973 resultados para trigonometria seno coseno Tolomeo Eulero


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O tema a respeito do Filho do Homem foi pesquisado tendo como objetivo a identificação desta expressão com um personagem da história de Israel. Um novo olhar está sendo direcionado para o tema objetivando não mais a identificação de um personagem histórico senão que o desenvolvimento de idéias e re-significação das mesmas através de grupos sociais que projetam suas esperanças num futuro vindouro, em contraste com seu atual estado. O livro do Apocalipse nos capítulo 1, 9-18 contém a figura de um ser misterioso envolto numa simbologia judaica o qual João denomina um como o filho do homem . O aparecimento da expressão Filho do Homem ocorre no Antigo e Novo Testamento, mas também na literatura conhecida como Apocalipses Judaicos. Nos diferentes tipos de relatos encontrados a expressão designando um ser possuidor de atributos, funções e ofícios distintos, sendo que se reporta na maioria delas no sentido de realizar um cenário de julgamento, tendo como base o povo de Israel. O presente trabalho tem como objetivo analisar a expressão utilizada pelo autor de Apocalipse e suas implicações para o pensamento e desenvolvimento da idéia da cristologia do FdH no cristianismo primitivo.

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Não sei qual é o santo protetor dos controladores de vôo, senão oraríamos todos por ele agora.

