998 resultados para W830 Prose Writing


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La tesi è incentrata sull'analisi dell'organizzazione retorica della prosa di Giorgio Manganelli, indagando il sistema ritmico attraverso il quale l'autore è in grado di creare un fluire sintattico che sfugge alle classificazioni di genere. Per Manganelli, infatti, il linguaggio è solamente organizzazione di se stesso, e perciò la scrittura ruota attorno a un centro narrativo vuoto, dissimulando l'assenza di necessità. Egli è un retore puntuale dotato di una straordinaria abilità compositiva, che gli consente di mettere in scena l'ambiguità insita nella retorica. Per affrontare questa analisi è stato opportuno avvalersi della critique du rythme ideata da Henri Meschonnic, a partire dalle riflessioni di Emile Benveniste sul concetto eracliteo di ritmo, poiché essa fornisce una prospettiva duttile, dinamica e svincolata da pregiudizi critici. Meschonnic infatti considera il ritmo non come schema metrico ma in quanto organizzazione del senso nel discorso, volto alla signifiance del testo. In quest'ottica si è tentato di costruire un percorso attraverso le opere di Manganelli per descrivere il sistema retorico su cui si fonda la sua scrittura, a partire dai materiali del suo laboratorio (poesie, prose, appunti di diario, scambi epistolari) fino all'ideazione di discorsi pseudo-teologici che si presentano come allegoria stessa della scrittura. Si sono analizzati in particolare la trasposizione letteraria della tecnica musicale della variazione in Nuovo commento (1969), e il ritmo del periodo ipotetico in Rumori o voci (1987), testo emblematico della ricerca di Manganelli sulle potenzialità del linguaggio. Infine la prosa manganelliana è stata messa a confronto con quella di altri importanti autori italiani del Novecento (Pavese, Gadda, Camporesi, Celati), al fine di comparare tra loro diverse organizzazioni ritmiche del linguaggio, e ricollocando così Manganelli al centro del panorama letterario italiano con tutta la sua eversiva marginalità.

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This thesis proposes a translation from Persian into Italian and English of an ancient Persian epic called Shahname, or literally “The Book of Kings,” by Ferdosi, first published in the 11th century CE. The translation proposed, however, is not based on the original book by Ferdosi, which is written all in verse, but rather, an edited, shorter, and simplified version written in prose, by Mohamad Hosseini, first published in 2013. Nonetheless, in his version, Hosseini included some of the verses from the original poems in order to show the value and the beauty of Ferdosi’s writing. Many translations of Ferdosi’s book have been made into English, but only one translation has been made into Italian, by one Italo Pizzi, in 8 volumes, all in verse, in 1886. This thesis analyses and discusses the choices made for the two translations presented into English and Italian. My project is not only to propose translations of Hosseini’s version, but to also introduce the reader to the Persian culture, and to the life of the most famous Iranian epic writer, Ferdosi, and his masterpiece, Shahname.

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