988 resultados para Apolipoprotein C-III


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A l’article s’estableixen un seguit d’hipòtesis que expliquen el procés històric d’Empúries al llarg dels del segle i mig immediatament anterior al canvi d’Era, és a dir, cap als segles II i I a.C. Es tracta de teories que es recolzen en evidències força segures

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Demostrar a la luz de la psicomotricidad las posibles diferencias intersexuales con el test del trazado III-C. 102 sujetos de edades comprendidas entre 17 y 19 años. De ellos, 49 son varones y 53 mujeres y todos están en el Curso de Orientación Universitaria (COU) y son de Cádiz. Estudia los caracteres evolutivos de la adolescencia para conocer los cambios físicos, la consolidación de la estructura psíquica, la conducta sexual, el comportamiento social, el afán de producción y el impulso creativo. Analiza el problema de los sexos, centrándose en las diferencias de la apariencia corpórea de cada uno, las formas de movimiento y el modo de hablar. Y finaliza con la aplicación del test de trazado III-C para descubrir las diferencias intersexuales en la psicomotricidad. Test TRazado III-C. Los sujetos realizaron las pruebas del test voluntariamente sin ningún tipo de coacción en un tiempo libre de recreo. Las dimensiones que analiza el test son la aptitud, lateralidad, actitud y coherencia intra psíquica. Y para conocer dichas dimensiones se comprueba tanto la cantidad como la calidad en ambas manos y después se representan los resultados mediante gráficas que determinan diferentes tipologías que identifican a los sujetos como impulsivos, inhibidos o compensados, en función de su psicomotricidad. 1) La gráfica de varones para la mano derecha, observa un primer momento de alta impulsividad, para en los siguientes momentos frenar el proceso pulsional y dirigirse hacia la zona de máxima integración. 2) La gráfica de mujeres indica un primer momento de impulsividad para orientarse definitivamente hacia la zona de la ineficacia con una progresiva disminución de la cantidad como de la calidad del trazado. 3) En la gráfica de varones para la mano izquierda tiene un primer momento de leve desinhibición determinado por la prudencia y un segundo momento de cansancio y desinterés por la tarea, orientándose la gráfica definitivamente hacia la zona de máxima integración. 4) La gráfica de las mujeres para la mano izquierda se sitúa en gran parte en la zona de integración con un primer momento de impulsividad para orientarse definitivamente hacia la zona de la impulsividad con una posición intermedia de tipo asténico. Las gráficas de mano derecha y mano izquierda en ambos grupos, indican estabilidad conductual dentro de la posición que ocupan.

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La Direcci??n General de Ordenaci??n Acad??mica de la Comunidad de Madrid organiz?? en 2005 unas jornadas con motivo de la celebraci??n del IV centenario de la publicaci??n de El Quijote. En esta obra se recogen los aspectos m??s significativos de las intervenciones llevadas a cabo en el primero de los dos d??as de celebraci??n de las jornadas. En primer lugar, se incluye el contenido de una mesa redonda, en la que varios profesores de ESO opinan sobre la conveniencia de la obligatoriedad de la lectura de El Quijote en los centros escolares y sobre c??mo debe hacerse esta lectura y en qu?? edades. A continuaci??n, se ofrecen las comunicaciones realizadas por los representantes de algunos institutos para dar a conocer las actividades realizadas en sus centros con el fin de acercar la novela de Cervantes a los alumnos.

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Resumen tomado de la publicación

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The tetradentate ligand (C-5-BTBP) was able to extract americium(III) selectively from nitric acid. In octanol/kerosene the distribution ratios suggest that stripping will be possible. C-5-BTBP has unusual properties and potentially offers a means of separating metals, which otherwise are difficult to separate. For example C-5-BTBP has the potential to separate paliadium(II) from a mixture containing rhodium(III) and ruthenium(H) nitrosyl. In addition, C-5-BTBP has the potential to remove traces of cadmium from effluent or from solutions of other metals contaminated with cadmium. C-5-BTBP has potential as a reagent for the separation of americium(III) from solutions contaminated with iron(III) and nickel(II), hence offering a means of concentrating americium(III) for analytical purposes from nitric acid solutions containing high concentrations of iron(III) or nickel(II).

