821 resultados para Multi-criteria analysis


Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Social businesses present a new paradigm to capitalism, in which private companies, non-profit organizations and civil society create a new type of business with the main objective of solving social problems with financial sustainability and efficiency through market mechanisms. As any new phenomenon, different authors conceptualize social businesses with distinct views. This article aims to present and characterize three different perspectives of social business definitions: the European, the American and that of the emerging countries. Each one of these views was illustrated by a different Brazilian case. We conclude with the idea that all the cases have similar characteristics, but also relevant differences that are more than merely geographical. The perspectives analyzed in this paper provide an analytical framework for understanding the field of social businesses. Moreover, the cases demonstrate that in the Brazilian context the field of social business is under construction and that as such it draws on different conceptual influences to deal with a complex and challenging reality.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

In the present study we are using multi variate analysis techniques to discriminate signal from background in the fully hadronic decay channel of ttbar events. We give a brief introduction to the role of the Top quark in the standard model and a general description of the CMS Experiment at LHC. We have used the CMS experiment computing and software infrastructure to generate and prepare the data samples used in this analysis. We tested the performance of three different classifiers applied to our data samples and used the selection obtained with the Multi Layer Perceptron classifier to give an estimation of the statistical and systematical uncertainty on the cross section measurement.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Benessere delle popolazioni, gestione sostenibile delle risorse, povertà e degrado ambientale sono dei concetti fortemente connessi in un mondo in cui il 20% della popolazione mondiale consuma più del 75% delle risorse naturali. Sin dal 1992 al Summit della Terra a Rio de Janeiro si è affermato il forte legame tra tutela dell’ambiente e riduzione della povertà, ed è anche stata riconosciuta l’importanza di un ecosistema sano per condurre una vita dignitosa, specialmente nelle zone rurali povere dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. La natura infatti, soprattutto per le popolazioni rurali, rappresenta un bene quotidiano e prezioso, una forma essenziale per la sussistenza ed una fonte primaria di reddito. Accanto a questa constatazione vi è anche la consapevolezza che negli ultimi decenni gli ecosistemi naturali si stanno degradando ad un ritmo impressionate, senza precedenti nella storia della specie umana: consumiamo le risorse più velocemente di quanto la Terra sia capace di rigenerarle e di “metabolizzare” i nostri scarti. Allo stesso modo aumenta la povertà: attualmente ci sono 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno, mentre circa metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di due dollari al giorno (UN). La connessione tra povertà ed ambiente non dipende solamente dalla scarsità di risorse che rende più difficili le condizioni di vita, ma anche dalla gestione delle stesse risorse naturali. Infatti in molti paesi o luoghi dove le risorse non sono carenti la popolazione più povera non vi ha accesso per motivi politici, economici e sociali. Inoltre se si paragona l’impronta ecologica con una misura riconosciuta dello “sviluppo umano”, l’Indice dello Sviluppo Umano (HDI) delle Nazioni Unite (Cfr. Cap 2), il rapporto dimostra chiaramente che ciò che noi accettiamo generalmente come “alto sviluppo” è molto lontano dal concetto di sviluppo sostenibile accettato universalmente, in quanto i paesi cosiddetti “sviluppati” sono quelli con una maggior impronta ecologica. Se allora lo “sviluppo” mette sotto pressione gli ecosistemi, dal cui benessere dipende direttamente il benessere dell’uomo, allora vuol dire che il concetto di “sviluppo” deve essere rivisitato, perché ha come conseguenza non il benessere del pianeta e delle popolazioni, ma il degrado ambientale e l’accrescimento delle disuguaglianze sociali. Quindi da una parte vi è la “società occidentale”, che promuove l’avanzamento della tecnologia e dell’industrializzazione per la crescita economica, spremendo un ecosistema sempre più stanco ed esausto al fine di ottenere dei benefici solo per una ristretta fetta della popolazione mondiale che segue un modello di vita consumistico degradando l’ambiente e sommergendolo di rifiuti; dall’altra parte ci sono le famiglie di contadini rurali, i “moradores” delle favelas o delle periferie delle grandi metropoli del Sud del Mondo, i senza terra, gli immigrati delle baraccopoli, i “waste pickers” delle periferie di Bombay che sopravvivono raccattando rifiuti, i profughi di guerre fatte per il controllo delle risorse, gli sfollati