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INTRODUZIONE: L’integrazione mente-corpo applicata ad un ambito patologico predominante in questi tempi, come il cancro, è il nucleo di questa tesi. Il background teorico entro cui è inserita, è quello della Psiconeuroendocrinoimmunologia (Bottaccioli, 1995) e Psico-Oncologia. Sono state identificate, nella letteratura scientifica, le connessioni tra stati psicologici (mente) e condizioni fisiologiche (corpo). Le variabili emerse come potenzialmente protettive in pazienti che si trovano ad affrontare il cancro sono: il supporto sociale, l’immagine corporea, il coping e la Qualità della Vita, insieme all’indice fisiologico Heart Rate Variability (HRV; Shaffer & Venner, 2013). Il potenziale meccanismo della connessione tra queste variabili potrebbe essere spiegato dall’azione del Nervo Vago, come esposto nella Teoria Polivagale di Stephen Porges (2007; 2009). OBIETTIVI: Gli obiettivi principali di questo studio sono: 1. Valutare l’adattamento psicologico alla patologia in termini di supporto sociale percepito, immagine corporea, coping prevalente e qualità della vita in donne con cancro ovarico; 2. Valutare i valori di base HRV in queste donne; 3. Osservare se livelli più elevati di HRV sono associati ad un migliore adattamento psicologico alla patologia; 4. Osservare se una peggiore percezione dell’immagine corporea e l’utilizzo di strategie di coping disadattive sono associate ad una Qualità della Vita più scarsa. METODO: 38 donne affette da cancro ovarico, al momento della valutazione libere da patologia, sono state reclutate presso la clinica oncologica del reparto di Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Italia. Ad ogni partecipante è stato chiesto di compilare una batteria di test composta da: MSPSS, per la valutazione del supporto sociale percepito; DAS-59, per la valutazione dell’immagine corporea; MAC, per la valutazione delle strategie di coping prevalenti utilizzate verso il cancro; EORTC-QLQ30, per la valutazione della Qualità della Vita. Per ogni partecipante è stato registrato HRV di base utilizzando lo strumento emWave (HeartMath). RISULTATI PRINCIPALI: Rispondendo agli obiettivi 1 e 2, in queste donne si è rilevato una alto tasso di supporto sociale percepito, in particolare ricevuto dalla persona di riferimento. L’area rivelatasi più critica nel supporto sociale è quella degli amici. Per quanto riguarda l’immagine corporea, la porzione di campione dai 30 ai 61 anni, ha delle preoccupazioni globali legate all’immagine corporea paragonabili ai dati provenienti dalla popolazione generale con preoccupazioni riguardo l’aspetto corporeo. Invece, nella porzione di campione dai 61 anni in su, il pattern di disagio verso l’aspetto fisico sembra decisamente peggiorare. Inoltre, in questo campione, si è rilevato un disagio globale verso l’immagine corporea significativamente più alto rispetto ai valori normativi presenti in letteratura riferiti a donne con cancro al seno con o senza mastectomia (rispettivamente t(94)= -4.78; p<0.000001; t(110)= -6.81;p<0.000001). La strategia di coping più utilizzata da queste donne è lo spirito combattivo, seguito dal fatalismo. Questo campione riporta, inoltre, una Qualità della Vita complessivamente soddisfacente, con un buon livello di funzionamento sociale. L’area di funzionalità più critica risulta essere il funzionamento emotivo. Considerando i sintomi prevalenti, i più riferiti sono affaticamento, disturbi del sonno e dolore. Per definire, invece, il pattern HRV, sono stati confrontati i dati del campione con quelli presenti in letteratura, riguardanti donne con cancro ovarico. Il campione valutato in questo studio, ha un HRV SDNN (Me=28.2ms) significativamente più alto dell’altro gruppo. Tuttavia, confrontando il valore medio di questo campione con i dati normativi sulla popolazione sana (Me=50ms), i nostri valori risultano drasticamente più bassi. In ultimo, donne che hanno ricevuto diagnosi di cancro ovarico in età fertile, sembrano avere maggiore HRV, migliore funzionamento emotivo e minore sintomatologia rispetto alle donne che hanno ricevuto diagnosi non in età fertile. Focalizzando l’attenzione sulla ricerca di relazioni significative tra le variabili in esame (obiettivo 3 e 4) sono state trovate numerose correlazioni significative tra: l’età e HRV, supporto percepito , Qualità della Vita; Qualità della Vita e immagine corporea, supporto sociale, strategie di coping; strategie di coping e immagine corporea, supporto sociale; immagine corporea e supporto sociale; HRV e supporto sociale, Qualità della Vita. Per verificare la possibile connessione causale tra le variabili considerate, sono state applicate regressioni lineari semplici e multiple per verificare la bontà del modello teorico. Si è rilevato che HRV è significativamente positivamente influenzata dal supporto percepito dalla figura di riferimento, dal funzionamento di ruolo, dall’immagine corporea totale. Invece risulta negativamente influenzata dal supporto percepito dagli amici e dall’uso di strategie di coping evitanti . La qualità della vita è positivamente influenzata da: l’immagine corporea globale e l’utilizzo del fatalismo come strategia di coping prevalente. Il funzionamento emotivo è influenzato dal supporto percepito dalla figura di riferimento e dal fatalismo. DISCUSSIONI E CONCLUSIONI: Il campione Italiano valutato, sembra essere a metà strada nell’adattamento dello stato psicologico e dell’equilibrio neurovegetativo al cancro. Sicuramente queste donne vivono una vita accettabile, in quanto sopravvissute al cancro, ma sembra anche che portino con sé preoccupazioni e difficoltà, in particolare legate all’accettazione della loro condizione di sopravvissute. Infatti, il migliore adattamento si riscontra nelle donne che hanno avuto peggiori condizioni in partenza: stadio del cancro avanzato, più giovani, con diagnosi ricevuta in età fertile. Pertanto, è possibile suggerire che queste condizioni critiche forzino queste donne ad affrontare apertamente il cancro e la loro situazione di sopravvissute al cancro, portandole ad “andare avanti” piuttosto che “tornare indietro”. Facendo riferimento alle connessioni tra variabili psicologiche e fisiologiche in queste donne, si è evidenziato che HRV è influenzata dalla presenza di figure significative ma, in particolare, è presumibile che sia influenzata da un’appropriata condivisione emotiva con queste figure. Si è anche evidenziato che poter continuare ad essere efficaci nel proprio contesto personale si riflette in un maggiore HRV, probabilmente in quanto permette di preservare il senso di sé, riducendo in questo modo lo stress derivante dall’esperienza cancro. Pertanto, HRV in queste donne risulta associato con un migliore adattamento psicologico. Inoltre, si è evidenziato che in queste donne la Qualità della Vita è profondamente influenzata dalla percezione dell’immagine corporea. Si tratta di un aspetto innovativo che è stato rilevato in questo campione e che, invece, nei precedenti studi non è stato indagato. In ultimo, la strategia di coping fatalismo sembra essere protettiva e sembra facilitare il processo di accettazione del cancro. Si spera sinceramente che le ricerche future possano superare i limiti del presente studio, come la scarsa numerosità e l’uso di strumenti di valutazione che, per alcuni aspetti come la scala Evitamento nel MAC, non centrano totalmente il target di indagine. Le traiettorie future di questo studio sono: aumentare il numero di osservazioni, reclutando donne in diversi centri specialistici in diverse zone d’Italia; utilizzare strumenti più specifici per valutare i costrutti in esame; valutare se un intervento di supporto centrato sul miglioramento di HRV (come HRV Biofeedback) può avere una ricaduta positiva sull’adattamento emotivo e la Qualità della Vita.

