989 resultados para giochi favorevoli e non favorevoli criterio di Kelly


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La vera identità di un individuo è un'informazione molto preziosa. In generale le persone non hanno particolari remore a rivelare la propria identità e il riconoscimento non rappresenta un problema; l'unica motivazione che può portare un individuo a nascondere la propria identità è l'elusione dei rilevamenti delle forze dell'ordine per un certo tipo di attività criminale. In questi casi, risulta difficile procedere al riconoscimento attraverso caratteristiche biometriche come iride o impronte digitali, in quanto la loro acquisizione presuppone un certo grado di collaborazione da parte del soggetto. Il volto, invece, può essere ottenuto in modo segreto, non solo attraverso le ben note telecamere di videosorveglianza ma anche attraverso la ricostruzione fornita da un eventuale testimone oculare che assiste all'evento criminoso. Quest'ultimo, attraverso la descrizione verbale del sospettato e con l'ausilio delle capacità di un disegnatore, fornisce un contributo per la costruzione di un identikit o sketch del soggetto, favorendo quindi il processo di individuazione dell'identità del malvivente. Solitamente, una volta prodotto lo sketch, si effettua un confronto visivo con le fotografie segnaletiche già in possesso degli inquirenti e memorizzate all'interno di un'ipotetica banca dati. Tale confronto viene eseguito 'manualmente' da persone incaricate, comportando un inevitabile spreco di tempo; dotarsi di un sistema automatico in grado di ricercare la foto del sospettato più somigliante allo sketch a partire da quelle presenti all'interno di un database potrebbe aiutare le forze di polizia in una più celere individuazione del colpevole. Purtroppo, i metodi presenti allo stato dell'arte sul riconoscimento facciale non consentono un confronto diretto: fotografia e disegno sono due rappresentazioni del volto molto differenti in termini di ricchezza di dettagli e tessitura e pertanto non direttamente confrontabili. L'obiettivo del progetto di tesi è quello di esplorare una nuova strategia di valutazione automatica della similarità tra uno sketch e una fotografia consistente principalmente in un'analisi della conformazione dei volti, mediante estrazione dei contorni e calcolo di apposite feature.

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Progettazione delle procedure necessarie alla realizzazione di piattaforme off-shore, grandi e complesse strutture intelaiate di pilastri, diagonali, travi primarie e travi secondarie, progettate per insediarsi in ambiente marino ed idonee ad ospitare impianti per l'estrazione di idrocarburi. Durante la fase di progettazione si procede con l'ideare la struttura della piattaforma fino a definire le caratteristiche di ogni componente: tale fase ha come esito la redazione dei project drawings (disegni di progetto). La fase di realizzazione è quella che interessa propriamente il lavoro svolto: a seguito della progettazione infatti emergono nuove problematiche a livello applicativo e costruttivo che necessitano di essere studiate e risolte preventivamente alla costruzione fisica dell'opera. In particolar modo è necessario definire quali parti della struttura possono essere acquistate e quali invece devono essere realizzate su misura. Definite le modalità costruttive, viene effettuato lo studio riguardante la movimentazione dei vari piani della piattaforma, movement, e successivamente le problematiche relative al sollevamento degli stessi, lifting. Le due procedure necessitano di raffinate valutazioni euristiche ed analitiche per garantire che la struttura non collassi.

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The most relevant thermo-mechanical properties of SiC or C based CFCCs are high strength, high toughness, low weight, high reliability, thermal shock and fatigue resistance. Thanks to these special characteristics, the CFCCs are the best candidates to substitute metals and monolithic ceramics, traditionally employed to realize components in energy, aeronautic and nuclear fields. Among the commonly techniques for the CFCCs production, CVI still represents the most significant one. Its main advantages are the versatility, the high quality deposits and the fact that it is conducted under mild temperature conditions. On the other hand, this technique is quite complex, therefore the set up of all process parameters needs long development time. The main purpose of the present study was to analyze the parameters controlling the CVD and CVI processes. Specifically, deposition and infiltration of SiC and Py-C tests were conducted on non-porous and porous substrates. The experiments were performed with a pilot size Isothermal/Isobaric CVI plant, designed and developed by ENEA. To guarantee the control of the process parameters, a previously optimization of the plant was needed. Changing temperature, pressure, flow rates and methane/hydrogen ratio, the Py-C deposition rate value, for an optimal fibre/matrix interphase thickness, was determined. It was also underlined the hydrogen inhibiting effect over the Py-C deposition rate. Regarding SiC morphologies, a difference between the inner and outer substrate surfaces was observed, as a consequence of a flow rate non-uniformity. In the case of the Cf/C composites development, the key parameter of the CVI process was the gas residence time. In fact, the hydrogen inhibiting effect was evident only with high value of residence time. Furthermore, lower the residence time more homogeneous the Py-C deposition rate was obtained along the reaction chamber axis. Finally, a CVD and CVI theoretical modelling was performed.

