925 resultados para eye blink
Resumo:
Nella presente tesi viene valutata l'efficienza in termini di sicurezza del tratto nord-ovest della Tangenziale delle Biciclette, un percorso ciclabile nel comun di Bologna. Sono stati analizzati dei video (ottenuti dall'apparecchiatura Mobile Eye) che mostrano su cosa l'utente, durante la pedalata, sofferma maggiormente il suo sguardo. Da tali video, quindi, sono state estrapolate informazioni riguardanti il grado di attenzione del ciclista nel percorrere Il tratto di ciclabile. Per questo motivo sono stati analizzati in termini di frame, poi convertiti in secondi, tutti gli elementi capaci di influenzare l'attenzione dell'utente durante la guida: la segnaletica ciclabile (orizzontale e verticale) e l'eventuale presenza di altri pedoni/ciclisti. Con tali dati, inoltre, è stata effettuata un'analisi statistica descrittiva. L'ultima parte è l'analisi cinematica: valutazione dello spazio percorso, del tempo di percorrenza inclusi i tempi di attesa ai semafori rossi e stima della velocità media.
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In questa tesi viene studiato il comportamento visivo del ciclista durante la guida in ambiente urbano diversificato, così da esaminare quali siano le diverse strategie visive adottate dal conducente della bicicletta, in rapporto al contesto in cui si trova. L’analisi del comportamento visivo è stata effettuata mediante l’esecuzione di test su campo, utilizzando il Mobile-Eye Detector, grazie al quale si sono potuti studiare i filmati relativi alle prove compiute da 12 utenti. In seguito ad una fase primaria di elaborazione generale dei dati e di scarto di quelli non ritenuti validi ai fini dello studio, sono state rilevate le fissazioni, le saccadi e i loro relativi tempi. In particolare, studiando i video, si è creato un database in cui vengono analizzate una ad una (fotogramma per fotogramma) le fissazioni e vengono individuati gli elementi ad esse relativi, quali: goal, target, pedoni, ciclisti, veicoli, ammaloramenti della pavimentazione, edifici, segnaletica verticale e orizzontale e intersezioni. Tali elementi sono quelli che attirano maggiormente l'attenzione del ciclista sia da un punto di vista pratico, ai fini della conduzione del mezzo, sia a fini di "svago". Inoltre sono state individuate delle aree di dispersione visiva, ovvero zone su cui è maggiormente ricaduto lo sguardo dei partecipanti all’esperimento: esse sono state studiate, analizzandone le dimensioni e mettendole in relazione col tipo di tragitto e con gli elementi fissati. In questo modo si è cercato di dare un'interpretazione del comportamento visivo del ciclista, sottoposto a tragitti con caratteristiche diverse. In seguito a tale analisi, è stata verificata la compatibilità tra i risultati ottenuti mediante i filmati visionati e le risposte date dai partecipanti nei questionari, proposti al termine della prova, finalizzati ad attestare la percezione soggettiva del ciclista.
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PURPOSE: To quantitatively analyze and compare the fundoscopic features between fellow eyes of retinal angiomatous proliferation and typical exudative age-related macular degeneration and to identify possible predictors of neovascularization. METHODS: Retrospective case-control study. Seventy-nine fellow eyes of unilateral retinal angiomatous proliferation (n = 40) and typical exudative age-related macular degeneration (n = 39) were included. Fundoscopic features of the fellow eyes were assessed using digital color fundus photographs taken at the time of diagnosis of neovascularization in the first affected eye. Grading was performed by two independent graders using RetmarkerAMD, a computer-assisted grading software based on the International Classification and Grading System for age-related macular degeneration. RESULTS: Baseline total number and area (square micrometers) of drusen in the central 1,000, 3,000, and 6,000 μm were considerably inferior in the fellow eyes of retinal angiomatous proliferation, with statistically significant differences (P < 0.05) observed in virtually every location (1,000, 3,000, and 6,000 μm). A soft drusen (≥125 μm) area >510,196 μm2 in the central 6,000 μm was associated with an increased risk of neovascularization (hazard ratio, 4.35; 95% confidence interval [1.56-12.15]; P = 0.005). CONCLUSION: Baseline fundoscopic features of the fellow eye differ significantly between retinal angiomatous proliferation and typical exudative age-related macular degeneration. A large area (>510,196 μm2) of soft drusen in the central 6,000 μm confers a significantly higher risk of neovascularization and should be considered as a phenotypic risk factor.