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La crisis económica en la que aún se halla inmersa la economía española ha sido especialmente procaz en el mercado laboral. Las abultadas cifras de desempleo parecen enmascarar una tétrica situación que es experimentada de desigual forma por hombres y mujeres. En este contexto, el objetivo fundamental de este artículo estriba en analizar si las diferencias de género existentes en el mercado laboral español se manifiestan del mismo modo durante la actual crisis o bien se aprecian diferencias entre la época de recesión y la inmediatamente anterior. Valorar si la crisis ha afectado por igual a los miembros de uno y otro sexo o si ha habido diferencias sustanciales entre ellos, conforma el hilo conductor de este trabajo, y en su seno evidenciar las eventuales diferencias existentes entre las empresas de Economía Social y el resto de empresas de la economía española.

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Os controladores eletrônicos de pulverização visam minimizar a variação das taxas de insumos aplicadas no campo. Eles fazem parte de um sistema de controle, e permitem a compensação da variação de velocidade de deslocamento do pulverizador durante a operação. Há vários tipos de controladores eletrônicos de pulverização disponíveis no mercado e uma das formas de selecionar qual o mais eficiente nas mesmas condições, ou seja, em um mesmo sistema de controle, é quantificar o tempo de resposta do sistema para cada controlador específico. O objetivo desse trabalho foi estimar os tempos de resposta para mudanças de velocidade de um sistema eletrônico de pulverização via modelos de regressão não lineares, estes, resultantes da soma de regressões lineares ponderadas por funções distribuição acumulada. Os dados foram obtidos no Laboratório de Tecnologia de Aplicação, localizado no Departamento de Engenharia de Biossistemas da Escola Superior de Agricultura \"Luiz de Queiroz\", Universidade de São Paulo, no município de Piracicaba, São Paulo, Brasil. Os modelos utilizados foram o logístico e de Gompertz, que resultam de uma soma ponderada de duas regressões lineares constantes com peso dado pela função distribuição acumulada logística e Gumbell, respectivamente. Reparametrizações foram propostas para inclusão do tempo de resposta do sistema de controle nos modelos, com o objetivo de melhorar a interpretação e inferência estatística dos mesmos. Foi proposto também um modelo de regressão não linear difásico que resulta da soma ponderada de regressões lineares constantes com peso dado pela função distribuição acumulada Cauchy seno hiperbólico exponencial. Um estudo de simulação foi feito, utilizando a metodologia de Monte Carlo, para avaliar as estimativas de máxima verossimilhança dos parâmetros do modelo.

