952 resultados para Sehen, Goldfisch, Pharmakologie, Retina, operante Konditionierung


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In questo lavoro di tesi si è progettato e sviluppato un sistema software originale ed innovativo, orientato in particolare a quelle tipologie di azienda che offrono servizi in outsourcing, per la gestione del personale impiegato nello svolgimento di attività appartenenti ad uno o più processi ceduti in outsourcing. Il sistema progettato offre una soluzione pratica che permette di migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi offerti nei confronti del cliente, partendo da un’ottimizzazione del processo di gestione del personale operante presso i vari cantieri. La soluzione proposta mira in particolare alla gestione di processi riguardanti il settore logistico, che in questi ultimi anni ha assunto una valenza determinante con contorni strategici per qualsiasi tipo di impresa, sia essa di piccole, medie o grandi dimensioni, contribuendo ad aumentare la redditività dell’intero processo di business aziendale. Lo scopo principale del progetto è stato raggiunto, e adesso grazie a questo strumento è possibile raccogliere dati in tempo reale, in particolare riguardanti processi di produzione, effettuare monitoraggi continuativi a più livelli o accedere a una vasta gamma di informazioni aziendali sempre ben strutturate e ben aggiornate. Le informazioni raccolte in tempo reale rappresentano un patrimonio inestimabile per apportare dei correttivi ai processi, ridurre tempi, costi, scarti e aumentare rese, produttività ed efficienze.

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La visione è il processo cerebrale mediante il quale l'organismo umano riesce a estrarre informazioni dal dato visivo proveniente dalla retina. Tentare di imitare questo comportamento mediante un elaboratore elettronico, il cosiddetto problema della visione, è una delle maggiori sfide del XXI secolo. In questo contesto lo scopo della tesi è dare una descrizione degli strumenti matematici che permettono di modellizzare la visione stereoscopica ed esporre le condizioni sotto le quali sia possibile effettuare una ricostruzione 3D ambientale a partire da due immagini della stessa scena nell'ipotesi di assenza di errore.

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Il documento illustra il lavoro di analisi dei requisiti, progettazione, implementazione e valutazione di un sistema per l’autenticazione degli utenti delle workstation della sede di Scienze del Dipartimento di Informatica — Scienza ed Ingegneria (DISI) che si integri al sistema di autenticazione d’Ateneo. Il sistema descritto è entrato in produzione il 24 settembre 2014 ed è tuttora operante. Il lavoro percorre le modalità di gestione degli account utente in uso presso il DISI e le nuove modalità di organizzazione del DSA d’Ateneo discutendo le motivazioni per cui le soluzioni standard non possono essere adottate nel caso esposto. Analizzato il processo di login dei sistemi Unix e le librerie coinvolte verrà esposto il nuovo progetto, le particolarità dello sviluppo delle nuove librerie PAM e di Name Service Switch e la loro modalità di funzionamento e configurazione all’interno del cluster Unix. In conclusione vengono presentate una serie di valutazioni che mostrano i vantaggi e il rispetto dei requisiti della nuova implementazione.

