185 resultados para Charters.


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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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This paper focuses on the implementation of a geological and geotechnical mapping to the planning of the region stream Bertini, territorial expansion area of the municipality of Americana (SP), a medium-sized city in the countryside of Sao Paulo state, with great potential for growth industrial and residential. To this end, based on the methodology established by the Institute for Technological Research, the charters geological and geotechnical aimed at exposing the capabilities and limitations of the soil. The analysis of similar soil characteristics such as geology, geomorphology, slope, geotechnical testing and the current use and land cover was possible to recognize four geotechinical units. The units I and III are related to areas of top and concave and convex parts of the study area, shown to be sites of low occupancy restriction. However the units II and IV, respectively allocated in the floodplain of the Piracicaba River and the banks of the stream Bertini and some of its drainage, showed a more restricted area due to proximity to water bodies and drainages that offer higher slopes.

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Descrizione, tema e obiettivi della ricerca La ricerca si propone lo studio delle possibili influenze che la teoria di Aldo Rossi ha avuto sulla pratica progettuale nella Penisola Iberica, intende quindi affrontare i caratteri fondamentali della teoria che sta alla base di un metodo progettuale ed in particolar modo porre l'attenzione alle nuove costruzioni quando queste si confrontano con le città storiche. Ha come oggetto principale lo studio dei documenti, saggi e scritti riguardanti il tema della costruzione all'interno delle città storiche. Dallo studio di testi selezionati di Aldo Rossi sulla città si vuole concentrare l'attenzione sull'influenza che tale teoria ha avuto nei progetti della Penisola Iberica, studiare come è stata recepita e trasmessa successivamente, attraverso gli scritti di autori spagnoli e come ha visto un suo concretizzarsi poi nei progetti di nuove costruzioni all'interno delle città storiche. Si intende restringere il campo su un periodo ed un luogo precisi, Spagna e Portogallo a partire dagli anni Settanta, tramite la lettura di un importante evento che ha ufficializzato il contatto dell'architetto italiano con la Penisola Iberica, quale il Seminario di Santiago de Compostela tenutosi nel 1976. Al Seminario parteciparono numerosi architetti che si confrontarono su di un progetto per la città di Santiago e furono invitati personaggi di fama internazionale a tenere lezioni introduttive sul tema di dibattito in merito al progetto e alla città storica. Il Seminario di Santiago si colloca in un periodo storico cruciale per la Penisola Iberica, nel 1974 cade il regime salazarista in Portogallo e nel 1975 cade il regime franchista in Spagna ed è quindi di rilevante importanza capire il legame tra l'architettura e la nuova situazione politica. Dallo studio degli interventi, dei progetti che furono prodotti durante il Seminario, della relazione tra questo evento ed il periodo storico in cui esso va contestualizzato, si intende giungere alla individuazione delle tracce della reale presenza di tale eredità. Presupposti metodologici. Percorso e strumenti di ricerca La ricerca può quindi essere articolata in distinte fasi corrispondenti per lo più ai capitoli in cui si articola la tesi: una prima fase con carattere prevalentemente storica, di ricerca del materiale per poter definire il contesto in cui si sviluppano poi le vicende oggetto della tesi; una seconda fase di impronta teorica, ossia di ricerca bibliografica del materiale e delle testimonianze che provvedono alla definizione della reale presenza di effetti scaturiti dai contatti tra Rossi e la Penisola Iberica, per andare a costruire una eredità ; una terza fase che entra nel merito della composizione attraverso lo studio e la verifica delle prime due parti, tramite l'analisi grafica applicata ad uno specifico esempio architettonico selezionato; una quarta fase dove il punto di vista viene ribaltato e si indaga l'influenza dei luoghi visitati e dei contatti intrattenuti con alcuni personaggi della Penisola Iberica sull'architettura di Rossi, ricercandone i riferimenti. La ricerca è stata condotta attraverso lo studio di alcuni eventi selezionati nel corso degli anni che si sono mostrati significativi per l'indagine, per la risonanza che hanno avuto sulla storia dell'architettura della Penisola. A questo scopo si sono utilizzati principalmente tre strumenti: lo studio dei documenti, le pubblicazioni e le riviste prodotte in Spagna, gli scritti di Aldo Rossi in merito, e la testimonianza diretta attraverso interviste di personaggi chiave. La ricerca ha prodotto un testo suddiviso per capitoli che rispetta l'organizzazione in fasi di lavoro. A seguito di determinate condizioni storiche e politiche, studiate nella ricerca a supporto della tesi espressa, nella Penisola Iberica si è verificato il diffondersi della necessità e del desiderio di guardare e prendere a riferimento l'architettura europea e in particolar modo quella italiana. Il periodo sul quale viene focalizzata l'attenzione ha inizio negli anni Sessanta, gli ultimi prima della caduta delle dittature, scenario dei primi viaggi di Aldo Rossi nella Penisola Iberica. Questi primi contatti pongono le basi per intense e significative relazioni future. Attraverso l'approfondimento e la studio dei materiali relativi all'oggetto della tesi, si è cercato di mettere in luce il contesto culturale, l'attenzione e