996 resultados para Île de la Demoiselle
Resumo:
Lo studio della memoria semantica attraverso modelli teorici (qualitativi o matematici) gioca un ruolo importante nelle neuroscienze cognitive. In questa tesi viene presentato un modello della memoria semantica e lessicale. Il principio alla base del modello è che la semantica di un oggetto è descritta attraverso una collezione di proprietà, che sintetizzano la percezione dell’oggetto nelle diverse regioni corticali. Gli aspetti semantici e lessicali sono memorizzati in regioni separate del cervello, ma reciprocamente connesse sulla base dell’esperienza passata, secondo un meccanismo di apprendimento Hebbiano. L’obiettivo del lavoro è indagare i meccanismi che portano alla formazione di categorie, analizzare il ruolo delle diverse proprietà nella costruzione di un concetto e le connessioni tra queste proprietà e la parola corrispondente al nome dell’oggetto. Durante l’addestramento per ogni oggetto sono presentate alcune proprietà in input, con una data frequenza: alcune sono condivise, cioè appartengono a più di un concetto e permettono la formazione di categorie, altre sono distintive, cioè sono tipiche di un concetto e consentono la rappresentazione dei membri di una categoria. Un ulteriore aspetto riguardante le proprietà è la distinzione fra proprietà salienti, che sono spontaneamente evocate, e proprietà marginali. E’ stata utilizzata una tassonomia composta da 11 parole che identificano 11 animali. La salienza è stabilita dalla frequenza con cui si verifica ciascuna proprietà. La distinzione tra proprietà condivise e distintive, e tra proprietà salienti e non salienti, è stata ottenuta mediante l’uso della regola di Hebb con una diversa soglia presinaptica e postsinaptica, producendo patterns di sinapsi asimmetriche all’interno della rete semantica (auto-associazione) e tra la rete semantica e lessicale (etero-associazione). La rete addestrata è in grado di risolvere compiti di riconoscimento e denominazione di oggetti, mantenendo una distinzione tra le categorie e i suoi membri, e fornendo un diverso ruolo per le proprietà salienti rispetto alle proprietà marginali.
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Le but de ce mémoire de maîtrise a été de fournir les propositions de traduction et sous-titrage de deux sketchs comiques de l’humoriste française Anne Roumanoff. Le travail a été développé en analysant le style et les particularités des sketchs et à travers l’approfondissement du sujet du comique verbal (et des jeux de mots en particulier). Puis, on a mis en évidence la nature du sous-titrage qui, pour les caractéristiques mêmes du produit à traduire, est défini et limité par des facteurs qui sont absents dans la traduction « traditionnelle ». Ensuite, le travail s’est tourné sur les stratégies qui s’adaptent le mieux à la traduction des sketchs humoristiques en adoptant une vision de la traduction qui ne la réduit pas à un simple exercice mécanique de correspondances univoques d’une langue à l’autre mais l’entend plutôt comme un effort de reproduire les fonctions de chaque élément et les effets que les mots et le texte tout entier ont sur le public. Le point de vue adopté s’est révélé nécessaire et efficace pour la traduction et le sous-titrage des textes comiques pris en cause afin de produire des textes dont les fonctions et les effets respectent ceux des textes de départ.
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In questo studio abbiamo voluto tentare un approccio multifunzionale per l’analisi della società moderna, più precisamente per analizzare la figura della donna e dell’uomo in questa epoca, figure che non potrebbero essere analizzate senza considerare le tematiche genitoriali e familiari che sono alla base della società stessa, italiana e non solo. Abbiamo voluto indagare sia la figura materna che quella paterna, prendendo spunto dalle opere di Massimo Recalcati e di John Bowlby che tanto hanno meditato per quanto riguarda il rapporto della madre e del padre con il proprio figlio. Ci è sembrato necessario partire dalla famiglia e dalle figure genitoriali poiché queste costituiscono le fondamenta, sin dai tempi antichi, di ogni società, e considerare come sono variate tali figure nell’epoca ipermoderna costituisce un punto essenziale per delineare alcuni punti fondamentali di quella che Zygmunt Baumann ha definito società liquida. La scienza medica ha insegnato che alla base della «cultura» (in senso antropologico), di ogni cultura, sta il tenace legame del figlio con la propria madre, in un rapporto di dipendenza biologicamente determinato dalla prolungata infanzia dell’essere umano, condizionandone l’intera esistenza e, in qualche modo, sottraendogli sempre il raggiungimento della piena maturità. Infatti bisogna considerare che l’intera esistenza di un uomo, di qualsiasi essere umano, è influenzata da ciò che egli vede e sente nei primi anni di vita (nei primi 3 anni di vita, secondo la scienza), pertanto il rapporto con la madre, il primo rapporto con la figura materna, è basilare per la vita futura dell’individuo. Una volta terminato il ruolo materno, ossia quando il ragazzo è pronto per entrare nella società, è il padre (o meglio, la figura paterna) ad accompagnarlo nel suo raggiungimento della virile maturità e a prenderlo per mano durante il periodo, cosiddetto, della castrazione (psicologica), ossia della piena maturità e del distacco dal “seno materno”. Il femminismo con i suoi movimenti degli anni ’70 ha portato ad una rottura, ad una vera e propria rivoluzione nel rapporto tra le parti. La donna ha acquisito una sempre maggiore consapevolezza portando non solo ad un nuovo e rinnovato tipo di femminilità, ma anche, dirimpetto, ad una differente tipologia di mascolinità, probabilmente meno consapevole e più debole, alimentando una sorta di sentimento ginecofobico che acuisce man mano che si va avanti, nonché un’assenza di dialogo tra i due universi, quello femminile e quello maschile, con una paura di fondo da parte di quest’ultimo.
