989 resultados para La Serena
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Questa tesi di dottorato ha per oggetto l’analisi della dimensione esterna della tutela dei dati personali, ossia lo studio dei meccanismi attraverso cui il diritto dell’Unione Europea assicura ai dati che vengono trasferiti verso Paesi terzi un elevato livello di protezione. In questo modo la tesi si propone di evidenziare i risultati conseguiti alla luce di quella che si rivela sempre più essere una vera e propria “politica estera legislativa” dell’Unione Europea volta alla protezione del diritto fondamentale alla tutela dei dati personali.
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La presente tesi tratta della fabbricazione e del funzionamento di transistors elettrochimici organici (OECTs) composti da fi�lm sottili di poly(3,4-ethylenedioxythiophene) disperso con polystyrenesulfonic acid, o PEDOT:PSS, oltre che del loro possibile utilizzo come sensori. La trattazione si apre con una panoramica sui polimeri conduttivi, siano essi puri o drogati, e sulle loro caratteristiche chimiche ed elettriche: diversi metodi di drogaggio consentono il loro utilizzo come semiconduttori. Tra questi polimeri, il PEDOT �e uno dei pi�u utilizzati poich�e presenta accessibilit�a d'uso e ottima stabilit�a nel suo stato drogato, pur risultando insolubile in acqua; per ovviare a questo problema lo si polimerizza con PSS. Le propriet�a di questo composto sono poi ampiamente discusse, soprattutto in ambito di applicazioni tecniche, per le quali �e neccessario che il polimero in soluzione sia depositato su un substrato. A questo scopo vengono presentate le principali techiche che consentono la deposizione, permettendo di creare fil�lm sottili di materiale da utilizzarsi, nell'ambito di questa tesi, come gate e canale dei transistors elettrochimici. A seguire viene esposta la struttura degli OECTs e spiegato il loro funzionamento, modellizzando i dispositivi con un semplice circuito elettrico. Il confronto dei meno noti OECTs con i meglio conosciuti transistors a eff�etto campo semplifi�ca la comprensione del funzionamento dei primi, i quali sono rilevanti ai fi�ni di questa trattazione per il loro possibile funzionamento come sensori. In seguito alla spiegazione teorica, vengono illustrati i metodi seguiti per la deposizione di �film sottili di PEDOT:PSS tramite Spin Coating e per la fabbricazione degli OECTs su cui sono state eff�ettuate le misure, le quali sono state scelte e presentate in base ai risultati gi�a ottenuti in letteratura e a seconda dei dati ritenuti necessari alla caratterizzazione del transistor elettrochimico nell'ottica di un suo possibile utilizzo come sensore. Perci�o sono state eseguite misure amperometriche in funzione delle tensioni di gate e di drain, alternatamente tenendo costante una e variando l'altra, oltre che in funzione della concentrazione di elettrolita, dell'area del canale e del tempo. In conclusione sono presentati i dati sperimentali ottenuti ed una loro analisi.
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L’idea da cui nasce questa tesi è quella di introdurre in Blender un Add-on in linguaggio Python che permetta di applicare alcune deformazioni di tipo surface-based a mesh poligonali. Questa tipologia di deformazioni rappresentano l’alternativa alle deformazioni di mesh poligonali tramite rigging ( cioè l’aggiunta di uno scheletro per controllare e per animare la mesh) e caging (cioè l’utilizzo di una struttura di controllo di tipo reticolare che propaga la sua deformazione su un oggetto in essa immerso), che di solito sono le prescelte in computer animation e in modellazione. Entrambe le deformazioni indicate sono già estremamente radicate in Blender, prova ne è il fatto che esiste più di un modificatore che le implementa, già integrato in codice nativo. Si introduce inizialmente la tecnica di deformazione di mesh poligonali tramite elasticità discreta, che è stata realizzata, quindi, presenteremo diverse metodologie di deformazione. Illustreremo poi come modellare, creare ed editare delle mesh in Blender. Non ci soffermeremo su dettagli puramente dettati dall’interfaccia utente, cercheremo invece di addentrarci nei concetti e nelle strutture teoriche, allo scopo di avere le basi logiche per definire una Add-on che risulti veramente efficace e utile all’interno del sistema di modellazione. Approfondiremo la struttura di due modificatori chiave per la deformazioni di mesh : Lattice Modifier e Mesh Deform Modifier che implementano una metodologia di tipo space-based. Infine ci concentreremo sulla parte di scripting Python in Blender. Daremo un’idea delle strutture dati, dei metodi e delle funzioni da utilizzare per interagire con l’ambiente circostante, con i singoli oggetti ed in particolare con le Mesh e daremo un esempio di script Python. Andremo infine a descrivere l’implementazione della deformazione elastica mediante add-on Python in Blender.
