977 resultados para Sholem Aleichem, 1859-1916
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"Explanation of abbreviations of titles of works quoted": p. xi-xx.
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Includes index.
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Includes discussions on slavery, women's rights, education, etc.
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La ricerca ricostruisce alcuni aspetti della vita politica, sociale e culturale di Reggio Emilia a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento. La campagna militare del 1848-49 e le vicende sociali e politiche che l’accompagnarono costituiscono il punto focale di questo lavoro che mette in evidenza come il complesso di quegli avvenimenti operò un mutamento irreversibile nella realtà cittadina, alimentando aspettative e ideali che non poterono più rimanere confinati nel sistema di governo ducale, divenuto asfittico e superato. Dopo una ricognizione generale della storiografia esistente si è evidenziata la necessità di una nuova lettura della storia cittadina che tenesse conto degli approcci metodologici più recenti e di aspetti fino ad oggi trascurati o completamente ignorati, ripartendo dai documenti ed ampliando la quantità e la tipologia delle fonti. E’ stato perciò condotto un incrocio sistematico tra la documentazione d’archivio pubblica (atti di governo, polizia, decreti, chirografi ducali) e le fonti di carattere privato, spesso assolutamente inedite (cronache, diari, epistolari), cercando di mantenere un approccio il più possibile aperto, mostrando una molteplicità di punti di vista e cogliendo il riflesso dei diversi orientamenti politici e personali attraverso la lettura degli avvenimenti cittadini da parte dei diversi testimoni dell’epoca. Coerentemente con i più recenti apporti della storiografia si è voluto sottolineare l’impatto decisivo che le Istituzioni scolastiche ducali, caratterizzate da notevole conformismo e oscurantismo, hanno avuto nella maturazione politica della generazione che ha guidato il Movimento del 1848. Per portare alla luce questi aspetti è stata proposta una rilettura del sistema educativo reggiano dal punto di vista funzionale e culturale, partendo dai ricordi degli ex studenti e dalla verifica della disciplina vigente all’interno di queste istituzioni. Non poteva essere tralasciata anche una profonda revisione della storia della Chiesa di Reggio Emilia durante il Risorgimento, pertanto si è proceduto ad uno spoglio su larga scala della documentazione conservata nell’archivio della Curia vescovile di Reggio Emilia che ha permesso di giungere ad una complessiva rivalutazione del ruolo del vescovo Cattani durante le vicende del 1848, portando alla luce un aspetto fino ad oggi assolutamente sottovalutato. Nella ricostruzione delle condizioni della Provincia sono stati sottolineati soprattutto gli aspetti sociali, ampliando il quadro in cui si sono svolte le vicende attraverso nuove fonti che hanno aiutato a non focalizzare la ricerca soltanto sui ceti dirigenti e sulle personalità di rilievo. Allo stesso modo si sono descritti i luoghi e le persone della città, cercando di tracciare un ritratto il più fedele possibile della realtà urbana attraverso testimonianze di tenore e mentalità differenti da quelle ‘ufficiali’. Per gli eventi del 1848 (e per quelli del 1859-60) è stato consultato un numero cospicuo di fondi conservati presso l’Archivio di Stato di Reggio, a questi si sono aggiunti gli apporti di molte fonti di carattere privato e di documenti inediti conservati presso l’Archivio di Stato di Torino. Il lavoro propone un’analisi approfondita delle vicende cittadine tra il marzo e l’agosto 1848 e apre a nuove considerazioni sia sul municipalismo, come chiave di lettura del movimento unitario, sia sulla creazione del consenso attorno all’unione dei ducati emiliani con il Regno dell’Alta Italia guidato da Carlo Alberto. Fondamentali sono risultati i fondi della Polizia Estense conservati presso l’Archivio di Stato di Reggio Emilia. Per la loro natura e per le caratteristiche del Ducato (in cui lo stesso duca interviene di persona nei provvedimenti di polizia) hanno permesso di tracciare un quadro assolutamente inedito della vita politica e sociale della Provincia, contribuendo ad arricchire ogni aspetto del lavoro di ricerca. Nell’ultima parte del lavoro sono state messe a confronto le informazioni raccolte sui volontari attraverso lo spoglio di tutte le fonti consultate. La ricerca si era precedentemente basata sugli elenchi dei militi compilati dopo l’unificazione nazionale, elenchi nei quali molte delle informazioni relative ai partecipanti delle campagne del 1848-49 erano andate perdute. Procedendo all’incrocio dei dati raccolti dalla polizia estense al momento del ritorno degli volontari in patria con quelli reperiti nei fondi privati, nelle cronache, nella memorialistica e negli epistolari è stato possibile ricostruire un panorama più completo delle diverse tipologie di combattenti e tracciare un quadro che alla fine risulta assai coerente con la situazione politica e sociale descritta nella prima parte della tesi. Per la prima volta vengono documentate le vicende di coloro che non appartenendo alle classi dirigenti cittadine si sono trovati a combattere per una sorta di azzardo personale nutrito di idealismo patriottico oppure perché inquadrati nei battaglioni dell’ex esercito estense passato al servizio del Governo provvisorio. Emergono l’estrema eterogeneità delle motivazioni e dei destini personali dei combattenti e sono portate alla luce alcune interessanti vicende personali e familiari. I dati sono stati raccolti in modalità digitale per la loro futura fruizione on-line che andrà ad aggiornare il database degli “Albi della memoria” curati da ISTORECO. (http://www.albimemoria-istoreco.re.it/).