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The molecular basis of the positive association between apoE4 genotype and CVD remains unclear. There is direct in vitro evidence indicating that apoE4 is a poorer antioxidant relative to the apoE3 isoform, with some indirect in vivo evidence also available. Therefore it was hypothesised that apoE4 carriers may benefit from alpha-tocopherol (alpha-Toc) supplementation. Targeted replacement mice expressing the human apoE3 and apoE4 were fed with a diet poor (0 mg/kg diet) or rich (200 mg/kg diet) in alpha-Toc for 12 weeks. Neither apoE genotype nor dietary alpha-Toc exerted any effects on the antioxidant defence system, including glutathione, catalase, superoxide dismutase, glutathione peroxidase and glutathione reductase activities. In addition, no differences were observed in mitogen-induced lymphocyte proliferation. alpha-Toc concentrations were modestly higher in plasma and lower in tissues of apoE4 compared with apoE3 mice, with the greatest differences evident in the lung, suggesting that an apoE4 genotype may reduce alpha-Toc delivery to tissues. A tendency towards increased plasma F-2-isoprostanes in apoE4 mice was observed, while liver thiobarbituric acid-reactive substances did not differ between apoE3 and apoE4 mice. In addition, C-reactive protein (CRP) concentrations were reduced in apoE4 mice indicating that this positive effect on CRP may in part negate the increased CVD risk associated with an apoE4 genotype.

