981 resultados para Saramago, José, 1922-2010. Memorial do convento
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[ES] Orden del acto: Apertura del acto por Don José Regidor García, Rector de la ULPGC. Lectura de la Memoria de Investigación del curso 2008-2009 a cargo de Don Fernando Real Valcárcel, Vicerrector de Investigación. Investidura de los nuevos doctores. Conferencia a cargo de Don Sergio Moreno, profesor de investigación del CSIC. Premios extraordinarios de doctorado. Premios a las mejores tesis doctorales patrocinados por la Caja de Canarias. Reconocimiento al Grupo de investigación SIANI Ingeniería computacional por su trayectoria universitaria. Palabras del Rector.
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[ES] Apertura a cargo del Excmo. Sr. Presidente del Gobierno de Canarias. Lectura del resumen de la Memoria del curso 2008-2009 por la Secretaria General de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria. Lección inagural "La interpretación del negocio jurídico" a cargo del Dr. D. Ignacio Díaz de Lezcano Sevillano. Reconocimiento al personal de la ULPGC por sus años de servicio. Entrega de la Medalla de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria a D. Lizardo Martell Cárdenes. Discurso del Dr. D. José Regidor García, Rector Magnífico de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria. Programa musical con obras de Elgar, Massenet, Bloch y Saraste, interpretadas por Carlos Alberto Parra (violín) y Juan Francisco Parra (piano)
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Programa de doctorado: Avances en Traumatología, Medicina del Deporte y Cuidados de Heridas.
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Prima di procedere con il progetto sono state fatte sezioni storiche dell’area, in epoche indicative, per comprendere quelle che sono le invarianti e le caratteristiche di tale tessuto. Da qui si è dedotto lo schema generatore dell’insediamento che parte dall’identificazione degli assi viari (pedonali e carrabili) già presenti nell’area, che fanno diretto riferimento allo schema cardo-decumanico generatore dell’impianto angioino della città. Con il tracciamento si individuano gli isolati base, che con variazioni formali e tipologiche hanno originato gli edifici di progetto. I corpi di fabbrica generatori della planimetria, dialogano e rimangono a stretto contatto con i pochi edifici agibili, per i quali sono previsti consolidamenti e ristrutturazioni, qualora necessari. Inevitabile è stato il confronto con l’orografia, prestando particolare attenzione a non annullare con l’inserimento degli edifici il dislivello presente, ma lasciarlo percepire chiaramente: l’attacco a terra di ogni edificio avviene gradualmente, passando dai due piani fuori terra a monte ai tre, quattro a valle. Ovviamente non tutti gli assi sono stati trattati allo stesso modo, ma conseguentemente alla loro funzione e carattere di utilizzo. Analizzando la struttura viaria dell’intera area, si presentano schematicamente due anelli di circonvallazione del centro urbano: uno più esterno, di più recente costruzione, rappresentato da via XX Settembre, e uno più vecchio, che rimane rasente al centro storico, costituito dal viale Duca Degli Abruzzi, che prosegue in viale Giovanni XXIII e termina nel viadotto Belvedere. Quest’ultimo asse rappresenta sicuramente un importante collegamento cittadino, sia per la vicinanza al centro, sia per le porzioni di città messe in comunicazione; nonostante ciò il viadotto ha subito, all’altezza di viale Nicolò Persichetti, uno smottamento dopo il 6 aprile, ed essendo un elemento di scarso valore architettonico e spaziale, la sua presenza è stata ripensata. Compiendo una deviazione su via XX Settembre al termine di viale Duca Degli Abruzzi, che va a sfruttare la già presente via Fonte Preturo, non si va a rivoluzionante l’odierno assetto, che confluisce comunque, qualche centinaio di metri dopo, in via XX Settembre è si eliminano le connotazioni negative che il viadotto avrebbe sul rinnovato ingresso al centro storico. La vivibilità tende a favorire così collegamento e all’eterogeneità degli spazi più che la separazione fisica e psicologica: il concetto di città fa riferimento alla vita in comune; per favorirla è importante incentivare i luoghi di aggregazione, gli spazi aperti. Dalle testimonianze degli aquilani la vita cittadina vedeva il centro storico come principale luogo d’incontro sociale. Esso era animato dal numeroso “popolo” di studenti, che lo manteneva attivo e vitale. Per questo nelle intenzioni progettuali si pone l’accento su una visione attiva di città con un carattere unitario come sostiene Ungers3. La funzione di collegamento, che crea una struttura di luoghi complementari, può essere costituita dal sistema viario e da quello di piazze (luoghi sociali per eccellenza). Via Fontesecco ha la sua terminazione nell’omonima piazza: questo spazio urbano è sfruttato, nella conformazione attuale, come luogo di passaggio, piuttosto che di sosta, per questo motivo deve essere ricalibrato e messo in relazione ad un sistema più ampio di quello della sola via. In questo sistema di piazze rientra anche la volontà di mettere in relazione le emergenze architettoniche esistenti nell’area e nelle immediate vicinanze, quali la chiesa e convento dell’Addolorata, Palazzo Antonelli e la chiesa di San Domenico (che si attestano tutte su spazi aperti), e la chiesa di San Quinziano su via Buccio di Ranallo. In