990 resultados para Pedagogia de Projetos


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Questo elaborato propone alcune riflessioni sulla necessità urgente di un nuovo paradigma educativo, mediante la re-organizzazione delle scienze della conoscenza, scienze in parole di Morin, “disgiunte e frazionate, inadeguate ad affrontare problemi che richiedono oggi approcci multidisciplinari”. La sfida: affrontare i nuovi problemi di una convivenza planetaria, attraverso le connessioni del pensiero ecologico, in questo studio asse centrale delle cosmovisioni e della Sapienza ancestrale dei Popoli di AbyaYala (America Latina). Popoli in cui la Vita come orizzonte di Armonia ed Equilibrio si concretizza in pratiche di Vita Quotidiana grazie ad una Pedagogia del BuenVivir, inclusiva e partecipativa, rispettosa della diversità biologica e delle differenze culturali, nonché della Sacralità della Terra e della Vita in tutte le sue manifestazioni. La cornice teorica considerata fa riferimento in modo particolare a: L’Ecologia della Mente (Bateson); Il problematicismo Pedagogico e l’Educazione alla Progettualità Esistenziale (G.M.Bertin, Contini); l’Ecologia dei Saperi e le Epistemologie del Sud (Boaventura di Sousa Santos, sociologo portoghese), in modo da tessere ponti di dialogo fra le diverse discipline, in particolare fra la pedagogia, la geografia, l’antropologia, la filosofia, la sociologia, la letteratura, il diritto e anche con le neuroscienze.

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Il lavoro di tesi nasce con l'intento di realizzare un'analisi unitaria della tematica dei ragazzi selvaggi al fine di evidenziare il valore e le ripercussioni di quanto oggigiorno può emergere dal portare avanti lo studio dei ragazzi selvaggi da una prospettiva pedagogico-educativa. L’espressione ragazzo selvaggio viene tradizionalmente usata per riferirsi a quei bambini/e cresciuti per un lungo periodo in compagnia di animali o in luoghi isolati. Nel corso del tempo altre accezioni sono comparse e l’utilizzo di tale espressione ha assunto significati diversi in base ai contesti di riferimento e alle eventuali connessioni con la tematica del selvaggio in generale. Questa tematica si colloca al crocevia tra più aree di ricerca; gli incroci sono come territori di confine, luoghi in cui è facile smarrirsi, ma sono anche luoghi di incontro, di confronto, di scambio, luoghi che conducono a nuova conoscenza. Affrontare, come in questo caso, un argomento di ricerca ricco di aspetti analizzabili da più punti di vista, implica la necessità di riferirsi a più prospettive d'indagine e di rapportarsi con differenti ambiti di studio. Ciò non deve però tradursi in un’inclusione indistinta e giustapponente delle diverse letture del fenomeno e degli elementi connessi alla ricerca. Il presente lavoro cerca pertanto di adottare un orientamento olistico alla tematica dei ragazzi selvaggi avvalendosi di uno sguardo di matrice pedagogico-educativa. L’obiettivo generale della ricerca si articola in tre sotto-obiettivi, identificabili nello specifico come: - realizzare un’analisi del fenomeno dei ragazzi selvaggi che metta in luce gli apporti della tematica all’evoluzione della storia della pedagogia; - far emergere ed evidenziare le connessioni della tematica a problematiche educative attualmente rilevanti ed oggetto del dibattito pedagogico contemporaneo; - analizzare i punti di contatto tra le ricerche sui feral children e le evidenze emerse dagli studi in campo neuroscientifico.

