999 resultados para microemulsão inversa


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This paper summarizes the nannoplankton biostratigraphy and the paleoenvironmental interpretations obtained from Leg 107 in the Tyrrhenian Sea. Marine sediments are ranging in age from late Tortonian to Recent. The Mediterranean as a semiclosed adjacent sea of the Atlantic is strongly controlled by paleoceanographic changes in the Atlantic which are related to the global climatic evolution. This influence of the Atlantic is more pronounced in the western than in the eastern Mediterranean. The occurrence of sapropels and sapropelic layers also in the western Mediterranean was shown for the first time.

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Calcareous nannofossils were studied in 574 Neogene samples recovered from eight sites drilled in block-faulted basins on the continental margin of Oman. This portion of the Arabian Sea experiences seasonal upwelling associated with the southwest monsoon. Not surprisingly, some of the more typical Neogene warm-water nannoplankton are either missing entirely or are extremely rare in these sediments. Coccolithus pelagicus, a typical cold-water indicator, is extremely abundant in many samples of late Pliocene to early Pleistocene age. These intervals correspond to periods of Northern Hemisphere glaciation. Reworked Late Cretaceous and Cenozoic nannofossils are found in a majority of the samples. They were probably carried from the Arabian Peninsula or the continent of Africa on strong southwest summer winds. Ages for the various nannofossil events were calculated by projecting the nannofossil datums onto the magnetostratigraphic scale for Sites 724, 727, and 728. These are the first ages for the various nannofossil datums derived from Oman Margin sediments. The following ages have been calculated for these nannofossil events: FAD Emiliania huxleyi, 0.23 Ma; LAD Pseudoemiliania lacunosa, 0.38 Ma; FAD Helicosphaera inversa, 0.42 Ma; top of acme of Reticulofenestra sp. A, 0.70 Ma; FAD Gephyrocapsaparallela, 0.85 Ma; LAD Gephyrocapsa spp. (large), 1.07 Ma; LAD Helicosphaera sellii, 1.34 Ma; LAD Calcidiscus macintyrei, 1.47 Ma; FAD Gephyrocapsa oceanica, 1.53 Ma; FAD Gephyrocapsa caribbeanica, 1.80 Ma; LAD Discoaster brouweri, 2.03 Ma; LAD Discoasterpentaradiatus, 2.31 Ma; LAD Discoaster surculus, 2.42; LAD Discoaster tamalis, 2.77 Ma; LAD Sphenolithus abies, 3.44 Ma; and LAD Reticulofenestra pseudoumbilica, 3.44 Ma.

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Quaternary sediments were recovered at all five sites drilled during Ocean Drilling Program (ODP) Leg 189 in the Tasmanian Gateway. Two of these sites lie north of the present-day Subtropical Front (STF), and three sites lie south of the STF. Quaternary sediments recovered at Sites 1168, 1170, 1171, and 1172 were studied in detail to determine the calcareous nannofossil biostratigraphy and construct an age model for these sediments. The Pliocene/Pleistocene boundary was identified by the last occurrence (LO) of Discoaster brouweri at Site 1172 and approximated by the LO of Calcidiscus macintyrei at the other sites because of a lack of discoasterids. A hiatus encompassing the entire Helicosphaera sellii Zone was tentatively identified at Sites 1168 and 1172 by the coincident LOs of C. macintyrei and H. sellii. Similar hiatuses have been noted at ODP Site 1127 on the Great Australian Bight, Deep Sea Drilling Project Site 282 off the Tasman subcontinent, and ODP Site 1165 in Prydz Bay, Antarctica.

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A total of 21 calcareous nannofossil datums was found in the upper Pliocene and Quaternary sediments recovered from the ocean floor of the North Atlantic during DSDP Leg 94. These datums were correlated to magnetostratigraphy, and ages were estimated by interpolation between magnetic reversals. Calcareous nannofossil assemblages from 549 samples recovered during ODP Leg 117 were studied in order to estimate the age of the sediments of Sites 720, 721, 722, and 731 drilled at the Indus Fan and the Owen Ridge in the Arabian Sea, Indian Ocean. We also showed that the datums above mentioned can be traced into the Indian Ocean. Two new species, namely Helicosphaera omanica and Reticulofenestra ampla, are described.