quest’ottica l’area d’intervento è intesa come appartenente al centro storico, parte del sistema grazie alla struttura di piazze, e allo stesso tempo come zona filtro tra centro e periferia. La struttura di piazze rende l’area complementare alla trama di pieni e vuoti già presente nel tessuto urbano cittadino; la densità pensata nel progetto, vi si accosta con continuità, creando un collegamento con l’esistente; allontanandosi dal centro e avvicinandosi quindi alle più recenti espansioni, il tessuto muta, concedendo più spazio ai vuoti urbani e al verde. Via Fontesecco, il percorso che delimita il lato sud dell’area, oltre ad essere individuata tra due fronti costruiti, è inclusa tra due quinte naturali: il colle dell’Addolorata (con le emergenze già citate) e il colle Belvedere sul quale s’innesta ora il viadotto. Questi due fronti naturali hanno caratteri molto diversi tra loro: il colle dell’Addolorata originariamente occupato da orti, ha un carattere urbano, mentre il secondo si presenta come una porzione di verde incolto e inutilizzato che può essere sfruttato come cerniera di collegamento verticale. Lo stesso declivio naturale del colle d’Addolorata che degrada verso viale Duca Degli Abruzzi, viene trattato nel progetto come una fascia verde di collegamento con il nuovo insediamento universitario. L’idea alla base del progetto dell’edilizia residenziale consiste nel ricostruire insediamenti che appartengano parte della città esistente; si tratta quindi, di una riscoperta del centro urbano e una proposta di maggior densità. Il tessuto esistente è integrato per ottenere isolati ben definiti, in modo da formare un sistema ben inserito nel contesto. Le case popolari su via Fontesecco hanno subito con il sisma notevoli danni, e dovendo essere demolite, hanno fornito l’occasione per ripensare all’assetto del fronte, in modo da integrarlo maggiormente con il tessuto urbano retrostante e antistante. Attualmente la conformazione degli edifici non permette un’integrazione ideale tra i percorsi di risalita pedonale al colle dell’Addolorata e la viabilità. Le scale terminano spesso nella parte retrostante gli edifici, senza sfociare direttamente su via Fontesecco. Si è quindi preferito frammentare il fronte, che rispecchiasse anche l’assetto originario, prima cioè dell’intervento fascista, e che consentisse comunque una percezione prospettica e tipologica unitaria, e un accesso alla grande corte retrostante. Il nuovo carattere di via Fontesecco, risultante dalle sezioni stradali e dalle destinazioni d’uso dei piani terra degli edifici progettuali, è quello di un asse commerciale e di servizio per il quartiere. L’intenzione, cercando di rafforzare l’area di progetto come nuovo possibile ingresso al centro storico, è quella di estendere l’asse commerciale fino a piazza Fontesecco, in modo da rendere tale spazio di aggregazione vitale: “I luoghi sono come monadi, come piccoli microcosmi, mondi autonomi, con tutte le loro caratteristiche, pregi e difetti, inseriti in un macrocosmo urbano più grande, che partendo da questi piccoli mondi compone una metropoli e un paesaggio”.4[...] Arretrando verso l’altura dell’Addolorata è inserita la grande corte del nuovo isolato residenziale, anch’essa con servizi (lavanderie, spazi gioco, palestra) ma con un carattere diverso, legato più agli edifici che si attestano sulla corte, anche per l’assenza di un accesso carrabile diretto; si crea così una gerarchia degli spazi urbani: pubblico sulla via e semi-pubblico nella corte pedonale. La piazza che domina l’intervento (piazza dell’Addolorata) è chiusa da un edificio lineare che funge da “quinta”, il centro civico. Molto flessibile, presenta al suo interno spazi espositivi e un auditorium a diretta disposizione del quartiere. Sempre sulla piazza sono presenti una caffetteria, accessibile anche dal parco, che regge un sistema di scale permettendo di attraversare il dislivello con la “fascia” verde del colle, e la nuova ala dell’Hotel “Duca degli Abruzzi”, ridimensionata rispetto all’originale (in parte distrutto dal terremoto), che si va a collegare in maniera organica all’edificio principale. Il sistema degli edifici pubblici è completo con la ricostruzione del distrutto “Istituto della Dottrina Cristiana”, adiacente alla chiesa di San Quinziano, che va a creare con essa un cortile di cui usufruiscono gli alunni di questa scuola materna ed elementare. Analizzando l’intorno, gran parte dell’abitato è definito da edifici a corte che, all’interno del tessuto compatto storico riescono a sopperire la mancanza di spazi aperti con corti, più o meno private, anche per consentire ai singoli alloggi una giusta illuminazione e areazione. Nel progetto si passa da due edifici a corti semi-private, chiusi in se stessi, a un sistema più grande e complesso che crea un ampio “cortile” urbano, in cui gli edifici che vi si affacciano (case a schiera e edifici in linea) vanno a caratterizzare gli spazi aperti. Vi è in questa differenziazione l’intenzione di favorire l’interazione tra le persone che abitano il luogo, il proposito di realizzare elementi di aggregazione più privati di una piazza pubblica e più pubblici di una corte privata. Le variazioni tipologiche degli alloggi poi, (dalla casa a schiera e i duplex, al monolocale nell’edilizia sociale) comportano un’altrettanta auspicabile mescolanza di utenti, di classi sociali, età e perché no, etnie diverse che permettano una flessibilità nell’utilizzo degli spazi pubblici.
