999 resultados para buco nero, radiazione di Hawking, termodinamica dei buchi neri, soluzione di Schwarzschild


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Negli ultimi anni, i limiti sempre più stringenti sulle emissioni inquinanti dei gas di scarico, hanno portato ad un notevole aumento della complessità dei motori a combustione interna. Questa complicazione determina un aumento esponenziale del numero di test da effettuare nella sala prova. I metodi tipici di gestione dei test non possono più essere utilizzati, ma è essenziale creare un sistema che ottimizzi le prove. Per ridurre drasticamente il tempo di esecuzione, è necessario implementare un'architettura in grado di facilitare lo scambio di dati tra i sistemi presenti nella sala prova, e, in aggiunta, definire le strategie di automazione dei test. L'approccio a taluni metodi si presenta ancora complicato in molti gruppi di sviluppo di strategie di controllo motore, anche se, una volta sviluppati, portano e a grandi benefici durante la fase di test. Il lavoro illustra i metodi implementati per la gestione di queste strategie. Prima si descrive l'approccio utilizzato nella calibrazione di anticipo di accensione per mantenere livelli accettabili di detonazione durante il processo di calibrazione. Successivamente è mostrato il sistema di automazione dei test che consente il pieno controllo del punto di funzionamento del motore, la gestione dell'acquisizione e la verifica della stabilità delle condizioni ottenute. L'ultima parte mostra sistemi di prototipazione rapida per la gestione di componenti innovatici del motore.

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La scomposizione dei servizi finanziari rappresenta un processo in essere da diverso tempo, che tuttavia ha subito una significativa accelerazione negli ultimi anni, a causa di alcuni fattori, tra cui l’incremento degli scambi commerciali conseguente alla globalizzazione, la crescente finanziarizzazione dell’economia e, da ultimo, l’avvento di Internet, che ha progressivamente cannibalizzato i canali tradizionali del commercio e della finanza. In questo contesto hanno assunto un rilievo crescente, da un lato, la concentrazione degli intermediari finanziari, i quali, aumentando le proprie dimensioni, mirano a beneficiare dei rendimenti di scala crescenti tipici del settore in cui operano, dall’altro, la specializzazione degli operatori, anche non finanziari, che, al fine di aumentare la propria efficienza e diminuire i costi di produzione, si focalizzano su singoli processi o sottoprocessi dei servizi finanziari tradizionali, talvolta innovandoli o creandoli ex novo allo scopo di conquistare quote di mercato. Di fronte a tutto ciò, l’applicazione dell’esenzione IVA rappresenta una sfida per gli interpreti del diritto, in quanto, derogando al principio cardine della neutralità dell’IVA, può divenire o costituire già ora un fattore distorsivo del mercato, alterando la parità di condizioni in cui dovrebbero operare gli intermediari finanziari ed influenzando le scelte organizzative dei medesimi, a discapito dell’efficienza cui dovrebbero fisiologicamente tendere in condizioni di libera concorrenza.

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L’elaborato di tesi ha come soggetto i sei cimiteri ebraici detenuti e utilizzati dalle Nazioni israelitiche di Ferrara nel corso della storia, ossia i quattro terreni italo-ashkenaziti e i due terreni ispano-levantini. Nella prima parte della tesi si approfondiscono gli avvicendamenti e l’evoluzione delle varie aree di inumazione attraverso una grande quantità di fonti documentarie inedite, in prevalenza rintracciate nel fondo ferrarese dei CAHJP di Gerusalemme. Le ricostruzioni storiche sono infatti arricchite dai dati contenuti nei pinqasim comunitari, registri redatti dai Consigli o dalle Confraternite ebraiche durante il regolare svolgimento delle proprie attività. In questa prima sezione sono stati inoltre inseriti due significativi approfondimenti legati ai cimiteri ebraici di Ferrara: il primo sulla violazione delle sepolture e il secondo sulle interdizioni e il riutilizzo delle stele funerarie. La ricerca si conclude con l’analisi delle fonti epigrafiche tuttora presenti in città. Dopo un’introduzione metodologica e contestuale sulle testimonianze funerarie superstiti, è presentato – sulla base dell’eterogeneità temporale, stilistica e contenutistica – un campione di circa 100 lapidi conservate nel grande cimitero ebraico di via delle Vigne, di cui è stato trascritto e tradotto l’epitaffio.

