986 resultados para Imperio romano


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IntroducciónEl Departamento Ecuménico de Investigaciones, DEI ha publicado la obra de Georgina Meneses titulada Tradición oral en el Imperio de los Incas. Historia, religión y teatro. Con este trabajo la autora se graduó como licenciada en Artes Dramáticas, con énfasis en teatrología, en la Universidad de Costa Rica, en 1984. Han pasado, por tanto, casi ocho años sin que este libro saliera a al liz pública, corriendo el riesgo de quedar desactualizado sin llegar a lectores. En este marco de la celebración del "Quinto Centenario del Encuentro de Dos Mundos" cuando se ha creido oportuno editar esta tesis, galardonada con la nota máxima y una recomendación de publicación...

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L’obiettivo del presente elaborato è quello di analizzare il fenomeno del patronato delle associazioni professionali nell'Occidente romano nei primi tre secoli della nostra era. Per fare ciò è stato necessario indagare le fonti epigrafiche, le uniche in grado di fornirci notizie a riguardo. A tale scopo è stato approntato un catalogo di 214 iscrizioni. Il testo, composto da sei capitoli, presenta una struttura tripartita. La prima parte, costituita dai primi due capitoli, ha come scopo quello di fornire tutte le coordinate concettuali e pratiche per muoversi all’interno dell’analisi successiva. In particolare, il primo capitolo introduce il lettore alla definizione di patronatus e collegium, termini che costituiscono ovviamente i punti focali della mia ricerca. Nel secondo capitolo, invece, sono stati presentati i dati quantitativi emersi dall’analisi delle iscrizioni. I capitoli tre e quattro costituiscono la seconda parte dell’elaborato, dove ad essere trattati sono contesti specifici. Il capitolo terzo è consacrato allo studio del fenomeno a Sarmizegetusa e a Lugdunum. Il capitolo quarto è stato dedicato interamente ad Ostia, una città che, per quanto concerne il fenomeno associativo, non ha eguali nel resto dell’Impero. L’ultima sezione è formata dai capitoli quinto e sesto, dove, in luogo di un’analisi incentrata su contesti specifici, ho messo a fuoco degli aspetti che emergono trasversalmente dalla nostra documentazione. Nello specifico, il capitolo quinto si pone come obiettivo quello di delineare lo spazio di azione del patronato entro la comunità cittadina. L’ultimo capitolo, invece, si propone di indagare aspetti propri del legame di patronato che erano in grado di alimentare il rapporto.

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La ricerca aveva come obiettivo principale quello di esaminare i sinodi svoltisi nell’Impero Romano d'Oriente, in Italia e in Africa nel periodo compreso tra il 325 e 787. L’obiettivo era quello di porre particolare attenzione a tutti quei temi legati all’organizzazione, alla logistica, ai luoghi di svolgimento e agli aspetti cerimoniali collegati ai momenti di manifestazione dell’autorità ecclesiastica e civile, poco noti nella storiografia moderna. Poco, infatti, si conosce delle forme di convocazione dei presuli, degli itinerari e delle modalità di viaggio che essi affrontavano per raggiungere la sede conciliare; è inoltre particolarmente difficile ricostruire i regolamenti che caratterizzavano le discussioni del consesso riunito, le modalità di voto e la formulazione delle deliberazioni; poco si conosce ad oggi anche delle varie categorie di persone che prendevano parte attiva ai dibattiti con funzioni e ruoli differenti e le varie tipologie di luoghi e aule impiegate per le riunioni e per l’ospitalità dei partecipanti, delle modalità di sfruttamento degli spazi da loro occupati e del cerimoniale che doveva essere rigorosamente seguito dai presenti. Sulla base di una prima campionatura introduttiva basata sui primi tre volumi dell'opera di Hefele-Leclercq coniugati con la raccolta di atti conciliari del Mansi, sono stati censiti più di 300 sinodi di varia natura. Partendo da questo dato preliminare sono stati selezionati 80 casi per i quali è stato possibile risalire all’edificio in cui i dibattiti sinodali si svolsero e intorno ai quali è stata svolta l’intera ricerca.