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Lo stabilirsi di nuovi criteri abitativi nella Lombardia di fine Ottocento e dei primi decenni del XX secolo, ha fatto emergere, nel vasto tema dell’abitazione popolare, componenti meritevoli di essere analizzate nelle loro differenti declinazioni. Nella ricerca sono quindi stati analizzati: gli studi tipologici di quel periodo, l’impiego di differenti materiali edili, il linguaggio compositivo, le interrelazioni dei manufatti architettonici con il contesto urbano, l’apporto delle cooperative alla realizzazione degli interventi, lo sviluppo e l’impiego della prefabbricazione e la tutela, valorizzazione e trasformazione del patrimonio edilizio esistente. Presupposto di quest’analisi è stata l’ampia ricostruzione storiografica delle fasi germinali e del dibattito ottocentesco sulla casa operaia e popolare, che hanno condotto (all’inizio del novecento) alla creazione dell’Istituto Autonomo Case Popolari od Economiche di Milano. Sono state enucleate anche le principali caratteristiche formali e tecnologiche dell’edilizia residenziale popolare milanese di quel periodo. La ricerca inoltre è stata finalizzata alla definizione di strategie gestionali del patrimonio storiografico esistente (documentario, iconografico e bibliografico) rivolto a una migliore fruizione dei beni architettonici considerati e a supporto di conoscenza per la sua valorizzazione, tutela, trasformazione e recupero. Per questa ragione l’analisi delle fonti documentarie e archivistiche, si è basata sull’indagine di alcuni progetti originari (quasi mai in possesso dell’Aler e parzialmente dispersi in archivi comunali e privati). La ricostruzione del patrimonio storico-visuale dell’edilizia residenziale d’inizio secolo, ha dedicato attenzione anche agli aspetti architettonici e di vita degli spazi comuni, dello stato di conservazione e delle trasformazioni delle strutture originarie. Accanto a questi filoni di indagine è stata sviluppata un’attenta analisi della letteratura esistente, studiando sia la pubblicistica sia la letteratura scientifica coeva alle costruzione e gli studi, anche di grande portata, compiuti nei decenni successivi. L’indagine propone anche una periodizzazione delle fasi realizzative dell’edilizia popolare, relazionandole a contesti architettonici e storiografici di più ampio respiro. Si sono indagate, ad esempio, le ragioni del costituirsi di una forte interdipendenza delle varie realtà sociali urbane e si sono posti a confronto gli elementi prettamente architettonici con il quadro tematico connesso al concetto di modernità. La ricerca non ha neppure trascurato gli studi chiarificatori delle istanze sociali, che hanno trovato particolari riferimenti nelle analisi scientifiche (pubblicate su riviste specialistiche, in qualche caso di difficile reperibilità) o nelle ricerche commissionate dal Comune di Milano nel primo decennio del XX secolo. Grande importanza è stata riposta anche nell’analisi delle delibere comunali (verificate e documentate in modo organico e complessivo) che, a partire dal 1861, trattano il tema dell’impegno pubblico nella realizzazione di edilizia operaia a basso costo.