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Supplementum Historiae dynastiarum in quo orientalis series ..., con port. propia, 368 p.

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Mode of access: Internet.

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Gli organismi vegetali mostrano una notevole capacità di adattamento alle condizioni di stress e lo studio delle componenti molecolari alla base dell'adattamento in colture cerealicole di interesse alimentare, come il frumento, è di particolare interesse per lo studio di varietà che consentano una buona produzione con basso input anche in condizioni ambientali non ottimali. L'esposizione delle colture cerealicole a stress termico durante determinate fasi del ciclo vitale influisce negativamente sulla resa e sulla qualità, a questo fine è necessario chiarire le basi genetiche e molecolari della termotolleranza per identificare geni e alleli vantaggiosi da impiegare in programmi di incrocio volti al miglioramento genetico. Numerosi studi dimostrano il coinvolgimento delle sHSP a localizzazione cloroplastica (in frumento sHSP26) nel meccanismo di acquisizione della termotolleranza e la loro interazione con diverse componenti del fotosistema II (PSII) che determinerebbe un’azione protettiva in condizioni di stress termico e altri tipi di stress. Lo scopo del progetto è quello di caratterizzare in frumento duro nuove varianti alleliche correlate alla tolleranza a stress termico mediate l'utilizzo del TILLING (Target Induced Local Lesion In Genome), un approccio di genetica inversa che prevede la mutagenesi e l'identificazione delle mutazioni indotte in siti di interesse. Durante la tesi sono state isolate e caratterizzate 3 sequenze geniche complete per smallHsp26 denominate TdHsp26-A1; TdHsp26-A2; TdHsp26-B1 e un putativo pseudogene denominato TdHsp26-A3. I geni isolati sono stati usati come target in analisi di TILLING in due popolazioni di frumento duro mutagenizzate con EMS (EtilMetanoSulfonato). Nel nostro studio sono stati impiegati due differenti approcci di TILLING: un approccio di TILLING classico mediante screening con High Resolution Melting (HRM) e un approccio innovativo che sfrutta un database di TILLING recentemente sviluppato. La popolazione di mutanti cv. Kronos è stata analizzata per la presenza di mutazioni in tutti e tre i geni individuati mediante ricerca online nel database di TILLING, il quale sfrutta la tecnica dell’exome capture sulla popolazione di TILLING seguito da sequenziamento ad alta processività. Attraverso questa tecnica sono state individuate, nella popolazione mutagenizzata di frumento duro cv. Kronos, 36 linee recanti mutazioni missenso. Contemporaneamente lo screening con HRM, effettuato su 960 genotipi della libreria di TILLING di frumento duro cv. Cham1 ha consentito di individuare mutazioni in una regione di 211bp di interesse funzionale del gene TdHsp26-B1, tra le quali 3 linee mutanti recanti mutazioni missenso in omozigosi. Alcune mutazioni missenso individuate sui due geni TdHsp26-A1 e TdHsp26-B1 sono state confermate in vivo nelle piante delle rispettive linee mutanti generando marcatori codominanti KASP (Kompetitive Allele Specific PCR) con cui è stato possibile verificare anche il grado di zigosità di tali mutazioni. Al fine di ridurre il numero di mutazioni non desiderate nelle linee risultate più interessanti, è stato eseguito il re-incrocio dei mutanti con i relativi parentali wild type ed inoltre sono stati generati alcuni doppi mutanti che consentiranno di comprendere meglio i meccanismi molecolari presieduti da questa classe genica. Gli individui F1 degli incroci sono stati poi genotipizzati con i medesimi marcatori KASP specifici per la mutazione di interesse per verificare la buona riuscita dell’incrocio. Questo approccio ha permesso di individuare ed implementare risorse genetiche utili ad intraprendere studi funzionali relativi al ruolo di smallHSP plastidiche implicate nella acquisizione di termotolleranza in frumento duro e di generare marcatori potenzialmente utili in futuri programmi di breeding.