924 resultados para Packaging.


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Studio di fattibilità per la realizzazione di un organo di presa con regolazione rapida del formato.

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La tesi da me svolta durante questi ultimi sei mesi è stata sviluppata presso i laboratori di ricerca di IMA S.p.a.. IMA (Industria Macchine Automatiche) è una azienda italiana che naque nel 1961 a Bologna ed oggi riveste il ruolo di leader mondiale nella produzione di macchine automatiche per il packaging di medicinali. Vorrei subito mettere in luce che in tale contesto applicativo l’utilizzo di algoritmi di data-mining risulta essere ostico a causa dei due ambienti in cui mi trovo. Il primo è quello delle macchine automatiche che operano con sistemi in tempo reale dato che non presentano a pieno le risorse di cui necessitano tali algoritmi. Il secondo è relativo alla produzione di farmaci in quanto vige una normativa internazionale molto restrittiva che impone il tracciamento di tutti gli eventi trascorsi durante l’impacchettamento ma che non permette la visione al mondo esterno di questi dati sensibili. Emerge immediatamente l’interesse nell’utilizzo di tali informazioni che potrebbero far affiorare degli eventi riconducibili a un problema della macchina o a un qualche tipo di errore al fine di migliorare l’efficacia e l’efficienza dei prodotti IMA. Lo sforzo maggiore per riuscire ad ideare una strategia applicativa è stata nella comprensione ed interpretazione dei messaggi relativi agli aspetti software. Essendo i dati molti, chiusi, e le macchine con scarse risorse per poter applicare a dovere gli algoritmi di data mining ho provveduto ad adottare diversi approcci in diversi contesti applicativi: • Sistema di identificazione automatica di errore al fine di aumentare di diminuire i tempi di correzione di essi. • Modifica di un algoritmo di letteratura per la caratterizzazione della macchina. La trattazione è così strutturata: • Capitolo 1: descrive la macchina automatica IMA Adapta della quale ci sono stati forniti i vari file di log. Essendo lei l’oggetto di analisi per questo lavoro verranno anche riportati quali sono i flussi di informazioni che essa genera. • Capitolo 2: verranno riportati degli screenshoot dei dati in mio possesso al fine di, tramite un’analisi esplorativa, interpretarli e produrre una formulazione di idee/proposte applicabili agli algoritmi di Machine Learning noti in letteratura. • Capitolo 3 (identificazione di errore): in questo capitolo vengono riportati i contesti applicativi da me progettati al fine di implementare una infrastruttura che possa soddisfare il requisito, titolo di questo capitolo. • Capitolo 4 (caratterizzazione della macchina): definirò l’algoritmo utilizzato, FP-Growth, e mostrerò le modifiche effettuate al fine di poterlo impiegare all’interno di macchine automatiche rispettando i limiti stringenti di: tempo di cpu, memoria, operazioni di I/O e soprattutto la non possibilità di aver a disposizione l’intero dataset ma solamente delle sottoporzioni. Inoltre verranno generati dei DataSet per il testing di dell’algoritmo FP-Growth modificato.

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In questo lavoro di Tesi Magistrale si sono esaminate le problematiche relative agli impatti ambientali delle materie plastiche, tenendo in considerazione il loro ambito di applicazione. Per quanto riguarda le materie plastiche destinate al packaging alimentare si è visto che uno smaltimento tramite discarica, incenerimento o riciclo non può essere sostenibile sul lungo periodo. Una soluzione può essere lo sviluppo di un materiale che al termine del ciclo di vita possa essere biodegradato tramite compostaggio. Al fine di eliminare la dipendenza di questo materiale plastico dalle risorse fossili, esso deve poter essere ricavato da fonti rinnovabili. Il poli(butilene furanoato) è un buon candidato come materiale plastico per il packaging alimentare, ma possiede scarse caratteristiche di biodegradabilità. Si è quindi realizzato un sistema copolimerico in cui il poli(butilene furanoato) viene statisticamente copolimerizzato con il poli(butilene diglicolato), anche quest'ultimo interamente ottenibile da fonti rinnovabili. I materiali sintetizzati sono stati sottoposti a diversi tipi di analisi, al fine di determinarne le proprietà in funzione di una possibile applicazione nel packaging alimentare: analisi strutturale, caratterizzazione termica, studio delle proprietà meccaniche e di permeabilità a diversi tipi di gas e infine valutazione della compostabilità.