ambientali, gli eco-rifugiati, che vivono sotto la soglia di povertà, senza accesso alle risorse primarie per la sopravvivenza. La gestione sostenibile dell’ambiente, il produrre reddito dalla valorizzazione diretta dell’ecosistema e l’accesso alle risorse naturali sono tra gli strumenti più efficaci per migliorare le condizioni di vita degli individui, strumenti che possono anche garantire la distribuzione della ricchezza costruendo una società più equa, in quanto le merci ed i servizi dell’ecosistema fungono da beni per le comunità. La corretta gestione dell’ambiente e delle risorse quindi è di estrema importanza per la lotta alla povertà ed in questo caso il ruolo e la responsabilità dei tecnici ambientali è cruciale. Il lavoro di ricerca qui presentato, partendo dall’analisi del problema della gestione delle risorse naturali e dal suo stretto legame con la povertà, rivisitando il concetto tradizionale di “sviluppo” secondo i nuovi filoni di pensiero, vuole suggerire soluzioni e tecnologie per la gestione sostenibile delle risorse naturali che abbiano come obiettivo il benessere delle popolazioni più povere e degli ecosistemi, proponendo inoltre un metodo valutativo per la scelta delle alternative, soluzioni o tecnologie più adeguate al contesto di intervento. Dopo l’analisi dello “stato del Pianeta” (Capitolo 1) e delle risorse, sia a livello globale che a livello regionale, il secondo Capitolo prende in esame il concetto di povertà, di Paese in Via di Sviluppo (PVS), il concetto di “sviluppo sostenibile” e i nuovi filoni di pensiero: dalla teoria della Decrescita, al concetto di Sviluppo Umano. Dalla presa di coscienza dei reali fabbisogni umani, dall’analisi dello stato dell’ambiente, della povertà e delle sue diverse facce nei vari paesi, e dalla presa di coscienza del fallimento dell’economia della crescita (oggi visibile più che mai) si può comprendere che la soluzione per sconfiggere la povertà, il degrado dell’ambiente, e raggiungere lo sviluppo umano, non è il consumismo, la produzione, e nemmeno il trasferimento della tecnologia e l’industrializzazione; ma il “piccolo e bello” (F. Schumacher, 1982), ovvero gli stili di vita semplici, la tutela degli ecosistemi, e a livello tecnologico le “tecnologie appropriate”. Ed è proprio alle Tecnologie Appropriate a cui sono dedicati i Capitoli successivi (Capitolo 4 e Capitolo 5). Queste sono tecnologie semplici, a basso impatto ambientale, a basso costo, facilmente gestibili dalle comunità, tecnologie che permettono alle popolazioni più povere di avere accesso alle risorse naturali. Sono le tecnologie che meglio permettono, grazie alle loro caratteristiche, la tutela dei beni comuni naturali, quindi delle risorse e dell’ambiente, favorendo ed incentivando la partecipazione delle comunità locali e valorizzando i saperi tradizionali, grazie al coinvolgimento di tutti gli attori, al basso costo, alla sostenibilità ambientale, contribuendo all’affermazione dei diritti umani e alla salvaguardia dell’ambiente. Le Tecnologie Appropriate prese in esame sono quelle relative all’approvvigionamento idrico e alla depurazione dell’acqua tra cui: - la raccolta della nebbia, - metodi semplici per la perforazione di pozzi, - pompe a pedali e pompe manuali per l’approvvigionamento idrico, - la raccolta dell’acqua piovana, - il recupero delle sorgenti, - semplici metodi per la depurazione dell’acqua al punto d’uso (filtro in ceramica, filtro a sabbia, filtro in tessuto, disinfezione e distillazione solare). Il quinto Capitolo espone invece le Tecnolocie Appropriate per la gestione dei rifiuti nei PVS, in cui sono descritte: - soluzioni per la raccolta dei rifiuti nei PVS, - soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti nei PVS, - semplici tecnologie per il riciclaggio dei rifiuti solidi. Il sesto Capitolo tratta tematiche riguardanti la Cooperazione Internazionale, la Cooperazione Decentrata e i progetti di Sviluppo Umano. Per progetti di sviluppo si intende, nell’ambito della Cooperazione, quei progetti che hanno come obiettivi la lotta alla povertà e il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità beneficiarie dei PVS coinvolte nel progetto. All’interno dei progetti di cooperazione e di sviluppo umano gli interventi di tipo ambientale giocano un ruolo importante, visto che, come già detto, la povertà e il benessere delle popolazioni dipende dal benessere degli ecosistemi in cui vivono: favorire la tutela dell’ambiente, garantire l’accesso all’acqua potabile, la corretta gestione dei rifiuti e dei reflui nonché l’approvvigionamento energetico pulito sono aspetti necessari per permettere ad ogni individuo, soprattutto se vive in condizioni di “sviluppo”, di condurre una vita sana e produttiva. È importante quindi, negli interventi di sviluppo umano di carattere tecnico ed ambientale, scegliere soluzioni decentrate che prevedano l’adozione di Tecnologie Appropriate per contribuire a valorizzare l’ambiente e a tutelare la salute della comunità. I Capitoli 7 ed 8 prendono in esame i metodi per la valutazione degli interventi di sviluppo umano. Un altro aspetto fondamentale