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Il calcestruzzo è uno dei materiali più utilizzati nell’edilizia, ma il meno sostenibile. Per la sua produzione vengono sfruttate elevate quantità di risorse naturali non rinnovabili con un impatto ambientale non trascurabile, sia per le sostanze emesse in atmosfera, sia per le macerie derivate post utilizzo. L’ingresso nel XXI secolo ha segnato definitivamente l’affermazione del concetto di sviluppo sostenibile nei riguardi di tutti i processi produttivi dei beni, che devono essere necessariamente strutturati secondo una logica di risparmio energetico e di controllo della produzione di scorie e rifiuti, prevedendone un loro riutilizzo in altri settori, o un loro smaltimento senza provocare danni all’ambiente. Anche l’industria del cemento e del calcestruzzo è chiamata a svolgere il proprio ruolo per contribuire ad un miglior bilancio ecologico globale, indirizzando la ricerca verso possibilità d’impiego di materiali “innovativi”, che siano in grado di sostituire parzialmente o totalmente l’uso di materie prime non rinnovabili, tenendo conto dell’enorme richiesta futura di infrastrutture, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Negli ultimi anni si sta sempre più affermando il potenziale del riciclo dei materiali ottenuti dalla demolizione di edifici (C&DW – Construction and Demolition Waste), questo dovuto anche a politiche di gestione dei rifiuti che incentivano il risparmio, il riutilizzo, il riciclo e la valorizzazione dei beni. I calcestruzzi con aggregati di riciclo sono generalmente suddivisi in due macrogruppi: quelli ottenuti da aggregati di riciclo di solo calcestruzzo (RCA – Recycled Coarse Aggregate) e quelli da aggregati da demolizione totale (MRA – Mixed Recycled Aggregate) che però contengono molte impurità. Come anche uno può subito pensare gli aggregati riciclati hanno delle proprietà diverse da quelli naturali, questi contengono oltre l’aggregato naturale anche il legante coeso, polveri di laterizio, vetro, ceramica, plastica eccet., i quali offrono una miscela ricca di cloruri, solfati, silice amorfa ed altri componenti dannosi per la nuova miscela di calcestruzzo. In presenza di questi prodotti, gli aggregati non solo non soddisfano i requisiti chimici, ma influiscono negativamente anche sulle proprietà fisico-meccaniche del calcestruzzo. Per questo vedremmo in questa tesi tramite un accurata analisi degli aggregati, e del loro “contributo” per il corretto comportamento del calcestruzzo, leggendo criticamente come le normative regolano i requisiti che gli aggregati debbono soddisfare, vedendo le varie possibilità di riutilizzo dei materiali di riciclo da demolizione. La tesi mira all'incentivo dei materiali da riciclo, come scelta sostenibile per il futuro dell'edilizia. E' stato calcolato che la produzione totale di macerie da demolizione nel mondo, non supera il 20% in massa degli aggregati che vengono utilizzati per la produzione del calcestruzzo nei paesi sviluppati. Dai vari studi è stato valutato in media che col solo 20% di riciclato sostituito, le caratteristiche del calcestruzzo indurito cambiano di poco dal normale miscelato con aggregati naturali; ovviamente se gli aggregati da riciclo sono stati selezionati e sottoposti ai vari test delle norme europee standardizzate. Quindi uno può subito pensare in linea teorica, tralasciando i costi di gestione, trasporto eccet. , che basta utilizzare per ogni metro cubo di calcestruzzo 20% di riciclato, per rispondere allo smaltimento dei rifiuti da C&D; abbassando cosi i costi degli inerti naturali, sempre parlando di economie di scala. Questo è in linea teorica, ma riflette un dato rilevante. Nel presente lavoro si partirà da una veloce lettura sul comportamento del calcestruzzo, su i suoi principali costituenti, concentrandoci sugli aggregati, analizzandone le sue proprietà fisico-meccaniche, quali la granulometria, la resistenza meccanica e la rigidezza, valutando l’importanza dei legami coesivi tra aggregato alla pasta cementizia. Verranno inoltre analizzate le azioni deleterie che possono instaurarsi tra aggregato di riciclo e pasta cementizia. Dopo aver visto le varie politiche sulla gestione dei rifiuti, la legislazione passata e presente sull’uso dei materiali riciclati, si analizzeranno vari studi sulle proprietà fisico-meccaniche dei calcestruzzi con aggregati di riciclo seguiti da università e poli di ricerca internazionali. Se gli aggregati di riciclo sono selezionati con metodo, in presenza di piani di gestione regionale e/o nazionale, è possibile soddisfare le prestazioni richieste del calcestruzzo, nel rispetto delle politiche di sostenibilità economico-ambientali. Può essere il calcestruzzo riciclato una scelta non solo sostenibile, ma anche economica per il settore edile? Si può avere un calcestruzzo riciclato ad alte prestazioni? Quali sono le politiche da mettere in atto per un mercato di produzione sostenibile del riciclato? Questo e molto altro verrà approfondito nelle pagine seguenti di questa tesi.