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Background e scopo: Tradizionalmente la cardiomiopatia amiloidotica (CA) è stata considerata una cardiomiopatia restrittiva, ma studi recenti hanno evidenziato il ruolo anche della disfuzione sistolica nella sua fisiopatologia. In questo contesto recente, raramente è stato indagato il profilo emodinamico invasivo. Lo scopo dello studio è stato quello di caratterizzare il profilo emodinamico, strutturale e funzionale della CA nelle tre principali eziologie (amiloidosi da catene leggere (AL), amiloidosi transtiretino-relata (ATTR) mutata (ATTRm) e ‘wild-type’ (ATTRwt)), valutare le differenze del profilo ecocardiografico ed emodinamico nelle fasi diverse di malattia ed esplorare il ruolo prognostico delle principali variabili cliniche e strumentali nella CA. Metodi e risultati: Abbiamo analizzato retrospettivamente i dati di 224 pazienti con CA (AL, n=93; ATTRm, n=66; ATTRwt, n=65). Rispetto all'ATTRwt, i pazienti con AL presentano un minor interessamento morfologico cardiaco, ma dati emodinamici paragonabili, caratterizzati da elevate pressioni di riempimento biventricolari e riduzione della gittata sistolica. L’ATTRm, nonostante il profilo ecocardiografico analogo all’ATTRwt, mostra un quadro emodinamico migliore. Gli indici di funzione diastolica e sistolica longitudinale del ventricolo sinistro (Vsn) sono alterati fin dagli stadi iniziali della malattia, mentre la frazione di eiezione (FEVsn) rimane preservata nella maggior parte dei pazienti, anche nelle fasi avanzate (FEVsn 50 [37-60]%; FEVsn <40% nel 28% dei pazienti NYHA III / IV). All'analisi multivariata, età, NYHA III/I, eziologia AL, frazione di contrazione miocardica (MCF), indice cardiaco (CI) e pressione atriale destra (RAP) sono indipendentemente associati a eventi clinici avversi. Conclusioni Questo studio conferma la complessa fisiopatologia della CA, in cui la disfunzione diastolica è accompagnata da una funzione sistolica longitudinale anormale sin dalle fasi iniziali della malattia. L'AL e l'ATTRwt, nonostante diversi gradi di alterazioni morfologiche, hanno un profilo emodinamico simile; l'ATTRm, invece, presenta un quadro emodinamico migliore. Tra i parametri strumentali, MCF, CI e RAP emergono come predittori significativi di eventi avversi.

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L’elaborato ha ad oggetto lo studio della tematica inerente alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti di giurisdizione tra autorità giudiziarie appartenenti a Paesi membri dell’Unione europea, in presenza di un reato caratterizzato da elementi di transnazionalità. In questi casi è necessario elaborare alcuni canoni idonei a individuare per tempo l’autorità giudiziaria competente a condurre l’attività di accertamento. Tale esigenza sorge a causa della lacunosità ed insufficienza dell’attuale normativa (Decisione quadro 2009/948/GAI) sotto molteplici profili: il riferimento è tanto alla carenza di tassatività e cogenza dei criteri necessari a radicare la giurisdizione in un determinato Stato, quanto all’irrilevanza, nelle dinamiche inerenti alla scelta del foro, dei diritti di difesa dell’indagato. In questa prospettiva, occorre dunque trovare un punto di equilibrio tra le istanze repressive e quelle di tutela dei diritti fondamentali: detto altrimenti, l’esigenza di evitare di prevenire “zone franche” nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia – anche alla luce della libertà di movimento dei soggetti e dunque dei criminali – non può comportare la lesione della sfera giuridica del cittadino europeo. Il presente lavoro di ricerca, sulla scorta dell'analisi tanto dei principi quanto delle regole attualmente vigenti, si pone l'obiettivo di individuare delle guidelines in linea con il portato garantistico della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea ed efficaci per assolvere il mandato presente all’art. 82, § 1, lett. b) TFUE: ossia di prevenire e risolvere i conflitti di giurisdizione.

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La percezione dello spazio urbano, nella sua complessità, risente inevitabilmente dello stratificarsi, nel tempo, di significati storici, ideologie, archetipi e utopie attraverso i quali la società, nei suoi diversi stadi di sviluppo, ha consolidato l'idea di centro abitato. Nel mondo contemporaneo, la città narrata si sovrappone sempre di più a quella reale, organizzando e sintetizzando i processi interpretativi dei circuiti urbani: al cityscape, il panorama fisico della città, si antepone il suo mindscape, il panorama dell'anima e delle culture urbane. In sintonia con tali prospettive, la presente ricerca si propone di analizzare i processi comunicativi e i paradigmi mediatici che attraversano e ridefiniscono le dinamiche urbane, prendendo in esame gli strumenti e i linguaggi che concorrono a disegnare e raccontare l'immagine di una città. In tale contesto, il progetto prende in considerazione come case study la singolare situazione del distretto universitario intorno a via Zamboni a Bologna: un'arteria di straordinaria bellezza e vitalità, cui tuttavia non corrisponde un'immagine pubblica altrettanto positiva. La tesi ha analizzato in particolare l’immagine pubblica e la percezione di via Zamboni e di piazza Verdi dai primi del Novecento a oggi, in relazione ai principali eventi che le hanno viste come scenari privilegiati. Prendendo in considerazione un arco di tempo di oltre un secolo, sono stati selezionati alcuni momenti topici, occasioni culturali o accadimenti con una forte connotazione simbolica: dalla Liberazione alle manifestazioni del ’77, dalle storiche ‘prime’ del Teatro Comunale agli allestimenti della Pinacoteca, dalle lezioni di professori universitari di chiara fama alle più recenti contestazioni studentesche. Il risultato è un racconto stratificato che attraversa segni e immagini per ricostruire l’iconografia del quartiere attraverso testi, fotografie, filmati, opere d’arte o prodotti multimediali.