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La traditionnelle scission binaire entre races ou cultures aujourd’hui se voit porter en faux, à travers ces auteurs de la post-colonie, comme notamment Léonora MIANO, auteur du corpus qui a fait l’objet de notre analyse sous l’angle de l’hybridité. Il en ressort que aussi bien les personnages convoqués dans le roman, la manière d’écrire, l’expérience du temps et de l’espace, et enfin l’intrigue représentent chacun une instance de l’hybridité. Le personnage principal nous balade dans les méandres de la nuit : réalités souvent désolantes et désavouées de l’Afrique avec un peu d’exagération certes, mais surtout dans le but d’affirmer avec Madhu Krishnan « l’hybridation comme moyen judicieux et équilibré d’imaginer le continent africain et ses nations. » Très souvent victime d’un rejet mutuel des deux cotés des frontières entre lesquels ils/elles se retrouvent, le héros hybride fait des dégâts dans l’ordre établi des deux cotés en brisant toutes les barrières ou canons sociaux le plus souvent dans la quête d’une vraie identité ; inexistante à moins de l’imposer. L’auteur célèbre l’impureté et lui attribue un pouvoir qui déplace les montagnes pour se faire une place, au mépris de la tradition et ses principes jugés désuètes dans ce nouveau monde globalisé. /// Léonore Miano (1973 -); Cameroun; Postcolonialisme
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Cet article vise à présenter les principales pistes d’analyse éthique qui ont été proposées en matière d’euthanasie dans la tradition bouddhiste. Les nombreuses branches et cultures issues et influencées par le bouddhisme engendrent une importante hétérogénéité de vues face à de telles questions. Une interprétation prudente de leurs valeurs et enseignements fondamentaux permet, cependant, de discuter la vraisemblance des théories exprimées par la poignée d’auteurs s’étant penchés sur la question. Certains discutent de l’action homicide du professionnel de la santé, se demandant, en particulier, si l’incontesté principe du respect de la vie ne pourrait être relativisé par une compassion à l’égard du patient à l’agonie. D’autres raisonnent dans une perspective de refus de traitement de la part d’un malade, situant donc exclusivement l’enjeu du côté du patient. L’article conclut que l’euthanasie ne serait pas acceptée par le bouddhisme, la question de la cessation des soins ou du refus de traitement étant plus difficile à trancher. Notre revue de littérature n’a pas identifié d’écrits provenant des principaux pays concernés par les mouvements bouddhistes. Il est ainsi difficile d’apprécier la place réelle de l’euthanasie dans le questionnement des théoriciens et professionnels de la santé dont la culture est empreinte de cette tradition.
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Pretendemos trazar un perfil de Francisco Umbral siguiendo tres puntos fundantes de su poética: la memoria, el yo y la convicción de que el escritor tiene que mentir, imaginar, crear a partir "de cuatro datos reales " que le proporciona la vida. Umbral recuerda e inventa, reitera autobiografemas, se sumerge en su interioridad en búsqueda de su rostro completo, siempre elusivo. En sus autorretratos coexiste lo autobiográfico y lo imaginario para forjar su identidad. La literatura será un modo de salvación que puede dejar plasmada esa imagen tan denodadamente buscada.