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Considerando l'elevato grado di inquinamento del pianeta e la forte dipendenza delle attività antropiche dai combustibili fossili, stanno avendo notevole sviluppo e incentivazione gli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In particolare, la digestione anaerobica è in grande diffusione in Italia. Lo studio in oggetto si prefigge l'obiettivo di determinare, mediante analisi di Life Cycle Assessment (LCA), i carichi ambientali di un impianto di digestione anaerobica, e della sua filiera, per valutarne l'effettiva ecosostenibilità. L'analisi considera anche gli impatti evitati grazie all'immissione in rete dell'energia elettrica prodotta e all'utilizzo del digestato in sostituzione dell'urea. Lo studio analizza sei categorie d'impatto: Global warming potential (GWP), Abiotic depletion potential (ADP), Acidification potential (AP), Eutrophication potential (EP), Ozone layer depletion potential (ODP) e Photochemical oxidant formation potential (POFP). I valori assoluti degli impatti sono stati oggetto anche di normalizzazione per stabilire la loro magnitudo. Inoltre, è stata effettuata un'analisi di sensitività per investigare le variazioni degli impatti ambientali in base alla sostituzione di differenti tecnologie per la produzione di energia elettrica: mix elettrico italiano, carbone e idroelettrico. Infine, sono stati analizzati due scenari alternativi all'impianto in esame che ipotizzano la sua conversione ad impianto per l'upgrading del biogas a biometano. I risultati mostrano, per lo scenario di riferimento (produzione di biogas), un guadagno, in termini ambientali, per il GWP, l'ADP e il POFP a causa dei notevoli impatti causati dalla produzione di energia elettrica da mix italiano che la filiera esaminata va a sostituire. I risultati evidenziano anche quanto gli impatti ambientali varino in base alla tipologia di alimentazione del digestore anaerobica: colture dedicate o biomasse di scarto. I due scenari alternativi, invece, mostrano un aumento degli impatti, rispetto allo scenario di riferimento, causati soprattutto dagli ulteriori consumi energetici di cui necessitano sia i processi di purificazione del biogas in biometano sia i processi legati alla digestione anaerobica che, nel caso dello scenario di riferimento, sono autoalimentati. L'eventuale conversione dell'attuale funzione dell'impianto deve essere fatta tenendo anche in considerazione i benefici funzionali ed economici apportati dalla produzione del biometano rispetto a quella del biogas.
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L’obiettivo di questo lavoro è analizzare la figura femminile all’interno della società spagnola durante la dittatura franchista oltre a capire quale trattamento hanno subito i testi a lei rivolti da parte della censura attuata in quel periodo. Dal punto di vista letterario, ho cercato di comprendere come venivano viste le scrittrici dell’epoca, se fossero discriminate e in che modo. Nel primo capitolo ho trattato in generale il tema della censura in Spagna cercando di descriverne il funzionamento prendendo in considerazione sia la letteratura nazionale che quella proveniente dall’estero. Il secondo capitolo è dedicato a un’analisi dettagliata della condizione femminile; ho centrato il discorso, in particolare, sullo stereotipo della donna perfetta secondo la concezione della dittatura: madre di famiglia e educatrice dei suoi figli, idea diffusa attraverso la manipolazione di libri per bambine affinché, fin da piccole, sapessero quale fosse il loro futuro. Il terzo ed ultimo capitolo è un riassunto dei due precedenti prendendo come punto di riferimento due scrittrici di quel periodo, Elena Fortún e Borita Casas. I loro libri più conosciuti, “Celia” e “Antoñita la Fantástica”, sono stati parecchio criticati dai censori e, nel caso della Fortún, ne è stata anche vietata la circolazione. Attraverso i loro testi è possibile avere una visione completa della società spagnola dell’epoca, il tutto grazie alle due piccole protagoniste che guardano la società in cui vivono non come delle bambine ma come delle adulte.