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Oggigiorno  le  richieste  di  rilievi  tridimensionali  e  di  rappresentazioni  3D  ad  alta  qualità  i  sono  sempre  più  frequenti,  e  coinvolgono  un  numero  sempre  maggiore  di  discipline  e  ambiti  applicativi,  quali  quello  industriale,  medico,  archeologico,  forense,  museale, ecc., con ulteriori prospettive di allargamento per quanto riguarda la natura ed  il numero delle realizzazioni.  Il  lavoro  di  ricerca  svolto,  di  natura  prevalentemente  applicata,  vuole  andare  ad  investigare un settore, quello degli oggetti di medie, medio-piccole e soprattutto piccole  dimensioni, che, a parere dell’autore, non è stato ancora investigato a fondo;di questo  d’altra  parte  dà  riscontro  il  numero  relativamente  limitato  di  lavori  presenti  in  letteratura su questo tema.  Sebbene la metodologia di lavoro non sia concettualmente diversa da quella che si  adotta comunemente in ambito close range, le problematiche che sono state incontrate  nel corso dei diversi casi di studio analizzati nel periodo di dottorato hanno evidenziato  la  necessità  di  soluzioni  tecniche  e  metodologiche  specifiche,  anche  in  funzione  dei  requisiti di precisione che competono ad oggetti di piccole dimensioni.  Nel corso degli anni, si è visto  un allargamento della base di utenti che trovano nel  prodotto  3D  un  importante  strumento  di  lavoro;  si  pensi  alla  cinematografia,  alla  computer grafica, alle simulazioni virtuali a partire da modelli 3D realistici, ecc. Questo  trend sembra, al giorno d’oggi, non trovare ancora una battuta d’arresto. Considerando il  settore  dei  Beni  Culturali,  per  esempio,  si  tratta  di  un  campo  di  applicazione  delle  tecniche  geomatiche  abbastanza  ristretto  e  sostanzialmente  nuovo,  in  quanto  le  problematiche di documentazione e visualizzazione di beni mobili ed immobili sono in  genere indirizzate prevalentemente ad oggetti a scala di edificio, porzione di edificio o  elementi  quali  bassorilievi  e  statue,  comunque  con  un  ordine  di  grandezza  che  va  da  qualche  metro  alla  decina  di  metri.  Qualora,  come  detto  in  precedenza,  si  volesse  aumentare  ulteriormente  la  scala  di  indagine  e  di  rappresentazione,  devono  essere  adottate  delle  tecniche  di  rilievo  che  possano  fornire  un'adeguata  precisione,  con  strumenti e tecnologie che possano adattarsi alle diverse configurazioni e caratteristiche  geometriche. Nella  tesi  viene  dunque  affrontata  la  problematica  del  rilievo  e  della  modellazione  tridimensionale,  con  alto  livello  di  dettaglio,  di  oggetti  di  dimensioni  che  variano  da  qualche decina a pochi centimetri; una situazione di questo tipo può aversi in svariati  ambiti,  che  vanno  da  quello  industriale  e  del  design  a  quello  biologico  e  medico,  dall’archeologia ed alla musealizzazione virtuale alle indagini forensi, ecc.  Concentrando  l’analisi  al  campo  dei  Beni  Culturali,  oggi  oggetto  di  importanti  ricerche  applicative  che  trovano  impulso  anche  dallo  sviluppo  delle  nuove  tecnologie,  sono molto numerose e varie le occasioni in cui operare con oggetti di altissimo valore e  dimensioni molto ridotte: un esempio immediato è quello fornito dal rilievo di reperti  archeologici,  ma  nell’ambito  del  restauro,  dell’analisi  dei  materiali,  delle  indagini  non  distruttive, le potenzialità sono di grandissimo interesse..   Comunemente,  fino  a  poco  tempo  fa,  e  soprattutto  in  ambito  museale,  la  documentazione  geometrica  di  un  bene  culturale  mobile  di  piccole  dimensioni  si  è  limitata  ad  una  rappresentazione  fotografica,  riportante  magari  elementi  metrici  minimali,  come  un  righello  posto  di fianco  all’oggetto,  in  grado  di  fornire  una  scala  di  lettura.  