967 resultados para sketch-basedinterface


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The Walter Caswell Sullivan Papers consist of correspondence; bills of sale; a biographical sketch of Edward Walter Hall (1859-1949), pioneer educator of Rock Hill; a journal (1912-1915) of the Eats Club in Rock Hill; and war ration books. Most of the correspondence concerns a John H. Allen of Chester and subjects include the health and financial affairs, the shooting of a doctor, Hall family genealogy, and business transactions. The Eats Club's members were Julia Cork, Eva Fewell, Josie Hall, Anne Claire Hutchison, and Susan Steele.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

This Bratton Family Papers consist of a Yorkville Enquirer account (1903) of the unveiling of a monument by the King’s Mountain Chapter of the D.A.R. in commemoration of the Battle of Huck’s Defeat at Brattonsville, a newspaper account concerning the influence on Thomas Dixon and his writing the Klansman(Charlotte Observer, July 14, 1963); a biographical sketch of James Rufus Bratton, and a description of Brattonsville.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The White Family Papers consist of a biographical sketch of Ann White, daughter of David Hutchinson (n.d).

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Partindo-se do pressuposto de que o desenho é instrumento de diálogo entre o arquiteto e ele mesmo ou com terceiros e que este tipo de representação vem perdendo espaço para tecnologias digitais, este trabalho tem como objetivo estudar e analisar desenhos de projetos selecionados do arquiteto Paulo Mendes da Rocha, como contribuição para a discussão sobre o papel do desenho analógico no processo projetivo atual. O estudo acerca de quatro projetos (Ginásio do Clube Paulistano, Residência Butantã, Residência Millan e MuBE) se deu através de marcações realizadas pela pesquisadora sobre desenhos originais do arquiteto, com o objetivo de detectar intenções projetuais, conceitos e características dos projetos. Para tanto, foram feitas marcações gráficas sobre os desenhos originais, de maneira a evidenciar uma leitura particular da pesquisadora, permitindo assim uma melhor compreensão dos projetos escolhidos para o estudo. O desenho sobre o desenho marca os pontos que o julgamento considera importantes, tratando-se de uma leitura particular e permitindo melhor compreensão dos projetos para quem o pratica, uma vez que o ato de desenhar está estreitamente relacionado ao de pensar. Optou-se por apresentar as imagens relacionadas a citações diretas de autores

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

We obtain explicit formulas for the eigenvalues of integral operators generated by continuous dot product kernels defined on the sphere via the usual gamma function. Using them, we present both, a procedure to describe sharp bounds for the eigenvalues and their asymptotic behavior near 0. We illustrate our results with examples, among them the integral operator generated by a Gaussian kernel. Finally, we sketch complex versions of our results to cover the cases when the sphere sits in a Hermitian space.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

L’ermeneutica filosofica di Hans-Georg Gadamer – indubbiamente uno dei capisaldi del pensiero novecentesco – rappresenta una filosofia molto composita, sfaccettata e articolata, per così dire formata da una molteplicità di dimensioni diverse che si intrecciano l’una con l’altra. Ciò risulta evidente già da un semplice sguardo alla composizione interna della sua opera principale, Wahrheit und Methode (1960), nella quale si presenta una teoria del comprendere che prende in esame tre differenti dimensioni dell’esperienza umana – arte, storia e linguaggio – ovviamente concepite come fondamentalmente correlate tra loro. Ma questo quadro d’insieme si complica notevolmente non appena si prendano in esame perlomeno alcuni dei numerosi contributi che Gadamer ha scritto e pubblicato prima e dopo il suo opus magnum: contributi che testimoniano l’importante presenza nel suo pensiero di altre tematiche. Di tale complessità, però, non sempre gli interpreti di Gadamer hanno tenuto pienamente conto, visto che una gran parte dei contributi esegetici sul suo pensiero risultano essenzialmente incentrati sul capolavoro del 1960 (ed in particolare sui problemi della legittimazione delle Geisteswissenschaften), dedicando invece minore attenzione agli altri percorsi che egli ha seguito e, in particolare, alla dimensione