che rientra nel ruolo dei tecnici infatti è l’utilizzo di un corretto metodo valutativo per la scelta dei progetti possibili che tenga presente tutti gli aspetti, ovvero gli impatti sociali, ambientali, economici e che si cali bene alle realtà svantaggiate come quelle prese in considerazione in questo lavoro; un metodo cioè che consenta una valutazione specifica per i progetti di sviluppo umano e che possa permettere l’individuazione del progetto/intervento tecnologico e ambientale più appropriato ad ogni contesto specifico. Dall’analisi dei vari strumenti valutativi si è scelto di sviluppare un modello per la valutazione degli interventi di carattere ambientale nei progetti di Cooperazione Decentrata basato sull’Analisi Multi Criteria e sulla Analisi Gerarchica. L’oggetto di questa ricerca è stato quindi lo sviluppo di una metodologia, che tramite il supporto matematico e metodologico dell’Analisi Multi Criteria, permetta di valutare l’appropriatezza, la sostenibilità degli interventi di Sviluppo Umano di carattere ambientale, sviluppati all’interno di progetti di Cooperazione Internazionale e di Cooperazione Decentrata attraverso l’utilizzo di Tecnologie Appropriate. Nel Capitolo 9 viene proposta la metodologia, il modello di calcolo e i criteri su cui si basa la valutazione. I successivi capitoli (Capitolo 10 e Capitolo 11) sono invece dedicati alla sperimentazione della metodologia ai diversi casi studio: - “Progetto ambientale sulla gestione dei rifiuti presso i campi Profughi Saharawi”, Algeria, - “Programa 1 milhão de Cisternas, P1MC” e - “Programa Uma Terra e Duas Águas, P1+2”, Semi Arido brasiliano.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Essendo la percentuale di raccolta differenziata un indicatore che preso singolarmente risulta insufficiente a misurare la virtuosità di un Comune nella gestione dei rifiuti, si è elaborato un indicatore multi criteria che amplia l'orizzonte dell'analisi agli altri aspetti inerenti la gestione dei rifiuti. I criteri individuati sono otto: -Percentuale di raccolta differenziata -Produzione pro capite di rifiuti indifferenziati -Produzione pro capite di rifiuti totali -Impatto ambientale del sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti -Costi del servizio -Tracciabilità dei rifiuti domestici -Coinvolgimento della popolazione -Comodità per il cittadino. Ad ogni Comune analizzato (il caso di studio è l'Unione Terre di Castelli) viene attribuito un punteggio per ogni criterio, in seguito moltiplicato per il peso attribuito al criterio stesso. I punteggi dati da ciascun criterio sono stati poi normalizzati in una scala da 0 a 1 con l'intervento di figure di esperti di ciascun ambito; i pesi sono stati determinati con la metodologia della Pairwise Comparison (T.Saaty, 1980) dai Sindaci e dagli Amministratori di tutti i Comuni del caso di studio. L'indicatore così costruito è stato poi applicato ai Comuni del caso di studio mostrando risultati, in termini di virtuosità, differenti da quelli prodotti dal solo indicatore di raccolta differenziata, evidenziando così l'importanza di un approccio multi disciplinare al tema dei rifiuti. L'indicatore, mostrando i punteggi ed il margine di miglioramento relativo a ciascun criterio, si è poi rivelato un efficace strumento di supporto alle decisioni per i Comuni nell'indirizzo degli investimenti in materia di gestione dei rifiuti.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

This thesis proposes an integrated holistic approach to the study of neuromuscular fatigue in order to encompass all the causes and all the consequences underlying the phenomenon. Starting from the metabolic processes occurring at the cellular level, the reader is guided toward the physiological changes at the motorneuron and motor unit level and from this to the more general biomechanical alterations. In Chapter 1 a list of the various definitions for fatigue spanning several contexts has been reported. In Chapter 2, the electrophysiological changes in terms of motor unit behavior and descending neural drive to the muscle have been studied extensively as well as the biomechanical adaptations induced. In Chapter 3 a study based on the observation of temporal features extracted from sEMG signals has been reported leading to the need of a more robust and reliable indicator during fatiguing tasks. Therefore, in Chapter 4, a novel bi-dimensional parameter is proposed. The study on sEMG-based indicators opened a scenario also on neurophysiological mechanisms underlying fatigue. For this purpose, in Chapter 5, a protocol designed for the analysis of motor unit-related parameters during prolonged fatiguing contractions is presented. In particular, two methodologies have been applied to multichannel sEMG recordings of isometric contractions of the Tibialis Anterior muscle: the state-of-the-art technique for sEMG decomposition and a coherence analysis on MU spike trains. The importance of a multi-scale approach has been finally highlighted in the context of the evaluation of cycling performance, where fatigue is one of the limiting factors. In particular, the last chapter of this thesis can be considered as a paradigm: physiological, metabolic, environmental, psychological and biomechanical factors influence the performance of a cyclist and only when all of these are kept together in a novel integrative way it is possible to derive a clear model and make correct assessments.