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This presentation was both an illustrated lecture and a published paper presented at the IMPACT 9 Conference Printmaking in the Post-Print Age, Hangzhou China 2015. It was an extension of the exhibition catalogue essay for the Bluecoat Gallery Exhibition of the same name. In 2014 I curated an exhibition The Negligent Eye at the Bluecoat Gallery in Liverpool as the result of longstanding interest in scanning and 3D printing and the role of these in changing the field of Print within Fine Art Practice. In the aftermath of curatingshow I have continued to reflect on this material with reference to the writings of Vilém Flusser and Hito Steyerl. The work in the exhibition came from a wide range of artists of all generations most of whom are not explicitly located within Printmaking. Whilst some work did not use any scanning technology at all, a shared fascination with the particular translating device of the systematizing ‘eye’ of a scanning digital video camera, flatbed or medical scanner was expressed by all the work in the show. Through writing this paper I aim to extend my own understanding of questions, which arose from the juxtapositions of work and the production of the accompanying catalogue. The show developed in dialogue with curators Bryan Biggs and Sarah-Jane Parsons of the Bluecoat Gallery who sent a series of questions about scanning to participating artists. In reflecting upon their answers I will extend the discussions begun in the process of this research. A kind of created attention deficit disorder seems to operate on us all today to make and distribute images and information at speed. What value do ways of making which require slow looking or intensive material explorations have in this accelerated system? What model of the world is being constructed by the drive to simulated realities toward ever-greater resolution, so called high definition? How are our perceptions of reality being altered by the world-view presented in the smooth colourful ever morphing simulations that surround us? The limitations of digital technology are often a starting point for artists to reflect on our relationship to real-world fragility. I will be looking at practices where tactility or dimensionality in a form of hard copy engages with these questions using examples from the exhibition. Artists included in the show were: Cory Arcangel, Christiane Baumgartner, Thomas Bewick, Jyll Bradley, Maurice Carlin, Helen Chadwick, Susan Collins, Conroy/Sanderson, Nicky Coutts, Elizabeth Gossling, Beatrice Haines, Juneau Projects, Laura Maloney, Bob Matthews, London Fieldworks (with the participation of Gustav Metzger), Marilène Oliver, Flora Parrott, South Atlantic Souvenirs, Imogen Stidworthy, Jo Stockham, Wolfgang Tillmans, Alessa Tinne, Michael Wegerer, Rachel Whiteread, Jane and Louise Wilson. Scanning, Art, Technology, Copy, Materiality.
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Fino ad oggi la mobilità urbana si è affidata in particolar modo alla motorizzazione privata. Occorre considerare anche altre alternative di trasporto per garantire una mobilità più sostenibile ed efficace all’interno delle nostre aree urbane. Una di queste alternative è costituita dalla bicicletta, che deve essere considerata un’autentica alternativa di trasporto, che può facilmente contribuire, assieme ad altre, a ridurre l’attuale inefficiente dipendenza dall’automobile. La progettazione dei percorsi ciclo-pedonali richiede collegamenti sicuri, diretti, ben segnalati e confortevoli, che assicurino una mobilità indipendente e protetta per tutti. In questo lavoro di tesi stato proposto un questionario che ha lo scopo di dare un ritratto immediato degli utenti ciclabili che percorrono i campi prova analizzati, confrontare i risultati ottenuti e verificare quali parametri sono ritenuti di maggiore importanza per l’utente medio. Nella seconda fase e punto focale di tale lavoro di ricerca è stata svolta un’attenta analisi delle possibili scelte e problematiche di un particolare caso reale. In particolare, sono stati valutati gli elementi che il conducente del velocipede scansiona con lo sguardo durante la guida, cercando informazioni significative per la posizione spaziale e temporale in cui si trova. La ricerca è stata condotta mediante l’utilizzo della strumentazione Mobile Eye-XG che permette il rilievo in continuo dello sguardo dei conducenti durante la guida. Il campo prova riguarda il percorso “Sabotino”, composto da due itinerari situati all’interno dell’area urbana di Bologna, la Tangenziale Ovest delle biciclette e la “ciclabile vecchia” Sabotino. Dalle informazioni ricavate dall’analisi, si è cercato infine di ipotizzare delle possibili ed efficaci migliorie, che possano incentivare l’uso della bicicletta e la sicurezza nei confronti della mobilità lenta, migliorando le prestazioni della pista e aumentando gli standard.
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