Ciò  che  si  è  in  genere  tenuto  in  scarsa  considerazione,  ma  in  grado  invece    di  dare  al  contenuto  informativo  quel  qualcosa  in  più  rispetto  alla  semplice  fotografia,  è  l’adozione  di  metodologie  per  un  rilievo  rigoroso  e  metrico,  metodologie  che  possono  essere di grandissimo interesse non solo a fini di studio e divulgazione dell’oggetto (si  pensi alla problematica della virtualizzazione della fruizione di beni museali) ma anche  per  scopi  diversi  quali  la  duplicazione  e  riproduzione  di  copie  dell’oggetto  (a  scala  identica  al  vero  o  a  scala  diversa).  Di  frequente  infatti  ci  si  trova  di  fronte  a  problematiche  legate  alla  salvaguardia  e  conservazione  dell’oggetto,  in  termini  di  accesso  e  visione  da  parte  del  pubblico,  di  mantenimento  in  particolari  condizioni  microclimatiche, di difficoltà di manipolazione a fini di studio e misura, ecc.   Nella  tesi  sono  state  prese  in  considerazione  le  due  tecniche  geomatiche  che  si  prestano  a  soddisfare  nel  miglior  modo  possibile  i  requisiti  di  correttezza  metrica  e  radiometrica che un rilievo ad elevata precisione richiede. Tali tecniche, rappresentate  dalla fotogrammetria digitale con ottiche Macro e dal laser a scansione, in particolare del  tipo a triangolazione, sono state sperimentate sul campo , in modo da poter valutarne le  potenzialità,  non  solo  alla  luce  dei  risultati  finali  ottenuti,  ma  anche  considerando  i  problemi al contorno che esse comportano.   Nel  corso  di  numerose  sperimentazioni  in  laboratorio  e  sul  campo  sono  stati  analizzati problemi quali la calibrazione di obiettivi macro e la realizzazione di reticoli   speciali atti allo scopo, la qualità dei DSM di origine laser e fotogrammetrica, l’estrazione  di  caratteristiche  morfologiche di  microrilievo,  le  conseguenze  della  compressione  dei  dati  immagine,  la  calibrazione  radiometrica  ed  il  filtraggio  delle  immagini  digitali,  l’allineamento di nuvole di punti con algoritmi ICP. 

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Fino a non molto tempo fa vi erano linee di riflessione che tendevano a considerare la bioetica come una disciplina sostanzialmente attinente alla sfera privata della coscienza individuale degli operatori direttamente coinvolti e perciò non direttamente connessa a questioni di organizzazione complessiva della società pubblica. Nel corso del tempo la prospettiva si è progressivamente evoluta, dal momento che le questioni bioetiche sollevano molti interrogativi di carattere etico, deontologico e giuridico, divenendo così oggetto di riflessione anche sul versante sociale e politico: potremmo parlare, in altri termini, di biopolitica e biodiritto. Infatti il legislatore è spesso chiamato ad esprimersi su questioni sollevate da “casi” bioeticamente significativi e dovrebbe poterlo fare con cognizione di causa. Il dibattito sulle “Dichiarazioni Anticipate di Trattamento” rappresenta una di tali questioni. Molte e diverse sono le denominazioni utilizzate per indicare lo strumento atto a manifestare le scelte di fine vita. Tutte, però, fanno riferimento ad un documento scritto, contenente le indicazioni espresse da una persona sana e capace di intendere e di volere, avente per oggetto i trattamenti sanitari e assistenziali che si vogliono o non si vogliono ricevere nell’ipotesi in cui, a causa di una malattia grave, inguaribile o di un evento traumatico, tale persona si venisse a trovare in uno stato di incapacità di intendere e di volere. Dietro la diversa terminologia utilizzata, si evidenziano difficoltà di diversa natura: il riferimento alla libertà del singolo e al suo diritto di autodeterminazione, l’ampio concetto di salute, il principio dell’uguaglianza, la nozione di dignità, la questione dell’obiezione di coscienza. L'idea di affrontare questo tema nasce dal desiderio di approfondire uno degli aspetti maggiormente discussi nel settore delle scelte di fine vita; di riflettere sulla legittimità e sulla reale utilità di uno strumento come le DAT; di indagare la reale situazione intorno alle tematiche di fine vita.

