999 resultados para CNPQ::LINGUISTICA, LETRAS E ARTES::LINGUISTICA
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Tít. de antep.: La erudición completa del Barón de Bielfeld traducida al castellano.
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Mode of access: Internet.
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L'elaborato si prefigge di presentare una proposta di localizzazione di Apex Legends attraverso l'utilizzo di una metodologia che introduce la locale IT:Gaming, supportata dall'ipotesi di "economia pratico-linguistica". Si tratta di una localizzazione "sovversiva", il cui obiettivo è quello di utilizzare la lingua d'uso che si è stabilita tra gli utenti dei videogiochi online.
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La tesi si propone l'obiettivo di esaminare le caratteristiche della lingua dell'aviazione, il cosiddetto Aviation English (AE), rivolgendo un'attenzione particolare alle dinamiche delle interazioni verbali che avvengono tra piloti e controllori del traffico aereo. A partire da un breve excursus sui diversi tipi di linguaggi, da quelli specialistici alle lingue controllate, si cercherà di fornire una chiara definizione dell'AE, delineando gli aspetti che lo rendono una vera e propria lingua e non una semplice varietà di inglese. La tesi passerà in rassegna tutte le convenzioni e le regole che compongono questa lingua e che rendono la comunicazione in volo efficace a livello internazionale. Si vedrà anche come la comunicazione in aviazione sia suscettibile a molti fattori linguistici (e non), il che comporta per gli operatori del settore, l'obbligo di conoscerla a fondo, più della loro stessa lingua madre. In conclusione, si eseguirà un'analisi conversazionale di una comunicazione terra-bordo-terra realmente avvenuta in un'emergenza. Più precisamente, si tratta dell'estratto del volo US Airways 1549, diventato famoso come "il miracolo dell'Hudson". Questo permetterà di mettere in risalto le regole dell'AE, applicate in un caso concreto, quanto singolare, e notare come queste siano efficaci nel gestire, a livello comunicativo e operativo, gli imprevisti.
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Il segreto di Pietramala (La nave di Teseo, 2018) è il primo romanzo di Andrea Moro e si caratterizza per la discussione di teorie linguistiche all’interno di una veste narrativa. A partire dai contenuti del romanzo, i cinque capitoli in cui si articola l’elaborato propongono una riflessione sul ruolo che la linguistica riveste e sul modo in cui emerge nella narrazione, sui principi di analogia e anomalia e sul rapporto tra sintassi e cervello, sull’acquisizione del linguaggio e sull’ipotesi di una lingua primigenia, sulla linguistica come scienza empirica e sulla natura della sintassi, sull’impossibilità di stilare graduatorie di valore delle lingue.
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Il presente lavoro ha come oggetto la linguoculturologia, un orientamento scientifico nato negli ultimi decenni del XX secolo e largamente diffuso nel mondo accademico russo e post-sovietico, che studia il legame indissolubile tra lingua e visione del mondo. Le origini della linguoculturologia sono da ricercare nel pensiero di Humboldt e nel concetto di relativismo linguistico presentato dagli studiosi Edward Sapir e Benjamin Whorf, esposti nel primo capitolo dell’elaborato. Il primo capitolo si presenta quindi come una panoramica dell’evoluzione di questa disciplina, fino alla sua affermazione e la presentazione di uno dei suoi concetti principali, quello di carattere nazionale, inteso come le caratteristiche, i tratti del carattere e la visione del mondo comune alle persone appartenenti ad una stessa comunità. Come sostiene la linguista Svetlana Ter-Minasova, l’esistenza del carattere nazionale è attestata da alcune fonti, e cioè le barzellette, i classici della letteratura nazionale, il folclore e la lingua nazionale. Proprio quest’ultima è la più importante ed è il tema centrale del secondo capitolo, dove ho analizzato alcune delle parole chiave della lingua russa che ne riflettono la mentalità. A tal proposito il terzo e ultimo capitolo è dedicato alla proposta di traduzione di un saggio intitolato “È possibile comprendere la cultura russa attraverso le parole chiave della lingua russa?” del linguista russo A. D. Šmelëv.