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La ricerca si prefigge di indagare sulla donna che commette reato nel corso dell’intera esperienza giuridica romana. Attraverso l’analisi delle fonti, con speciale riferimento a quelle letterarie, vengono analizzati i singoli illeciti in cui la donna stessa poteva assumere la qualifica di soggetto attivo, che danno luogo a un nutrito catalogo di fattispecie attinenti alla sfera sessuale, per quanto non manchino casi di maiestas e, più in generale, di cospirazione contro il principe. Nella presente ricerca si tenta dunque di investigare, proprio a partire dalla peculiare condizione riconosciuta alla donna all’interno della società romana, la sua dimensione ‘pubblica’, che sarebbe stata lesa con la commissione dell’illecito giacché la rea, in questo modo, avrebbe sovente compromesso un valore superindividuale, ossia la pudicitia. È proprio la lesione di siffatto principio, tale da assumere un ruolo centrale nel quadro dell’etica sessuale degli antichi romani, a giustificare la repressione degli illeciti femminili nella forma del crimen: non deve dunque meravigliare che la mulier, venuta meno all’onore familiare, sia sanzionata pubblicamente, potendosi intendere i reati dalla stessa commessi alla stregua di ‘attentati alla res publica’.

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Il lavoro di tesi si pone l'obiettivo di valorizzare la cinta muraria medievale della città di Rimini attraverso la progettazione di un sistema di percorsi archeologici, analizzando le criticità e sviluppando linee guida per il restauro e la riqualificazione dell’ambiente circostante. Il lavoro è diviso in fasi: 1-Ricerca storica di tipo archivistico e iconografico per indagare l’evoluzione del sistema difensivo partendo dalle origini fino alle recenti demolizioni. 2-Sulla base delle trilaterazioni in possesso, si è proceduto al rilievo diretto della cinta muraria di San Giuliano con l’obiettivo di comprendere la fabbrica delle mura e restituire graficamente lo stato dell’opera nelle parti che la compongono, in particolare della torre malatestiana e la scala riportandole informazioni necessarie al restauro. Si sono poi rilevate le criticità dell’area circostante le mura. 3-Si è elaborata una proposta progettuale di restauro in merito: -alla riqualificazione del parco con un progetto di restauro urbano degli spazi verdi e dei percorsi ciclo-pedonali per facilitare la lettura del tracciato storico e favorire la fruizione ai cittadini creando punti di ritrovo e di sosta; -alle mura, fondata sui principi di reversibilità, distinguibilità e minimo intervento restituendo un’idea volumetrica dell'immagine interrotta del monumento, minimi interventi di ripristino, la chiusura del varco incongruo della torre; -ai percorsi archeologici per facilitare la lettura della cinta muraria creando un sistema circolare sia interno che esterno tramite l’installazione di segnaletica sia orizzontale che verticale e la realizzazione di nuovi percorsi ciclo-pedonali collegati a quelli già esistenti. Nell’iter progettuale si sono voluti raggiungere il recupero e la valorizzazione dell’intera cinta muraria riminese collegando diversi interventi puntuali realizzati nel recente passato tramite un sistema organico di opere atte a fornire un’unità di linguaggio facilmente riconoscibile.

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To evaluate the outcomes in patients treated for humerus distal third fractures with MIPO technique and visualization of the radial nerve by an accessory approach, in those without radial palsy before surgery. The patients were treated with MIPO technique. The visualization and isolation of the radial nerve was done by an approach between the brachialis and the brachiorradialis, with an oblique incision, in the lateral side of the arm. MEPS was used to evaluate the elbow function. Seven patients were evaluated with a mean age of 29.8 years old. The average follow up was 29.85 months. The radial neuropraxis after surgery occurred in three patients. The sensorial recovery occurred after 3.16 months on average and also of the motor function, after 5.33 months on average, in all patients. We achieved fracture consolidation in all patients (M=4.22 months). The averages for flexion-extension and prono-supination were 112.85° and 145°, respectively. The MEPS average score was 86.42. There was no case of infection. This approach allowed excluding a radial nerve interposition on site of the fracture and/or under the plate, showing a high level of consolidation of the fracture and a good evolution of the range of movement of the elbow. Level of Evidence IV, Case Series.

