1000 resultados para Gargallo, Tommaso, marchese di Castellentini, 1760-1842.
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L'obésité est un problème de santé qui augmente fortement dans tous les pays industrialisés. L'obésité infantile suit la même tendance vers le haut. Ce travail traite de l'éducation nutritionnelle adaptée aux enfants de 8 à 12 ans. Deux instruments pédagogiques sont présentés : le premier consiste en un conte qui révèle l'importance de l'alimentation pour la santé, le rôle que les différents aliments jouent dans le corps et les règles pour avoir une alimentation équilibrée; le deuxième est un jeu de société dont le but est de composer des repas équilibrés.
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Nel contributo è pubblicata la prima redazione conosciuta dell'Orazione con cui Giovanni della Casa nel 1549 chiese all'imperatore Carlo V la restituzione di Piacenza ai Farnese, loro sottratta dopo l'uccisione di Pier Luigi nel 1547. L'edizione documenta l'elaborazione d'autore con un apparato evolutivo del testo trasmesso dal manoscritto Vaticano Chigiano O vi 80. This article provides an edition of the first known version of Giovanni della Casa's request to the Emperor Charles V (1549) for the restitution of Piacenza to the Farnese family after Pier Luigi's murder in 1547. This edition documents the Author's working out with an evolutional apparatus of the text transmitted by the manuscript Chigiano O vi 80.
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Antonio Brocardo è ricordato per essere entrato in polemica con Pietro Bembo, suscitando clamore e indignazione. Le fonti antiche sulla vita del Bembo lo descrivono come un folle intento a distruggere qualcosa che non riusciva bene a comprendere Vitaliani lo definisce, nel titolo della sua monografia del 1902 (l'unica fino ad ora dedicata al poeta), «vittima del bembismo», probabilmente risentendo dei pesanti giudizi sul cardinale già presenti in Leopardi e poi nel De Sanctis. Eppure, già a partire da Croce, si cerca di ricostruire in maniera meno pregiudizievole la figura del poeta veneziano, considerando più da vicino i testi pervenuti. Ci si trova, però, di fronte ad uno scarto imponente: la tradizione lo vuole opposto al bembismo, mentre la lirica brocardiana non sembra per molti aspetti differenziarsi così platealmente dal canone bembesco, a giudizio di molte storie letterarie. Questa nuova edizione mira: a ricostruire scrupolosamente la biografia del poeta, l'ambiente frequentato ed i rapporti con altri poeti/intellettuali del suo tempo; a fare finalmente chiarezza sulle polemiche che videro il giovane veneziano come protagonista, a partire dalle fonti contemporanee (correggendo quanto riportato dalle biografìe del Bembo o dalle storie letterarie); a fornire un adeguato commento alle sue rime, dopo aver ristabilito un sicuro testo critico; a fare maggior chiarezza sul rapporto tra Brocardo ed il furbesco letterario; a collocare il poeta in una ben determinata fase del petrarchismo.
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La tesi descrive il fenomeno di ricezione del mito faustiano all'interno della tradizione letteraria italiana di Otto e Novecento (1808-1945) nel suo sviluppo diacronico, individuando i nodi processuali emergenti ritenuti sistematici accanto alle tipologie predominanti della risposta testuale e alle più proficue rifunzionalizzazioni letterarie. La storia del mito di Faust è stata considerata aristotelicamente nella sua natura complessa ed evolutiva di fabula rinarrata, e di volta in volta risemantizzata in nuovi sistemi di valori, estetici e ideologici. Ma soprattutto in nuovi sistemi testuali. Scopo primario è stato infatti quello di comprendere come il mito di Faust sia entrato dentro alla cultura letteraria italiana e come abbia agito al suo interno, interferendo con essa. Naturalmente lo scambio e gli sviluppi hanno investito in modo reciproco e la tradizione accogliente e il mito stesso, producendo un allargamento esegetico delle sue possibilità semantiche: è infatti emersa una storia testuale che tematizza nel tempo il medesimo mito lungo assi interpretative anche estremamente divergenti. La ricerca ha portato alla scoperta di una ricca testualità rimossa dal canone della storia della letteratura italiana, anche se spesso prevalgono i testi-documento sui testi esteticamente più validi e significativi in sé; si tratta di una testualità talmente quantitativamente ricca da invitare ad un ripensamento qualitativo del fenomeno generale. Il mito di Faust, per due secoli percepito dalla critica dominante come distante ed estraneo alla cultura letteraria italiana, è invece riuscito ad entrare nella tradizione letteraria italiana, anche se attraverso modalità molto controverse: in linea di massima è potuto passare dal canone statico al canone dinamico laddove ha saputo influenzare e stimolare nuove vie significative di sviluppo formale. Il confronto della cultura letteraria italiana con il mito di Faust è stato in effetti caratterizzato subito da un doppio movimento discratico di rifiuto e dialogo. Il principale fattore di rifiuto è stato di carattere culturale: la difficoltà ad accettare un equilibrio fatto non di antitesi risolte in una sintesi ma di polarità aperte, irrisolte, in perpetuo bilanciamento, anche a livello formale reso in una tragedia franta in scene apparentemente autonome, divisa in due parti così diverse e chiusa da un lieto fine, mal si confaceva ai diffusi canoni classicisti di equilibrio formale, nonché alle esigenze romantiche di poesia moralmente chiara nel suo messaggio. Da qui le diffuse accuse di scarsa chiarezza e ambiguità morale, che andavano direttamente ad incontrarsi e sommarsi con i pregiudizi più propriamente teologico- religiosi di estraneità a quel mito nato come saga luterana dichiaratamente anti-papale. La condanna di carattere moralistico-cattolico risulta nei fatti propria più di certa cultura che non del largo pubblico che invece nel corso dell'Ottocento dimostra di gradire le versioni per musica e balletto di argomento faustiano, per quanto semplificata ed edulcorate rispetto alla leggenda originaria così come rispetto alla tragedia goethiana. Rispetto a tutti questi elementi di resistenza e rifiuto l'opera Mefistofele di Boito si presenta come snodo di opposizione consapevole e riferimento duraturo d'interrogazione critica. La principale linea di avvicinamento invece tra la cultura letteraria italiana e il mito di Faust resta quella del parallelo, già ideato dagli stessi intellettuali tedeschi d'inizio Ottocento, con l'opera ritenuta massima nel nuovo canone nazionale italiano da fine Settecento ad oggi: la Divina Commedia. Tanta critica, almeno fino alla metà del XX secolo, si rifà più o meno esplicitamente a questo parallelo pregiudiziale e testualmente piuttosto infondato ma molto produttivo, come si è attestato, a livello creativo. Questa ricostruzione ha voluto nel suo complesso dimostrare sul campo il valore di questo macrotesto faustiano come una delle vie maestre della dialettica tra tradizione e modernità, ancor più significativa nell'ambito di una cultura letteraria come quella italiana che, dopo l'estinguersi della sua centralità in epoca rinascimentale, si è rivelata particolarmente resistente al dialogo con le altre letterature fino al pieno Novecento.