l'interesse per l'apertura di un dibattito intorno all'architettura, non solo a livello nazionale, ma europeo. Ciò ha evidenziato il desiderio di innescare un meccanismo di discussione e scambio di idee, facendo leva sull'importanza dello sviluppo e ricerca di una base teorica comune che rende coerente i lavori prodotti nel panorama architettonico iberico, seppur ottenendo risultati che si differenziano gli uni dagli altri. E' emerso un forte interesse per il discorso teorico sull'architettura, trasmissibile e comunicabile, che diventa punto di partenza per un metodo progettuale. Ciò ha reso palese una condivisione di intenti e l'assunzione della teoria di Aldo Rossi, acquisita, diffusa e discussa, attraverso la pubblicazione dei suoi saggi, la conoscenza diretta con l'architetto e la sua architettura, conferenze, seminari, come base teorica su cui fondare il proprio sapere architettonico ed il processo metodologico progettuale da applicare di volta in volta negli interventi concreti. Si è giunti così alla definizione di determinati eventi che hanno permesso di entrare nel profondo della questione e di sondare la relazione tra Rossi e la Penisola Iberica, il materiale fornito dallo studio di tali episodi, quali il I SIAC, la diffusione della rivista "2C. Construccion de la Ciudad", la Coleccion Arquitectura y Critica di Gustavo Gili, hanno poi dato impulso per il reperimento di una rete di ulteriori riferimenti. E' stato possibile quindi individuare un gruppo di architetti spagnoli, che si identificano come allievi del maestro Rossi, impegnato per altro in quegli anni nella formazione di una Scuola e di un insegnamento, che non viene recepito tanto nelle forme, piuttosto nei contenuti. I punti su cui si fondano le connessioni tra l'analisi urbana e il progetto architettonico si centrano attorno due temi di base che riprendono la teoria esposta da Rossi nel saggio L'architettura della città : - relazione tra l'area-studio e la città nella sua globalità, - relazione tra la tipologia edificatoria e gli aspetti morfologici. La ricerca presentata ha visto nelle sue successive fasi di approfondimento, come si è detto, lo sviluppo parallelo di più tematiche. Nell'affrontare ciascuna fase è stato necessario, di volta in volta, operare una verifica delle tappe percorse precedentemente, per mantenere costante il filo del discorso col lavoro svolto e ritrovare, durante lo svolgimento stesso della ricerca, gli elementi di connessione tra i diversi episodi analizzati. Tale operazione ha messo in luce talvolta nodi della ricerca rimasti in sospeso che richiedevano un ulteriore approfondimento o talvolta solo una rivisitazione per renderne possibile un più proficuo collegamento con la rete di informazioni accumulate. La ricerca ha percorso strade diverse che corrono parallele, per quanto riguarda il periodo preso in analisi: - i testi sulla storia dell'architettura spagnola e la situazione contestuale agli anni Settanta - il materiale riguardante il I SIAC - le interviste ai partecipanti al I SIAC - le traduzioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica - la rivista "2C. Construccion de la Ciudad" Esse hanno portato alla luce una notevole quantità di tematiche, attraverso le quali, queste strade vengono ad intrecciarsi e a coincidere, verificando l'una la veridicità dell'altra e rafforzandone il valore delle affermazioni. Esposizione sintetica dei principali contenuti esposti dalla ricerca Andiamo ora a vedere brevemente i contenuti dei singoli capitoli. Nel primo capitolo Anni Settanta. Periodo di transizione per la Penisola Iberica si è cercato di dare un contesto storico agli eventi studiati successivamente, andando ad evidenziare gli elementi chiave che permettono di rintracciare la presenza della predisposizione ad un cambiamento culturale. La fase di passaggio da una condizione di chiusura rispetto alle contaminazioni provenienti dall'esterno, che caratterizza Spagna e Portogallo negli anni Sessanta, lascia il posto ad un graduale abbandono della situazione di isolamento venutasi a creare intorno al Paese a causa del regime dittatoriale, fino a giungere all'apertura e all'interesse nei confronti degli apporti culturali esterni. E' in questo contesto che si gettano le basi per la realizzazione del I Seminario Internazionale di Architettura Contemporanea a Santiago de Compostela, del 1976, diretto da Aldo Rossi e organizzato da César Portela e Salvador Tarragó, di cui tratta il capitolo secondo. Questo è uno degli eventi rintracciati nella storia delle relazioni tra Rossi e la Penisola Iberica, attraverso il quale è stato possibile constatare la presenza di uno scambio culturale e l'importazione in Spagna delle teorie di Aldo Rossi. Organizzato all'indomani della caduta del franchismo, ne conserva una reminescenza formale. Il capitolo è organizzato in tre parti, la prima si occupa della ricostruzione dei momenti salienti del Seminario Proyecto y ciudad historica, dagli interventi di architetti di fama internazionale, quali lo stesso Aldo Rossi, Carlo Aymonino, James Stirling, Oswald Mathias Ungers e molti altri, che si confrontano sul tema delle città storiche, alle giornate seminariali dedicate all’elaborazione di un progetto per cinque aree individuate all’interno di Santiago de Compostela e quindi dell’applicazione alla pratica progettuale dell’inscindibile base teorica esposta. Segue la seconda parte dello stesso capitolo riguardante La selezione di interviste ai partecipanti al Seminario. Esso contiene la raccolta dei colloqui avuti con alcuni dei personaggi che presero parte al Seminario e attraverso le loro parole si è cercato di approfondire la materia, in particolar modo andando ad evidenziare l’ambiente culturale in cui nacque l’idea del Seminario, il