propriamente etica e politica della sua filosofia ermeneutica. Inoltre, mi sembra che non sempre si sia prestata la giusta attenzione alla fondamentale unitarietà – da non confondere con una presunta “sistematicità”, da Gadamer esplicitamente respinta – che a dispetto dell’indubbia molteplicità ed eterogeneità del pensiero gadameriano comunque vige al suo interno. La mia tesi, dunque, è che estetica e scienze umane, filosofia del linguaggio e filosofia morale, dialogo con i Greci e confronto critico col pensiero moderno, considerazioni su problematiche antropologiche e riflessioni sulla nostra attualità sociopolitica e tecnoscientifica, rappresentino le diverse dimensioni di un solo pensiero, le quali in qualche modo vengono a convergere verso un unico centro. Un centro “unificante” che, a mio avviso, va individuato in quello che potremmo chiamare il disagio della modernità. In altre parole, mi sembra cioè che tutta la riflessione filosofica di Gadamer, in fondo, scaturisca dalla presa d’atto di una situazione di crisi o disagio nella quale si troverebbero oggi il nostro mondo e la nostra civiltà. Una crisi che, data la sua profondità e complessità, si è per così dire “ramificata” in molteplici direzioni, andando ad investire svariati ambiti dell’esistenza umana. Ambiti che pertanto vengono analizzati e indagati da Gadamer con occhio critico, cercando di far emergere i principali nodi problematici e, alla luce di ciò, di avanzare proposte alternative, rimedi, “correttivi” e possibili soluzioni. A partire da una tale comprensione di fondo, la mia ricerca si articola allora in tre grandi sezioni dedicate rispettivamente alla pars destruens dell’ermeneutica gadameriana (prima e seconda sezione) ed alla sua pars costruens (terza sezione). Nella prima sezione – intitolata Una fenomenologia della modernità: i molteplici sintomi della crisi – dopo aver evidenziato come buona parte della filosofia del Novecento sia stata dominata dall’idea di una crisi in cui verserebbe attualmente la civiltà occidentale, e come anche l’ermeneutica di Gadamer possa essere fatta rientrare in questo discorso filosofico di fondo, cerco di illustrare uno per volta quelli che, agli occhi del filosofo di Verità e metodo, rappresentano i principali sintomi della crisi attuale. Tali sintomi includono: le patologie socioeconomiche del nostro mondo “amministrato” e burocratizzato; l’indiscriminata espansione planetaria dello stile di vita occidentale a danno di altre culture; la crisi dei valori e delle certezze, con la concomitante diffusione di relativismo, scetticismo e nichilismo; la crescente incapacità a relazionarsi in maniera adeguata e significativa all’arte, alla poesia e alla cultura, sempre più degradate a mero entertainment; infine, le problematiche legate alla diffusione di armi di distruzione di massa, alla concreta possibilità di una catastrofe ecologica ed alle inquietanti prospettive dischiuse da alcune recenti scoperte scientifiche (soprattutto nell’ambito della genetica). Una volta delineato il profilo generale che Gadamer fornisce della nostra epoca, nella seconda sezione – intitolata Una diagnosi del disagio della modernità: il dilagare della razionalità strumentale tecnico-scientifica – cerco di mostrare come alla base di tutti questi fenomeni egli scorga fondamentalmente un’unica radice, coincidente peraltro a suo giudizio con l’origine stessa della modernità. Ossia, la nascita della scienza moderna ed il suo intrinseco legame con la tecnica e con una specifica forma di razionalità che Gadamer – facendo evidentemente riferimento a categorie interpretative elaborate da Max Weber, Martin Heidegger e dalla Scuola di Francoforte – definisce anche «razionalità strumentale» o «pensiero calcolante». A partire da una tale visione di fondo, cerco quindi di fornire un’analisi della concezione gadameriana della tecnoscienza, evidenziando al contempo alcuni aspetti, e cioè: primo, come l’ermeneutica filosofica di Gadamer non vada interpretata come una filosofia unilateralmente antiscientifica, bensì piuttosto come una filosofia antiscientista (il che naturalmente è qualcosa di ben diverso); secondo, come la sua ricostruzione della crisi della modernità non sfoci mai in una critica “totalizzante” della ragione, né in una filosofia della storia pessimistico-negativa incentrata sull’idea di un corso ineluttabile degli eventi guidato da una razionalità “irrazionale” e contaminata dalla brama di potere e di dominio; terzo, infine, come la filosofia di Gadamer – a dispetto delle