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O presente estudo foi dividido em dois experimentos, tendo como objetivo determinar a curva de excreção do cortisol fecal e sua estabilidade nas fezes perante exposição à diferentes períodos de tempo e temperatura entre as colheitas e análises, correlacionando os níveis de cortisol fecal com o pico de cortisol sanguíneo. No experimento 1, seis fêmeas mestiças (Dorper x Santa Inês) tiveram suas fezes totais colhidas durante 24 horas após a aplicação do hormônio adrenocorticotrófico (ACTH), além de colheitas de sangue realizadas antes da aplicação do ACTH, 60, 120 e 300 minutos depois; durante as quais foram atribuídos escores de reatividade para cada animal. Logo após as análises foi iniciado o experimento 2, no qual 9 cordeiros mestiços (Dorper x Santa Inês) foram submetidos a uma situação de estresse térmico durante os horários das 11 às 15 horas da tarde, tendo suas fezes colhidas às 23 horas do mesmo dia. Após a colheita, as fezes foram agrupadas e homogeneizadas em três grupos distintos, de onde retiraram-se alíquotas referentes aos tratamentos propostos: três temperaturas (15°, 25° e 35°) e quatro tempos (1, 3, 6 e 12 horas). Os dados da curva de excreção foram analisados por ANOVA, bem como pela correlação entre os valores de cortisol sanguíneo, fecal e reatividade. Para análise da estabilidade foi utilizada ANOVA multifatorial com dois fatores (temperatura e intervalo de tempo). Para avaliação das variáveis comportamentais foi realizada a transformação de escala dos dados para \"arco-seno raiz de porcentagem\", procedendo-se à análise de variância. O modelo estatístico contemplou os efeitos de dia (1, 2 e 3) com análise individual por animal. Os parâmetros de cortisol sanguíneo, frequência respiratória e temperatura retal foram analisados pelo teste t e correlação de Pearson. Todas as comparações de médias foram realizadas por teste F e teste t (PDIFF). A reatividade durante a colheita não exerceu efeito significativo sobre os valores de cortisol sanguíneo, os quais demonstraram médias maiores 60 minutos após a aplicação do ACTH e, após 300 minutos as ovelhas apresentaram níveis de cortisol considerados normais para ovinos sem estresse. Por outro lado, o pico de cortisol nas fezes foi verificado aproximadamente 10 a 12 horas após o pico de cortisol no sangue, não sendo verificadas diminuições significativas nas concentrações que indicassem o retorno aos níveis basais durante o período de 24 horas (P>0,05). Não foram observadas diferenças significativas entre os tempos e temperaturas aos quais as amostras de fezes foram submetidas (P>0,05), verificando-se uma tendência a manutenção da concentração do cortisol fecal em ovinos durante o período de 12 horas após a colheita.

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O sistema de medidas cautelares pessoais no processo penal brasileiro não mais gravita em torno da prisão preventiva, uma vez que o legislador instituiu um rol de medidas cautelares menos gravosas, a ela alternativas. Nesse contexto, como deve orientar-se a escolha judicial da medida a ser aplicada ao caso concreto? A constitucional idade de qualquer intervenção no direito fundamental de liberdade depende, essencialmente, de sua fundamentação constitucional, que é controlada a partir da proporcionalidade. A proporcional idade, portanto, é a pedra angular do sistema de medidas cautelares pessoais. A decisão que impõe uma medida cautelar pessoal jamais pode resultar de uma intuição individual misteriosa, senão de um procedimento cognoscitivo estruturado e comprovável de maneira intersubjetiva. Daí a importância da investigação da existência de um direito fundamental do imputado à individualização da medida cautelar pessoal, para afastar qualquer discricionariedade judicial na sua escolha. O objetivo do presente trabalho, portanto, é propor um método racional, baseado no exame da proporcionalidade, para controle intersubjetivo da justificação da decisão judicial que, no processo penal, imponha uma medida cautelar pessoal.