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Lo studio ha lo scopo di valutare e confrontare l'efficienza del packaging in “LID” con atmosfera modificata a confronto con il confezionamento più tradizionale in “stretch” con atmosfera ordinaria, sulla shelf-life di diversi prodotti avicoli quali petti e sovracosce di pollo e fese di tacchino. A tal fine sui prodotti diversamente confezionati sono state valutate le variazioni di alcuni parametri qualitativi analizzando e confrontando alcuni aspetti tecnologici (pH, colore, texture, capacità di ritenzione idrica) durante un periodo di stoccaggio di 15 giorni in diverse condizioni di refrigerazione: durante i primi 3 giorni a 0-2°C, dal terzo al quindicesimo giorno a 6-8°C, al fine di simulare condizioni di abuso termico ed accelerare i fenomeni di deterioramento.

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La tesi tratta il tema dell'impatto ambientale della logistica distributiva della filiera globale dell'olio alimentare. Sono presentati i tratti salienti del mercato dell'olio: produttori, consumatori e packaging per l'olio. Si affronta il concetto di Green Logistics e le categorie chimiche inquinanti per la valutazione dell'impatto ambientale della filiera. Il caso analizzato riguarda la logistica di un'azienda italiana produttrice e distributrice di olio. Sono presentati e simulati degli scenari alternativi all'organizzazione logistica distributiva di tale azienda per eventuali migliorie maggiormente ecosostenibili.

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This dissertation is the result of my participation in the Language Toolkit project, a recent collaboration between the Chamber of Commerce of Forlì and the School of Foreign Languages and Literatures, Interpreting and Translation at the University of Bologna, which aims to make students meet with the companies of our territory, in this case Ipack, based in Mercato Saraceno (FC). My dissertation is a specialized translation work from Italian into English of two documents that were entrusted to me: the declaration of compliance of Ipack’s products and a summary of the quality manual. They are two high technical texts and, therefore, the translation task required a preliminary phase of research on the topics and on the terminology of this specific domain. The dissertation consists of five chapters. The first chapter briefly introduces the company with which I collaborated for my dissertation project and provides an overview of business communication and a brief classification of Ipack’s communication tools. The second chapter covers the background topics, namely food packaging and quality management systems within companies. The third chapter concerns the analysis of the two texts, describing the intra-textual and extra-textual aspects, as well as the morphosyntaxical and lexical features. The fourth chapter is dedicated to the revision work on one of the two texts, the one about quality procedures. In the commentary following my review, I explain the methodology and the strategies that I used and I also provide some extended examples of the main changes applied to the original text, with respect to both content and linguistic features. Finally, the fifth chapter focuses on the translation of the texts followed by a commentary that explains the work methodology, resources and my translation choices, accompanied by practical examples.