ruolo avuto nella diffusione della teoria di Aldo Rossi in Spagna e la ripercussione che ebbe nella pratica costruttiva. Le diverse interviste, seppur rivolte a persone che oggi vivono in contesti distanti e che in seguito a questa esperienza collettiva hanno intrapreso strade diverse, hanno fatto emergere aspetti comuni, tale unanimità ha dato ancor più importanza al valore di testimonianza offerta. L’elemento che risulta più evidente è il lascito teorico, di molto prevalente rispetto a quello progettuale che si è andato mescolando di volta in volta con la tradizione e l’esperienza dei cosiddetti allievi di Aldo Rossi. Negli stessi anni comincia a farsi strada l’importanza del confronto e del dibattito circa i temi architettonici e nel capitolo La fortuna critica della teoria di Aldo Rossi nella Penisola Iberica è stato affrontato proprio questo rinnovato interesse per la teoria che in quegli anni si stava diffondendo. Si è portato avanti lo studio delle pubblicazioni di Gustavo Gili nella Coleccion Arquitectura y Critica che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, pubblica e traduce in lingua spagnola i più importanti saggi di architettura, tra i quali La arquitectura de la ciudad di Aldo Rossi, nel 1971, e Comlejidad y contradiccion en arquitectura di Robert Venturi nel 1972. Entrambi fondamentali per il modo di affrontare determinate tematiche di cui sempre più in quegli anni si stava interessando la cultura architettonica iberica, diventando così ¬ testi di riferimento anche nelle scuole. Le tracce dell’influenza di Rossi sulla Penisola Iberica si sono poi ricercate nella rivista “2C. Construccion de la Ciudad” individuata come strumento di espressione di una teoria condivisa. Con la nascita nel 1972 a Barcellona di questa rivista viene portato avanti l’impegno di promuovere la Tendenza, facendo riferimento all’opera e alle idee di Rossi ed altri architetti europei, mirando inoltre al recupero di un ruolo privilegiato dell’architettura catalana. A questo proposito sono emersi due fondamentali aspetti che hanno legittimato l’indagine e lo studio di questa fonte: - la diffusione della cultura architettonica, il controllo ideologico e di informazione operato dal lavoro compiuto dalla rivista; - la documentazione circa i criteri di scelta della redazione a proposito del materiale pubblicato. E’ infatti attraverso le pubblicazioni di “2C. Construccion de la Ciudad” che è stato possibile il ritrovamento delle notizie sulla mostra Arquitectura y razionalismo. Aldo Rossi + 21 arquitectos españoles, che accomuna in un’unica esposizione le opere del maestro e di ventuno giovani allievi che hanno recepito e condiviso la teoria espressa ne “L’architettura della città”. Tale mostra viene poi riproposta nella Sezione Internazionale di Architettura della XV Triennale di Milano, la quale dedica un Padiglione col titolo Barcelona, tres epocas tres propuestas. Dalla disamina dei progetti presentati è emerso un interessante caso di confronto tra le Viviendas para gitanos di César Portela e la Casa Bay di Borgo Ticino di Aldo Rossi, di cui si è occupato l’ultimo paragrafo di questo capitolo. Nel corso degli studi è poi emerso un interessante risvolto della ricerca che, capovolgendone l’oggetto stesso, ne ha approfondito gli aspetti cercando di scavare più in profondità nell’analisi della reciproca influenza tra la cultura iberica e Aldo Rossi, questa parte, sviscerata nell’ultimo capitolo, La Penisola Iberica nel “magazzino della memoria” di Aldo Rossi, ha preso il posto di quello che inizialmente doveva presentarsi come il risvolto progettuale della tesi. Era previsto infatti, al termine dello studio dell’influenza di Aldo Rossi sulla Penisola Iberica, un capitolo che concentrava l’attenzione sulla produzione progettuale. A seguito dell’emergere di un’influenza di carattere prettamente teorica, che ha sicuramente modificato la pratica dal punto di vista delle scelte architettoniche, senza però rendersi esplicita dal punto di vista formale, si è preferito, anche per la difficoltà di individuare un solo esempio rappresentativo di quanto espresso, sostituire quest’ultima parte con lo studio dell’altra faccia della medaglia, ossia l’importanza che a sua volta ha avuto la cultura iberica nella formazione della collezione dei riferimenti di Aldo Rossi. L’articolarsi della tesi in fasi distinte, strettamente connesse tra loro da un filo conduttore, ha reso necessari successivi aggiustamenti nel percorso intrapreso, dettati dall’emergere durante la ricerca di nuovi elementi di indagine. Si è pertanto resa esplicita la ricercata eredità di Aldo Rossi, configurandosi però prevalentemente come un’influenza teorica che ha preso le sfumature del contesto e dell’esperienza personale di chi se ne è fatto ricevente, diventandone così un continuatore attraverso il proprio percorso autonomo o collettivo intrapreso in seguito. Come suggerisce José Charters Monteiro, l’eredità di Rossi può essere letta attraverso tre aspetti su cui si basa la sua lezione: la biografia, la teoria dell’architettura, l’opera. In particolar modo per quanto riguarda la Penisola Iberica si può parlare dell’individuazione di un insegnamento riferito alla seconda categoria, i suoi libri di testo, le sue partecipazioni, le traduzioni. Questo è un lascito che rende possibile la continuazione di un dibattito in merito ai temi della teoria dell’architettura, della sue finalità e delle concrete applicazioni nelle opere, che ha permesso il verificarsi di una apertura mentale che mette in relazione l’architettura con altre discipline umanistiche e scientifiche, dalla politica, alla sociologia, comprendendo l’arte, le città la morfologia, la topografia, mediate e messe in relazione proprio attraverso l’architettura.

