986 resultados para METEOROLOGIA COM SATÉLITE
Resumo:
L'indagine ha riguardato il profilo del vento nei primi 30 metri dello strato limite atmosferico stabile nell'ambito della teoria di similarità locale. Ad oggi, diversi esperimenti hanno confermato la validità della teoria per strati-limite su terreni livellati e superfici omogenee. Tali condizioni ideali sono però infrequenti nella realtà ed è perciò importante capire quali siano i limiti della similarità locale per strati-limite su terreni complessi e superfici disomogenee. Entrambe le condizioni sono presenti a Ny-Alesund (Svalbard, Norvegia) dove il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), nel 2009, ha installato una torre di 30 m, la Amudsen-Nobile Climate Change Tower (CCT), per lo studio dello strato-limite artico. Il lavoro di tesi ha riguardato misure di vento e turbolenza acquisite sulla CCT da maggio 2012 a maggio 2014. Il confronto tra le velocità del vento misurate dagli anemometri installati sulla CCT, ha rivelato criticità nel dato sonico manifestatesi con sovrastime sistematiche e maggiore erraticità rispetto alle misure provenienti dagli anemometri a elica. Un test condotto fra diversi metodi per il calcolo dei gradienti verticali della velocità del vento ha rivelato scarsa sensibilità dei risultati ottenuti al particolare metodo utilizzato. Lo studio ha riguardato i gradienti verticali adimensionali della velocità del vento nei primi 30-m dello strato limite stabile. Deviazioni significative tra i tra le osservazioni e i valori predetti dalla similarità locale sono state osservate in particolare per i livelli più distanti dal suolo e per valori crescenti del parametro di stabilità z/L (L, lunghezza di Obukhov locale). In particolare, si sono osservati gradienti adimensionali inferiori a quelli predetti dalle più usate relazioni di flusso-gradiente. Tali deviazioni, presenti perlopiù per z/L>0.1, sono state associate ad un effetto di accentuazione della turbolenza da parte delle irregolarità del terreno. Per condizioni meno stabili, z/L<0.1, scarti positivi tra i gradienti osservati e quelli attesi sono stati attribuiti alla formazione di strati limite interni in condizioni di vento dal mare verso la costa. Sono stati proposti diversi metodi per la stima dell'effetto della self-correlazione nella derivazione delle relazioni di flusso-gradiente, dovuta alla condivisione della variabile u*. La formula per il coefficiente lineare di self correlazione e le sue distribuzioni di probabilità empiriche sono state derivate e hanno permesso di stimare il livello di self-correlazione presente nel dataset considerato.
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In questa tesi si presenta la realizzazione di un data-set ad alta risoluzione (30 secondi d'arco) di precipitazioni mensili (per il periodo 1921-2014), per la regione del Trentino-Alto Adige. Esso è basato su una densa rete di stazioni con osservazioni di lunga durata, sottoposte ai necessari controlli di qualità. La tecnica di interpolazione si basa sull'assunzione che la configurazione spazio-temporale del campo di una variabile meteorologica su una certa area possa essere descritta con la sovrapposizione di due campi: i valori normali relativi a un periodo standard (1961-1990), ossia le climatologie, e le deviazioni da questi, ossia le anomalie. Le due componenti possono venire ricostruite tramite metodologie diverse e si possono basare su data-set indipendenti. Per le climatologie bisogna avere un elevato numero di stazioni (anche se disponibili per un lasso temporale limitato); per le anomalie viceversa la densità spaziale ha un rilievo minore a causa della buona coerenza spaziale della variabilità temporale, mentre è importante la qualità dei dati e la loro estensione temporale. L'approccio utilizzato per le climatologie mensili è la regressione lineare pesata locale. Per ciascuna cella della griglia si stima una regressione lineare pesata della precipitazione in funzione dell'altitudine; si pesano di più le stazioni aventi caratteristiche simili a quelle della cella stessa. Invece le anomalie mensili si ricavano, per ogni cella di griglia, grazie a una media pesata delle anomalie delle vicine stazioni. Infine la sovrapposizione delle componenti spaziale (climatologie) e temporale (anomalie) consente di ottenere per ogni nodo del grigliato una serie temporale di precipitazioni mensili in valori assoluti. La bontà dei risultati viene poi valutata con gli errori quadratici medi (RMSE) e i coefficienti di correlazione di Pearson delle singole componenti ricostruite. Per mostrare le potenziali applicazioni del prodotto si esaminano alcuni casi studio.