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Il presente studio riporta i risultati emersi dal Life Cycle Assessment (LCA) del Corkwall, un prodotto da costruzione utilizzato in edilizia come coibentante termico ed acustico, riempitivo di crepe ed in grado di conferire resistenza al fuoco e impermeabilità alle facciate degli edifici. Il Corkwall è un'emulsione ottenuta dall’unione di sughero granulato e resine acriliche - prodotto dall’azienda Portoghese Amorim S.A. - commercializzato in tutto il mondo. Si sono presi in considerazione gli impatti derivanti dall’intero ciclo produttivo: dall’acquisizione delle materie prime fino al confezionamento del prodotto finito. I risultati di questo studio dimostrano che la fase di produzione del Corkwall è quella di gran lunga più impattante rispetto a tutte le categorie di impatto analizzate. Ciò è dovuto principalmente alla produzione delle resine acriliche. L’utilizzo di resine naturali migliorerebbe le prestazioni ambientali ma peggiorerebbe la qualità e la funzionalità del prodotto. Per migliorare le prestazioni ambientali del ciclo produttivo sarebbe opportuno sostituire interamente i trasporti in gomma con trasporti su rotaia. Ciò apporterebbe un miglioramento variabile dal 34% sull’eutrofizzazione, al 77% sull’assottigliamento dello strato di ozono stratosferico. Infine è stata effettuata una valutazione comparativa tra il Corkwall e un pannello di sughero (Corkpan) aventi stessa funzione di coibentazione termica. I risultati mostrano che la produzione del Corkpan comporta degli impatti ambientali migliori, che variano dal 48% sulla riduzione dello strato di ozono, al 100% sul riscaldamento globale, ad esclusione della categoria di acidificazione in cui il Corkpan è peggiore del 2%. Il Corkpan risulta essere più vantaggioso anche perché, a differenza del Corkwall, esso è recuperabile e riutilizzabile. Il vantaggio che offre il Corkwall è che può essere impiegato sulle facciate esterne ed aderendo al substrato funge da riempitivo di crepe e fessure apportando anche un miglioramento estetico agli edifici.
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Descrizione e utilizzi di algoritmi di fotoritocco per modificare immagini in cui è presente un disturbo.
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Questo lavoro nasce dalla mia curiosità di comprendere le vicende che hanno sconvolto Hong Kong da settembre 2014 fino ad oggi con l’obiettivo di cogliere le cause principali che hanno innescato le proteste degli abitanti dell’isola. Il mio elaborato è composto da due capitoli: il primo, riguardante la storia di Hong Kong, ne ripercorre tutte le fasi principali: dalla scoperta dell’isola da parte delle navi inglesi fino alla cosiddetta “Rivoluzione degli Ombrelli”, passando per il 1997, anno in cui Hong Kong ritorna alla Cina; il secondo capitolo è dedicato all’analisi terminologica condotta su un corpus di 177,671 token e 15,832 types creato il 5 Maggio 2015 utilizzando i software BootCat e Antconc. L’analisi terminologica ha come scopo quello di analizzare espressioni e termini riguardanti le proteste di Hong Kong, scoppiate il 28 Settembre 2014, per osservare in che modo il linguaggio politico e i simboli della protesta abbiano condizionato la percezione di questi avvenimenti da parte dell’opinione pubblica cinese ed internazionale. Infine, ho organizzato i termini più significativi in schede terminologiche che ho inserito nell’appendice. Gli obiettivi del mio elaborato sono quelli di presentare le recenti rivolte di Hong Kong che, a mio avviso, non hanno avuto una grande risonanza nel nostro paese, cercando di approfondirne gli aspetti più salienti. Inoltre ho scelto di trattare questo argomento perché analizzare le relazioni tra la Cina e una delle proprie “aree periferiche” permette di osservare la politica, la società e la cultura cinese da un punto di vista affascinante e inusuale.