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Esta tese analisa o papel dos líderes da Igreja católica institucionalizada antes e durante o movimento e guerra do Contestado de 1912 a 1916. Movimento classificado como messiânico-milenarista ocorrido no sul do Brasil numa área litigiosa pleiteada pelos Estados do Paraná e Santa Catarina. Aponta o contexto sócio-econômico-político e religioso que criou condições para que o movimento pudesse emergir. Analisa a formação do catolicismo rústico popular brasileiro e suas expressões na região do Contestado, destacando-se o papel dos monges. Aprofunda a compreensão do catolicismo oficial em processo de romanização e do papel dos frades franciscanos, de suas concepções e práticas na tentativa de enquadrar a religião cabocla dentro dos princípios da reforma. Analisa a reação cabocla diante das mudanças implantadas na região e a explosão da irmandade, denominada Terra Santa , que buscava efetivar uma nova ordem . Aprofunda especialmente o papel dos frades representantes da Igreja católica, tendo em vista dispersar e pacificar o caboclo rebelde e a aliança, que estabeleceram com as forças repressoras, para implantar a ordem e a paz na região contestada, com a conseqüente eliminação radical da irmandade cabocla e de seus redutos .(AU)
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This article analyses the relationship between Orthodoxy and state from the unification of the Principalities of Moldavia and Wallachia in 1859 to the creation of Greater Romania in 1918. Examining the attitudes of political leaders towards the dominant religion, this article argues that during the reigns of Prince Cuza and King Carol I the Church became a state institution closely connected to the development of political regimes. It is suggested that by claiming doctrinal religious connections with Constantinople and independence from foreign intervention in the Church’s affairs, religious and political leaders from 1859 to 1918 amplified the construction of Romanian national mythology which contributed towards the political unity of the state.
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In this work, we investigate the symbolic construction of a particular spatiality, starting from the theoretical assumption that spaces are subjective constructions guided by different cultures, feelings and rationales, but mostly spaces are human constructs driven by social relations, as a result of the material investment and symbol that reflects the needs of a particular society at a given time of historical development. Accordingly, we analyze the construction and symbolic imagery of the central region of Portugal, the Alentejo, from the literary production (1916 – 1930) the English poet Florbela Espanca D'Alma Conception Espanca. Thus, we propose to analyze the florbelian work not only from its internal relations, but also external, emphasizing the link between history, space and literature. Thus, we propose to inquire about the symbolic dimension – the meanings of images and representations – which prompted one of the most controversial Portuguese poets of the early twentieth to look into the poetic construction of space Alentejo century, questioning not only the senses brokered by speech literary Florbela Espanca to invent your Alentejo, adorned with memories, pain and longing, but investigate how the socio-cultural environment influenced your work, in your life and ways to feel and live the Alentejo. To better understand how the poet means the Alentejo spatiality, throughout this work we question three categories of space in the work of Florbela Espanca: the region, the countryside and the landscape of the Alentejo. Thus, this research falls within the field of cultural history in the medical we will work with the entire literary output Florbela Espanca, letters, diaries, photos and biographical and literary criticism, by establishing the time frame of 1916 – beginning of intellectual activity Florbela Spank – the 1930 – publication of Blossom Heath (posthumous) and the suicide of the poet. Therefore, a constant symbolic exercise of words crossed by more subjective feelings of the subject, all the time our work will be guided by the question of what would be the Alentejo for the poet, who senses and meanings across this spatiality that marked so sovereignly happiest memories and sad life Florbela Espanca.
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How to deal with uncomfortable ‘truths’ from the past has long posed problems for historians and politicians alike and this is exemplified by attempts to ‘deal with’ the centenary anniversary of the 1916 Easter Rising in Ireland. How do we recognise the revolutionary ‘heroes’ of the past and their contribution to the building of the new ‘nation’ state to which we may pledge allegiance, without exposing the contradictions inherent in the way that ‘nation’ state has transformed, subverted and indeed corrupted many of the ideas for which they fought? More controversially, how do we honour the actions of revolutionaries in the past which led to death and destruction in pursuance of a grand ideal, while at the same time condemning others today who claim to have been likewise engaged, using similar methods, during the recent ‘Troubles’ (1969-98 and counting)? Attempts by the Irish state to deal with the centenary seem to illustrate the point.