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La prima nascita dopo una fecondazione in vitro con ovociti donati è avvenuta in Australia nel 1983. La donazione di ovuli (chiamati anche ovociti o oociti), è una tecnica di riproduzione assistita, mediante la quale l’ovulo è fornito da una donna (donatrice), distinta da quella che riceverà (ricevente) l’embrione, risultante dall’ovulo donato e lo spermatozoo fornito dal compagno maschile o da un altro donatore. La procreazione medicalmente assistita con ovuli donati, ha dimostrato di essere una tecnica molto efficace per molte coppie in cui la donna ha scarse o nessuna probabilità di concepire per diversi motivi che verranno trattati nella tesi. L’utilizzo di ovuli da donatrice non risolve la causa primaria, ma a tutt’oggi è l’unica soluzione al desiderio di avere figli da parte delle coppie in cui sono presenti delle alterazioni ovocitarie. La procreazione con donazione di gameti, interpretata dalla legge 40/2004 come procreazione eterologa, è vietata in Italia, quindi le coppie italiane che attualmente desiderano procreare facendo ricorso alla fecondazione con donazione di ovociti, devono recarsi all’estero.

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The aim of the present thesis, carried out at the Analytical Group of the Faculty of Industrial Chemistry in Bologna, is to develop a new electrochemical method for the determination of the Antioxidant Capacity (AOC). The approach is based on the deposition of a non-conducting polymeric film on the working electrode surface and the following exposition to the radicals OH· produced by H2O2 photolysis. The strongly oxidant action of hydroxyl radicals degrades, causing an increase of the Faradic current, relevant to the redox couple [Ru(NH3)6]2+/3+ monitored by cyclic voltammetry(CV); the presence of an antioxidant compound in solution slows down the radical action, thus protecting the polymeric film and blocking the charge transfer. The parameter adopted for the quantification of the AOC, was the induction time, called also lag phase, which is the time when the degradation of the film starts. Five pure compounds, among most commonly antioxidant, were investigated : Trolox®(an analogue water-soluble of vitamin E), (L)-ascorbic acid, gallic acid, pyrogallol and (-)- epicatechin. The AOC of each antioxidant was expressed by TEAC index (Trolox® Equivalent Antioxidant Capacity), calculated from the ratio between the slope of the calibration curve of the target compound and the slope of the calibration curve of Trolox®. The results from the electrochemical method, have been compared with those obtained from some other standardized methods, widely employed. The assays used for the comparison, have been: ORAC, a spectrofluorimetric method based on the decrease of fluorescein emission after the attack of alkylperoxide radicals, ABTS and DPPH that exploit the decoloration of stable nitrogen radicals when they are reduced in presence of an antioxidant compound and, finally, a potentiometric method based on the response of the redox couple [Fe(CN)6]3-/ [Fe(CN)6]4-. From the results obtained from pure compounds, it has been found that ORAC is the methodology showing the best correlation with the developed electrochemical method, maybe since similar radical species are involved. The comparison between the considered assays, was also extended to the analysis of a real sample of fruit juice. In such a case the TEAC value resulting from the electrochemical method is higher than those from standardized assays.

