductions were revealed by cyclic voltammetry (CV) and differential pulse voltammetry (DPV). As shown by electronic absorption and infrared spectroscopy, supramolecular dimers (SM1 and SM3) were formed from the corresponding double-decker 1 and triple-decker 3 in the presence of potassium ions in MeOH/CHCl3.

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The electrochemical characteristics of a series of heteroleptic tris(phthalocyaninato) complexes with identical rare earths or mixed rare earths (Pc)M(OOPc)M(OOPc) [M = Eu...Lu, Y; H2Pc = unsubstituted phthalocyanine, H2(OOPc) = 3,4,12,13,21,22,30,31-octakis(octyloxy)phthalocyanine] and (Pc)Eu(OOPc)Er(OOPc) have been recorded and studied comparatively by cyclic voltammetry (CV) and differential pulse voltammetry (DPV) in CH2Cl2 containing 0.1 M tetrabutylammonium perchlorate (TBAP). Up to five quasi-reversible one-electron oxidations and four one-electron reductions have been revealed. The half-wave potentials of the first, second and fifth oxidations depend on the size of the metal center, but the fifth changes in the opposite direction to that of the first two. Moreover, the difference in redox potentials of the first oxidation and first reduction for (Pc)M(OOPc)M(OOPc), 0.85−0.98 V, also decreases linearly along with decreasing rare earth ion radius, clearly showing the rare earth ion size effect and indicating enhanced π−π interactions in the triple-deckers connected by smaller lanthanides. This order follows the red-shift seen in the lowest energy band of triple-decker compounds. The electronic differences between the lanthanides and yttrium are more apparent for triple-decker sandwich complexes than for the analogous double-deckers. By comparing triple-decker, double-decker and mononuclear [ZnII] complexes containing the OOPc ligand, the HOMO−LUMO gap has been shown to contract approximately linearly with the number of stacked phthalocyanine ligands.

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A combination of X-ray diffraction, thermal analysis and Raman spectroscopy was employed to characterise the ageing of alumina hydrolysates synthesised from the hydrolysis of anhydrous tri-sec-butoxyaluminium(III). X-Ray diffraction showed that the alumino-oxy(hydroxy) hydrolysates were pseudoboehmite. For boehmite the lamellar spacings are in the b direction and multiple d(020) peaks are observed for the un-aged hydrolysate. After 4 h of ageing, a single d(020) peak is observed at 6.53 Å. Thermal analysis showed five endotherms at 70, 140, 238, 351 and 445°C. These endotherms are attributed to the dehydration and dehydroxylation of the boehmite-like hydrolysate. Raman spectroscopy shows the presence of bands for the washed hydrolysates at 333, 355, 414, 455, 475, 495, 530 and 675 cm–1. These bands are attributed to pseudoboehmite. Ageing of the hydrolysates results in an increase in the crystallite size of the pseudoboehmite.