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L’occhio è l’organo di senso responsabile della visione. Uno strumento ottico il cui principio di funzionamento è paragonabile a quanto avviene in una macchina fotografica. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (WHO 2010) sulla Terra vivono 285 milioni di persone con handicap visivo grave: 39 milioni sono i ciechi e 246 milioni sono gli ipovedenti. Si evince pertanto la necessità di tecnologie in grado di ripristinare la funzionalità retinica nelle differenti condizioni fisiopatologiche che ne causano la compromissione. In quest’ottica, scopo di questa tesi è stato quello di passare in rassegna le principali tipologie di sistemi tecnologici volti alla diagnosi e alla terapia delle fisiopatologie retiniche. La ricerca di soluzioni bioingegneristiche per il recupero della funzionalità della retina in condizioni fisiopatologiche, coinvolge differenti aree di studio, come la medicina, la biologia, le neuroscienze, l’elettronica, la chimica dei materiali. In particolare, sono stati descritti i principali impianti retinali tra cui l’impianto di tipo epiretinale e subretinale, corticale e del nervo ottico. Tra gli impianti che ad oggi hanno ricevuto la certificazione dell’Unione Europea vi sono il sistema epiretinale Argus II (Second Sight Medical Products) e il dispositivo subretinale Alpha IMS (Retina Implant AG). Lo stato dell’arte delle retine artificiali, basate sulla tecnologia inorganica, trova tuttavia limitazioni legate principalmente a: necessità di un’alimentazione esterna, biocompatibilità a lungo termine, complessità dei processi di fabbricazione, la difficoltà dell’intervento chirurgico, il numero di elettrodi, le dimensioni e la geometria, l’elevata impedenza, la produzione di calore. Approcci bioingegneristici alternativi avanzano nel campo d’indagine della visione artificiale. Fra le prospettive di frontiera, sono attualmente in fase di studio le tecnologie optogenetiche, il cui scopo è la fotoattivazione di neuroni compromessi. Inoltre, vengono annoverate le tecnologie innovative che sfruttano le proprietà meccaniche, optoelettroniche e di biocompatibilità delle molecole di materiali organici polimerici. L’integrazione di funzioni fotoniche nell’elettronica organica offre nuove possibilità al campo dell’optoelettronica, che sfrutta le proprietà ottiche e elettroniche dei semiconduttori organici per la progettazione di dispositivi ed applicazioni optoelettronici nel settore dell’imaging e del rilevamento biomedico. La combinazione di tecnologie di tipo organico ed organico potrebbe aprire in prospettiva la strada alla realizzazione di dispositivi retinici ed impianti di nuova generazione.

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Oggi il mercato mondiale dell'anidride maleica (AM) è in continua espansione grazie ad un numero sempre crescente di applicazioni finali e sviluppo di nuove tecnologie industriali. La AM viene impiegata nella produzione di resine poliestere insature e resine alchidiche e nella produzione di chemicals a più alto valore aggiunto. Il processo di sintesi è tutt’ora basato sull'ossidazione selettiva del benzene e del n-butano. Con l’aumento delle emissione di gas serra, legate all’impiego di materie di origine fossile e la loro continua diminuzione, si stanno studiando nuovi processi basati su materie derivanti da fonti rinnovali. Tra i vari processi studiati vi è quello per la sintesi di AM, i quali utilizzano come molecola di furfurale, 5-idrossimetilfurfurale e 1-butanolo; tutte queste presentano però il problema di un costo superiore rispetto alle molecole tutt’ora usate. Ad oggi una delle molecole ottenibili da fonti rinnovabili avente un costo competitivo alle materie derivanti da fonti fossili è il bio-etanolo. Essendo nota la possibilità di trasformare dell’etanolo in composti a 4 atomi di carbonio (C4) come 1-butanolo (reazione di Guerbet) e in 1,3- butadiene (processo Lebedev) su ossidi misti Mg/Si e la loro trasformazioni in AM, è’ dunque possibile ipotizzare un processo operante in fase gas che accoppi entrambi i processi. Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato quello di effettuare uno studio su sistemi catalitici mediante differenti approcci impiantistici. Il primo ha previsto l’impiego di un sistema detto “a cascata” nel quale è stato accoppiato il sistema misto a base di Mg/Si/O, per la trasformazione dell’etanolo a C4, e il pirofosfato di vanadile (VPP), per l’ossidazione selettiva di quest’ultimi in AM. Il secondo approccio ha previsto l’impiego di un unico sistema multifunzionale in grado di catalizzare tutti gli step necessari. In quest’ultimo caso, i sistemi studiati sono stati il Mg2P2O7 ed un sistema costituito da VPP DuPont sul quale è stato depositato MgO. I catalizzatori sono stati caratterizzati mediante diffrattometria a raggi X, spettroscopia Raman e analisi dell’area superficiale mediante metodo BET, mentre i test catalitici sono stati condotti su un impianto di laboratorio con un reattore assimilabile ad un modello di tipo PFR.