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La ricerca riguarda l’inclusione di dichiarazioni di diritti e principi introdotte negli Statuti di autonomia delle Regioni italiane e delle Comunità Autonome spagnole riformati negli ultimi anni. La tesi consta, oltre che nell’introduzione dei concetti preliminari, di due parti per ognuno dei Paesi nelle quali si esaminano i sistemi regionali e concretamente queste carte di diritti e principi. La terza parte raccoglie un’analisi comparativa di ambedue gli Stati. Il problema dell’efficacia di questi diritti e principi rappresenta la chiave fondamentale. In questo senso, la Giurisprudenza costituzionale risulta essere basilare per lo studio delle differenti risposte alle novità dei diversi elenchi di diritti e principi a livello regionale. Mentre la Corte Costituzionale italiana ha negato la loro efficacia giuridica, anche come norme programmatiche assimilabili a quelle costituzionali, il Tribunale Costituzionale spagnolo ha qualificato un nuovo tipo di diritto, i c. d. diritti statutari, che non sono diritti pubblici soggettivi ma mandati ai poteri pubblici autonomici, specialmente al legislatore autonomico. Lo studio si completa con la problematica dell’uguaglianza e la garanzia dei diritti e i principi in questi Stati composti.

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Lo scopo di questa ricerca è la ricostruzione dei Lungarni di Pisa nel Tardo Medioevo (XIV-XV secolo); lo studio intende sottolineare le trasformazioni urbanistiche che hanno cambiato il volto di Pisa nel corso del tempo e ricordare che l’area fluviale ebbe un ruolo di primo piano come baricentro commerciale ed economico della città, vocazione che si è in gran parte persa con l’età moderna e contemporanea. La metodologia seguita, affinata e perfezionata durante la partecipazione al progetto Nu.M.E. (Nuovo Museo Elettronico della Città di Bologna), si basa sull’analisi e il confronto di fonti eterogenee ma complementari, che includono precedenti studi di storia dell’urbanistica, un corpus di documentazione di epoca medievale (provvedimenti amministrativi come gli Statuti del Comune di Pisa, ma anche descrizioni di cronisti e viaggiatori), fonti iconografiche, tra cui vedute e mappe cinquecentesche o successive, e fonti materiali, come le persistenze medievali ancora osservabili all’interno degli edifici ed i reperti rinvenuti durante alcune campagne di scavo archeologiche. Il modello 3D non è concepito come statico e “chiuso”, ma è liberamente esplorabile all’interno di un engine tridimensionale; tale prodotto può essere destinato a livelli di utenza diversi, che includono sia studiosi e specialisti interessati a conoscere un maggior numero di informazioni e ad approfondire la ricerca, sia semplici cittadini appassionati di storia o utenti più giovani, come studenti di scuole medie superiori e inferiori.