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La Responsabilidad Social Corporativa (RSC), como resultado de un proceso que lleva ya varias décadas, hoy y cada vez más, es asumida e incorporada por las organizaciones como un valioso instrumento estratégico, en el cual la RSC engloba todas las decisiones organizacionales que son adoptadas y que tienen en cuenta tanto la dimensión económica como la dimensión social y la ambiental, de manera que sea posible generar valor económico y contribuir simultáneamente al bienestar de las generaciones presentes y futuras. De alguna manera, los principios y prácticas de RSC no serán desarrollados ni adoptados espontáneamente por las organizaciones sino en la medida de que las organizaciones dominantes (una élite, en el sentido del modelo del nuevo institucionalismo) encuentren interesante imponer su concepción particular sobre la calidad de la RSC (en el sentido de análisis de calidad de economía industrial). Existen estudios que demuestran que el respeto a mayores exigencias en materia de desarrollo sostenible por parte de una organización tiene un efecto positivo sobre su productividad, ya que existe una correlación positiva entre la Performance Social (PS) de las organizaciones y su Performance Financiera (PF) (Hitchens et al., 2001; Orlitzky et al., 2003; Allouche and Laroche, 2005; Margolis and Elfenbein, 2008). Y aunque los estudios empíricos no han encontrado un vínculo simple entre PS y PF, la hipótesis del “círculo virtuoso” prevalece: una mejor PS (prácticas de RSC) conduce a una mejor PF (Waddock and Graves, 1997). Por lo tanto la RSC se consolida como fuente de ventaja competitiva y herramienta de protección en momentos de crisis (Gomez Carrasco, 2012). Es así como, gracias a la mayor rentabilidad resultante de la implementación a nivel institucional de la RSC en el seno de su organización, las organizaciones dominantes del mercado impondrán sus principios y prácticas al resto de los actores del mercado...

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Al menos desde el modelo fundador que constituyó la intervención de Émile Zola durante el Affaire Dreyfus, las relaciones entre los intelectuales y los medios de gran difusión han sido objeto de múltiples disputas y de acalorados debates. El tema general de esta tesis doctoral lo constituyen, precisamente, estas relaciones. Sin embargo, el objetivo específico de esta investigación no es acercarse a ellas de un modo genérico, sino a través de un estudio de caso que nos hemos propuesto. A partir de una aproximación de carácter inseparablemente histórico y sociológico, derivada en gran medida de los trabajos que en nuestro país han constituido un corpus de sociología de los intelectuales de orientación empírica, hemos propuesto un estudio de estas relaciones para el caso de España en los años que siguen inmediatamente a la Transición, como medio de aprehender algunas de las líneas generales que describen estas relaciones durante el periodo contemporáneo. En particular, hemos centrado el análisis de este periodo en una de las instancias más significativas en el seno de estas relaciones: el diario El País. Tal empresa periodística acaparó una gran parte de las relaciones entre intelectuales y medios de gran difusión en los años 80, años en los que se convirtió en un diario de «referencia dominante» en el espacio periodístico español en general, como también en relación a la vida intelectual del momento...

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Hasta ahora la mayoría de estudios sobre movilidad y/o biopolítica se han centrado en la gestión política de los sujetos (flujos migratorios, instituciones de control, turismo internacional, gubernamentalidad de los procesos globales, etc.). Por una parte, el paradigma de la movilidad (Urry y la escuela de Lancaster) ha abordado un abanico disperso e inconexo de fenómenos móviles introduciendo tímidamente las cuestiones del poder. De otra, las reflexiones biopolíticas contemporáneas en el seno de las Ciencias Sociales han operado siempre con sujetos de carne y hueso excluyendo de sus reflexiones el mundo de los objetos (tal y como reclamaría la Teoría del Actor-Red y otras miradas sociológicas). En este artículo se intenta esbozar un marco de comprensión de procesos biopolíticos relacionados con la movilidad de ciertos objetos o redes de objetos/sujetos; en concreto a través de los títulos de propiedad ad hoc sobre objetos tecnocientíficos, las patentes. Gracias a ciertos acontecimientos históricos de finales del siglo XIX y principios del siglo XX se va construyendo un entramado patentista internacional (exposiciones mundiales, tratados bilaterales, acuerdos continentales, etc.), que junto con determinados elementos actuales relacionados con la globalización de las propiedades inmateriales tecnocientíficas (acuerdos TRIPs y similares en el caso biotecnológico o agroalimentario), servirán como ejemplos o estudios de caso para ilustrar la dinámica biopolítica generada por la movilidad estratégica de objetos científicos y tecnológicos (producto de un régimen de apropiación basado en títulos internacionales sobre genes, fórmulas químicas, biomasa, especies vegetales o animales, alimentos, transgénicos, etc.).