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Nell’ultimo decenno si è assisitito ad una frenetica evoluzione delle tecnologie di connessione e trasferimento dati, dagli impianti di fibra ottica sempre più diffusi e performanti, alle varie tecnologie mobile UMTS e LTE. Tutto ciò ha permesso a sempre più persone di poter spendere una maggiore fetta del proprio tempo sulla rete sia per svago che per lavoro. Questo ha portato col tempo l’utente interattivo alla ricerca di servizi remoti che prima usufruiva in locale, sia per motivi di portabilità e di interconnessione, sia per una semplice questione di sincronizzazione fra i vari dispositivi posseduti. Il presente progetto di tesi si pone come obiettivo di indagare con occhio ingegneristico all’evoluzione della struttura del web fino ad identificare e analizzare l’attuale necessità di poter avere in rete tutti quei servizi anche completi e strutturalmente complessi che prima si aveva sul proprio desktop; tutto ciò attraverso l’esempio di un nuovo linguaggio di sviluppo per applicazioni web strutturate proposto da Google: DART. In questa analisi non si potrà prescindere dallo studio attento della tecnologia che sin dagli inizi della rete ha fatto da struttura al web ovvero l’Html e il suo ultimo standard Hmtl5. Nella prima parte verrà mostrata, attraverso un breve percorso, la nascita e lo sviluppo del web, sino ai giorni nostri. Si effettuerà quindi una panoramica, rivisitando tutti più importanti passi che hanno portato la rete internet ad essere ciò che oggi utilizziamo, ponendo una particolare attenzione alle attuali esigenze di progettazione della struttura dei servizi web. Nel secondo capitolo viene introdotta la tecnologia a base del web, l’Html; attraverso una breve analisi dell’evoluzione di quest’ultima si arriverà sino all’attuale HTML5 e alle funzionalità offerte nell’ottica della programmazione web strutturata. Nel terzo capitolo si analizzerà in maniera più approfondita la necessità di un web strutturato e le potenzialità del progetto Dart attraverso alcuni esempi esplicativi. Infine si trarranno alcune conclusioni sull’attuale situazione del web, sulla necessità di un web strutturato e sulla possibilità di riuscita del progetto Dart.

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Ormai siamo bombardati da notizie non rassicuranti. Telegiornali, quotidiani,periodici, per gran parte, non sono altro che una elencazione di furti, rapine,omocidi,pestaggi, stupri... Verrebbe quasi voglia di spegnere tutti gli apparecchi,non comperare più la stampa, e rinchiudersi in un totale e dorato isolamento. Ma ciò non è possibile perchè basta stare fra la gente ed inevitabilmente si viene contagiati da un senso di instabilità, a maggior ragione in quanto donna e giovane, che ti spinge a pensare a come mettere a disposizione della sicurezza i tuoi saperi. Da ciò è nata la riflessione su come è possibile dare un contributo per garantire maggiore sicurezza alle donne ed in particolare alle ragazze nei momenti in cui frequentano luoghi di aggregazione giovanili ed anche quando sono sole, tramite l'ideazione di un apposito dispositivo di sicurezza personale.

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The association between celiac disease (CD) and dental enamel defects (DED) is well known. AIM: This study was designed to investigate the prevalence of DED in CD children and to specifically find a possible correlation between DED and gluten exposure period, CD clinical forms, HLA class II haplotype. MATERIALS AND METHODS: This study was designed as a matched case-control study: 374 children were enrolled (187 celiac and 187 non celiac). Data about age at CD diagnosis, CD clinical form and HLA haplotype were recorded. RESULTS: DED were detected in 87 celiac subject while no dental lesions were found in the remaining 100 patients; in 187 healthy controls enamel lesion were significantly less frequent (5.3 % versus 46.5% ; p<0.005).We found a correlation between DED and gluten exposure period, since among CD patients the mean age at CD diagnosis was significantly (p= 0.0004) higher in the group with DED (3.41± 1.27) than without DED (1.26± 0.7). DED resulted more frequent in atypical and silent forms than in the typical one. The presence of HLA DR 52-53 and DQ7 antigens significantly increased the risk of DED (p=0.0017). CONCLUSIONS: Our results confirmed a possible correlation between CD clinical form, age at CD diagnosis, HLA antigens and DED. The origin of DED in CD children is due to multifactorial events and further studies are needed to investigate other determinants.