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Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale si diffuse tra gli studiosi europei l’idea che la letteratura per l’infanzia avrebbe generato un nuovo spirito di unità e comprensione tra i popoli e portato a una “repubblica universale dell’infanzia”. Tale ideale romantico non si realizzò esattamente come quegli studiosi avevano sperato. L’emergere delle forze dell’economia globale di mercato alla fine del XX secolo ha, infatti, determinato un’enorme diffusione a livello internazionale della traduzione di libri per l’infanzia, ma il mercato delle traduzioni è assolutamente dominato da traduzioni dall’inglese verso lingue “minori”; inoltre, anche quando si sceglie di tradurre da lingue non-europee, i traduttori adattano le opere ai sistemi di arrivo, spesso manipolando anche pesantemente il testo di partenza. Non si genera quindi una vera conoscenza e comprensione verso l’altro, ma solo un riecheggiare senza fine di ciò che il bambino già conosce o si aspetta. Tale pratica è particolarmente nociva in una società multiculturale e multietnica come l’Italia, in cui i bambini studiano, giocano, crescono insieme a bambini di origine cinese, rumena, marocchina, delle cui culture però sanno poco o nulla. La presente tesi si propone quindi di fornire una traduzione verso l’italiano di due brani tratti dalla raccolta di racconti per l’infanzia Huangyuan Maowu 荒原茅屋 (La capanna nella vallata) di Cao Wenxuan. Il primo capitolo fornisce una definizione della letteratura per l’infanzia e delle sue caratteristiche e presenta alcuni approcci teorici alla sua traduzione. Nel secondo capitolo si ripercorrono la storia e gli sviluppi della letteratura per l’infanzia in Cina dall’epoca imperiale agli inizi del XXI secolo. Il terzo capitolo, infine, presenta la proposta di traduzione e a seguire il relativo commento traduttologico.
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Il progetto di questa tesi affronta le tematiche relative agli interventi di riqualificazione, adeguamento e rigenerazione urbana di un edificio residenziale di 15 unità abitative situato nella zona della Bolognina in Via Tibaldi. Le condizioni di vetustà dell’edificato e l’evoluzione economico sociale del quartiere hanno portato negli anni all’insorgere di nuove situazioni di criticità. Si sono riscontrati problemi relativi alle dimensioni degli alloggi (troppo grandi per le esigenze dei nuovi nuclei familiari), ai bassi livelli di comfort interni (rapporti illuminanti non rispettati e dimensioni dei vani non confacenti a normativa), all’accessibilità (vano ascensore inefficiente) e alla bassa efficienza energetica, che produce elevati costi di esercizio. L’analisi degli spazi esterni invece ha evidenziato uno stato di abbandono della corte, caratterizzata dalla disorganizzazione dei percorsi e delle aree verdi oltre a una carenza del numero di posti auto necessari agli abitanti dell’isolato. L’obiettivo che si pone la tesi è quello di adeguare l’area alle nuove esigenze dell’utenza e di migliorare gli standard qualitativi dell’edificato, considerando la fattibilità dell’intervento e ipotizzando misure che si pongano in alternativa ad una demolizione completa dell’edificio. Inoltre, le soluzioni proposte sono state studiate in modo da poter essere applicate non solo sul caso studio, ma anche sull’intero isolato, in