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Questo lavoro di tesi è stato finalizzato allo studio dell’applicabilità e dell’efficacia di una modalità di confezionamento dell’olio extra vergine di oliva (EVO) in grado di raggiungere due obiettivi: - il prolungamento della shelf-life dell’olio d’oliva grazie ad un’azione protettiva del packaging dalla radiazione luminosa; - l’ottenimento di un’estetica accattivante che consenta al consumatore di apprezzare colore e livello del prodotto contenuto. È stata, quindi, testata l’efficacia di un film protettivo trasparente, termoretraibile, stampabile e con effetto barriera contro le radiazioni UV applicato su bottiglie in vetro trasparente, confrontando i risultati ottenuti con quelli raccolti per campioni conservati in bottiglie in vetro scuro e trasparente. Per la realizzazione di questo studio sono stati utilizzati due EVO monovarietali e per ognuno di questi sono state confrontate tre tipologie di confezionamento: vetro scuro, vetro trasparente rivestito con pellicola, vetro trasparente. Per simulare un processo di “invecchiamento accelerato” le bottiglie sono state poste in un termostato (20 °C) all’interno del quale sono state istallate delle lampade in grado di illuminare le bottiglie in continuo e i campioni erano monitorati ad intervalli regolari (5, 10 e 15 settimane). Le determinazioni analitiche svolte (titrimetriche, spettrofotometriche, cromatografiche e sensoriali) hanno riguardato i principali parametri quali-quantitativi correlati allo stato idrolitico (acidità libera, digliceridi) ed ossidativo (numero di perossidi) degli oli d’oliva, nonché relativi alle molecole antiossidanti (contenuto in fenoli totali e tocoferoli) ed agli attributi sensoriali. I risultati ottenuti da queste prove esplorative hanno evidenziato come l’applicazione di sleeve additivate con anti-UV su bottiglie in vetro trasparente possa costituire una valida modalità di confezionamento dell’olio EVO, anche se saranno necessarie ulteriori conferme ed approfondimenti.

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Studio di una macchina automatica adibita all’avvolgimento ed al packaging di bobine di tubo corrugato flessibile in materiale plastico, denominata FLASH 700, finalizzato alla definizione dei principali parametri funzionali, degli attuali limiti di funzionamento ed alla soluzione di alcuni problemi. L’attività ha comportato un’iniziale studio dettagliato della macchina, indirizzato all’acquisizione delle necessarie competenze tecniche di costruzione e funzionamento, per poterne successivamente definire i parametri funzionali e comprenderne gli attuali limiti e margini di miglioramento, definiti i quali si è passati ad un'accurata fase di studio riguardante il ciclo di funzionamento del gruppo avvolgitore (che arrotola il tubo in bobine), eseguita durante i collaudi pre-vendita, con lo scopo di delineare i tempi necessari ad eseguire ogni operazione e ad evidenziare i punti critici (tempi morti) del sistema che caratterizzano l’attuale tempo ciclo. Infine, determinate le principali cause dei limiti di funzionamento e definite le principali funzioni di macchina causa del tempo ciclo, sono state proposte alcune possibili modifiche costruttive finalizzate all’abbattimento degli attuali limiti. Alcune delle soluzioni proposte sono state infine realizzate e collaudate in macchina, al fine di verificarne il reale miglioramento apportato.

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Le macchine automatiche prodotte dall’azienda VIRE Automation di Faenza sono atte al confezionamento di prodotti igienico sanitari del settore baby, femminile e adulto. La macchina può essere suddivisa in due gruppi funzionali, il primo legato al raggruppamento dei prodotti in pile e il secondo dedicato al confezionamento vero e proprio. Il presente elaborato consiste nello studio e nella progettazione del raggruppatore della macchina dedicata ai prodotti femminili; in particolare lo scopo è il corretto funzionamento del gruppo con performance superiori a quelle attuali. Il progetto si è articolato nell’applicazione del metodo della Casa della Qualità come strumento di supporto, per poi passare allo studio della parte logica della macchina e ad un'analisi cinematica e dinamica del gruppo estrattore; infine vengono presentate ulteriori soluzioni tecniche adottate.