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The present work focuses on a specific aspect of the general issue concerning the possible consequences of the reform of business corporations (“società di capitali”) on the discipline of partnerships (“società di persone”). After the reform of business law enacted with legislative decree n. 6/2003, the majority of the literature, in the light of the provisions of art. 2361 co. 2 civil code and art. 111-duodecies of the regulatory provisions (“disposizioni di attuazione”) of the civil code itself, maintains the possibility for a business corporation to be executive of a partnership. As a matter of fact, whenever all the members of a partnership are actually business corporations, it shall be possible that either one of the latter becomes the executive, either such role is played by a third party, i. e. a non-partner. After displaying the possible advantages and disadvantages stemming from a business corporation managing a partnership, the analysis investigates the legal feasibility of the case in point. First of all, the reasons supporting the theory under which a legal person cannot be manager of a partnership are examined in depth; an overview of the principal EU Member States’ legal systems and of the discipline of the European Economic Interest Grouping and of European Corporate is then provider for. At the outset of such analysis, the author asserts the legal possibility for a legal person to act as manager of a corporation, including a partnership. Afterwards, the investigation covers the issue of the executive-member in the partnerships. Initially, an overview of the literature concerning the legal nature of the management is offered; then, the three different categories of partnership are analyzed, in order to understand whether such legal persons can be managed by a third party (i.e. a non-member). On the basis of the existing strict connection between executive powers and unlimited liability, the author concludes that only the members shall be manager of the partnerships. Another chapter of the thesis is centred, from the one hand, on the textual data that, after the reform of 2003, support the aforesaid conclusion; from the other hand, on the peculiar features of the corporate business that is executive of a partnership. In particular, the attention is focused on the necessity or on the mere opportunity of an article of association explicitly providing that a corporate business can be executive of the partnership; on the practical ways by which the former shall manage the latter (especially on the necessity of nominating a permanent representative of the legal person and on the possibility to designate the procurators to this end); on the disclosure obligations applicable to the case in point.

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Diversi studi presenti in letteratura hanno messo in evidenza come il sistema di filtrazione di un olio extravergine di oliva rivesta un ruolo importante per una corretta conservazione del prodotto nel tempo; contestualmente, l’applicazione di metodi tradizionali di trattamento comporta la diminuzione di alcuni componenti minori: oltre all’allontanamento dei composti in sospensione, che concorrono a fornire l’aspetto torbido all’olio non trattato, viene allontanata acqua micro dispersa, che ha l’importante compito di solubilizzare molecole dotate di una certa polarità, principalmente fenoliche che, come noto, risultano indispensabili per la stabilità ossidativa e giocano un ruolo chiave nell’impartire all’olio extravergine di oliva alcune note sensoriali peculiari, quali l’amaro ed il piccante, percepibili in fase gustativa. Lo scopo di questo progetto sperimentale è stato di valutare la qualità chimica e sensoriale di tre oli extra vergini di oliva sottoposti ad un sistema brevettato di illimpidimento, basato sul passaggio di un flusso di gas inerte, quale l’argon, nella massa di olio d'oliva. Questo metodo può rappresentare una valida alternativa ai trattamenti tradizionali e per questo è indispensabile valutarne i punti di forza e di debolezza in relazione all’effettiva possibilità di impiego nella produzione industriale. Per questa finalità, il sistema brevettato dall'Università di Bologna e dalla Sapio (una società privata che fornisce il gas per i settori industriali e della ricerca) è stato applicato a un lotto di 50 L di ciascun olio dopo la sua produzione mediante mini-frantoio. I campioni, sia trattati che controllo, sono stati imbottigliati e conservati a temperatura ambiente e mantenuti al buio prima dell'analisi. Dopo quattro mesi di conservazione, sono stati valutati gli indici di qualità di base, tra cui acidità libera, numero di perossidi, assorbimento specifico nella zona dei dieni e trieni coniugati e il profilo sensoriale. Inoltre è stata valutata la stabilità ossidativa in condizioni forzate, il profilo dei composti maggioritari (acidi grassi) e dei composti minori (tocoferoli, fenoli, volatili, acqua). I risultati sono stati utilizzati per la comparazione della qualità complessiva degli oli extravergini di oliva sottoposti a chiarifica con sistema brevettato rispetto a quelli non trattati, permettendo una valutazione dell’effetto del nuovo sistema sulle caratteristiche chimiche e sensoriali del prodotto.