973 resultados para Medico-legal relationships


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This study describes the validation of short tandem repeat (STR) systems for the resolution of cases of disputed parentage where only a single parent is available for testing or where the claimed relationship of both parents is in doubt and also cases where sibship must be tested. Three separate multiplex systems the Second Generation Multiplex, Powerplex 1.2 and FFFL have been employed, giving a total of 16 STR loci. Both empirical and theoretical approaches to the validation have been adopted. Appropriate equations have been derived to calculate likelihood ratios for different relationships, incorporating a correction for subpopulation effects. An F(ST) point estimate of 1% has been applied throughout. Empirically, 101 cases of alleged father, alleged mother and child where analysed using six SLP systems and also using the three multiplex STR systems. Of the 202 relationships tested, 197 were independently resolved by both systems, providing either clear evidence of non-parentage or strong support for the relationship.

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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The objective of this intervention study was to map instituted and instituting movements present in the work of the Family Health Strategy in the development of their care practices. The theoretical framework is based on institutional analysis, using the schizoanalytic approach. Group meetings were carried out with the staff to discuss how they provided collective care in continuing health education. The study subjects were professionals from the team and students who were engaged in academic activity in the service. The average attendance was twelve people per meeting, and there were a total of eight meetings from March to July 2010. Data were grouped into two immanent strata: the relationships of the team and the relationship with clients. The strata point to the intersection of education and legal institutions and the social and technical division of labor. Collective thinking in groups appeared to be effective in denaturalizing established processes and interrogating places, knowledge and practices.

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Scopo di questa tesi di dottorato è stabilire se l’obiezione di coscienza in ambito medico sia moralmente giustificabile. Esistono essenzialmente tre tipi di rifiuto motivati dall’obiezione di coscienza (1) rifiuto di informare un paziente relativamente alle opzioni terapeutiche come ad esempio l’uso di un contraccettivo di emergenza o l’interruzione volontaria di gravidanza (2) rifiuto di rinviare un paziente che chiede un particolare intervento (o terapia) presso un collega non obiettore (3) rifiuto di svolgere in prima persona una certa attività richiesta dal paziente Per rispondere a questo interrogativo si è svolta un’analisi filosofico-morale dei principali argomenti utilizzati dalla letteratura su questo tema per giustificare o per negare un diritto morale all’obiezione di coscienza degli operatori sanitari. Il diritto degli operatori sanitari all’integrità morale e a non essere complici di attività ritenute immorali dev’essere infatti confrontato con il diritto dei pazienti ad avere un’assistenza sanitaria efficiente, a poter compiere scelte autonome riguardo alla propria salute e ad essere informati relativamente a tutte le opzioni terapeutiche disponibili. Nel corso dell’intero lavoro è stato dimostrato come suddetti diritti dei pazienti sono facilmente e frequentemente violati a causa dell’incidenza dell’obiezione di coscienza in ambito medico. L’analisi condotta nel corso del lavoro di tesi si concentra fondamentalmente su quattro importanti aspetti del problema quali diritto all’integrità morale dell’ operatore sanitario, obblighi professionali, cooperazione al male e laicità dello stato. Alla fine del lavoro di analisi si è giunti alla conclusione che: le obiezioni di tipo (1) e (2) non sono mai moralmente giustificabili perché comportano sempre una violazione dei diritti fondamentali del paziente. Le obiezioni di coscienza di tipo (3) sono moralmente accettabili solo quando non impongono un peso eccessivo al paziente, vale a dire quando il rinvio presso un collega non obiettore è veloce, sicuro e agevole. Tuttavia le condizioni ideali in cui vengono rispettati i criteri minimi di ammissibilità dell’obiezione di coscienza di tipo (3) non si verificano quasi mai nella realtà dei fatti (per ragioni ampiamente spiegate nel corso del lavoro), per cui tali obiezioni risultano in pratica solo raramente accettabili da un punto d vista morale.

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Con questo mio lavoro di tesi ho voluto esplorare il fenomeno del maltrattamento e dell’abuso sui minori delineandone, sulla base della letteratura scientifica nazionale ed internazionale, gli aspetti clinici, epidemiologici ed i fattori di rischio. Un breve excursus giuridico illustrerà, poi, gli articoli di legge relativi alla tutela dei minori; in particolare, ci si soffermerà ad illustrare quegli articoli che normano i doveri dei sanitari nei confronti dell’autorità giudiziaria nel caso si sospetti un abuso su minori. La conoscenza della semeiotica dell’abuso, il suo riconoscimento all’interno di una diagnostica differenziale clinico-forense, la corretta repertazione e la consapevolezza che, un approccio autenticamente tutelante verso la vittima, deve sempre realizzarsi all’interno di una cornice giuridica fanno si che, il ruolo della medicina legale, competente in tutti questi ambiti, diventi senza ombra di dubbio “primum inter pares” all’interno dei team multidisciplinari ed interistituzionali che si occupano di minori vitti. Il gruppo scientifico in cui sono stata inserita e con cui si è proceduto alla redazione del manuale è il Gruppo di lavoro per l’abuso e il maltrattamento dell’infanzia coordinato dalla dott.ssa Maria Rosa Giolito ed ha coinvolto professionisti italiani afferenti a tre differenti aree sanitarie: quella ginecologica, quella medico-legale e quella pediatrica. Il testo elaborato è stato immaginato come un aiuto ai professionisti medici che si trovano a valutare un soggetto prepubere con sospetto di abuso sessuale. Non costituisce una linea-guida per la diagnosi di abuso sessuale, ma definisce alcuni requisiti essenziali e diffonde alcune conoscenze per evitare errori che possano ripercuotersi negativamente sulla valutazione clinica e sull’eventuale conseguente iter giudiziario.