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El objetivo de este trabajo ha sido honrar al gran protagonismo del que ha gozado el concepto de conflicto en la tradición de la sociología y aún más si cabe en los debates teóricos que más han recientemente han tenido lugar en su seno. La perspectiva que hemos adoptado, sin embargo, ha sido la de un análisis crítico que nos permitiera afrontar el enmarañado “juego de lenguaje” que se ha constituido en derredor suyo, producto de la multitud de paradigmas teóricos y campos de estudio empírico en los que se ha desarrollado. No ha sido nuestra finalidad tanto el conseguir la definición más depurada del mismo como la articulación de una larga serie de términos inscritos en su campo semántico, con la intención de elaborar una cartografía, lo más inclusiva posible, de los distintos significados, esto es, usos, que en un plano teórico ha recibido el conflicto, pues pensamos que esa diversidad da cuenta de aplicaciones fructuosas y necesidades reales de la investigación. No obstante, hemos tratado de conjugar esa diversidad en un esquema con sentido que pudiera eliminar paradojas y abrir vías alternativas en algunos callejones sin salida. Nuestra apuesta a la hora de afrontar esta crítica conceptual del conflicto ha sido una reconstrucción teórica a partir de las dimensiones metateóricas que consideramos fundamentales, siendo nuestra principal baza la continuidad con los trabajos que han hecho de la inclusión de la dicotomía conflicto-integración uno de sus rasgos definitorios, frente a los intentos de diversos teóricos de reducirla a algunas de las otras más frecuentemente utilizadas. Hemos defendido, por tanto, la autonomía analítica de lo que hemos preferido llamar relaciones opositivas y no-opositivas en la distinción de tipos teóricos de relaciones, implicando con ello la imposibilidad de limitarlas a uno solo de ellos y potenciando su dispersión en, lo que creemos que es, un reflejo de esa diversidad de usos productivos que hemos podido contemplar en la historia de la sociología...

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El presente trabajo de investigación aborda el estudio de la propaganda en el movimiento guerrillero antifranquista en España en los años cuarenta. Desde una perspectiva multidisciplinar, basada en la Historia de España Contemporánea, la Historia de la Comunicación Social y la Historia de la Propaganda, analiza los procesos y sistemas de comunicación persuasiva desarrollados en el seno de las organizaciones guerrilleras contrarias al régimen de Franco en nuestro país. El estudio se ha realizado sobre la resistencia armada de los principales territorios de la península en los que la actividad guerrillera fue más acusada: León y Galicia, Asturias y Cantabria, Extremadura y Centro, Andalucía y, por último, Levante y Aragón. Parte de un primer marco introductorio de carácter general en el que se explican los antecedentes y orígenes del movimiento guerrillero en España y que imprimirán su sello en la actividad propagandística llevada a cabo posteriormente. En primer lugar, el período comprendido por la Segunda República en paz con las reformas y avances, entre otras materias, en el campo agrario, político o religioso, que fue interrumpido de forma abrupta por el golpe de Estado del 18 de julio de 1936, cuyo fracaso daría lugar a una guerra civil de casi tres años. Los primeros años de posguerra estuvieron caracterizados por una dura represión contra los vencidos, lo que provocó que muchas personas simpatizantes o pertenecientes a partidos y sindicatos de izquierdas o republicanos, se vieran obligadas a huir a los montes y sierras cercanas para escapar de la cárcel, de la tortura y de la muerte. Las condiciones impuestas por el nuevo Estado, que utilizó el terror como política y como herramienta de persuasión, impidió la integración de los perdedores en la sociedad y que permanecieran fugados...