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La ricerca prende in esame le produzioni narrative, in particolare quelle dedicate agli adolescenti e ai giovani adulti, nei cui linguaggi e nelle cui trame si insinuano modelli di vita, comportamenti, valori, stereotipie, ecc. Attraverso le fiction dell'ultimo decennio, sono offerte interpretazioni alle costanti e alle variabili che percorrono i diversi prodotti culturali e che sono metafore di caratteristiche e di dinamiche della società post-moderna. Nella ricerca si studiano le trame e i personaggi delle narrazioni e, in parallelo, si individuano le correlazioni con studi pedagogici interessati alle ultime generazioni giovanili. La comparazione ha portato ad un sistema di decifrazione per individuare il giovane dell'era post-moderna tra gli elementi di finzione. Si sono prese in esame le più importanti icone dell'immaginario che, pur attraverso innumerevoli riscritture, continuano ad imporsi come metafore per identificazione, abnegazione, catarsi. Rispetto al passato, molte icone presenti nelle ultime produzioni di fiction subiscono alterazioni leggibili come spie (i.e. Ginzburg). È in queste trasformazioni, spinte fino alla metamorfosi dell'icona, che è possibile rintracciare alcune caratteristiche proprie del mondo giovanile in rapporto con la società contemporanea. L'immaginario può dunque essere lo specchio in cui l'uomo e la società possono riconoscersi, e studiarlo apre possibilità per sviluppare prospettive di interpretazione verso nuovi orizzonti.

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Quel che Steiner e molti altri criticano alla lingua contemporanea è il fatto di conformarsi troppo facilmente ai dettami della scienza e della società odierna, svuotando le parole del loro senso e della loro bellezza. Ciò che la scienza e la società in generale tendono a dimenticare, infatti, è che la lingua è composta di parole, fonemi, suoni. La tesi si articola in due Sezioni: una Premessa pedagogica e una Premessa antropologica. La Premessa pedagogica si compone di un solo capitolo, nel quale metteremo a confronto due metodi apparentemente molto diversi tra loro ma che, in realtà, trovano un loro accordo. Si tratta di Jean Piaget e Maria Montessori: del primo affronteremo opere quali Lo strutturalismo e L’epistemologia genetica dal punto di vista dell’acquisizione dei processi cognitivi, focalizzandoci soprattutto sull’apprendimento del linguaggio; della seconda sottolineeremo gli approcci educativi tenuti al fine di un apprendimento linguistico che non risenta di traumi ma che sia fondato su basi scientifiche. Introdurremo il ruolo della musica nei piani didattici e l’importanza di assegnarle una funzione più precisa e determinante. La Premessa antropologica si compone di due capitoli, entrambi dedicati alla musica. Nel Capitolo I parleremo della musicoterapia, un tipo di approccio fondato sul potere comunicativo della musica al fine di ripristinare la comunicazione verbale come è comunemente intesa. Nel Capitolo II, infine, parleremo del Mother Tongue Method introdotto da Shinichi Suzuki e ancora oggi riconosciuto in tutto il mondo. Si tratta di una metodologia che vuole rendere la musica parte delle vite degli individui tanto spontaneamente quanto il linguaggio. La musica diventa, dunque, uno strumento utile a formare i bambini sin da piccoli perché possano affrontare ogni ambito della loro vita con fermezza e abilità.

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O artigo tratará dos resultados preliminares de minha pesquisa de mestrado, ainda em andamento, cujo objetivo é refletir sobre as "equivocaçâo" (Viveiros de Castros, 2004) que ocorrem com a implantaçâo de projetos de manejo sustentável de animais entre populaçôes indígenas da Amazônia. Pretendo mostrar que essas equivocaçôes se devem ao fato de que os membros de projetos ecológicos e as populaçôes indígenas, apesar de semelhanças superficiais e interesses comuns possuiriam concepçôes e atitudes totalmente diferentes em relaçâo ao que chamamos de natureza e meio ambiente, que nâo existem sob a forma de uma esfera autônoma para muitos desses povo. A partir dessa discussâo, serâo focalizados alguns exemplos específicos de projetos em andamentoou concluídos, estabelecendo um diálogocom autores que discutem experiências de "desenvolvimento" entre povos indígenas.