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SerpinB1 is among the most efficient inhibitors of neutrophil serine proteases--NE, CG, and PR-3--and we investigated here its role in neutrophil development and homeostasis. We found that serpinB1 is expressed in all human bone marrow leukocytes, including stem and progenitor cells. Expression levels were highest in the neutrophil lineage and peaked at the promyelocyte stage, coincident with the production and packaging of the target proteases. Neutrophil numbers were decreased substantially in the bone marrow of serpinB1(-/-) mice. This cellular deficit was associated with an increase in serum G-CSF levels. On induction of acute pulmonary injury, neutrophils were recruited to the lungs, causing the bone marrow reserve pool to be completely exhausted in serpinB1(-/-) mice. Numbers of myeloid progenitors were normal in serpinB1(-/-) bone marrow, coincident with the absence of target protease expression at these developmental stages. Maturation arrest of serpinB1(-/-) neutrophils was excluded by the normal CFU-G growth in vitro and the normal expression in mature neutrophils of early and late differentiation markers. Normal absolute numbers of proliferating neutrophils and pulse-chase kinetic studies in vivo showed that the bone marrow deficit in serpinB1(-/-) mice was largely restricted to mature, postmitotic neutrophils. Finally, upon overnight culture, apoptosis and necrosis were greater in purified bone marrow neutrophils from serpinB1(-/-) compared with WT mice. Collectively, these findings demonstrate that serpinB1 sustains a healthy neutrophil reserve that is required in acute immune responses.

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The protozoan parasite Plasmodium is transmitted by female Anopheles mosquitoes and undergoes obligatory development within a parasitophorous vacuole in hepatocytes before it is released into the bloodstream. The transition to the blood stage was previously shown to involve the packaging of exoerythrocytic merozoites into membrane-surrounded vesicles, called merosomes, which are delivered directly into liver sinusoids. However, it was unclear whether the membrane of these merosomes was derived from the parasite membrane, the parasitophorous vacuole membrane or the host cell membrane. This knowledge is required to determine how phagocytes will be directed against merosomes. Here, we fluorescently label the candidate membranes and use live cell imaging to show that the merosome membrane derives from the host cell membrane. We also demonstrate that proteins in the host cell membrane are lost during merozoite liberation from the parasitophorous vacuole. Immediately after the breakdown of the parasitophorous vacuole membrane, the host cell mitochondria begin to degenerate and protein biosynthesis arrests. The intact host cell plasma membrane surrounding merosomes allows Plasmodium to mask itself from the host immune system and bypass the numerous Kupffer cells on its way into the bloodstream. This represents an effective strategy for evading host defenses before establishing a blood stage infection.

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Background Heterochromatin protein 1 (HP1) family proteins have a well-characterized role in heterochromatin packaging and gene regulation. Their function in organismal development, however, is less well understood. Here we used genome-wide expression profiling to assess novel functions of the Caenorhabditis elegans HP1 homolog HPL-2 at specific developmental stages. Results We show that HPL-2 regulates the expression of germline genes, extracellular matrix components and genes involved in lipid metabolism. Comparison of our expression data with HPL-2 ChIP-on-chip profiles reveals that a significant number of genes up- and down-regulated in the absence of HPL-2 are bound by HPL-2. Germline genes are specifically up-regulated in hpl-2 mutants, consistent with the function of HPL-2 as a repressor of ectopic germ cell fate. In addition, microarray results and phenotypic analysis suggest that HPL-2 regulates the dauer developmental decision, a striking example of phenotypic plasticity in which environmental conditions determine developmental fate. HPL-2 acts in dauer at least partly through modulation of daf-2/IIS and TGF-β signaling pathways, major determinants of the dauer program. hpl-2 mutants also show increased longevity and altered lipid metabolism, hallmarks of the long-lived, stress resistant dauers. Conclusions Our results suggest that the worm HP1 homologue HPL-2 may coordinately regulate dauer diapause, longevity and lipid metabolism, three processes dependent on developmental input and environmental conditions. Our findings are of general interest as a paradigm of how chromatin factors can both stabilize development by buffering environmental variation, and guide the organism through remodeling events that require plasticity of cell fate regulation.