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Pueden ser las mismas que las incluidas en el Proyecto, pero también pueden aparecer nuevas actividades que no hayan sido previstas originalmente. Esta sección puede ser publicada en la página de la Facultad y de la Universidad. Las actividades realizadas en este período se ajustaron a lo planeado oportunamente en el proyecto y en el primer informe de avance (2010). La existencia en el equipo de becarios, y tesistas de grado y postgrado suponen una diversificación de temas, de trabajos de campo, de viajes a lugares de interés, y de una permanente incorporación de nuevos problemas estrictamente científicos por un lado y prácticos y administrativos por otro. La existencia de los subproyectos : CEDAPPA, CEDEAD, HISTORIA REGIONAL y el proyecto central de síntesis que se cifra en el nombre de la propuesta supone un avance que debe ser considerado en sus partes y en el todo. Por eso los documentos anexos poseen los informes parciales de cada área junto al informe troncal de síntesis.
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La presente investigación forma parte de un ciclo integrado por siete investigaciones precedentes, cuyas referencias están incluidas en el apartado de antecedentes. Dichas investigaciones cuentan con los informes de avance y finales aprobados. Su objetivo principal es conocer y describir la complejidad de la región de frontera estudiada (Triple Frontera entre Argentina, Brasil y Paraguay) ), el núcleo duro de las relaciones directas, y las acciones propias, que desde la región, protagonizan organizaciones y movimientos sociales en relación a las cada vez mas intensas amenazas de intervención militar/”humanitaria”, por parte del poder hegemónico de Estados Unidos y la intensificación de los controles estatales nacionales que responden a las presiones internacionales. ¿Qué lugar ocupa en las estrategias de la hegemonía imperial esta región? y ¿cuales son las respuestas locales tanto en acciones como en representaciones?. El proyecto posee las siguientes sub-áreas con sus respectivos coordinadores a) Centro de estudios de la población paraguaya en Argentina (CEDAPPA); b) Centro de Estudios de Antropología y Derecho (mediante un convenio de cooperación e investigadores adscriptos) y c) Área de estudios de Historia Regional El presente proyecto es la novena etapa de una secuencia que incluye ocho proyectos precedentes del programa de incentivos. Todos, menos el último, fueron bianuales y el octavo, que finalizó en el 2012, trianual. La nómina completa de estos proyectos es la siguiente: Proyectos pertenecientes al Programa de Incentivos: "Integración Regional Fronteriza: sectores vulnerables frente al impacto global. Políticas y acciones alternativas" UNaM, Sec. de Investigación FHCS. 1994-96.Informes de avance y final aprobados. Código: H-16-001 “Hanuin I” (“Hacer nuestra la integración”) En este proyecto se adoptó este nombre general que luego se repitió en toda la secuencia y que proviene de un lema formulado en un encuentro de movimientos sociales de los cuatro países del MERCOSUR.. “Estrategias de una red de movimientos sociales argentinos, brasileños y paraguayos en el marco de la integración regional fronteriza. Factores de cohesión y de conflicto”. Sec. de Invs. y Posgrado, 1996/1998.Informes de avance y final aprobados. Código: H-16-033, “Hanuin II”. “Los movimientos sociales en la integración regional. Relaciones transfronterizas de solidaridad y lucha. La cuestión agraria integral. Secretaría de Investigación y Postgrado, FHYCS, UNaM.1999-2000 Código: H-16-034, “Hanuin III”. “Interacciones transfronterizas, procesos socioculturales emergentes en el contexto de la integración. Los movimientos sociales ante el impacto del Mercosur. (Arg., Br. y Par.) (2001-2002). Código: H-16- 035 “Hanuin IV”. 4 “Procesos transfronterizos complejos: El caso de la Triple Frontera. Movimientos y organizaciones sociales, grupos “bajo sospecha”, control y políticas públicas. (2003-2005). Código: H-16- 135., “Hanuin V”. “Hegemonías y resistencias en el sistema mundo. Estados y procesos transfronterizos. El caso de la Triple frontera. (2006-2007) Código: H-16-198. Incluye el proyecto de Voluntariado CEDAPA. Convenio entre la UNaM (FHYCS) y la Comisión de Verdad y Justicia del Paraguay “Hanuin VI”. “Antropología de los procesos transfronterizos: La Triple Frontera en el sistema mundo. Complejidad y resistencia regional” Incluye el proyecto de Voluntariado CEDAPA. Convenio entre la UNaM (FHYCS) y la Comisión de Verdad y Justicia del Paraguay. (2008-2009). 