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BACKGROUND: Neovascular age-related macular degeneration (AMD) has a poor prognosis if left untreated, frequently resulting in legal blindness. Ranibizumab is approved for treating neovascular AMD. However, further guidance is needed to assist ophthalmologists in clinical practice to optimise treatment outcomes. METHODS: An international retina expert panel assessed evidence available from prospective, multicentre studies evaluating different ranibizumab treatment schedules (ANCHOR, MARINA, PIER, SAILOR, SUSTAIN and EXCITE) and a literature search to generate evidence-based and consensus recommendations for treatment indication and assessment, retreatment and monitoring. RESULTS: Ranibizumab is indicated for choroidal neovascular lesions with active disease, the clinical parameters of which are outlined. Treatment initiation with three consecutive monthly injections, followed by continued monthly injections, has provided the best visual-acuity outcomes in pivotal clinical trials. If continued monthly injections are not feasible after initiation, a flexible strategy appears viable, with monthly monitoring of lesion activity recommended. Initiation regimens of fewer than three injections have not been assessed. Continuous careful monitoring with flexible retreatment may help avoid vision loss recurring. Standardised biomarkers need to be determined. CONCLUSION: Evidence-based guidelines will help to optimise treatment outcomes with ranibizumab in neovascular AMD.

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Our previous data suggested that angiopoietin-2 (Ang-2) is linked to pericyte loss, thereby playing an important role in diabetic retinopathy. In this study, we investigated the effect of retinal overexpression of human Ang-2 (mOpsinhAng2 mouse) on vascular morphology in non-diabetic and streptozotozin-induced diabetic animals. Pericyte (PC) coverage and acellular capillary (AC) formation were quantitated in retinal digest preparations after 3 and 6 months of diabetes duration. The degree of retinopathy in non-diabetic mOpsinhAng2 mice at 3 months (-21% PC, +49% AC) was comparable to age-matched diabetic wild type mice. Diabetic mOpsinhAng2 mice exhibited significantly worse vascular pathology than wild type counterparts at 6 months. Quantitative PCR revealed that human Ang-2 mRNA was highly overexpressed in retinas of transgenic mice. Our data demonstrate that overexpression of Ang-2 in the retina enhances vascular pathology, indicating that Ang-2 plays an essential role in diabetic vasoregression via destabilization of pericytes.

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X-linked retinoschisis (XLRS) is one of the most common causes of macular degeneration in young men. The purpose of this study was to use optical coherence tomography combined with ophthalmoscopy to study the effects of aging on the morphologic changes associated with XLRS.

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Rasagiline (N-propargyl-1(R)-aminoindan) is a second-generation propargylamine with neuroprotective effects. We used the Prph2/rds mouse to assess the effect of rasagiline on photoreceptor cell death and to examine the possible modulation of different pathways of programmed cell death.

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Wheatstone’s stereoscope placed two mirrors on either side that were mounted at a right angle in order to view the two dissimilar drawings presented (Hankins 148). There are two identical monocular tubes that allow each eye to view the images (Hankins 148). Each eye views the image it was intended to see. The two eyes see slightly different images through this binocular vision (Hankins 148). The combination of the two images creates this illusion of depth and solidarity through their superimposition (Hankins 154). In order to view these images, the eyes were covered from all external light (Clay 152). The stereoscope was first seen as a philosophical toy along with other inventions such as the zoetrope, providing entertainment as well as scientific insight (Hankins 148). The stereoscope above is more similar to the “Holmes Stereoscope”, which transformed Wheatstone’s stereoscope into a handheld version that could be put on a stand (Hawkins 155). He replaced the retina of the eye with a sensitive plate; therefore, the lenses acted as the eyes (Silverman 738). In the video, an embellishment adorns the bottom of the stand that holds up the binocular lens and the images. The lenses are in a wooden frame that has an attached stand that holds the slides of images. There also is a knob on the side of the device that can adjust the lens on the two monocular tubes (Bokander 485).