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Il Genius Loci, affrontato nelle sue caratteristiche e analizzato tra la perdita e la riscoperta del luogo, è il filo conduttore per la rilettura di un percorso, che si snoda attraverso le esperienze didattiche progettuali maturate durante il corso di studi. L’analisi del concetto di luogo avviene secondo la lettura data dagli architetti che in particolare ne hanno promosso il confronto, Aldo Rossi e Christian Norberg-Schulz, nella loro interpretazione volta alla riscoperta della memoria del luogo e dell’identificazione con esso. Se da una parte c’è una valutazione della sedimentazione storica, individuata come memoria imprescindibile; dall’altra c’è un apprezzamento delle caratteristiche intrinseche del sito, che ne costituiscono la sua identità. Il confronto con alcuni scritti di Umberto Cao e Franco Purini ha permesso di concludere un lungo discorso, riallacciandolo al dibattito culturale che aveva suscitato. Per avvicinarci a questo concetto di rispetto del luogo e alla sua valorizzazione si sono presentati due progetti, che ne rappresentano da una parte la piena realizzazione e dall’altra il fallimento e questi sono il Centro culturale Jean-Marie Tjibaou a Nouméa in Nuova Caledonia di Renzo Piano ed il progetto Nexus di un complesso di abitazioni a Fukuoka, in Giappone, coordinato da Arata Isozaky. I progetti maturati durante le esperienze didattiche e presentati per un confronto sul tema sono: Un giardino in forma di teatro, progettato per il quadrilatero di Cervia, con la professoressa Maura Savini; Tre edifici per uffici e pubblici esercizi, realizzati all’interno di un intervento di gruppo più ampio, sulla Vena Mazzarini, a Cesenatico, affrontati con il professor Jose’ Charters Monteiro; un Edificio per il rilevamento delle acque, in prossimità di Kleve, in Germania, realizzato durante il periodo Erasmus, svoltosi presso la Fachhochschule di Colonia, con il professor Hannes Hermanns.

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This paper examines the impact of disastrous and ‘ordinary’ floods on human societies in what is now Austria. The focus is on urban areas and their neighbourhoods. Examining institutional sources such as accounts of the bridge masters, charters, statutes and official petitions, it can be shown that city communities were well acquainted with this permanent risk: in fact, an office was established for the restoration of bridges and the maintenance of water defences and large depots for timber and water pipes ensured that the reconstruction of bridges and the system of water supply could start immediately after the floods had subsided. Carpenters and similar groups gained 10 to 20 per cent of their income from the repair of bridges and other flood damage. The construction of houses in endangered zones was adapted in order to survive the worst case experiences. Thus, we may describe those communities living along the central European rivers as ‘cultures of flood management’. This special knowledge vanished, however, from the mid-nineteenth century onwards, when river regulations gave the people a false feeling of security.