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Os projetos sociais esportivos nao existem desde sempre. Algumas condiçoes tornaram possível que se creditasse a estes, no Brasil, as funçoes que lhes sao atribuídas. Pode-se tomá-los, nestes termos, como invençao que visa atender descontentamentos, insuficiências, lacunas de um projeto escolar moderno, mas, também, como a demonstraçao de uma racionalidade que nao cessa de se redimensionar. A maquinaria escolar que resiste ao tempo, desbeiçada, com folgas, corresponde a um projeto social, ou seja, um projeto de sociedade que teima em se autoproduzir. O que nomeamos como nao escolar pode corresponder, ao mesmo tempo, à atualizaçao deste projeto e, no limite de nossas possibilidades, à busca de outros modos de completar o projeto, qual seja, o de igualdade e emancipaçao através do uso da razao. Sao estes substantivos projetos sociais esportivos, invençoes dentro de uma mesma racionalidade que suspeitamos ser uma tentativa de reajuste de uma máquina que até entao era totalmente dependente da instituiçao escola. Tal instituiçao sempre tentou "dar conta" dos indivíduos que sao compulsoriamente inseridos dentro de seus muros. Parece-nos que estes projetos, os sociais esportivos, também; agem sobre os riscos e as virtualidades pretendendo dar conta de toda a sociedade, mas abdicam de muros para isto

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Os projetos sociais esportivos nao existem desde sempre. Algumas condiçoes tornaram possível que se creditasse a estes, no Brasil, as funçoes que lhes sao atribuídas. Pode-se tomá-los, nestes termos, como invençao que visa atender descontentamentos, insuficiências, lacunas de um projeto escolar moderno, mas, também, como a demonstraçao de uma racionalidade que nao cessa de se redimensionar. A maquinaria escolar que resiste ao tempo, desbeiçada, com folgas, corresponde a um projeto social, ou seja, um projeto de sociedade que teima em se autoproduzir. O que nomeamos como nao escolar pode corresponder, ao mesmo tempo, à atualizaçao deste projeto e, no limite de nossas possibilidades, à busca de outros modos de completar o projeto, qual seja, o de igualdade e emancipaçao através do uso da razao. Sao estes substantivos projetos sociais esportivos, invençoes dentro de uma mesma racionalidade que suspeitamos ser uma tentativa de reajuste de uma máquina que até entao era totalmente dependente da instituiçao escola. Tal instituiçao sempre tentou "dar conta" dos indivíduos que sao compulsoriamente inseridos dentro de seus muros. Parece-nos que estes projetos, os sociais esportivos, também; agem sobre os riscos e as virtualidades pretendendo dar conta de toda a sociedade, mas abdicam de muros para isto

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Os projetos sociais esportivos nao existem desde sempre. Algumas condiçoes tornaram possível que se creditasse a estes, no Brasil, as funçoes que lhes sao atribuídas. Pode-se tomá-los, nestes termos, como invençao que visa atender descontentamentos, insuficiências, lacunas de um projeto escolar moderno, mas, também, como a demonstraçao de uma racionalidade que nao cessa de se redimensionar. A maquinaria escolar que resiste ao tempo, desbeiçada, com folgas, corresponde a um projeto social, ou seja, um projeto de sociedade que teima em se autoproduzir. O que nomeamos como nao escolar pode corresponder, ao mesmo tempo, à atualizaçao deste projeto e, no limite de nossas possibilidades, à busca de outros modos de completar o projeto, qual seja, o de igualdade e emancipaçao através do uso da razao. Sao estes substantivos projetos sociais esportivos, invençoes dentro de uma mesma racionalidade que suspeitamos ser uma tentativa de reajuste de uma máquina que até entao era totalmente dependente da instituiçao escola. Tal instituiçao sempre tentou "dar conta" dos indivíduos que sao compulsoriamente inseridos dentro de seus muros. Parece-nos que estes projetos, os sociais esportivos, também; agem sobre os riscos e as virtualidades pretendendo dar conta de toda a sociedade, mas abdicam de muros para isto

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