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Esta tesis doctoral analiza y evalúa el impacto, alcance e influencia de los filmes comprendidos en lo que ha dado en llamarse el ciclo de acción de Hollywood entre los años 1980 y 2015 —el ciclo posee etapas netamente diferenciadas: «musculosa», «acrobática» y «inhumana»—. Mediante el estudio de tres vertientes —industria, autoría y el cine de acción—, se ha puesto en contexto este tipo de cinematografía dentro de un escenario de entretenimiento multinacional —donde el cine es una de las múltiples for-mas artísticas de entretenimiento basadas en la narrativa, junto a los videojuegos, la música, la literatura, etc.— y globalizado —el cine de Hollywood, la industria más impor-tante del mundo en términos económicos, lo es no solo por sí misma, sino por su im-pacto en el mercado internacional—. En este sentido, el cine de acción, dadas sus carac-terísticas intrínsecas más elementales, se ha manifestado como un vehículo narrativo y artístico idóneo para la exportación del entretenimiento de Hollywood —así como su ideología— a lo largo de todo el mundo. A través del análisis de una de las obras cinematográficas más consistentes y coherentes del ciclo de acción Hollywood —la obra de Steven Seagal: actor, productor, guionista, director, compositor musical y coreógrafo—, la presente tesis ofrece una pro-funda reflexión sobre el fenómeno de la acción en el cine, su origen, su alcance y sus más habituales manifestaciones. Argumenta, además, la imposibilidad de concebir un cine narrativo sin acción —en mayor o menor medida— en su seno. El estudio de la obra de Steven Seagal —y su clasificación en etapas: clasicista, manierista y metadiscursivo— permite extraer algunas de las más relevantes caracterís-ticas y contradicciones de este tipo de filmes, al tiempo que ofrece un nuevo paradigma de análisis centrado en la influencia autoral del actor en esta cinematografía y/o en los datos de carácter cuantificable extraídos de los mismos —número de escenas de acción, duración de las mismas, porcentaje de acción por filme, etc.

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El proceso de independencia seguido por la República de Georgia a partir de 1991, provocó un grave deterioro de la situación social, económica y política del país si se compara con las condiciones que mantuvo como república federada en el seno de la Unión Soviética. En efecto, en 1993 Georgia ocupaba la posición 49 del Índice de Desarrollo Humano elaborado por el PNUD, con un Producto Interior Bruto per cápita en Paridad de Poder Adquisitivo (PIB en PPA) de 4.572 $, cuando Rusia ocupaba la posición 37 con un PIB en PPA de 7.968 $, catorce años más tarde, en 2007 Georgia se situaba en la posición 96 con un PIB en PPA de 3.365 $ y Rusia se encontraba en la posición 67 con un PIB en PPA de 10.845 $. Pero Rusia sigue siendo uno de los principales proveedores comerciales y energéticos de Georgia y su principal cliente. Ello provoca una fuerte dependencia económica del gigante ruso cuyas decisivas consecuencias políticas y estratégicas en las relaciones con el Kremlin, las autoridades de Tbilisi no pueden ignorar sin correr el riesgo de provocar una grave quiebra económica y social para su país.

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Con inequívoca constancia, la educación ha sido considerada un sector prioritario de la cooperación española, hecho que queda confirmado en los tres Planes Directores hasta ahora aprobados. Acorde con su importancia, en 2007 se aprobó la Estrategia de Educación para la Cooperación Española, un documento que pretendía sentar las bases estratégicas del trabajo en el sector. Adicionalmente, España se incorporó a la Fast Track Initiative (FTI): sin duda, la iniciativa internacional más relevante en materia educativa. Ahora bien, aunque la importancia otorgada a la educación en el seno de la política española de cooperación parece poco cuestionable, la elevada dispersión sectorial de nuestra ayuda limita la eficacia de semejante definición.