16-H-245. “Hanuin VII”. “ Antropología de las relaciones transnacionales en las regiones de frontera. Hegemonía y resistencia en el sistema mundo” Incluye el proyecto CEDAPPA, Historia Regional, convenio con el CEDEAD. (2010-2012) “Hanuin VIII”,cod. 16-H-312 La inclusión de esta iformación procura ofrecer a los posibles evaluadores datos sobre la secuencia que hoy finaliza su etapa 2010-2012, pero que se continuará en el proyecto Hanuin IX que ya fue presentado. Tambien se abre una nueva instancia con la formulación de un programa que convierte a los subproyectos en proyectos.. Dicho programa lleva por título: “Investigaciónes interdisciplinarias sobre las regiones de frontera. Estado, sistemas socioculturales y terrorios” (2013/15). Una de las conclusiones del proyecto que reseñamos, fue presisamente, la necesidad de ampliar las líneas de investigación con equipos de mayor autonomía que puedan, además, atender las exigencias de creciente incorporación de auxiliares, becarios, tesistas, investigadores adscriptos o invitados.
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Fil: Rotella, María Inés. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Artes y Diseño
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Fil: Mendoza, José María Felipe.
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Fil: Olalla, Marcos. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas
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El objetivo de este trabajo es analizar las crónicas que dos escritores-intelectuales latinoamericanos, el mexicano Justo Sierra y el argentino José Ingenieros, escribieron a raíz de su paso por la ciudad de Roma. Interesa analizar, en particular, la perspectiva de cada uno sobre el espacio visitado y las estrategias retóricas empleadas tanto para representar ese espacio como para adjudicarle una densidad simbólica que es tributaria, en cada autor, de su posición relativa en el campo cultural de su región de procedencia. Asimismo, consideramos relevante detenernos en las afiliaciones intelectuales de cada uno de los escritores, para quienes la visita a esta y otras ciudades europeas es una actividad formativa y de socialización, que amplía un itinerario marcado inicialmente por obligaciones oficiales y académicas (Sierra parte rumbo a Europa como jefe de la delegación mexicana ante el Congreso Social y Económico Hispanoamericano que tuvo lugar en Madrid en 1901; Ingenieros en su carácter de representante argentino en el Congreso Internacional de Psicología que se desarrolló en la misma Roma en 1905). Por último, cabe destacar que los textos aquí abordados se dieron a conocer en publicaciones periódicas de México y Argentina (El Mundo Ilustrado y La Nación, respectivamente).
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El presente trabajo se propone analizar la representación de la ciudad de México que construye José Joaquín Fernández de Lizardi en su periódico El Pensador Mexicano (1812-1814) como contracara de la ciudad letrada (Rama, 1984) y el arcano (Palti, 2005). El objetivo es examinar las descripciones de esta ciudad (sus características, recorridos y recovecos) como indicios y huellas de los cambios que acontecen en el contexto político, social y económico propios de un sistema colonial en decadencia. Para ello, se abordarán escenas y diálogos del periódico tendientes a construir una mirada "descarnada" y "polifónica" sobre la forma de vida en dicho espacio urbano en vistas a ser interpretada a través de distintas categorías de análisis como son las de "vecino/ciudadano" (Guerra, 1999); "Ciudad burguesa criolla" (Romero,2001); "ciudad escrituraria/ ciudad real" (Rama, 1984), "ciudades invisibles" (Calvino,1972) y "secularización literaria" (Foffani, 2010). Estas categorías dialogarán con la perspectiva particular de Fernández de Lizardi como "publicista" (Palti, 2005) y "predicador caústico" (Palazón Mayoral, 2006) dentro de un espacio discursivo nuevo que se va configurando como es el de la opinión pública concebida como modelo jurídico y reino de transparencia