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Nel corso della sua storia, l’uomo ha sempre cercato nuovi modi per superare i suoi limiti naturali di osservazione e di percezione visiva. Il Telerilevamento (TLR) può essere considerato una tappa di questo cammino verso una visione più completa e complessiva dell’ambiente in cui vive. Sfruttando le conoscenze dei fenomeni d’interazione tra la radiazione elettromagnetica e i corpi naturali, il TRL permette di avere informazioni accurate sullo stato fisico di un corpo a partire dalla misura della radiazione emessa dalla sua superficie. Nel caso specifico del telerilevamento satellitare, l'osservazione su un'ampia scala spaziale permette di ottenere informazioni estremamente dettagliate su vaste aree geografiche e su parametri atmosferici di notevole interesse meteorologico come le precipitazioni. Le precipitazioni infatti rappresentano uno dei parametri meteorologici di maggiore importanza per la sua diretta interazione col sistema climatico planetario e le attività antropiche. La comprensione e la previsione del tempo e del clima richiede dei buoni dati relativi alle precipitazioni ed è proprio qui che entrano in gioco le microonde che, lavorando su ampie lunghezze d’onda, sono in grado di fare un sondaggio della parte interna della nube. Tutto ciò è possibile, in particolare, grazie all'uso di piattaforme (come aerei o satelliti) che consentono di riprendere a distanza più o meno ravvicinata il territorio, e di sensori che ne scrutano le caratteristiche e le condizioni.
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El objetivo del presente trabajo fue determinar la Evapotranspiración real (ETR) a nivel regional utilizando la información del satélite meteorológico NOAA-AVHRR y comparar los resultados obtenidos con los calculados a partir de un modelo de simulación de balance hídrico. Para la estimación de la ETR se analizaron 30 imágenes que abarcan el oasis Norte de Mendoza. Con la información de los canales C1 (Visible) y C2 (IRC) se obtuvo el índice verde normalizado (NDVI), a través del cual se siguió la evolución anual de la vegetación y con la correspondiente al Infrarrojo térmico (C4 y C5) se calculó la Temperatura de superficie (Ts) por el método Split - Windows Luego se vinculó la Ts calculada por teledetección con la temperatura del aire (Ta), para finalmente calcular la suma acumulada de las diferencias entre Ts y Ta, conocida como SDD (stress degree day) que permite estimar globalmente las características de stress hídrico a nivel regional. Conociendo (Ts-Ta) se estimó la ETR a partir de la radiación neta y de los coeficientes A y B que se estimaron según las características de la cobertura vegetal, aplicando una relación simplificada a partir del balance de energía, desarrollado por Jackson (1977) y Seguin (1983) según la ecuación: ETR = Rn + A -B ( Ts - Ta ) Posteriormente, se incluyó en los cálculos los valores de Emisividad y se hizo variar el coeficiente B de acuerdo a la ocupación del suelo en cada uno de los polígonos en que fue dividida el área de estudio. En la etapa final se compararon estadísticamente los datos de ETR estimados por los distintos métodos con los simulados por el modelo y se obtuvo como conclusión final que: la estimación de la ETR a nivel regional mediante datos satelitales, se adapta muy bien a la mayoría de los casos y es sencilla de calcular, por lo que la metodología desarrollada es fácilmente extrapolable a otros oasis de la región.
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Trabajando desde un enfoque interdisciplinario se presentan los resultados obtenidos con el análisis de procesos de fluctuación ambiental, concretamente humedales del norte de Mendoza, durante los últimos (circa) 200 años. Complementando informaciones procedentes de imágenes de satélite y documentación cartográfica histórica, se chequean hipótesis referidas al proceso de variaciones en la disponibilidad de agua y sus vínculos con los procesos de poblamiento regional.