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Objective To evaluate the occurrence of severe obstetric complications associated with antepartum and intrapartum hemorrhage among women from the Brazilian Network for Surveillance of Severe Maternal Morbidity.Design Multicenter cross-sectional study.Setting Twenty-seven obstetric referral units in Brazil between July 2009 and June 2010.Population A total of 9555 women categorized as having obstetric complications.Methods The occurrence of potentially life-threatening conditions, maternal near miss and maternal deaths associated with antepartum and intrapartum hemorrhage was evaluated. Sociodemographic and obstetric characteristics and the use of criteria for management of severe bleeding were also assessed in these women.Main outcome measures The prevalence ratios with their respective 95% confidence intervals adjusted for the cluster effect of the design, and multiple logistic regression analysis were performed to identify factors independently associated with the occurrence of severe maternal outcome.Results Antepartum and intrapartum hemorrhage occurred in only 8% (767) of women experiencing any type of obstetric complication. However, it was responsible for 18.2% (140) of maternal near miss and 10% (14) of maternal death cases. On multivariate analysis, maternal age and previous cesarean section were shown to be independently associated with an increased risk of severe maternal outcome (near miss or death).Conclusion Severe maternal outcome due to antepartum and intrapartum hemorrhage was highly prevalent among Brazilian women. Certain risk factors, maternal age and previous cesarean delivery in particular, were associated with the occurrence of bleeding.

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Algumas más oclusões exigem do ortodontista capacidade de diagnóstico para decidir pela melhor maneira de tratar o paciente. O objetivo dos autores deste artigo foi apresentar casos clínicos e discutir alguns elementos de diagnóstico utilizados na elaboração do plano de tratamento, auxiliando na decisão de extrair dentes. Foi dada ênfase em cada elemento de diagnóstico: aspectos relacionados à cooperação, discrepância de modelo, discrepância cefalométrica e perfil facial, idade esquelética (crescimento) e relações anteroposteriores, assimetrias dentárias, padrão facial e patologias. Sugere-se que a associação dos aspectos citados é importante para a decisão correta. Todavia, algumas vezes, uma característica, por si só, pode definir o plano de tratamento.

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Class III skeletal malocclusion may present several etiologies, among which maxillary deficiency is the most frequent. Bone discrepancy may have an unfavorable impact on esthetics, which is frequently aggravated by the presence of accentuated facial asymmetries. This type of malocclusion is usually treated with association of Orthodontics and orthognathic surgery for correction of occlusion and facial esthetics. This report presents the treatment of a patient aged 15 years and 1 month with Class III skeletal malocclusion, having narrow maxilla, posterior open bite on the left side, anterior crossbite and unilateral posterior crossbite, accentuated negative dentoalveolar discrepancy in the maxillary arch, and maxillary and mandibular midline shift. Clinical examination also revealed maxillary hypoplasia, increased lower one third of the face, concave bone and facial profiles and facial asymmetry with mandibular deviation to the left side. The treatment was performed in three phases: presurgical orthodontic preparation, orthognathic surgery and orthodontic finishing. In reviewing the patient's final records, the major goals set at the beginning of treatment were successfully achieved, providing the patient with adequate masticatory function and pleasant facial esthetics.

