984 resultados para La Casa Amarilla


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Texto leído en la presentación de los libros premiados en la convocatoria del Premio de Poesía Tomás Morales 2004, en la Casa Tomás Morales de Moya el 21 de octubre de 2005

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Grabación de La Casa Canaria de La Habana

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Grabación de La Casa Canaria de La Habana

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Programa de doctorado: Habitar la casa: arte y arquitectura.

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[EN] There are an estimated 1030 viruses in the world oceans, the majority of which are phages (viruses that infect bacteria). Extensive research has demonstrated the significant influence of marine phages on microbial abundance, community structure, genetic exchange and global biogeochemical cycles. In this thesis, we contribute to increase the knowledge about the ecological role of viruses in marine systems, but also we aimed to provide a better understanding about the interactions between phages and their hosts and the genetic pool and biogeography of some the isolated phages genomes.

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[ES]El proyecto Hipertexto de Pérez Galdós: el epistolario (HPGE) es un iniciativa digital que se propone ofrecer a los investigadores en general la riqueza del patrimonio documental del epistolario de Benito Pérez Galdós que conserva la Casa-Museo del autor en Las Palmas de Gran Canaria. Para ello el HPGE ha supuesto la elaboración de una herra- mienta informática que lo convierte en utilizable desde un número amplísimo de perspectivas

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La ricerca si pone come obbiettivo principale quello di individuare gli strumenti in grado di controllare la qualità di una progettazione specifica che risponde alle forti richieste della domanda turistica di un territorio. Parte dalle più semplici teorie che inquadrano una costante condizione dell’uomo, “il VIAGGIARE”. La ricerca si pone come primo interrogativo quello definire una “dimensione” in cui le persone viaggiano, dove il concetto fisico di spazio dedicato alla vita si è spostato come e quanto si sposta la gente. Esiste una sorta di macroluogo (destinazione) che comprende tutti gli spazi dove la gente arriva e da cui spesso riparte. Pensare all'architettura dell’ospitalità significa indagare e comprendere come la casa non è più il solo luogo dove la gente abita. La ricerca affonda le proprie tesi sull’importanza dei “luoghi” appartenenti ad un territorio e come essi debbano riappropriarsi, attraverso un percorso progettuale, della loro più stretta vocazione attrattiva. Così come si sviluppa un’architettura dello stare, si manifesta un’architettura dello spostarsi e tali architetture si confondono e si integrano ad un territorio che per sua natura è esso stesso attrattivo. L’origine terminologica di nomadismo è passaggio necessario per la comprensione di una nuova dimensione architettonica legata a concetti quali mobilità e abitare. Si indaga pertanto all’interno della letteratura “diasporica”, in cui compaiono le prime configurazioni legate alla provvisorietà e alle costruzioni “erranti”. In sintesi, dopo aver posizionato e classificato il fenomeno turistico come nuova forma dell’abitare, senza il quale non si potrebbe svolgere una completa programmazione territoriale in quanto fenomeno oramai imprescindibile, la ricerca procede con l’individuazione di un ambito inteso come strumento di indagine sulle relazioni tra le diverse categorie e “tipologie” turistiche. La Riviera Romagnola è sicuramente molto famosa per la sua ospitalità e per le imponenti infrastrutture turistiche ma a livello industriale non è meno famosa per il porto di Ravenna che costituisce un punto di riferimento logistico per lo scambio di merci e materie prime via mare, oltre che essere, in tutta la sua estensione, caso di eccellenza. La provincia di Ravenna mette insieme tutti i fattori che servono a soddisfare le Total Leisure Experience, cioè esperienze di totale appagamento durante la vacanza. Quello che emerge dalle considerazioni svolte sul territorio ravennate è che il turista moderno non va più in cerca di una vacanza monotematica, in cui stare solo in spiaggia o occuparsi esclusivamente di monumenti e cultura. La richiesta è quella di un piacere procurato da una molteplicità di elementi. Pensiamo ad un distretto turistico dove l’offerta, oltre alla spiaggia o gli itinerari culturali, è anche occasione per fare sport o fitness, per rilassarsi in luoghi sereni, per gustare o acquistare cibi tipici e, allo stesso tempo, godere degli stessi servizi che una persona può avere a disposizione nella propria casa. Il percorso, finalizzato a definire un metodo di progettazione dell’ospitalità, parte dalla acquisizione delle esperienze nazionali ed internazionali avvenute negli ultimi dieci anni. La suddetta fase di ricerca “tipologica” si è conclusa in una valutazione critica che mette in evidenza punti di forza e punti di debolezza delle esperienze prese in esame. La conclusione di questa esplorazione ha prodotto una prima stesura degli “obbiettivi concettuali” legati alla elaborazione di un modello architettonico. Il progetto di ricerca in oggetto converge sul percorso tracciato dai Fiumi Uniti in Ravenna. Tale scelta consente di prendere in considerazione un parametro che mostri fattori di continuità tra costa e città, tra turismo balneare e turismo culturale, considerato quindi come potenziale strumento di connessione tra realtà spesso omologhe o complementari, in vista di una implementazione turistica che il progetto di ricerca ha come primo tra i suoi obiettivi. Il tema dell’architettura dell’ospitalità, che in questo caso si concretizza nell’idea di sperimentare l’ALBERGO DIFFUSO, è quello che permette di evidenziare al meglio la forma specifica della cultura locale, salvandone la vocazione universale. La proposta progettuale si articola in uno studio consequenziale ed organico in grado di promuovere una riflessione originale sul tema del modulo “abitativo” nei luoghi di prossimità delle emergenze territoriali di specifico interesse, attorno alle quali la crescente affluenza di un’utenza fortemente differenziata evidenzia la necessità di nodi singolari che si prestino a soddisfare una molteplicità di usi in contesti di grande pregio.