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Las infinitas acepciones de la palabra revolución, nos interpelan: Se puede hablar de revolución en los campos de la epistemología, de la física, de la astronomía, de la sociología, de la historia o del arte, entre otros. Se puede hablar de revoluciones políticas, sociales, culturales o económicas, de revoluciones burguesas o liberales, de revoluciones proletarias y socialistas. Cuando hablamos de revolución generalmente lo hacemos en referencia a procesos históricos concretos. La palabra revolución ha sido abusada y desvirtuada como sucede en al caso del golpe del 55' denominado por sus mentores: "revolución libertadora" o de la grotesca apelación a la "revolución productiva" de los 90'. También la palabra revolución ha sido negada o simplemente devaluada en un uso indistinto y confuso que la yuxtapone a reformas, cambios, rebeliones y revueltas. Rosa Luxemburgo es la revolución hecha cuerpo, asesinada por la propia reforma con la que intentó debatir abierta y racionalmente. En ocasiones los cambios coyunturales operan como gusanos que devoran toda posibilidad de cambio estructural. Ante la confusión y los condicionantes ideológicos me parece legítimo partir de la relación entre poesía y revolución apelando a la imagen de movimiento giratorio en el espacio o el tiempo: Una vuelta completa de un planeta alrededor del sol o de un satélite alrededor de un planeta, movimiento físico y recurrente susceptible de repetición, desde una mirada poética y por lo tanto política
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Se analiza un aspecto importante de las dificultades que enfrentan los docentes de primaria en formación en su trabajo de explicación y representación de las fases lunares: la tridimensionalidad y su relación con la posición del observador. A partir de una indagación llevada a cabo en Escuelas Normales de la Ciudad de Buenos Aires, comprobamos la recurrencia de los futuros maestros en brindar explicaciones lineales o bidimensionales en situaciones donde se consideran las fases de la Luna, y donde los aspectos del trabajo en tres dimensiones, la relevancia de tener en cuenta el período de traslación de nuestro satélite y la ubicación del observador sobre la superficie de nuestro planeta no pueden ser obviados. Nuestro trabajo se sustenta en el empleo de una indagación semiestructurada que nos ha permitido analizar las producciones escritas, gráficas y de modelización con esferas de los docentes en formación. Nuestro proyecto aporta conocimiento sobre las representaciones y los modos de conocer con los que los futuros maestros enfrentan estos y otros fenómenos astronómicos. Se trata de una línea de investigación que no puede ser postergada para lograr la adquisición y puesta en juego de conceptos y competencias básicas por parte de los alumnos de primaria
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Las infinitas acepciones de la palabra revolución, nos interpelan: Se puede hablar de revolución en los campos de la epistemología, de la física, de la astronomía, de la sociología, de la historia o del arte, entre otros. Se puede hablar de revoluciones políticas, sociales, culturales o económicas, de revoluciones burguesas o liberales, de revoluciones proletarias y socialistas. Cuando hablamos de revolución generalmente lo hacemos en referencia a procesos históricos concretos. La palabra revolución ha sido abusada y desvirtuada como sucede en al caso del golpe del 55' denominado por sus mentores: "revolución libertadora" o de la grotesca apelación a la "revolución productiva" de los 90'. También la palabra revolución ha sido negada o simplemente devaluada en un uso indistinto y confuso que la yuxtapone a reformas, cambios, rebeliones y revueltas. Rosa Luxemburgo es la revolución hecha cuerpo, asesinada por la propia reforma con la que intentó debatir abierta y racionalmente. En ocasiones los cambios coyunturales operan como gusanos que devoran toda posibilidad de cambio estructural. Ante la confusión y los condicionantes ideológicos me parece legítimo partir de la relación entre poesía y revolución apelando a la imagen de movimiento giratorio en el espacio o el tiempo: Una vuelta completa de un planeta alrededor del sol o de un satélite alrededor de un planeta, movimiento físico y recurrente susceptible de repetición, desde una mirada poética y por lo tanto política