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Nell'elaborato si analizzano aspetti della teoria dei giochi e della multi-criteria decision-making. La riflessione serve a proporre le basi per un nuovo modello di protocollo di routing in ambito Mobile Ad-hoc Networks. Questo prototipo mira a generare una rete che riesca a gestirsi in maniera ottimale grazie ad un'acuta tecnica di clusterizzazione. Allo stesso tempo si propone come obiettivo il risparmio energetico e la partecipazione collaborativa di tutti i componenti.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Changes in marine net primary productivity (PP) and export of particulate organic carbon (EP) are projected over the 21st century with four global coupled carbon cycle-climate models. These include representations of marine ecosystems and the carbon cycle of different structure and complexity. All four models show a decrease in global mean PP and EP between 2 and 20% by 2100 relative to preindustrial conditions, for the SRES A2 emission scenario. Two different regimes for productivity changes are consistently identified in all models. The first chain of mechanisms is dominant in the low- and mid-latitude ocean and in the North Atlantic: reduced input of macro-nutrients into the euphotic zone related to enhanced stratification, reduced mixed layer depth, and slowed circulation causes a decrease in macro-nutrient concentrations and in PP and EP. The second regime is projected for parts of the Southern Ocean: an alleviation of light and/or temperature limitation leads to an increase in PP and EP as productivity is fueled by a sustained nutrient input. A region of disagreement among the models is the Arctic, where three models project an increase in PP while one model projects a decrease. Projected changes in seasonal and interannual variability are modest in most regions. Regional model skill metrics are proposed to generate multi-model mean fields that show an improved skill in representing observation-based estimates compared to a simple multi-model average. Model results are compared to recent productivity projections with three different algorithms, usually applied to infer net primary production from satellite observations.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

To date, no research has rigorously addressed the concern that local and regional procurement (LRP) of food aid could affect food prices and food price volatility in food aid source and recipient countries. We assemble spatially and temporally disaggregated data and estimate the relationship between food prices and their volatility and local food aid procurement and distribution across seven countries for several commodities. In most cases, LRP activities have no statistically significant relationship with either local price levels or food price volatility. The few exceptions underscore the importance of market monitoring. (C) 2013 Elsevier Ltd. All rights reserved.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Invasive exotic plants have altered natural ecosystems across much of North America. In the Midwest, the presence of invasive plants is increasing rapidly, causing changes in ecosystem patterns and processes. Early detection has become a key component in invasive plant management and in the detection of ecosystem change. Risk assessment through predictive modeling has been a useful resource for monitoring and assisting with treatment decisions for invasive plants. Predictive models were developed to assist with early detection of ten target invasive plants in the Great Lakes Network of the National Park Service and for garlic mustard throughout the Upper Peninsula of Michigan. These multi-criteria risk models utilize geographic information system (GIS) data to predict the areas at highest risk for three phases of invasion: introduction, establishment, and spread. An accuracy assessment of the models for the ten target plants in the Great Lakes Network showed an average overall accuracy of 86.3%. The model developed for garlic mustard in the Upper Peninsula resulted in an accuracy of 99.0%. Used as one of many resources, the risk maps created from the model outputs will assist with the detection of ecosystem change, the monitoring of plant invasions, and the management of invasive plants through prioritized control efforts.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

