Riqualificazione architettonica ed energetica: il caso del comparto via Torino-via degli Ortolani a Bologna

Effettuando un’analisi della condizione attuale del parco edilizio che costituisce le nostre città e periferie, ciò che si può rilevare è che questo, allo stato attuale, risulta in condizioni di grave degrado tecnologico, energetico, sociale ed architettonico. Diviene pertanto necessario intervenire su questa ampia porzione di città. A tal fine possono essere attuati due metodi di intervento: la trasformazione dell’esistente attraverso la completa sostituzione dei manufatti edilizi, oppure la riqualificazione dell’esistente con opere mirate. Questo secondo modello di intervento ha il pregio di riconoscere il valore culturale del tessuto edilizio esistente, puntando a criteri di sviluppo sostenibile, e guardando ai manufatti esistenti riconoscendone il potenziale economico ed architettonico. Allo stato attuale pertanto la disciplina punta a questo secondo metodo di intervento ricercando soluzioni in grado di modificare le prestazioni dell’edificio fino a renderle soddisfacenti in rapporto alle nuove esigenze ambientali, economiche, del vivere contemporaneo dell’individuo e della collettività nel suo complesso. Tra le opere che possono essere attuate al fine di riqualificare queste preziose aree, oltre a quelle di riqualificazione che mirano al miglioramento del comportamento energetico e della qualità architettonica dell’edificio esistente, si considera anche l’intervento per addizione, che permette la densificazione dei tessuti esistenti attraverso l’aumento del numero di alloggi sociali e l’implementazione dei servizi. In questo modo si va ad implementare e completare la gamma di prestazioni di un manufatto edilizio che non è più in grado di soddisfare tutte quelle esigenze del vivere contemporaneo. Il risultato finale è quindi un sistema edilizio che, grazie all’intervento, può vantare una valorizzazione complessiva del patrimonio immobiliare, grazie agli elevati livelli di prestazione energetica, alle condizioni di vivibilità eccellenti raggiunte e alla migliorata qualità architettonica.

Review of Encyclopedia of White-Collar and Corporate Crime. Ed. by Lawrence M. Salinger. Thousand Oaks, Calif.: Sage, 2004.

Frazier reviews Encyclopedia of White-Collar and Corporate Crime edited by Lawrence M. Salinger.

Criminal Justice. Ed. by Phyllis Gerstenfeld. Pasadena, Calif.: Salem, 2006.

Frazier reviews Criminal Justice edited by Phyllis Gerstenfeld.

Hypercalcemia in the ED: prevalence, etiology, and outcome

The aim of the study was to describe the prevalence, demographic, and clinical characteristics and etiologies of hypercalcemia in emergency department patients.

Determinants of timely management of acute bacterial meningitis in the ED

PURPOSE: The purpose was to study the emergency management of patients with suspected meningitis to identify potential areas for improvement. METHODS: All patients who underwent cerebrospinal fluid puncture at the emergency department of the University Hospital of Bern from January 31, 2004, to October 30, 2008, were included. A total of 396 patients were included in the study. For each patient, we analyzed the sequence and timing for the following management steps: first contact with medical staff, administration of the first antibiotic dose, lumbar puncture (LP), head imaging, and blood cultures. The results were analyzed in relation to clinical characteristics and the referral diagnosis on admission. RESULTS: Of the 396 patient analyzed, 15 (3.7%) had a discharge diagnosis of bacterial meningitis, 119 (30%) had nonbacterial meningitis, and 262 (66.3%) had no evidence of meningitis. Suspicion of meningitis led to earlier antibiotic therapy than suspicion of an acute cerebral event or nonacute cerebral event (P < .0001). In patients with bacterial meningitis, the average time to antibiotics was 136 minutes, with a range of 0 to 340 minutes. Most patients (60.1%) had brain imaging studies performed before LP. On the other hand, half of the patients with a referral diagnosis of meningitis (50%) received antibiotics before performance of an LP. CONCLUSIONS: Few patients with suspected meningitis received antimicrobial therapy within the first 30 minutes after arrival, but most patients with pneumococcal meningitis and typical symptoms were treated early; patients with bacterial meningitis who received treatment late had complex medical histories or atypical presentations.