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Un concetto tedesco intraducibile in altre lingue, lo Sprachgefühl si colloca al confine tra linguistica e letteratura, due discipline che si rispecchiano nell’accostamento vagamente ossimorico dei due costituenti che formano il composto, rispettivamente in Sprache e in Gefühl (traducibili con “lingua” e “sentimento”), che mostrano la duplice natura razionale e irrazionale del fenomeno. Il presente elaborato, suddiviso in quattro capitoli dedicati di volta in volta a un aspetto diverso dello Sprachgefühl e ramificati talvolta in paragrafi e sotto-paragrafi, ne delinea significato, caratteristiche, funzioni, vantaggi, limiti, ambiguità, contesti d’uso e di applicazione e possibili letture interdisciplinari, con l’ambizione di rendere noto e di diffondere un concetto tanto affascinante e controverso a un pubblico italiano che non abbia necessariamente familiarità con la lingua tedesca e che sia pronto a seguire il cambiamento di prospettiva qui proposto per superare la paura della tradizione e unire due mondi al contempo diversi e affini: ragione e sentimento. A supportare l’indagine etimologica, semantica, grammaticale, didattica e letteraria condotta dallo studio contribuiscono ricerche, realizzate in gran parte da linguisti soprattutto in area germanofona, che hanno indagato il concetto per prime e che hanno avuto una discreta risonanza in ambito accademico. Tra i primi scritti in lingua italiana focalizzati esclusivamente sul fenomeno dello Sprachgefühl, il presente elaborato si propone di esplorare la relazione tra mondo esterno governato da regole e dimensione interiore dell’individuo in cui regnano creatività e fantasia, per capire in ultima analisi il legame speciale che si instaura tra parlante e lingua, doverosamente normativo ma anche necessariamente emotivo.
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As críticas do projeto Writing Culture, endereçadas ao texto etnográfico, além de não atingirem o método antropológico por excelência, a pesquisa de campo nos moldes malinowskianos, ajudaram a disseminá-la nas humanidades e nas artes. A pesquisa de campo tradicional, contudo, mostra-se inadequada aos novos temas de investigação da antropologia em um mundo mais complexo, integrado e frgmentado produzido pela globalização. Este trabalho, originalmente escrito para uma conferência, sugere a reinvenção do imaginário da pesquisa de campo antropológica a partir de sua apropriação pelo teatro e pelo cinema. Baseado no trabalho do cenógrafo venezuelano Fernando Calzadilla, o autor propõe a substituição do distanciamento e da limitação espacial da mise-en-scène malinowskiana pela cumplicidade entre observador e observado e pela pesquisa em campos multilocalizados.
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Tem esta tese por objectivo a análise de um dos nossos factores identitários, o fado, ao longo de mais ou menos um século, desde a altura em que surgiu com a forma convencionalmente assumida (voz, guitarra e viola) até meados da passada centúria, numa perspectiva do seu comportamento como canção ligada à sociedade, sobretudo urbana, nos seus momentos bons e maus — e ao indivíduo, como tradução de sentimentos, mensagens de ordem política ou de crítica social, tal como aconteceria em períodos definidos, como a transição da Monarquia para a República e desta para a Ditadura Militar, que desembocaria no Estado Novo. Com letras escritas, primordialmente por poetas populares, capazes de grandes sínteses narrativas, seja do quotidiano ou dalguma eventual pequena tragédia amorosa, esta canção nascida nos bairros mais pobres da capital portuguesa, associada à prostituição e outros comportamentos considerados desviantes pela moral burguesa, levantou as mais apaixonadas contendas, pró e contra a sua sobrevivência, sobretudo durante o longo período ditatorial e até por parte do poder então vigente, por ser alegadamente desvirilizante, ao mesmo tempo que os sectores contrários ao regime, também a atacavam, argumentando que aquele dela se servia como intoxicante emblema nacionalista. Foi nossa tentativa compreender e analisar (desapaixonadamente) a forma como, afinal, algo odiado pelos extremos do espectro político, que assim concordavam em alguma coisa, concentravam as respectivas forças no ataque a uma mera manifestação artística, quando a sociedade se debatia com tantos e tão reais problemas, ao longo da segunda metade do século XIX, durante o agitado período republicano e nas décadas iniciais da ditadura salazarista. Isto ao mesmo tempo que o fado despertava o interesse de cada vez mais poetas eruditos e a sua temática, por vezes irreverente e arguta, servia de inspiração às mais diversas artes, afirmando-se como elemento popular agregador no plano interno e motivo de interesse crescente no estrangeiro.