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Se analiza un aspecto importante de las dificultades que enfrentan los docentes de primaria en formación en su trabajo de explicación y representación de las fases lunares: la tridimensionalidad y su relación con la posición del observador. A partir de una indagación llevada a cabo en Escuelas Normales de la Ciudad de Buenos Aires, comprobamos la recurrencia de los futuros maestros en brindar explicaciones lineales o bidimensionales en situaciones donde se consideran las fases de la Luna, y donde los aspectos del trabajo en tres dimensiones, la relevancia de tener en cuenta el período de traslación de nuestro satélite y la ubicación del observador sobre la superficie de nuestro planeta no pueden ser obviados. Nuestro trabajo se sustenta en el empleo de una indagación semiestructurada que nos ha permitido analizar las producciones escritas, gráficas y de modelización con esferas de los docentes en formación. Nuestro proyecto aporta conocimiento sobre las representaciones y los modos de conocer con los que los futuros maestros enfrentan estos y otros fenómenos astronómicos. Se trata de una línea de investigación que no puede ser postergada para lograr la adquisición y puesta en juego de conceptos y competencias básicas por parte de los alumnos de primaria
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Se analiza un aspecto importante de las dificultades que enfrentan los docentes de primaria en formación en su trabajo de explicación y representación de las fases lunares: la tridimensionalidad y su relación con la posición del observador. A partir de una indagación llevada a cabo en Escuelas Normales de la Ciudad de Buenos Aires, comprobamos la recurrencia de los futuros maestros en brindar explicaciones lineales o bidimensionales en situaciones donde se consideran las fases de la Luna, y donde los aspectos del trabajo en tres dimensiones, la relevancia de tener en cuenta el período de traslación de nuestro satélite y la ubicación del observador sobre la superficie de nuestro planeta no pueden ser obviados. Nuestro trabajo se sustenta en el empleo de una indagación semiestructurada que nos ha permitido analizar las producciones escritas, gráficas y de modelización con esferas de los docentes en formación. Nuestro proyecto aporta conocimiento sobre las representaciones y los modos de conocer con los que los futuros maestros enfrentan estos y otros fenómenos astronómicos. Se trata de una línea de investigación que no puede ser postergada para lograr la adquisición y puesta en juego de conceptos y competencias básicas por parte de los alumnos de primaria
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Las infinitas acepciones de la palabra revolución, nos interpelan: Se puede hablar de revolución en los campos de la epistemología, de la física, de la astronomía, de la sociología, de la historia o del arte, entre otros. Se puede hablar de revoluciones políticas, sociales, culturales o económicas, de revoluciones burguesas o liberales, de revoluciones proletarias y socialistas. Cuando hablamos de revolución generalmente lo hacemos en referencia a procesos históricos concretos. La palabra revolución ha sido abusada y desvirtuada como sucede en al caso del golpe del 55' denominado por sus mentores: "revolución libertadora" o de la grotesca apelación a la "revolución productiva" de los 90'. También la palabra revolución ha sido negada o simplemente devaluada en un uso indistinto y confuso que la yuxtapone a reformas, cambios, rebeliones y revueltas. Rosa Luxemburgo es la revolución hecha cuerpo, asesinada por la propia reforma con la que intentó debatir abierta y racionalmente. En ocasiones los cambios coyunturales operan como gusanos que devoran toda posibilidad de cambio estructural. Ante la confusión y los condicionantes ideológicos me parece legítimo partir de la relación entre poesía y revolución apelando a la imagen de movimiento giratorio en el espacio o el tiempo: Una vuelta completa de un planeta alrededor del sol o de un satélite alrededor de un planeta, movimiento físico y recurrente susceptible de repetición, desde una mirada poética y por lo tanto política
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El proyecto ''Atlas y Libro Rojo de la Flora Vascular Amenazada de España" (proyecto AFA) se ha desarrollado a iniciativa del Ministerio de Medio Ambiente, en el que han participado de forma coordinada más de 200 personas organizadas en una treintena de equipos de trabajo procedentes de universidades, centros de investigación y otras instituciones vinculadas a la conservación de plantas. Su objetivo principal es el inventariado basado en la cartografía, censo y catalogación de la flora vascular amenazada española. Este proyecto se encuentra enmarcado dentro en un extenso programa nacional de caracterización de la biodiversidad, denominado Inventario Nacional de Biodiversidad, que tiene como finalidad la creación y el mantenimiento a largo plazo de un inventario de la biodiversidad española, organizado en una serie de Atlas estructurados por grupos taxonómicos (http://www.mma.es/portal! secciones/biodiversidad / inventarios / inb/) . En el caso de la flora vascular, un total de 466 especies prioritarias, en su mayoría pertenecientes a las categorías "en peligro crítico" (CR) y "en peligro" (EN) se encuentran informatizadas en una base de datos del Ministerio de Medio Ambiente, I cuyos campos describen su corología en cuadrículas de 