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La presente investigación versa sobre la “Responsabilidad Social Empresaria", tema de vital importancia, ya que se trata de la nueva filosofía de gestión de negocios que se está desarrollando en las empresas y que consiste en la preocupación de éstas por el entorno en el cual se desenvuelven. Así, utilizando a la “Responsabilidad Social Empresaria" como la nueva herramienta de gestión, las empresas ya no son solo fuente de trabajo, productoras de bienes y servicios y generadoras de recursos financieros, sino que también aportan al desarrollo de las comunidades en los distintos ámbitos, permitiéndole a la empresa posicionarse en el mercado a través de diferentes ventajas que le otorga. La “Responsabilidad Social Empresaria" ha sido de tal utilidad, que no solo es aplicada por las grandes empresas sino que también la están adoptando las PyMes, ya sea en forma directa o indirecta, como una solución a un mundo cada vez más globalizado, en el cual deben intervenir tanto los integrantes de la organización en su totalidad, como así también los demás integrantes de la cadena del negocio, teniendo como principal enfoque a la comunidad.
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El presente artículo, de carácter correctivo (νουθεσία), se enfrenta con una serie de juicios condenatorios lanzados sobre la obra de Fichte mencionada en el título, a cuya naturaleza filosófica no se le hace la debida justicia en la medida en que, como suele ocurrir, se la considera desde una perspectiva puramente política.
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Tradicionalmente se ha considerado el poder ligado necesariamente a la acción, y si bien la relación existe, yo intento mostrar que no es de carácter necesaria en la medida en que podemos pensar la in-acción como un modo de ejercicio de poder. Desde la perspectiva de A. Giddens el poder es considerado como la <
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El tema del trabajo es la aplicación de los resultados de los centros de interés Mitos populares, y su relación con unidades del caudal léxico del tema El campo, en el marco de la identificación y el análisis del léxico sincrónico disponible del español del NEA. Aplicaciones relacionadas con la elaboración de programaciones interculturales para la enseñanza de E/LE, en el enfoque comunicativo. La disponibilidad léxica se basa en la aplicación de pruebas asociativas determinadas por temas, aplicadas en las ciudades de Resistencia y Corrientes en los años 2001 y 2008 a un total de 1.000 estudiantes de escuelas secundarias de los primeros y de los últimos cursos. Para su cálculo, hemos utilizado un programa estadístico, que trabaja con palabras y vocablos: las primeras son todas las unidades recogidas y los segundos, cada una de las entradas diferentes. Asimismo partimos del concepto de cultura que se enmarca dentro del enfoque comunicativo, en donde el objetivo se centra en el logro de la competencia comunicativa, mediante el desarrollo de las cuatro destrezas: la comprensión auditiva, la expresión oral, la comprensión lectora y la expresión escrita. Así, se plantea una cultura de lo cotidiano que acaba con la visión tradicional de enseñar sólo la cultura legitimada, y que incluye en el proceso de aprendizaje todos los elementos que influyen en el hacer cultural de los hablantes. La identificación, descripción y sistematización de las unidades que remiten a mitos populares que se encuentran en nuestras bases de datos. Consideramos que el conocimiento de estas unidades proporciona herramientas eficaces para la programación de la enseñanza de la cultura, en el campo de la enseñanza aprendizaje de E/LE, en la región NEA de Argentina y para su posible incorporación en el momento en el que se elaboren materiales didácticos
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En el marco de la Teoría de la Polifonía (Ducrot, 1984) y de los estudios sobre la heterogeneidad enunciativa (Authier-Revuz, 1984 y 1995), este trabajo se propone analizar ciertas formas de "heterogeneidad enunciativa mostrada marcada" en libros de texto de secundario e indagar los efectos de sentido que producen. Según Authier-Revuz (1984 y 1995), la heterogeneidad enunciativa mostrada altera la unicidad aparente del discurso al incorporar otras voces. Abarca las "formas no marcadas", en donde la presencia del otro aparece sin señales explícitas -por ejemplo, el discurso indirecto libre o la ironía-, y las "formas marcadas", en las que la otredad se distingue unívocamente mediante determinados recursos lingüísticos, es decir que el yo delimita las zonas de contacto que le devuelven la ilusión de ser dueño de las palabras. Algunos ejemplos de este tipo de heterogeneidad mostrada marcada son las palabras entrecomilladas o destacadas con itálicas que, al aludir al juicio del locutor sobre su propia enunciación, configuran el procedimiento que Authier-Revuz (1995) denomina "modalización autonímica". Desde esta perspectiva teórica y en un corpus de libros de texto de secundario de distintas disciplinas, analizamos las formas de modalización autonímica y distinguimos ciertos usos específicos, como las "comillas pedagógicas" y las de lo "políticamente correcto". Por un lado, proponemos que estas formas constituyen "modos del decir pedagógicos" que operan como mecanismos de regulación discursiva y de control del "correcto decir". Por otro lado, damos cuenta de que esos modos del decir funcionan como estrategias de simplificación que manifiestan un gesto didáctico, al señalar los términos que pertenecen o bien que se apartan del "correcto decir" -ya sea conceptual, ya sea ideológico-. Finalmente, explicamos cómo estas formas contribuyen a consolidar una subjetividad pedagógica reguladora de los sentidos, que se erige como custodio del saber legítimo y guía del aprendizaje