un’ottica di riqualificazione urbana.Per gli spazi interni, le scelte adottate riguardano la demolizione e ricostruzione puntuali delle murature non portanti o collaboranti e l’ampliamento delle superfici finestrate, conformando a normativa i vani degli alloggi, dotandoli di una maggior superficie utile e riducendo la condizione di discomfort luminoso interno. La stessa strategia è stata adottata anche per ridefinire e diversificare il taglio degli alloggi. Infine per migliorare l’accessibilità all’edificio e agli alloggi le soluzioni prevedono l’inserimento un sistema loggiato per rendere raggiungibili direttamente dal vano ascensore preesistente, che presentava uno sbarco solo interpiano, due appartamenti per piano (dal primo al quarto). Per raggiungere invece le unità abitative collocate nel piano rialzato si è previsto di innalzare la quota del terreno fino all’altezza della soglia di ingresso ai vani. Parallelamente ci si è occupati della riprogettazione degli spazi esterni, optando per un’azione a scala urbana. La riorganizzazione delle aree è avvenuta attraverso l’inserimento di nuovi percorsi pedonali di collegamento all’edificato e mediante la progettazione e riqualificazione di spazi per la socializzazione. Infine, per arginare le problematiche relative al fabbisogno di parcheggi, si è agito diversificando e ponendo su livelli differenti la viabilità carrabile e gli spazi verdi attraverso l’inserimento di un parcheggio seminterrato.
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Il progetto affronta le tematiche relative agli interventi di riqualificazione, adeguamento e rigenerazione urbana di un edificio residenziale degli anni ’20, di 15 unità abitative situato a Bologna, nella zona della Bolognina in Via Pellegrino Tibaldi. In tale edificio i problemi riscontrati riguardavano le dimensioni degli alloggi, i bassi livelli di comfort interni, l’accessibilità e la bassa efficienza energetica. Dall’analisi degli spazi esterni invece si evidenziava uno stato di abbandono della corte, caratterizzata dalla disorganizzazione dei percorsi e delle aree verdi oltre che dalla carenza di posti auto necessari agli abitanti dell’isolato. Per quanto concerne gli spazi interni, le scelte adottate riguardano la demolizione e la ricostruzione puntuale delle murature non portanti o collaboranti e l’ampliamento delle superfici finestrate mentre per riconfigurare e diversificare il taglio degli alloggi si è intervenuti solo sul quarto piano dove sono stati ricavati degli appartamenti di taglio inferiore. Infine per migliorare l’accessibilità all’edificio e agli alloggi si è previsto un sistema loggiato che rende raggiungibili direttamente dal vano ascensore preesistente, che presentava uno sbarco solo interpiano, due appartamenti per piano (dal primo al quarto). Per raggiungere invece le unità abitative collocate nel piano rialzato si è previsto di innalzare la quota del terreno fino all’altezza della soglia di ingresso ai vani. Parallelamente ci si è occupati della riprogettazione degli spazi esterni dotando le aree di nuovi percorsi pedonali di collegamento all’edificato e progettando spazi per la socializzazione. Infine, per arginare le problematiche relative al fabbisogno di parcheggi, si è agito diversificando e ponendo su livelli differenti la viabilità carrabile e gli spazi verdi attraverso l’inserimento di un parcheggio seminterrato.