inveterate interpretazioni che sono solite scorgervi un pensiero tradizionalista, autoritario e radicalmente anti-illuminista – non intenda affatto respingere l’illuminismo scientifico moderno tout court, né rinnegarne le più importanti conquiste, ma più semplicemente “correggerne” alcune tendenze e recuperare una nozione più ampia e comprensiva di ragione, in grado di render conto anche di quegli aspetti dell’esperienza umana che, agli occhi di una razionalità “limitata” come quella scientista, non possono che apparire come meri residui di irrazionalità. Dopo aver così esaminato nelle prime due sezioni quella che possiamo definire la pars destruens della filosofia di Gadamer, nella terza ed ultima sezione – intitolata Una terapia per la crisi della modernità: la riscoperta dell’esperienza e del sapere pratico – passo quindi ad esaminare la sua pars costruens, consistente a mio giudizio in un recupero critico di quello che egli chiama «un altro tipo di sapere». Ossia, in un tentativo di riabilitazione di tutte quelle forme pre- ed extra-scientifiche di sapere e di esperienza che Gadamer considera costitutive della «dimensione ermeneutica» dell’esistenza umana. La mia analisi della concezione gadameriana del Verstehen e dell’Erfahrung – in quanto forme di un «sapere pratico (praktisches Wissen)» differente in linea di principio da quello teorico e tecnico – conduce quindi ad un’interpretazione complessiva dell’ermeneutica filosofica come vera e propria filosofia pratica. Cioè, come uno sforzo di chiarificazione filosofica di quel sapere prescientifico, intersoggettivo e “di senso comune” effettivamente vigente nella sfera della nostra Lebenswelt e della nostra esistenza pratica. Ciò, infine, conduce anche inevitabilmente ad un’accentuazione dei risvolti etico-politici dell’ermeneutica di Gadamer. In particolare, cerco di esaminare la concezione gadameriana dell’etica – tenendo conto dei suoi rapporti con le dottrine morali di Platone, Aristotele, Kant e Hegel – e di delineare alla fine un profilo della sua ermeneutica filosofica come filosofia del dialogo, della solidarietà e della libertà.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La vera identità di un individuo è un'informazione molto preziosa. In generale le persone non hanno particolari remore a rivelare la propria identità e il riconoscimento non rappresenta un problema; l'unica motivazione che può portare un individuo a nascondere la propria identità è l'elusione dei rilevamenti delle forze dell'ordine per un certo tipo di attività criminale. In questi casi, risulta difficile procedere al riconoscimento attraverso caratteristiche biometriche come iride o impronte digitali, in quanto la loro acquisizione presuppone un certo grado di collaborazione da parte del soggetto. Il volto, invece, può essere ottenuto in modo segreto, non solo attraverso le ben note telecamere di videosorveglianza ma anche attraverso la ricostruzione fornita da un eventuale testimone oculare che assiste all'evento criminoso. Quest'ultimo, attraverso la descrizione verbale del sospettato e con l'ausilio delle capacità di un disegnatore, fornisce un contributo per la costruzione di un identikit o sketch del soggetto, favorendo quindi il processo di individuazione dell'identità del malvivente. Solitamente, una volta prodotto lo sketch, si effettua un confronto visivo con le fotografie segnaletiche già in possesso degli inquirenti e memorizzate all'interno di un'ipotetica banca dati. Tale confronto viene eseguito 'manualmente' da persone incaricate, comportando un inevitabile spreco di tempo; dotarsi di un sistema automatico in grado di ricercare la foto del sospettato più somigliante allo sketch a partire da quelle presenti all'interno di un database potrebbe aiutare le forze di polizia in una più celere individuazione del colpevole. Purtroppo, i metodi presenti allo stato dell'arte sul riconoscimento facciale non consentono un confronto diretto: fotografia e disegno sono due rappresentazioni del volto molto differenti in termini di ricchezza di dettagli e tessitura e pertanto non direttamente confrontabili. L'obiettivo del progetto di tesi è quello di esplorare una nuova strategia di valutazione automatica della similarità tra uno sketch e una fotografia consistente principalmente in un'analisi della conformazione dei volti, mediante estrazione dei contorni e calcolo di apposite feature.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