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Regulatory change not seen since the Great Depression swept the U.S. banking industry beginning in the early 1980s and culminating with the Interstate Banking and Branching Efficiency Act of 1994. Banking analysts anticipated dramatic consolidation with large numbers of mergers and acquisitions. Less well documented, but equally important, was the continuing entry of new banks, tempering the decline in the overall number of banking institutions. This paper examines whether deregulation affected bank new-charter (birth), failure (death), and merger (marriage) rates during the 1980s and 1990s after controlling for bank performance and state economic activity. We find evidence that intrastate deregulation stimulated births and marriages, but not deaths. Moreover, we find little evidence that interstate deregulation affected births, deaths, or marriages, except that the marriage rate rose after the implementation of the Interstate Banking and Branching Efficiency Act. Finally, pair-wise temporal causality tests among births, deaths, and marriages show that mergers temporally lead new charters and that failures lead mergers (a demonstration effect).

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Regulatory change not seen since the Great Depression swept the U.S. banking industry beginning in the early 1980s and culminating with the Interstate Banking and Branching Efficiency Act of 1994. Banking analysts anticipated dramatic consolidation with large numbers of mergers and acquisitions. Less well documented, but equally important, was the continuing entry of new banks, tempering the decline in the overall number of banking institutions. This paper examines whether deregulation affected bank new-charter, failure, and merger rates during the 1980s and 1990s after controlling for bank performance and state economic activity. We find evidence that intrastate deregulation stimulated new charters and mergers, but not failures. Moreover, we find little evidence that interstate deregulation affected new charters, failures, or mergers.