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El injerto en hortalizas es uno de los temas de más actualidad en el panorama hortícola, no solo español, sino occidental, y recalcamos occidental, pues en muchos países que no corresponden a ese ámbito, sobre todo asiáticos: Japón, Corea, China, Filipinas, etc., esta es una técnica que cuenta con una gran difusión desde hace décadas, siendo, por ejemplo en Japón, la mayoría de sus cultivos de cucurbitáceas y solanáceas realizados con planta injertada. A finales de los noventa quedó claro que el empleo de bromuro de metilo tenía una fecha de caducidad y que las zonas que tenían una fuerte dependencia de este desinfectante de suelo debían de buscar alternativas a un plazo lo más corto posible, con un punto añadido sobre etapas anteriores, debían ser alternativas lo más respetuosas posible con el medio ambiente y que no incrementaran, de forma importante, los costes de producción. En la zona centro y concretamente en los invernaderos de la Comunidad de Madrid y zonas cercanas de Toledo y Guadalajara el pepino era y es el cultivo predominante, los horticultores empleaban el bromuro de metilo de forma sistemática para desinfectar sus suelos y la desaparición de este producto les planteaba una gran incertidumbre, lo que llevó a que desde diferentes instancias se buscaran diferentes alternativas. Tras analizar las posibilidades que se podían implementar y conocido el buen resultado que había dado el injerto en sandía en Almería, se decidió acometer los trabajos que conforman esta Tesis Doctoral, planteando en la zona, diferentes ensayos con la idea de conocer, si el injerto en pepino, con los cultivares empleados habitualmente, podía ser una alternativa real para los horticultores, tanto de Madrid, como los de las zonas cercanas de Toledo y Guadalajara. Se pretendía conocer sobre todo las repercusiones agronómicas y si esta técnica podría emplearse en solitario o era necesario complementarla con otras alternativas: desinfectantes químicos, solarización, biofumigación e incluso desinfección con vapor de agua. Los ensayos fueron realizados de forma secuencial entre el año 1999 y el 2011, comprobándose en primer lugar que el empleo de portainjertos híbridos de calabaza era posible con los cultivares de pepino corto tipo español, mayoritariamente empleados en los últimos años del siglo XX y primeros del XXI, fundamentalmente: Serena. Tras los primeros ensayos, Shintoza parecía el portainjerto híbrido de calabaza (Cucurbita maxima x C. moschata) con mejores perspectivas de empleo, pues presentaba la ventaja adicional de ser bien conocido por los semilleros que producen planta injertada al ser, en esos momentos, el portainjerto más empleado en sandía, lo que garantizaba por su lado, su empleo en pepino, y que los horticultores pudiesen disponer de planta injertada. Más adelante los trabajos se encaminaron hacia la determinación de la densidad y tipo de poda más adecuado para la planta injertada, realizándose múltiples ensayos en esta dirección, que culminaron con la conclusión de que el extravigor que los portainjertos conferían a las plantas permitía conducir estas a dos o más brazos (se suelen emplear dos, por mejor adaptación a los trabajos de manejo de la planta por parte de los agricultores), con lo que se podría disminuir la densidad de planta y por tanto ahorrar en este capítulo, cosa que preocupaba y preocupa a los agricultores. Se llegó a determinar que es posible reducir la densidad de plantación en alrededor de un 25%, estando la densidad de brazos más adecuada entre 3 y 3.5 br•m-2. Tras las primeras decisiones tomadas sobre el portainjerto y la densidad más adecuada, se continuó con el estudio de adaptación de estas propuestas a los nuevos cultivares que las empresas de semillas iban proponiendo y los agricultores adoptando. Estas acciones se complementaron con la introducción de nuevos portainjertos susceptibles de sustituir a Shintoza o rotar con él para cambiar de sistema radicular, lo que es conveniente cuando se emplean, como es el caso, portainjertos que no son resistentes a nematodos, principalmente de la especie Meloidogyne incognita, el mayor problema en la zona, debido al suelo. Cultivares como Trópico, en un primer momento, y Urano y Motril más recientemente, se adaptaron muy bien a esta técnica. Entre los portainjertos que mostraron buena adaptación a la técnica de injerto y suficientemente buena compatibilidad con la mayoría de los cultivares ensayados destacan: RS-841, Strongtosa y Camel. Azman también mostró un comportamiento relevante, pero este portainjerto no podrá ser empleado, al ser recientemente retirado del mercado por la empresa que lo obtuvo y comercializó Aunque no era el objetivo principal de esta Tesis Doctoral, se ha comprobado que puede ser