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A exodontia de um incisivo inferior pode ser considerada uma opção valiosa na busca de excelência nos resultados ortodônticos para obtenção de máxima função, estética e estabilidade. O objetivo deste estudo foi reunir informações referentes às indicações, contraindicações, vantagens, desvantagens e estabilidade dos resultados obtidos nos tratamentos realizados com extração de um incisivo inferior. Essa opção de tratamento pode ser indicada em más oclusões com discrepância de volume dentário anterior devido a incisivos superiores estreitos e/ou incisivos inferiores largos. É contraindicada em más oclusões sem discrepância anterior ou com discrepâncias ocasionadas por incisivos superiores largos e/ou incisivos inferiores estreitos. A literatura sugere maior estabilidade pós-tratamento quando comparada com a opção de extrações de pré-molares. Além do diagnóstico cuidadoso, obtido com a colaboração do set-up, a habilidade e a experiência clínica do profissional são importantes para o sucesso dos resultados ortodônticos alcançados com essa opção de tratamento

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The aim of this study was to investigate the agreement between diagnoses of calcified atheroma seen on panoramic radiographs and color Doppler images. Our interest stems from the fact that panoramic images can show the presence of atheroma regardless of the level of obstruction detected by color Doppler images. Panoramic and color Doppler images of 16 patients obtained from the archives of the Health Department of the city of Valença, RJ, Brazil, were analyzed in this study. Both sides of each patient were observed on the images, with a total of 32 analyzed cervical regions. The level of agreement between diagnoses was analyzed using the Kappa statistics. There was a high level of agreement, with a Kappa value of 0.78. In conclusion, panoramic radiographs can help detecting calcifications in the cervical region of patients susceptible to vascular diseases predisposing to myocardial infarction and cerebrovascular accidents. If properly trained and informed, dentists can refer their patients to a physician for a cardiovascular evaluation in order to receive proper and timely medical treatment.

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This study evaluated fracture torque by torsion, in relation to the length and diameter of orthodontic mini-implants, to demonstrate their viability for clinical and experimental use based on the torque recommended by the manufacturers. The fractures at the moment of insertion, whose incidence in the literature is around 4%, are principally due to excessive force and the inability of the implant to resist rotational forces. Thirty orthodontic mini-implants of three commercial brands available in Brazil (Neodent 1.6 x 9 mm, Dentoflex 1.6 x 9 mm and Kopp 1.6 x 9 mm) were attached to a device made specifically for this research, leaving the mini-implants with sufficient stability. The miniimplants were submitted to torsion torque, using a digital torque wrench, until their breaking point. The values obtained with the test were submitted to analysis of variance and the Tukey test. The mean values of mini-implant ruptures were 26 N.cm for group A (Dentoflex), 25.4 N. cm for group B (Kopp) and 32.8 N.cm for group C (Neodent). From the Tukey test we could observe that the relationships between the means of the Dentoflex and Neodent groups, and between the Kopp and Neodent groups, were significant. Between the Dentoflex and Kopp groups, significance was nonexistent. All the values found in our research for fracture torque were higher than the limits recommended by the manufacturers for clinical use in orthodontics. The highest values were found in the Neodent group.

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Yellow fever (YF) is an acute viral infectious disease transmitted by mosquitoes which occurs in two distinct epidemiological cycles: sylvatic and urban. In the sylvatic cycle, the virus is maintained by monkey's infection and transovarian transmission in vectors. Surveillance of non-human primates is required for the detection of viral circulation during epizootics, and for the identification of unaffected or transition areas. An ELISA (enzyme-linked immunosorbent assay) was standardized for estimation of the prevalence of IgG antibodies against yellow fever virus in monkey sera (Alouatta caraya) from the reservoir area of Porto Primavera Hydroelectric Plant, in the state of São Paulo, Brazil. A total of 570 monkey sera samples were tested and none was reactive to antibodies against yellow fever virus. The results corroborate the epidemiology of yellow fever in the area. Even though it is considered a transition area, there were no reports to date of epizootics or yellow fever outbreaks in humans. Also, entomological investigations did not detect the presence of vectors of this arbovirus infection. ELISA proved to be fast, sensitive, an adequate assay, and an instrument for active search in the epidemiological surveillance of yellow fever allowing the implementation of prevention actions, even before the occurrence of epizootics.