In ogni capitolo, l’atto del ricordare viene indagato nelle diverse valenze che lo mettono in rapporto diretto con la nostalgia e l’oblio. L’analisi dei testi letterari copre un arco di tempo di quasi un secolo, partendo dalle innovazioni tecnico-stilistiche realizzate da Katherine Mansfield fino all’eccezionale ricchezza e al meritato successo di pubblico e critica della scrittrice canadese Alice Munro. La bibliografia dei testi primari e secondari è strutturata con criteri tematici e cronologici.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La presente dissertazione si pone come oggetto di analisi la produzione poetica di Robert Kroetsch (1927-2011), scrittore e critico letterario canadese nativo dell’Alberta (Canada), che tra il 1960 e il 2010 ha pubblicato un numero notevole di opere (nove romanzi, più di venti opere poetiche tra componimenti singoli e in raccolta, due volumi di saggi e diverse interviste). In particolare si è scelto di focalizzare l’attenzione sulle ultime tre raccolte di poesia – rispettivamente The Hornbooks of Rita K (2001), The Snowbird Poems (2004) e Too Bad: Sketches Toward a Self-Portrait (2010) – che, se confrontate con la produzione precedente, forniscono prova di alcuni elementi di novità all’interno della prospettiva poetica di Kroetsch. L’ipotesi dalla quale trae origine il presente studio è infatti che, a partire dalla raccolta The Hornbooks of Rita K, Kroetsch abbia imboccato un percorso di evoluzione stilistica che corre in parallelo con la formulazione di una nuova poetica. Nello specifico, si osserva che, negli ultimi dieci anni, da un punto di vista formale i componimenti si frammentano progressivamente, passando da una forma lunga – quella del long poem – a una breve – lo sketch, che risulta più adatta a rappresentare sul piano espressivo una mutata percezione dell’Io poetico. A un simile aspetto si aggiunge poi il fatto che la raffigurazione della propria vicenda umana diventa, con sempre maggiore evidenza, motivo di riflessione su una condizione universale dell’umano e sulla dimensione etica del suo agire.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The present dissertation focuses on the dual number in Ancient Greek in a diachronical lapse stretching from the Mycenaean age to the Attic Drama and Comedy of the 5th century BC. In the first chapter morphological issues are addressed, chiefly in a comparative perspective. The Indo European evidence on the dual is hence gathered in order to sketch patterns of grammaticalisation and paradigmatisation of specific grams, growing increasingly functional within the Greek domain. In the second chapter syntactical problems are tackled. After a survey of scholarly literature on the Greek dual, we engage in a functional and typological approach, in order to disentangle some biased assessments on the dual, namely its alleged lack of regularity and intermittent agreement. Some recent frameworks in General Linguistics provide useful grounds for casting new light on the subject. Internal Reconstruction, for instance, supports the facultativity of the dual in each and every stage of its development; Typology and the Animacy Hierarcy add precious cross linguistical insight on the behaviour of the dual toward agreement. Glaring differences also arise as to the adoption — or avoidance — of the dual by different authors. Idiolectal varieties prove in fact conditioned by stylistical and register necessity. By means of a comparison among Epics, Tragedy and Comedy it is possible to enhance differences in the evaluation of the dual, which led sometimes to forms of ‘censure’ — thus triggering the onset of competing strategies to express duality. The last two chapters delve into the tantalising variety of the Homeric evidence, first of all in an account of the notorious issue of the Embassy of Iliad IX, and last in a commentary of all significant Homeric duals — mostly represented by archaisms, formulae, and ad hoc coinages.