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[ES] Las líneas generales de la larga y compleja historia volcánica de las islas Canarias son bien conocidas (IIartung, 1857; IIausen, 1956 a 1973; Fuster et d., 1968 a la actualidad; Rothe, 1974;Schmincke, 1976). Sin embargo, los depósitos marinos antiguos de abundante contenido fósil, conocidos y estudiados parcialmente desde el siglo pasado, se han interpretado incorrectamente (Crofts, 1967 ; Lecointre, Tinkler y Richards, 1967 ; Klug, 1968; Müller y Tietz, 1975). La cronologia geológica del archipiélago se basaba al principio sólo en los datos paleontol6gicos (Lyell, 1864; Rothpletz y Simonelli, 1890). Hoy, con las dataciones radiomPtricas y el estudio del paleornagnetismo (Abdel Monen et al., 1971, 1972; Rona y NorwaId, 1970; Lietz y Schemincke, 1975; Mac Dougall y Schmincke, 1977), se ha minusvalorado la paleontología, quizá por medir el tiempo con una precisión menos espectacular, aunque no siempre menos exacta.

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[ES] Los depósitos marinos fosilíferos de Fuerteventura y Lanzarote habían sido interpretados por los autores como diferentes niveles del Cuaternario. Los Neogastrópodos colectados pertenecen al Plioceno inferior (Murex conglobatus, Nucella plessisi, Ancilla glandiformis, Conus pelagicus y Conus mercati) y al Pleistoceno superior (Murex saxatilis, Thais haemastoma, Harpa rosea, Conus papilionaceus, Conus mediterraneus y Conus testudinarius). Confirman un carácter muy cálido, ya revelado por los Strombus coronatus y los Strombus bubonius (Meco, 1977), que permiten relacionarlos respectivamente con un episodio evidenciado en el paleoclima del Plioceno y con el «Ultimo interglacial». La posición de los depósitos en relación con basaltos datados radiométricamente (Meco y Stearns, 1981) y paleomagnéticamente (Fuster y Carracedo, 1979) y con dataciones U-Th en curso (Pomel y Meco) dan un interés especial a la determinación paleontológica.