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Esta ponencia presenta algunos avances de mi tesis de maestría la cual aborda el tema de 'la elección de la oferta de capacitación estatal y privada efectuada por los docentes del área de educación física del nivel secundario del sector estatal, en el distrito de La Plata durante los años 2007 a 2009' Considerar la valoración personal de los docentes que elijen opciones de capacitación implica pensar influencia de distintos aspectos: la estructura de la política de capacitación provincial, el valor del puntaje, los costos, la regulación de la carrera docente, el contenido y la metodología de la propuestas elegidas, el momento del ciclo vital de las personas. Durante el periodo seleccionado (2007 a 2009) estos aspectos que parecen incidir de manera interdependiente, están interactuando con los cambios que a partir del 2008, se sucedieron en la valoración de puntaje que el estado provincial le asigna la oferta pública generada por otros oferentes. En particular esta ponencia analiza la tensión entre el puntaje y la profesionalización en relación a los distintos momentos del ciclo vital de los profesores y a la especificidad de los distintos referentes que conforman la oferta de capacitación, para esto se retoman fragmentos de entrevistas a docentes y a referentes de la capacitación del distrito. A modo de conclusión se exponen algunas reflexiones y preguntas que vinculan trayectorias laborales con las necesidades de capacitación
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La presente propuesta se propone interrogar la incidencia del deseo del analista en la construcción en psicoanálisis, entiendo la construcción en dos sentidos: -Como un medio para la transmisión clínica a través de la redacción de los casos, donde los mismos fueron adoptando diversas formas a la luz de una experiencia inicial enmarcada en un paradigma positivista que va adquiriendo paulatinamente, en ruptura con el modelo vigente, una respuesta concordante con una escucha particular y un edificio conceptual que atiende a la singularidad del malestar. -Como aquello que por no poder ser restituido vía desciframiento debe ser construido. La construcción suple la ausencia de un real -la verdad histórica que falta al discurso del sujeto por su carácter mítico o fantasmático- revelando una realidad recubierta por lo imaginario. Entonces, a la acción de recordar lo reprimido propia del analizante se le añade la operación del analista que construye conjeturas y las comunica a tiempo, siendo el efecto alcanzado en la cura lo que corrobora la veracidad o la inexactitud de lo supuesto. Es objetivo de este trabajo corroborar como en la construcción que un analista realiza del caso, en cualquiera de los dos sentidos expuestos, el deseo del analista es la clave, ya que es el que le permite sostener su posición. Deseo del analista no como un concepto teórico, objetivo u exterior al caso, sino deseo del analista que esta implicado en su acto. El deseo puede reflejarse en su decir del caso, en su inclusión, en la posición que adopta y, principalmente, en la lógica que organiza este encuentro con el analizante, ya que la lógica del caso es la lógica del deseo delanalista, resultando por lo tanto la construcción el efecto de un deseo que sostiene la apuesta. Para esto, y a la luz del deseo del analista, se realizara un recorrido por los casos paradigmáticos de Freud, procurando esclarecer cual fue el deseo que, en el mismo, motivo la construcción y publicación de los casos, entendiendo que si bien el deseo del analista constituye una noción posterior, se requirió del pasaje por otros deseos para que el deseo que sostiene la posición del analista opere como una función esencial para que el deseo alienado del paciente se haga presente. Concluyendo, dado que el deseo del analista se sostiene en una ética del deseo donde lo que lo causa se consolida como aquello que orienta la articulación significante, habitando la intención mas profunda de la acción, la construcción en psicoanálisis constituye un elemento simbólico que posibilita la tramitación de lo real a través de la posición del analista sostenida en el deseo del analista. Por un lado, permite hacer una lectura del caso que sitúe los puntos cruciales en la historia de un sujeto y el posicionamiento subjetivo adoptado por este, en conjunto con las permutaciones alcanzadas. Por otro, posibilita el desarrollo de la teoría a través de las inconsistencias que se verifiquen o la justificación de la misma. Además admite reconstruir una historia olvidada a partir de sus efectos en el presente del analizante. También se consolida como una herramienta de utilidad para la interrogación del posicionamiento del analista que dirige la cura y las coordenadas desde las cuales opera. Finalmente, constituye un medio eficaz para metabolizar lo escuchado y volverlo comunicable