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L’obiettivo di questa tesi è rilevare se e quanto i medical dramas abbiano contribuito a ridefinire conoscenze, aspettative e pratiche dei telespettatori/pazienti rispetto a questioni concernenti la salute e il loro ruolo all’interno della relazione medico-paziente. Grazie ad un lavoro di campo, fatto di questionari e interviste con utenti, operatori della sanità di Centro e Nord Italia e studenti di Medicina, sono state poi registrate le modalità di interazione che i protagonisti della scena della cura dichiarano di sperimentare quotidianamente. Ciò ha permesso di rendere conto delle trasformazioni più recenti della professione medica e di come viene elaborato oggi il sapere sulla malattia da parte dei soggetti implicati, fra tecnicismi, atteggiamenti difensivi, sfiducia e affidamento. La tesi restituisce anche alcune modalità sperimentali di interazione fra pazienti e medici, messe in atto in contesti locali, che testimoniano l’esigenza di approdare a un sapere partecipato delle relazioni di cura. Infine, raccogliendo la sfida posta dalle medical humanities, immagina un utilizzo del medical drama nella formazione degli studenti di medicina per l’apprendimento di competenze narrative necessarie ad una pratica medica più umana e efficace.

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The purpose of this study was to gain a better understanding of the attitudes which perpetuate intolerance toward LGBT individuals, and to recognize, in particular, the unique attitudes transpeople face as a minority in the nation and even in the LGBT community. This research contributes to the bodies of research concerning the interrelatedness of intrinsic religiosity, political conservatism, sexism, the rape myth, lack of effective legal protection, and the intolerance of gender non-conformists. I have identified distinctions between attitudes on the part of both women and men, as well as toward different gender non-conformists. I have also taken research as a whole further by assessing the predictors of attitudes toward specific members of the LGBT community in public relationships. The implications of these findings are potentially as far reaching as to have an impact on policies effecting healthcare, education, anti-discrimination and employer rights legislation, on both local and national levels.

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Projet de recherche réalisé en 2014-2015 avec l'appui du Fonds de recherche du Québec – Société et culture.

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Introduction. The European Union’s external action is not only defined by its influence on international developments, but also by its ability and the need to respond to those developments. While traditionally many have stressed the EU’s ‘autonomy’, over the years its ‘dependence’ on global developments has become more clear.2 International law has continued to play a key role in, not only in the EU’s external relations, but also in the Union’s own legal order.3 The purpose of this paper is not to assess the role or performance of the EU in international institutions.4 Rather it purports to reverse the picture and focus on a somewhat under-researched topic: the legal status of decisions of international organizations in the EU’s legal order.5 While parts of the status of these decisions relate to the status of international agreements and international customary law, it can be argued that decisions of international organizations and other international bodies form a distinct category. In fact, it has been observed that “this phenomenon has added a new layer of complexity to the already complex law of external relations of the European Union”.6 Emerging questions relate to the possible difference between decisions of international organizations of which the EU is a member (such as the FAO) and decisions of organizations where it is not (irrespective of existing competences in that area – such as in the ILO). Questions also relate to the hierarchical status of these decisions in the EU’s legal order and to the possibility of them being invoked in direct or indirect actions before the Court of Justice. This contribution takes a broad perspective on decisions of international organizations by including decisions taken in other international institutions which do not necessarily comply with the standard definition of international organizations,7 be it bodies set-up by multilateral conventions or informal (transnational / regulatory) bodies. Some of these bodies are relatively close to the EU (such as the Councils established by Association Agreements – see further Section 5 below); others operate at a certain distance. Limiting the analysis to formal international organizations will not do justice to the manifold relationships between the European Union and various international bodies and to the effects of the norms produced by these bodies. The term ‘international decisions’ is therefore used to refer to any normative output of international institutional arrangements.

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Projet de recherche réalisé en 2014-2015 avec l'appui du Fonds de recherche du Québec – Société et culture.

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