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Enquanto objetivação estética de reflexões e indagações identitárias, aos diferentes níveis individual, social, político ou cultural, o retrato constitui-se como género artístico conhecedor de um notável florescimento no mundo ocidental a partir da Renascença, coincidindo com a aquisição de uma importante autoconsciência sócio-profissional por parte dos artistas e com a possibilidade do acesso à autoridade e à exemplaridade da imagem por parte de camadas cada vez mais amplas da população. Concebível segundo tipologias diversas e assumindo funções díspares, o retrato revelou-se surpreendentemente transversal a múltiplas linguagens artísticas, desde a pintura e a escultura à medalhística, às artes decorativas, à fotografia ou às mais recentes produções digitais e intermediais, estendendo-se ainda, enquanto categoria genológica, à literatura onde toma expressão nas descrições de figura – particularmente no que toca uma longa tradição de representação poético-retórica da beleza feminina – ou se avizinha das escritas intimistas e (auto)biográficas com as quais se delineiam fronteiras nem sempre rigorosamente nítidas. É nosso propósito recensear alguns dos mais relevantes estudos teóricos desenvolvidos em Portugal em torno da arte do retrato de acordo com uma perspetiva desejavelmente abrangente, atenta a contribuições teórico-críticas em torno do retrato nas artes plásticas e também do retrato literário e poético. Para o efeito, ensaiaremos alguns comentários preliminares sobre oscilações na concetualização do que possa ser um ‘retrato’ e correlatas vacilações nas respetivas propostas definidoras.
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An analysis of scientific bibliographic productivity using the Hirsch h-index, information from the Institute of Scientific Information database and the Curriculum Lattes (CNPq, Brazil) was performed at the Faculdade de Filosofia, Ciências e Letras de Ribeirão Preto, Universidade de São Paulo (FFCLRP-USP) that has four departments in natural, biological and social sciences. Bibliometric evaluations of undergraduate programs showed a better performance of the departments of Chemistry (P < 0.001) and Biology (P < 0.001) when compared to the departments of Physics and Mathematics and Psychology and Education. We also analyzed the scientific output of the six graduate programs of FFCLRP: Psychology, Psychobiology, Chemistry, Physics Applied to Medicine and Biology, Comparative Biology, and Entomology. The graduate program in Psychology presented a lower h-index (P < 0.001) and had fewer papers indexed by the ISI web of science (P < 0.001) when compared to the other graduate programs. The poorer performance of the Psychology program may be associated with the limited coverage by the Thompson Institute of Scientific Information database.
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Los materiales didácticos elaborados son un CD-ROM interactivo y un pequeño manual. El material básico es el CD-ROM, ya que en él es posible avanzar a lo largo de la historia de la música y de las artes del siglo XX contando con diversos tipos de materiales didácticos interactivos:1) Fichas temáticas en las que se explican las características de las más destacadas tendencias artísticas del siglo XX, 2) Fichas de artistas y compositores, en las que se ofrecen breves perfiles biográficos y una introducción a su producción artística. Se incluyen en estas fichas definiciones de conceptos y ejemplos tanto visuales como sonoros, 3) Fichas de definiciones de conceptos técnicos del medio de las artes visuales y de la música, 4) Ejemplos: pueden ser visuales (visionado de diapositivas) o sonoros (audición de ejemplos musicales). Resultan enormemente esclarecedores. Estos diversos tipos de materiales didácticos se encuentran relacionados entre sí de tal manera que caben múltiples posibilidades de acercamiento al tema de música y artes visuales en el siglo XX con el mismo CD-ROM. Se aspira con estas prestaciones, a permitir una mayor flexibilidad en el aprendizaje, sin que ello conlleve una disminución de la profundidad con que se exponen los diversos apartados. El aspecto más atractivo del CD-ROM reside en la reunión de materiales muy diversos entre sí (ejemplos visuales, musicales, fichas temáticas, definiciones técnicas) de extraordinario valor educativo por la claridad de las explicaciones y por lo significativo de los ejemplos escogidos. El conjunto se ofrece como un excelente recurso enormemente útil para el aprendizaje tanto de la música como de las artes visuales en el siglo XX y, sobre todo, para comprender los estrechos lazos que unen a estas diferentes manifestaciones artísticas.