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La aproximación de las organizaciones a la mejora de sus procesos ha venido por distintos caminos. Muchas Administraciones Públicas se acercaron a este universo a través del modelo EFQM de calidad y excelencia que surgió en la década de los 80 y que sirvió como referente en el ámbito de la Unión Europea como vía de autoevaluación y determinación de procesos de mejora continua. Está basado en la identificación de los puntos fuertes y débiles aplicados a diferentes ámbitos de la organización, siendo éstos el punto de partida para el proceso de mejora continua. Se trata de un modelo en el que puedes decir que estás en calidad aunque tu puntuación sea muy pequeña, por lo que, por imagen, muchas empresas públicas empezaron a implantarlo. La empresa privada sin embargo se decantó por los sistemas de calidad basados en normas ISO. En estos sistemas has de tener un nivel mínimo para poder exhibir una certificación o acreditación del sistema de calidad. La más extendida es la ISO 9001:2008 ya que es válida para todo tipo de empresa. Este sistema se centra en la satisfacción del cliente y está basada en gran medida en el PDCA, acrónimo de Plan, Do, Check, Act (Planificar, Hacer, Verificar y Actuar). Al tratarse de sistemas documentados, pasados los años se llega a la misma conclusión, aquellas empresas que simplemente tienen un certificado colgado en la pared y que arreglan los papeles antes de la auditoría no tienen nada que aporte valor añadido a la empresa y se autoengañan. La potencia de todo sistema de gestión de calidad reside en aprovechar el potencial de sus recursos humanos dirigiendo los recursos de la empresa de forma eficiente y haciendo participe de los objetivos de la organización a su personal para que se impliquen y sepan que se espera de cada uno. La formación de ingeniero siempre nos hace ser críticos con los modelos existentes y tratar de buscar caminos alternativos que sean más eficientes. Para ello es necesario tener un conocimiento muy preciso de la organización. Por ello, después de más de cinco años trabajando en la Organización, desempeñando diversos cometidos, analizando diferentes esferas de actuación y tras estudiar informes de diferentes organizaciones que supervisan el funcionamiento de la empresa me di cuenta que la Dirección General de la Marina Mercante podía cambiar de forma de actuar para modernizarse y ser más transparente, eficaz y eficiente. Esta tesis versa sobre la posibilidad de implantar un nuevo servicio en la Dirección General de la Marina Mercante que le permita mejorar su competitividad a nivel mundial, como estado de abanderamiento, y que, dentro de nuestras fronteras, haga que sus servicios se reorienten aprovechando el conocimiento de su personal, teniendo en cuenta las necesidades de sus usuarios y los recursos de la Organización. Las cartas de servicio permiten acercar al ciudadano al funcionamiento de la organización. Le informa de las condiciones en las que se presta el servicio, los compromisos de la empresa y la forma en la que puede participar para mejorarlos, entre otros. Por otra parte, la empresa no necesita previamente tener ningún sistema de calidad implantado, aunque, como veremos en el capítulo tres y cuatro siempre ayuda a la hora de tener sistemas de aseguramiento implantados. En el capítulo seis se detallan los objetivos que se lograrían con la implantación de las cartas de servicio en la DGMM y en el capítulo siete se discuten dichos resultados y conclusiones. ABSTRACT Different ways have been used by organizations to approach process improvement. Many Public Administrations chose quality and excellence EFQM model for that approachment. This quality program began in 80 decade and that it was the Europe Unión reference to continuous improvement autoevaluation and determination. It is based on strong and weak points of different organization fields, and they are considered as starting point for continuous improvement. This model allows enterprises to say that they are working on a quality scheme even though their score is very little, and this was why a lot of Public Administrations began using it. Nevertheless private enterprises chose quality management systems based on ISO standards. In these systems there is a threshold you must have to be able to have a certification or an accreditation of quality management system. ISO 9001:2008 is the standard most used because of it can be applied to a great range of enterprises. This system is focused on customer satisfaction and it is based on PDCA, Plan, Do, Check, Act. All these systems are documented ones, so once time goes by the same conclusion is reached: enterprises that have the certificate hung on the wall and that papers are fixed for audits have nothing that give them added value and they self-delusion. Quality management system power is related to the usage of human resources potential to lead enterprise resources efficiently and to make them participate in organization objectives. Naval architect training makes them to be critic with existing models and to try to find alternative ways to be more efficient. To achieve this goal, a precise knowledge of the organization is needed. That is the reason why, after five years in quality related issues in the Organization, in different chores, analyzing our scope and reports of organizations that supervise our operation, I realized that Merchant Marine Directorate could change the way of operation to modernize and be more transparent, efficient and effective. This thesis is about the possibility of implantation of a new service in Merchant Marine Directorate that will make it possible to improve their worldwide competitiveness as Flag State, and that to reorient all services taking into account citizens needs and Organization resources. Citizen’s charters able approachment to organization operation. It gives the following information: which are terms in which service is given, enterprise compromises, ways in which citizen can collaborate to improve them, and etc. Additionally, no quality management system is needed to be implemented. Although we’ll see in chapter three and four that having it is of great help. In chapter six are detailed goals achieved if citizen’s charters are implemented in Merchant Marine Directorate, and in chapter seven conclusions and results are discussed.

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Original charter dated May 31, 1650. The charter is engrossed on sheepskin and signed by Thomas Dudley.

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Notebook with brown paper cover containing handwritten extracts from the charters and related legislation of New England academic, charitable, and commercial institutions regarding their ability to hold real estate and related tax exemptions. Most of the listed documents are dated in the 1780s and 1790s. The notebook also contains extracts from "Argument in the case of Poor's rate, charged on the College of Christ & Emmanuel in the University of Cambridge 1768." The item title is transcribed from a handwritten inscription on the back cover.

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One leaf containing handwritten research questions regarding the holding of real estate and related tax exemptions, the College charters and temporary orders, and the tutors of the College.

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This marbled hardcover volume contains a forty-one-page handwritten draft of the memorial from Nicholas Sever to the Harvard Board of Overseers providing a historical background on the College charters. The document begins, "May it please ye Excell: of ye Coll: to fav'r me w'th a few words for ye further support of this memorial." The draft includes struck-through words and page 41 contains directions for additional edits.

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Octavo-sized notebook containing handwritten abstracts of Massachusetts General Court legislation between 1650 and August 24, 1723 related to Harvard governance. The volume contains informal notes with extracts and summaries of legislation that established or amended the makeup and power of the Harvard Corporation. The authors of the volume are unidentified, but the notes appear to be in two different hands. The volume was presumably created during the fellowship controversy that erupted in the early 1720s after tutors Henry Flynt, Nicholas Sever, and Thomas Robie presented a memorial to the Board of Overseers calling for the tutors' right of fellowship in the Corporation.