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Questa ricerca ha l’obiettivo di dare nuovi contributi alla conoscenza della pittura di paesaggio francese nell’Ottocento attraverso lo studio dell’opera di Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin si colloca al crocevia di esperienze fondamentali nella ricerca artistica di metà Ottocento: l’eredità di Camille Corot, l’insegnamento di Jean-Auguste Dominique Ingres, la pratica del lavoro en plein air, la tradizione del paesaggio neoclassico. Il corpus di opere del pittore lionese Paul Flandrin (1811-1902) ricostruito in questa tesi è frutto di una sistematica operazione di ricerca sul campo e viene in seguito analizzato alla luce dei recenti studi sulla pittura di paesaggio neoclassico in Francia nel XIX secolo. La ricerca si fonda su una grande quantità di materiale inedito: dipinti, disegni, taccuini di studio en plein air, corrispondenza con colleghi e amici. Da questa ricerca la fisionomia artistica di Paul Flandrin emerge ben individuata singolarmente e al tempo stesso ancorata al contesto storico-artistico attraverso le relazioni con i colleghi, l’utilizzo di determinate tecniche, la frequentazione di mete comuni ai paesaggisti suoi contemporanei, la decisa presa di posizione a favore del paesaggio neoclassico.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

È importante ricordare che l’attuale Archivio Marella (AM) è stato costituito sotto la direzione del prof.re Mauro Pesce insieme alla dott.ssa Donatella Micheletti negli anni 1981-1983, dopo che Edero Gattamorta aveva contribuito in modo determinante a raccogliere il materiale che veniva inseguito inserito e pubblicato nel lavoro di tesi: Olinto Marella (1882-1969). Rinvenimento e sistemazione dell’archivio. Schizzo biografico, AA 1975-76, relatore Mauro Pesce, Università Bologna, Facoltà Scienze Politiche. I nuclei principali del materiale conservato nell’archivio riguardano: 1) la vita di Marella; 2) le iniziative caritative di M. dalla metà degli anni trenta in poi; 3) la famiglia Marella, soprattutto lo zio G. M. Marella; 4) la biblioteca. Già nella Guida alla consultazione dell’archivio curata da M. Pesce e stampata nel 1984 si rilevava come il materiale inventariato dal dr. E. Gattamorta nel 1975-76 del settore b) e quello del settore c) fosse assolutamente provvisorio e in parte non catalogato

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Until few years ago, 3D modelling was a topic confined into a professional environment. Nowadays technological innovations, the 3D printer among all, have attracted novice users to this application field. This sudden breakthrough was not supported by adequate software solutions. The 3D editing tools currently available do not assist the non-expert user during the various stages of generation, interaction and manipulation of 3D virtual models. This is mainly due to the current paradigm that is largely supported by two-dimensional input/output devices and strongly affected by obvious geometrical constraints. We have identified three main phases that characterize the creation and management of 3D virtual models. We investigated these directions evaluating and simplifying the classic editing techniques in order to propose more natural and intuitive tools in a pure 3D modelling environment. In particular, we focused on freehand sketch-based modelling to create 3D virtual models, interaction and navigation in a 3D modelling environment and advanced editing tools for free-form deformation and objects composition. To pursuing these goals we wondered how new gesture-based interaction technologies can be successfully employed in a 3D modelling environments, how we could improve the depth perception and the interaction in 3D environments and which operations could be developed to simplify the classical virtual models editing paradigm. Our main aims were to propose a set of solutions with which a common user can realize an idea in a 3D virtual model, drawing in the air just as he would on paper. Moreover, we tried to use gestures and mid-air movements to explore and interact in 3D virtual environment, and we studied simple and effective 3D form transformations. The work was carried out adopting the discrete representation of the models, thanks to its intuitiveness, but especially because it is full of open challenges.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La ricerca sulla comunicazione e gestione multilingue della conoscenza in azienda si è sinora concentrata sulle multinazionali o PMI in fase di globalizzazione. La presente ricerca riguarda invece le PMI in zone storicamente multilingui al fine di studiare se l’abitudine all’uso di lingue diverse sul mercato locale possa rappresentare un vantaggio competitivo. La tesi illustra una ricerca multimetodo condotta nel 2012-2013 in Alto Adige/Südtirol. Il dataset consiste in 443 risposte valide a un questionario online e 23 interviste con manager e imprenditori locali. Le domande miravano a capire come le aziende altoatesine affrontino la sfida del multilinguismo, con particolare attenzione ai seguenti ambiti: comunicazione multilingue, documentazione, traduzione