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Tämä yksityiskohtainen Rooman kaupungin kartta on kuuluisa kaupunkihistorian ja -suunnittelun klassikko. Kartan tekijä Nolli (ca. 1692-1756) aloitti työnsä 1736 ja työskenteli 12 vuotta tutkien ja mitaten tarkasti kaupungin rakennukset, tontit, ja rakenteet. Lopputuloksensa syntyi Nuova pianta di Roma, usein vain Pianta grandeksi kutsuttu. Nolli määrittelee kaupungin paikat sen mukaan, ovatko ne julkisia tai puolijulkisia. Kaupungin vanhat ja modernit monumentit, kirkot, teatterit, puutarhat, torit, kadut ja pasaasit, joihin yleisöllä on pääsy, kuvataan valkoisella, yksityiset tilat on sävytetty tumman harmaiksi. Julkisiin rakennuksiin liittyvät arkkitehtuurisuunnitelmat on liitetty niiden oheen. Mukana on myös antiikin arkeologisten tilojen suunnitelmia, kuten Diokletianuksen kylpylät ja Colosseum, joiden kohdalla restauroidut osat on merkitty valkoisella. Kartta siis dokumentoi Rooman kulttuurisen ja taiteellisen tilan 1700-luvulla, aikana jolloin Rooma oli eurooppalaisen intelligentsian Grand Tourien määränpää.
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La presente tesi di ricerca si propone di studiare la danza della sarabanda come capolavoro di musica, retorica e poesia in tre delle Sechs Partiten für klavier di J. S. Bach (BWV 825-830). Lo studio svolto è fondamentalmente di tipo retorico: permette di individuare e interpretare la struttura oratorialepoetica del discorso letterario-musicale nelle tre danze scelte e di imarcarne i suoi aspetti più salienti di ritmica e ornatus. L’approccio permette di osservare, con uno sguardo di comparazione, la presenza di un percorso retorico comune alle tre sarabande, che evolve con gradualità, differenziandole nettamente: ciò riesce a valorizzare a pieno la danza nella sua forza ed efficacia espressiva, che la rende di fatto il movimento di massima commozione di ogni Partita.
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r1951, Perpignan, Casals Festival.
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Pons, Lily (Lucia) ; Votipka, Thelma (Alisa) ; Tucker, Richard (Edgardo) ; Hayward, Thomas (Arturo) ; McCracken, James (Normanno) ; Guarrera, Frank (Enrico) ; Scott, Norman (Raimondo) ; Chorus and Orchestra of the Metropolitan Opera Association, Cleva, Fausto, joht.
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Quan l’any 1602 el pintor i tractadista Federico Zuccari publicà L’Ideade’pittori, scultori et architetti, Caravaggio ja havia radicalitzat el seu llenguatge versun fort naturalisme, al qual afegia un tractament de forts contrastos lumínics patent enl’obra, dos anys més tardana, que inaugura la mostra: La verge de Loreto, tambéconeguda com la Verge del peregrins. Davant el procés creatiu de Zuccari basat en laIdea, es a dir el disegno interno de bellesa, Caravaggio pren la realitat com a modeltrencant així amb el manierisme reformat que, a la Roma papal, te la seva plasmació al’Oratori dels Gonfalone on el citat tractadista hi va participar. D’altra banda la novamanera caravaggesca es contraria a la proposada per Annibale Carracci al programa dela Galeria Farnese i, alhora, per la defensada per tota la tractadística italiana del segleXVII, des de Giovanni Battista Agucchi, en el seu Tractat de la pintura(1607-1615),fins a Giovan Pietro Bellori en el seu discurs L’Idea del pittore, dello scultore edell’architetto, scelta dalle bellezze naturali superiore alla natura que seguint els vellsprincipis de la Poètica defensen que l’obra d’art ha de tenir versemblança, ha d’imitar els millors i pot corregir la realitat. No es estrany, doncs, que Agucchi posi comexemple a seguir l’art d’Annibale Carracci i que compari a Caravaggio amb l’escultorgrec Demetri, que va seguir tant al peu de la lletra la semblança que no va tenirconsideració per la bellesa.