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La presente tesi di dottorato ha come oggetto principale la catalogazione dei 120 frammenti latini manoscritti rinvenuti all’interno del fondo Parrocchie Soppresse della Città dell’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna. Sono di lacerti di pergamena provenienti da antichi codici e documenti dismessi per varie ragioni, riutilizzati come materiale povero di legatoria per il confezionamento di registri parrocchiali di epoca moderna. I frammenti, che ad oggi si trovano tutti in situ, ossia svolgono ancora la loro funzione di riuso, rappresentano un variegato patrimonio manoscritto mutilo totalmente sconosciuto, reso per la prima volta accessibile proprio dal presente strumento descrittivo. In apertura al catalogo si colloca un’ampia sezione dedicata a delineare lo stato degli studi e degli orientamenti di ricerca intrapresi per proporre delle soluzioni alle criticità peculiari connesse alla catalogazione di manoscritti mutili: un dibattito che però ha preso in considerazione, quasi in maniera esclusiva, i frammenti di natura libraria. Pertanto, si è ritenuto necessario dare rilievo alle questioni poste dalla descrizione dei lacerti di documenti, estremamente frequenti tra le tipologie testuali reimpiegate. Tale considerazione appare necessaria, specialmente in un panorama di ricerca che si propone di guardare a grandi corpora frammentari con un approccio interdisciplinare, che si serve, inoltre, dei nuovi strumenti offerti dalle digital humanities. A dimostrazione dell’eterogeneità delle fonti rinvenute, le quali ricoprono un arco temporale che va dalla fine dell’XI secolo agli inizi del XVIII, si propongono due casi di studio rivolti all’analisi paleografica e testuale di un lacerto del De mulieribus claris di Boccaccio e di un testimone di XII sec. della Passio di S. Giuliana. Infine, la realizzazione del presente progetto è stata accompagnata da un parallelo censimento dei disiecta membra all’interno di altri fondi dell’Archivio Arcivescovile , un’operazione che, nonostante sia ancora in corso, ha già portato alla luce quasi 600 nuove maculature del tutto inedite.

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I metodi di conservazione per i materiali cartacei in Italia e in Cina sono nati in diversi contesti storici. L’idea di questo studio nasce dalla necessità di sviluppare analisi specifiche sul metodo di restauro cartaceo cinese, per introdurre metodi e tecnologie efficaci ed innovative.

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La Tesi nasce a seguito della richiesta da parte di un’Azienda Socia del Consorzio Esperienza Energia di un servizio di supporto per l’ottimizzazione del proprio Sistema di Gestione dell’Energia (SGE/EnMS) ed in particolare per l’implementazione di metodologie di budgeting più efficienti rispetto a quelle attualmente utilizzate. Questo lavoro di Tesi si è sviluppato in due parti: Nella prima parte viene descritto, a livello generale, che cosa si intende per Sistema di Gestione dell’Energia o Energy Management System e quali sono i vantaggi nell’implementazione di tale sistema in una realtà industriale. Successivamente, viene presentata la norma “UNI CEI EN ISO 50001: Sistemi di Gestione dell’Energia – Requisiti e linee guida per l’uso” attraverso una breve introduzione su quelli che sono i requisiti e gli obiettivi descritti nella norma. Nella seconda parte viene descritta l’implementazione pratica di un SGE presso un’Azienda Socia di CEE, partendo dalla raccolta sia dei dati di consumo a livello globale (LIVELLO A) che a livello di Edificio (LIVELLO B), sia dall'individuazione dei principali Energy Drivers (parametri) che veicolano i consumi. Attraverso questi dati è stato creato un Modello di calcolo per la definizione dei consumi di Riferimento (Energy Baseline); tale Baseline traccia i dati di prestazione energetica da cui si parte per andare a costruire per l’azienda i principali Indicatori Energetici (EnPI, Energy Performance Indicators). Il modello energetico così costruito è stato quindi tarato sui consumi energetici misurati al fine di fornire all'Azienda un algoritmo di stima dei propri consumi energetici futuri, sia mensili che annuali. Il processo di taratura ha dimostrato come il modello energetico dell’azienda che è stato costruito in questa Tesi sia da ritenersi uno strumento affidabile per la previsione dei consumi energetici futuri ipotizzando un certo livello di produzione industriale nel corso dell’anno oggetto di simulazione.