e terminologia. I risultati delineano un quadro generale delle strategie di multilinguismo applicate in Alto Adige, sottolineandone punti di forza e punti deboli. Nonostante la presenza di personale multilingue infatti il potenziale vantaggio competitivo che ne deriva non è sfruttato appieno: le aziende si rivolgono ai mercati in cui si parla la loro stessa lingua (le imprese a conduzione italiana al mercato nazionale, quelle di lingua tedesca ad Austria e Germania). La comunicazione interna è multilingue solo nei casi in sia imprescindibile. Le “traduzioni fai-da-te” offrono l’illusione di gestire lingue diverse, ma il livello qualitativo rimane limitato. I testi sono sovente tradotti da personale interno privo di competenze specifiche. Anche nella cooperazione con i traduttori esterni si evidenza la mancata capacità di ottenere il massimo profitto dagli investimenti. La tesi propone delle raccomandazioni pratiche volte a ottimizzare i processi attuali e massimizzare la resa delle risorse disponibili per superare la sfida della gestione e comunicazione multilingue. Le raccomandazioni non richiedono investimenti economici di rilievo e sono facilmente trasferibili anche ad altre regioni multilingui/di confine, come ad altre PMI che impiegano personale plurilingue. Possono dunque risultare utili per un elevato numero di imprese.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

In den vergangenen Jahren wurden einige bislang unbekannte Phänomene experimentell beobachtet, wie etwa die Existenz unterschiedlicher Prä-Nukleations-Strukturen. Diese haben zu einem neuen Verständnis von Prozessen, die auf molekularer Ebene während der Nukleation und dem Wachstum von Kristallen auftreten, beigetragen. Die Auswirkungen solcher Prä-Nukleations-Strukturen auf den Prozess der Biomineralisation sind noch nicht hinreichend verstanden. Die Mechanismen, mittels derer biomolekulare Modifikatoren, wie Peptide, mit Prä-Nukleations-Strukturen interagieren und somit den Nukleationsprozess von Mineralen beeinflussen könnten, sind vielfältig. Molekulare Simulationen sind zur Analyse der Formation von Prä-Nukleations-Strukturen in Anwesenheit von Modifikatoren gut geeignet. Die vorliegende Arbeit beschreibt einen Ansatz zur Analyse der Interaktion von Peptiden mit den in Lösung befindlichen Bestandteilen der entstehenden Kristalle mit Hilfe von Molekular-Dynamik Simulationen.rnUm informative Simulationen zu ermöglichen, wurde in einem ersten Schritt die Qualität bestehender Kraftfelder im Hinblick auf die Beschreibung von mit Calciumionen interagierenden Oligoglutamaten in wässrigen Lösungen untersucht. Es zeigte sich, dass große Unstimmigkeiten zwischen etablierten Kraftfeldern bestehen, und dass keines der untersuchten Kraftfelder eine realistische Beschreibung der Ionen-Paarung dieser komplexen Ionen widerspiegelte. Daher wurde eine Strategie zur Optimierung bestehender biomolekularer Kraftfelder in dieser Hinsicht entwickelt. Relativ geringe Veränderungen der auf die Ionen–Peptid van-der-Waals-Wechselwirkungen bezogenen Parameter reichten aus, um ein verlässliches Modell für das untersuchte System zu erzielen. rnDas umfassende Sampling des Phasenraumes der Systeme stellt aufgrund der zahlreichen Freiheitsgrade und der starken Interaktionen zwischen Calciumionen und Glutamat in Lösung eine besondere Herausforderung dar. Daher wurde die Methode der Biasing Potential Replica Exchange Molekular-Dynamik Simulationen im Hinblick auf das Sampling von Oligoglutamaten justiert und es erfolgte die Simulation von Peptiden verschiedener Kettenlängen in Anwesenheit von Calciumionen. Mit Hilfe der Sketch-Map Analyse konnten im Rahmen der Simulationen zahlreiche stabile Ionen-Peptid-Komplexe identifiziert werden, welche die Formation von Prä-Nukleations-Strukturen beeinflussen könnten. Abhängig von der Kettenlänge des Peptids weisen diese Komplexe charakteristische Abstände zwischen den Calciumionen auf. Diese ähneln einigen Abständen zwischen den Calciumionen in jenen Phasen von Calcium-Oxalat Kristallen, die in Anwesenheit von Oligoglutamaten gewachsen sind. Die Analogie der Abstände zwischen Calciumionen in gelösten Ionen-Peptid-Komplexen und in Calcium-Oxalat Kristallen könnte auf die Bedeutung von Ionen-Peptid-Komplexen im Prozess der Nukleation und des Wachstums von Biomineralen hindeuten und stellt einen möglichen Erklärungsansatz für die Fähigkeit von Oligoglutamaten zur Beeinflussung der Phase des sich formierenden Kristalls dar, die experimentell beobachtet wurde.