interesante combinar el empleo del injerto con otras técnicas alternativas al bromuro de metilo para superar los problemas debidos a enfermedades del suelo o nematodos, pero debe seguirse trabajando pues este es un tema en continua evolución, tanto si se trata de desinfectantes, a la mayoría de los cuales les está siendo retirado el permiso para su comercialización, como de otros métodos como la biofumigación o el empleo de vapor de agua. Queda muy claro que el injerto puede considerarse entre los métodos respetuosos con el medio ambiente, si no el que más, en lo que alternativas al bromuro de metilo se refiere. También en otro momento, se comprobó que con plantas injertadas es posible reducir el aporte de nutrientes, sobre todo nitrógeno, lo que además de un ahorro supone una mejora más desde el punto de vista medioambiental. En definitiva, queda demostrado que es factible el empleo del injerto en pepino corto tipo español, que las selecciones de los híbridos entre Cucurbita maxima y C. moschata que habitualmente se están empleando en sandía son también de aplicación en estos pepinos y que su empleo puede llevarnos a producciones suficientemente remuneradoras, alargándose en muchos casos el ciclo y no modificando, de forma apreciable, la calidad. Queda también demostrado que aunque los portainjertos no sean resistentes a nematodos, su extravigor les hace desarrollarse, desde el punto de vista productivo, suficientemente, llegando por tanto, a “convivir” con ese problema. Al no ser resistentes los portainjertos, y permanecer e incluso agravarse el problema de nematodos es conveniente poder contar con diferentes portainjertos que nos permitan rotar entre ellos y utilizar diferentes sistemas radiculares que harán menos fácil el parasitismo de los nematodos, como recomiendan los nematólogos que se haga. ABSTRACT Vegetable grafting is one of the most current practices in horticulture, not only in Spain, but also in other Western and Asian countries, such as Japan, South Korea, China, the Philippines, etc. This is a decades-old, widespread technique: In fact, most cucurbit and solanaceous crops in Japan and Korea are grafted. At the end of the 1990s, it was clear that methyl bromide had an expiry date. Consequently, the areas strongly dependant on this soil disinfectant had to look for alternatives as quickly as possible. Besides, these had to be as environmentally friendly as possible and should not increase production costs significantly. The cucumber has been and still is the most important crop in greenhouses of the Comunidad de Madrid and in areas near Toledo and Guadalajara. Cucumber growers used methyl bromide systematically to disinfect the soil. The banning of this chemical product brought about uncertainty, which encouraged the search for different alternatives. After analyzing the different possibilities and taking into account the good results of watermelon grafting in Almería, it was decided to carry out the works that make up this doctoral thesis. Different trials were made in order to know if the cultivars used in cucumber grafting might be a real alternative for farmers, not only in Madrid, but also in the areas near Toledo and Guadalajara. The main aim was to assess the agronomic repercussions and whether that technique could be used alone, or if other complementary alternatives, such as chemical disinfectants, solarisation, biofumigation, or even steam disinfection, were necessary. Trials were carried out sequentially from 1999 to 2011. It was observed that the use of pumpkin hybrid rootstocks could be applied to cultivars of Spanish short cucumbers, mainly grown in the late 20th and early 21st centuries eg Serena. After the early trials, Shintoza (Cucurbita maxima x C. moschata), a pumpkin hybrid rootstock, seemed to be the best option, as it had the additional advantage of being well known by nurseries growing grafting plants. Bearing this in mind, Shintoza was then the hybrid rootstock to be used in cucumbers and consequently growers could have grafted plants at their disposal. Later on, research was focused on density and the most adequate type of pruning, by carrying out several trials. These experiments showed that, the extra vigour the rootstocks gave to the plants, allowed them to have two or three stems, (normally nurserymen use two, as it is easier for them to manage the plants). These findings would lead to the lessening the density of the plant and thus reduce costs, something which worried and still worries farmers. It was stated that it would be possible to reduce the density of the plants by about 25%, the optimum density of the stems ranging from 3 to 3.5 stem-m-2. Once decisions were taken both on the rootstock and the appropriate density, we went on to study how to apply these proposals to the new