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The progress of wet age-related macular degeneration can now be controlled by intravitreal drug injection. This approach requires repeated injections, which could be avoided by delivering the drug to the retina. Intraocular implants are a promising solution for drug delivery near the retina. Currently, their accurate placement is challenging, and they can only be removed after a vitrectomy. In this paper, we introduce an approach for minimally invasive retinal drug delivery using magnetic intraocular inserts. We briefly discuss the electromagnetic-control system for magnetic implants and then focus on evaluating their ability to move in the vitreous humor. The mobility of magnetic intraocular implants is estimated in vitro with synthesized vitreous humors, and ex vivo with experiments on cadaver porcine eyes. Preliminary results show that with such magnetic implants a vitrectomy can be avoided.

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Funduscopy is one of the most commonly used diagnostic tools in the ophthalmic practice, allowing for a ready assessment of pathological changes in the retinal vasculature and the outer retina. This non-invasive technique has so far been rarely used in animal model for ophthalmic diseases, albeit its potential as a screening assay in genetic screens. The zebrafish (Danio rerio) is well suited for such genetic screens for ocular alterations. Therefore we developed funduscopy in adult zebrafish and employed it as a screening tool to find alterations in the anterior segment and the fundus of the eye of genetically modified adult animals.A stereomicroscope with coaxial reflected light illumination was used to obtain fundus color images of the zebrafish. In order to find lens and retinal alterations, a pilot screen of 299 families of the F3 generation of ENU-treated adult zebrafish was carried out.Images of the fundus of the eye and the anterior segment can be rapidly obtained and be used to identify alterations in genetically modified animals. A number of putative mutants with cataracts, defects in the cornea, eye pigmentation, ocular vessels and retina were identified. This easily implemented method can also be used to obtain fundus images from rodent retinas.In summary, we present funduscopy as a valuable tool to analyse ocular abnormalities in adult zebrafish and other small animal models. A proof of principle screen identified a number of putative mutants, making funduscopy based screens in zebrafish feasible.

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Cytomegalovirus (CMV) reactivation in the retina of immunocompromized patients is a cause of significant morbidity as it can lead to blindness. The adaptive immune response is critical in controlling murine CMV (MCMV) infection in MCMV-susceptible mouse strains. CD8(+) T cells limit systemic viral replication in the acute phase of infection and are essential to contain latent virus. In this study, we provide the first evaluation of the kinetics of anti-viral T-cell responses after subretinal infection with MCMV. The acute response was characterized by a rapid expansion phase, with infiltration of CD8(+) T cells into the infected retina, followed by a contraction phase. MCMV-specific T cells displayed biphasic kinetics with a first peak at day 12 and contraction by day 18 followed by sustained recruitment of these cells into the retina at later time points post-infection. MCMV-specific CD8(+) T cells were also observed in the draining cervical lymph nodes and the spleen. Presentation of viral epitopes and activation of CD8(+) T cells was widespread and could be detected in the spleen and the draining lymph nodes, but not in the retina or iris. Moreover, after intraocular infection, antigen-specific cytotoxic activity was detectable and exhibited kinetics equivalent to those observed after intraperitoneal infection with the same viral dose. These data provide novel insights of how and where immune responses are initiated when viral antigen is present in the subretinal space.

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The central nervous system (CNS) comprises the brain, spinal cord, optic nerves and retina, and contains post-mitotic, delicate cells. As the rigid coverings of the CNS render swelling dangerous and destructive, inflammatory reactions must be carefully controlled in CNS tissues. Nevertheless, effector immune responses that protect the host during CNS infection still occur in the CNS. Here, we describe the anatomical and cellular basis of immune surveillance in the CNS, and explain how this shapes the unique immunology of these tissues. The Review focuses principally on insights gained from the study of autoimmune responses in the CNS and to a lesser extent on models of infectious disease. Furthermore, we propose a new model to explain how antigen-specific T cell responses occur in the CNS.