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Resumo:
Il presente lavoro consiste in uno studio della tradizione manoscritta dei Discorsi sacri (= DS) di Elio Aristide. Nel primo capitolo si presenta una descrizione dettagliata dei testimoni superstiti (tutti collazionati integralmente), talvolta ridatati su base paleografica; nel secondo si dimostra l’esistenza di un archetipo (O) a monte della trasmissione dell’opera aristidea; nel terzo, quarto e quinto si ricostruiscono gli stemmata codicum delle tradizioni, rispettivamente, di DS 1-2 (bipartita), 3-5 (monopartita) e 6 (monopartita); nel sesto – e ultimo – capitolo si ricostruisce la storia della circolazione dei DS dall’epoca di Areta di Cesarea al tardo XV sec. A completamento e supporto della ricerca sono offerte numerose tavole dei manoscritti esaminati nonché un indice dei codici collazionati.
Resumo:
La distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme nel 70 e.v. rappresenta un momento cruciale nell’evoluzione storica e teologica della religione giudaica. Prima della catastrofe, l’intero sistema cultuale si fondava sulle ritualità sacrificali, che si concentravano esclusivamente nel santuario gerosolimitano. Con la caduta di quest’ultimo e il venir meno delle sue prassi, il giudaismo dovette ripensare totalmente la propria religiosità, la quale andò gradualmente a imperniarsi sulla preghiera e su atti di devozione non cruenti, in una prospettiva più aperta, mobile e orizzontale. Pertanto, questa ricerca si pone lo scopo di analizzare, in una prospettiva fortemente votata all’antropologia, alla storia e alla sociologia della religione, il senso profondo di tale trasformazione. A questo fine, è stato studiato il culto sacrificale e liturgico giudaico precedente e successivo al 70 e.v., indagando in particolare alcuni aspetti specifici, quali la spazialità sacra, la gestualità rituale e l’uso della musica. In questo modo, è stato possibile delineare alcune logiche fondamentali che costituiscono la struttura dell’intero sistema religioso. Confrontando quelle del periodo del Secondo Tempio con quelle posteriori a esso, è dunque emersa una certa linearità, ma anche una forte discontinuità nella percezione del sacro e dei suoi rituali, fornendo così una nuova interpretazione del significato di una trasformazione di così vasta portata.