The early phase of psychotherapy has been regarded as a sensitive period in the unfolding of psychotherapy leading to positive outcomes. However, there is disagreement about the degree to which early (especially relationship-related) session experiences predict outcome over and above initial levels of distress and early response to treatment. The goal of the present study was to simultaneously examine outcome at post treatment as a function of (a) intake symptom and interpersonal distress as well as early change in well-being and symptoms, (b) the patient's early session-experiences, (c) the therapist's early session-experiences/interventions, and (d) their interactions. The data of 430 psychotherapy completers treated by 151 therapists were analyzed using hierarchical linear models. Results indicate that early positive intra- and interpersonal session experiences as reported by patients and therapists after the sessions explained 58% of variance of a composite outcome measure, taking intake distress and early response into account. All predictors (other than problem-activating therapists' interventions) contributed to later treatment outcomes if entered as single predictors. However, the multi-predictor analyses indicated that interpersonal distress at intake as well as the early interpersonal session experiences by patients and therapists remained robust predictors of outcome. The findings underscore that early in therapy therapists (and their supervisors) need to understand and monitor multiple interconnected components simultaneously

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

The responses of carbon dioxide (CO2) and other climate variables to an emission pulse of CO2 into the atmosphere are often used to compute the Global Warming Potential (GWP) and Global Temperature change Potential (GTP), to characterize the response timescales of Earth System models, and to build reduced-form models. In this carbon cycle-climate model intercomparison project, which spans the full model hierarchy, we quantify responses to emission pulses of different magnitudes injected under different conditions. The CO2 response shows the known rapid decline in the first few decades followed by a millennium-scale tail. For a 100 Gt-C emission pulse added to a constant CO2 concentration of 389 ppm, 25 ± 9% is still found in the atmosphere after 1000 yr; the ocean has absorbed 59 ± 12% and the land the remainder (16 ± 14%). The response in global mean surface air temperature is an increase by 0.20 ± 0.12 °C within the first twenty years; thereafter and until year 1000, temperature decreases only slightly, whereas ocean heat content and sea level continue to rise. Our best estimate for the Absolute Global Warming Potential, given by the time-integrated response in CO2 at year 100 multiplied by its radiative efficiency, is 92.5 × 10−15 yr W m−2 per kg-CO2. This value very likely (5 to 95% confidence) lies within the range of (68 to 117) × 10−15 yr W m−2 per kg-CO2. Estimates for time-integrated response in CO2 published in the IPCC First, Second, and Fourth Assessment and our multi-model best estimate all agree within 15% during the first 100 yr. The integrated CO2 response, normalized by the pulse size, is lower for pre-industrial conditions, compared to present day, and lower for smaller pulses than larger pulses. In contrast, the response in temperature, sea level and ocean heat content is less sensitive to these choices. Although, choices in pulse size, background concentration, and model lead to uncertainties, the most important and subjective choice to determine AGWP of CO2 and GWP is the time horizon.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

PURPOSE The impact of cardiopulmonary bypass in level III-IV tumor thrombectomy on surgical and oncologic outcomes is unknown. We determine the impact of cardiopulmonary bypass on overall and cancer specific survival, as well as surgical complication rates and immediate outcomes in patients undergoing nephrectomy and level III-IV tumor thrombectomy with or without cardiopulmonary bypass. MATERIALS AND METHODS We retrospectively analyzed 362 patients with renal cell cancer and with level III or IV tumor thrombus from 1992 to 2012 at 22 U.S. and European centers. Cox proportional hazards models were used to compare overall and cancer specific survival between patients with and without cardiopulmonary bypass. Perioperative mortality and complication rates were assessed using logistic regression analyses. RESULTS Median overall survival was 24.6 months in noncardiopulmonary bypass cases and 26.6 months in cardiopulmonary bypass cases. Overall survival and cancer specific survival did not differ significantly in both groups on univariate analysis or when adjusting for known risk factors. On multivariate analysis no significant differences were seen in hospital length of stay, Clavien 1-4 complication rate, intraoperative or 30-day mortality and cancer specific survival. Limitations include the retrospective nature of the study. CONCLUSIONS In our multi-institutional analysis the use of cardiopulmonary bypass did not significantly impact cancer specific survival or overall survival in patients undergoing nephrectomy and level III or IV tumor thrombectomy. Neither approach was independently associated with increased mortality on multivariate analysis. Greater surgical complications were not independently associated with the use of cardiopulmonary bypass.