500 x 500 m, el tamaño de cada una de sus poblaciones, los factores de amenaza, el grado de protección territorial, las actuaciones emprendidas y las propuestas futuras de conservación. Una síntesis de dicha información fue publicada en 2003 (reeditada en 2004 y 2007) bajo el título ''Atlas y Libro Rojo de la Flora Vascular Amenazada de España" (Bañares el al., 2004). En un proceso continuo de ampliación se han sumado al proyecto otras series de 35 y 53 especies (mayoritariamente "vulnerables", VU), publicadas como adendas al Atlas y Libro Rojo en años sucesivos (Bañares el al., 2007, 2009). En el inicio de las labores organizativas del proyecto AFA, y con antelación a los trabajos de campo, se constituyó un grupo de trabajo con el objetivo de preparar un manual metodológico de obtención de datos aplicable a todos los taxones de flora vascular considerados y en todo el territorio. Este manual de metodología, que fue presentado a los equipos de trabajo en una reunión técnica celebrada en Miraflores de la Sierra (Madrid) en febrero de 2001 y que se publica con la presente edición, recopila las pautas dadas a los equipos de trabajo que participaron en la obtención de los datos de campo. Con la publicación de este Manual de Metodología aplicado en la ejecución del proyecto AFA se intenta lograr un doble objetivo: por un lado, divulgar la metodología empleada a un público más amplio al objeto de que pueda servir de base para la ejecución de otros estudios de la misma naturaleza en éste u otros entornos geográficos; en segundo lugar, dar máxima difusión a esta información para facilitar la posibilidad de que, en un futuro, cuando se emprendan acciones de naturaleza semejante sobre las plantas vasculares amenazadas de España, resulte posible comparar los resultados obtenidos en tal estudio con los publicados en el Atlas y Libro Rojo de la Flora Vascular Amenazada de España. La experiencia adquirida tras la aplicación de esta metodología a los más de 500 taxones estudiados durante estos años, más una serie de avances, fundamentalmente el acceso a ciertas herramientas como los Sistemas Globales de Navegación por Satélite (GNSS) (p.ej. GPS), los Sistemas de Información Geográfica (SIG), la fotografía digital y también el desarrollo de ciertas bases de datos fácilmente consultables, nos ha permitido ahora incluir un apartado adicional que recopila nuevas recomendaciones metodológicas a incorporar en futuros estudios de esta naturaleza.
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TIPO DE BUQUE: Velero de competición capacitado para la regata alrededor del mundo “Volvo Ocean Race.” REGLAMENTOS: Reglas de la clase: Volvo Ocean 60 rule 2000 + changes CLASIFICACIÓN: ABS Guide for Building and Classing Offshore Racing Yachts 1994 incorporating Notice #1 DESPLAZAMIENTO MÁXIMO: 15000 KG CALADO MÁXIMO: 3.75 m ESLORA MÁXIMA: 23.5 m CONSTRUCCIÓN: Casco: Materiales compuestos. Mástil: materiales compuestos sin núcleo o aluminio. INSTALACIÓN ELÉCTRICA: 24V DC con un motor auxiliar y al menos dos alternadores independientes. SISTEMA DE PROPULSIÓN: Vela, aparejo tipo Sloop. Motor propulsivo de emergencia con hélice plegable de dos palas capaz de dar 7 nudos en condiciones de mar en calma ALOJAMIENTO: para 12 tripulantes REQUERIMIENTOS: Desaladora-potabilizadora, radar, GPS, GMDSS, comunicaciones por satélite Inmarsat B y C, sistema de gobierno de emergencia, calefacción, bombas de lastre, sistema de corrección de escora mediante tanques de lastre liquido.
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El objetivo de este trabajo es el análisis comparativo de dos fuentes de irradiación solar para el territorio peninsular español, siguiendo la iniciativa de estudios previos para otras regiones. La primera de estas fuentes corresponde a medidas de irradiación global diaria en el plano horizontal realizadas por los piranómetros de la red de estaciones meteorológicas del Sistema de Información Agroclimática del Regadío (SIAR), perteneciente al Ministerio de Medio Ambiente, Rural y Marino. Esta red está compuesta por más de 360 estaciones ubicadas en once Comunidades Autónomas de la España peninsular. La otra fuente de comparación es un conjunto de imágenes de satélite proporcionadas por la iniciativa denominada ``The Satellite Application Facility on Climate Monitoring'' (CM-SAF).
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En este trabajo se describe el subsistema de control térmico de PHI y se presentan las predicciones de temperaturas obtenidas para los distintos casos de carga. Debido a la naturaleza de la órbita seguida por el satélite en el cual PHI va embarcado (Solar Orbiter), el ambiente en el cual va a tener que operar PHI será muy exigente, convirtiendo el diseño térmico en un auténtico desafío. Los resultados obtenidos muestran la viabilidad de PHI desde el punto de vista térmico, aunque indiscutiblemente el instrumento va a operar en un entorno térmico muy hostil.