cultivars which the seed companies were proposing and the farmers were applying. These measures were complemented with the introduction of new rootstocks capable of replacing Shintoza, or rotating with it in order to change the root system. This is particularly necessary when rootstocks, non-resistant to nematodes, mainly of the species Meloidogyne incognita, are used. This is the main problem due to the soil of that area. Cultivars such as Trópico, at first, and Urano and Motril, more recently, adapted quite well to this technique. Among the rootstocks which adapted well to grafting and which were compatible with most tested cultivars, were, in particular, RS-841 Strongtosa and Camel. The behaviour of Azman was worth studying, but this rootstock was removed from the market by the company which had bought and commercialized it. Although not the main purpose of the research, it was observed that combining grafting with other alternatives to methyl bromide in order to overcome problems due to soil diseases or nematodes may be worthwhile. However, further research is needed, as this topic is in constant evolution, not only when we come to disinfectants, most of which are being affected by the removal of the permit for commercialization, but also when we refer to other techniques such as biofumigation or the use of steam. Results also showed that grafted plants may reduce the amount of fertilizers, particularly nitrogen, used: This means both saving money and the protection of the environment. We may conclude by saying that grafting Spanish short cucumbers is feasible, that the selections of the hybrids between Cucurbita maxima and C. moschata, habitually used in watermelon grafting, can also be applied to these cucumbers. It can also be concluded that the use of these grafting techniques may lead to profitable yields, by lengthening the growing cycle in many cases and by maintaining the quality to a large extent. Although these rootstocks are not resistant to nematodes, the results showed that their extra vigour enables them to develop in terms of production, and thus they cope with this problem. Since these rootstocks are not resistant to nematodes and the problem with these nematodes may even worsen, it is recommended that different types of rootstocks should be available to enable both the rotation and the use of different root systems, which will encourage the parasitism of nematodes.
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Se intenta en este texto establecer un paralelismo entre el instrumento musical y el espacio arquitectónico. El instrumento musical mediante el aire produce el regalo de la música. El espacio arquitectónico mediante la luz produce ese algo inefable que es la arquitectura.
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Tit. en la etiqueta: "Serena/Naranjas superiores/Puebla Larga / Importe d'Espagne"
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Il progetto di questa tesi nasce da un accordo stipulato tra il Laboratorio di Terminologia della Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione di Forlì e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) per la stesura di tesi di laurea in ambito terminologico in collaborazione con il Servizio Programmazione e Documentazione delle Riunioni (CPAM) della FAO. Con il presente lavoro si intende svolgere una ricerca terminologica in inglese e in russo nell'ambito delle risorse genetiche animali e, nello specifico, delle biotecnologie e della salute animale e creare un database terminologico bilingue, inglese-russo, utilizzabile anche nei programmi di traduzione assistita. Nel primo capitolo viene presentata una panoramica della FAO, della sua storia, delle sue missioni e dei suoi obiettivi. Il secondo capitolo tratta la Divisione Produzione e Salute Animale della FAO che si occupa delle risorse genetiche animali e delle biotecnologie e salute animali, dominio e sottodominio del progetto per questa tesi. Il terzo capitolo riguarda le lingue speciali, le loro caratteristiche, il loro rapporto con la lingua comune e la tipologia testuale dei corpora utilizzati per la ricerca terminologica. Nel quarto capitolo si parla di terminologia e dell’attività terminologica illustrando approcci e correnti della terminologia moderna e descrivendo brevemente le peculiarità della terminologia delle biotecnologie. Infine, il quinto capitolo presenta l’intero progetto di ricerca terminologica, dalla fase preparatoria alla fase di revisione, soffermandosi, in particolare, sul procedimento di compilazione e conversione delle schede terminologiche per la creazione del database bilingue. In appendice, a fine tesi, sono allegate le mappe concettuali, le schede terminologiche del file di Microsoft Excel e il database terminologico bilingue inglese-russo.