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Cellulose-polymer composites have potential applications in aerospace and transportation areas where lightweight materials with high mechanical properties are needed. In addition, these economical and biodegradable composites have been shown to be useful as polymer electrolytes, packaging structures, optoelectronic devices, and medical implants such as wound dressing and bone scaffolds. In spite of the above mentioned advantages and potential applications, due to the difficulties associated with synthesis and processing techniques, application of cellulose crystals (micro and nano sized) for preparation of new composite systems is limited. Cellulose is hydrophilic and polar as opposed to most of common thermoplastics, which are non-polar. This results in complications in addition of cellulose crystals to polymer matrices, and as a result in achieving sufficient dispersion levels, which directly affects the mechanical properties of the composites. As in other composite materials, the properties of cellulose-polymer composites depend on the volume fraction and the properties of individual phases (the reinforcement and the polymer matrix), the dispersion quality of the reinforcement through the matrix and the interaction between CNCs themselves and CNC and the matrix (interphase). In order to develop economical cellulose-polymer composites with superior qualities, the properties of individual cellulose crystals, as well as the effect of dispersion of reinforcements and the interphase on the properties of the final composites should be understood. In this research, the mechanical properties of CNC polymer composites were characterized at the macro and nano scales. A direct correlation was made between: Dispersion quality and macro-mechanical properties Nanomechanical properties at the surface and tensile properties CNC diameter and interphase thickness Lastly, individual CNCs from different sources were characterized and for the first time size-scale effect on their nanomechanical properties were reported. Then the effect of CNC surface modification on the mechanical properties was studied and correlated to the crystalline structure of these materials.

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Inductive-capacitive (LC) resonant circuit sensors are low-cost, wireless, durable, simple to fabricate and battery-less. Consequently, they are well suited to sensing applications in harsh environments or in situations where large numbers of sensors are needed. They are also advantageous in applications where access to the sensor is limited or impossible or when sensors are needed on a disposable basis. Due to their many advantages, LC sensors have been used for sensing a variety of parameters including humidity, temperature, chemical concentrations, pH, stress/pressure, strain, food quality and even biological growth. However, current versions of the LC sensor technology are limited to sensing only one parameter. The purpose of this work is to develop new types of LC sensor systems that are simpler to fabricate (hence lower cost) or capable of monitoring multiple parameters simultaneously. One design presented in this work, referred to as the multi-element LC sensor, is able to measure multiple parameters simultaneously using a second capacitive element. Compared to conventional LC sensors, this design can sense multiple parameters with a higher detection range than two independent sensors while maintaining the same overall sensor footprint. In addition, the two-element sensor does not suffer from interference issues normally encountered while implementing two LC sensors in close proximity. Another design, the single-spiral inductive-capacitive sensor, utilizes the parasitic capacitance of a coil or spring structure to form a single layer LC resonant circuit. Unlike conventional LC sensors, this design is truly planar, thus simplifying its fabrication process and reducing sensor cost. Due to the simplicity of this sensor layout it will be easier and more cost-effective for embedding in common building or packaging materials during manufacturing processes, thereby adding functionality to current products (such as drywall sheets) while having a minor impact on overall unit cost. These modifications to the LC sensor design significantly improve the functionality and commercial feasibility of this technology, especially for applications where a large array of sensors or multiple sensing parameters are required.

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Export of mRNA from the nucleus is linked to proper processing and packaging into ribonucleoprotein complexes. Although several observations indicate a coupling between mRNA 3' end formation and export, it is not known how these two processes are mechanistically connected. Here, we show that a subunit of the mammalian pre-mRNA 3' end processing complex, CF I(m)68, stimulates mRNA export. CF I(m)68 shuttles between the nucleus and the cytoplasm in a transcription-dependent manner and interacts with the mRNA export receptor NXF1/TAP. Consistent with the idea that CF I(m)68 may act as a novel adaptor for NXF1/TAP, we show that CF I(m)68 promotes the export of a reporter mRNA as well as of endogenous mRNAs, whereas silencing by RNAi results in the accumulation of mRNAs in the nucleus. Moreover, CF I(m)68 associates with 80S ribosomes but not polysomes, suggesting that it is part of the mRNP that is remodeled in the cytoplasm during the initial stages of translation. These results reveal a novel function for the pre-mRNA 3' end processing factor CF I(m)68 in mRNA export.