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Cosa e’ stato fatto e il fine della ricerca in questi tre anni si è esaminato il materiale edito sui sarcofagi del periodo in esame, sui culti funerari, i problemi religiosi ed artistici. Per trovare confronti validi si sono resi necessari alcuni viaggi sia in Italia che all’estero. Lo scopo della ricerca è stato quello di “leggere” i messaggi insiti nelle figurazioni delle casse dei sarcofagi, per comprendere meglio la scelta dei committenti verso determinati temi e la ricezione di questi ultimi da parte del pubblico. La tomba, infatti, è l’ultima traccia che l’uomo lascia di sé ed è quindi importante cercare di determinare l’impatto psicologico del monumento funerario sul proprietario, che spesso lo acquistava quando ancora era in vita, e sui familiari in visita alla tomba durante la celebrazione dei riti per i defunti. Nell’ultimo anno, infine, si è provveduto a scrivere la tesi suddivindendo i capitoli e i pezzi in base all’argomento delle figurazioni (mitologici, di virtù, etc.). I capitoli introduttivi Nel primo capitolo di introduzione si è cercato di dare un affresco per sommi capi del periodo storico in esame da Caracalla a Teodosio e della Chiesa di III e IV secolo, mettendo in luce la profonda crisi che gravava sull’Impero e le varie correnti che frammentavano il cristianesimo. In particolare alcune dispute, come quella riguardante i lapsi, sarà alla base di ipotesi interpretative riguardanti la raffigurazione del rifiuto dei tre giovani Ebrei davanti a Nabuchodonosor. Nel capitolo seguente vengono esaminati i riti funerari e il ruolo dei sarcofagi in tali contesti, evidenziando le diverse situazioni emotive degli osservatori dei pezzi e, quindi, l’importanza dei temi trattati nelle casse. I capitolo Questo capitolo tratta dei sarcofagi mitologici. Dopo una breve introduzione, dove viene spiegata l’entrata in uso dei pezzi in questione, si passa alla discussione dei temi, suddivisi in paragrafi. La prima classe di materiali è qualla con la “caduta di Fetonte” la cui interpretazione sembra chiara: una tragedia familiare. Il compianto sul corpo di un ragazzo morto anzi tempo, al quale partecipa tutto il cosmo. L’afflizione dei familiari è immane e sembra priva di una possibile consolazione. L’unico richiamo a riprendere a vivere è solo quello del dovere (Mercurio che richiama Helios ai propri impegni). La seconda classe è data dalle scene di rapimento divino visto come consolazione e speranza in un aldilà felice, come quelle di Proserpina e Ila. Nella trasposizione della storia di Ila è interessante anche notare il fatto che le ninfe rapitrici del giovane – defunto abbiano le sembianze delle parenti già morte e di un fanciullo, probabilmente la madre, la nonna e un fratello deceduto anzi tempo. La terza classe presenta il tema del distacco e dell’esaltazione delle virtù del defunto nelle vesti dei cacciatori mitici Mealeagro, Ippolito e Adone tutti giovani, forti e coraggiosi. In questi sarcofagi ancor più che negli altri il motivo della giovinezza negata a causa della morte è fondamentale per sottolineare ancora di più la disperazione e il dolore dei genitori rimasti in vita. Nella seguente categoria le virtù del defunto sono ancora il tema dominante, ma in chiave diversa: in questo caso l’eroe è Ercole, intento ad affrontare le sue fatiche. L’interpretazione è la virtù del defunto che lo ha portato a vincere tutte le difficoltà incontrate durante la propria vita, come dimostrerebbe anche l’immagine del semidio rappresentato in età diverse da un’impresa all’altra. Vi è poi la categoria del sonno e della morte, con i miti di Endimione, Arianna e Rea Silvia, analizzato anche sotto un punto di vista psicologico di aiuto per il superamento del dolore per la perdita di un figlio, un marito, o, ancora, della sposa. Accanto ai sarcofagi con immagini di carattere narrativo, vi sono numerosi rilievi con personaggi mitici, che non raccontano una storia, ma si limitano a descrivere situazioni e stati d’animo di felicità. Tali figurazioni si possono dividere in due grandi gruppi: quelle con cortei marini e quelle con il tiaso dionisiaco, facendo dell’amore il tema specifico dei rilievi. Il fatto che quello del tiaso marino abbia avuto così tanta fortuna, forse, per la numerosa letteratura che metteva in relazione l’Aldilà con l’acqua: l’Isola dei Beati oltre l’Oceano, viaggi per mare verso il mondo dei morti. Certo in questo tipo di sarcofagi non vi sono esplicitate queste credenze, ma sembrano più che altro esaltare le gioie della vita. Forse il tutto può essere spiegato con la coesistenza, nei familiari del defunto, della memoria retrospettiva e della proiezione fiduciosa nel futuro. Sostanzialmente era un modo per evocare situazioni gioiose e di godimento sensibile, riferendole ai morti in chiave beneaugurale. Per quanto rigurda il tiaso di Bacco, la sua fortuna è stata dettata dal fatto che il suo culto è sempre stato molto attivo. Bacco era dio della festa, dell’estasi, del vino, era il grande liberatore, partecipe della crescita e della fioritura, il grande forestiero , che faceva saltare gli ordinamenti prestabiliti, i confini della città con la campagna e le convenzioni sociali. Era il dio della follia, al quale le menadi si abbandonavano nella danza rituale, che aggrediva le belve, amante della natura, ma che penetra nella città, sconvolgendola. Del suo seguito facevano parte esseri ibridi, a metà tra l’ordine e la bestialità e animali feroci ammansiti dal vino. I suoi nemici hanno avuto destini orribili di indicibile crudeltà, ma chi si è affidato anima e corpo a lui ha avuto gioia, voluttà, allegria e pienezza di vita. Pur essendo un valente combattente, ha caratteri languidi e a tratti femminei, con forme floride e capelli lunghi, ebbro e inebriante. Col passare del tempo la conquista indiana di alessandro si intrecciò al mito bacchico e, a lungo andare, tutti i caratteri oscuri e minacciosi della divinità scomparirono del tutto. Un esame sistematico dei temi iconografici riconducibili al mito di Bacco non è per nulla facile, in quanto l’oggetto principale delle raffigurazioni è per lo più il tiaso o come corteo festoso, o come gruppi di figure danzanti e musicanti, o, ancora, intento nella vendemmia. Ciò che interessava agli scultori era l’atmosfera gioiosa del tiaso, al punto che anche un episodio importante, come abbiamo visto, del ritrovamento di Arianna si pèerde completamente dentro al corteo, affollatissimo di personaggi. Questo perché, come si è detto anche al riguardo dei corte marini, per creare immagini il più possibile fitte e gravide di possibilità associative. Altro contesto iconografico dionisiaco è quello degli amori con Arianna. Sui sarcofagi l’amore della coppia divina è raffigurato come una forma di stupore e rapimento alla vista dell’altro, un amore fatto di sguardi, come quello del marito sulla tomba della consorte. Un altro tema , che esalta l’amore, è senza ombra di dubbio quello di Achille e Pentesilea, allegoria dell’amore coniugale. Altra classe è qualla con il mito di Enomao, che celebra il coraggio virile e l’attitudine alla vittoria del defunto e, se è presente la scena di matrimonio con Ippodamia, l’amore verso la sposa. Infine vi sono i sarcofagi delle Muse: esaltazione della cultura e della saggezza del morto. II capitolo Accanto ad i grandi ambiti mitologici dei due tiasi del capitolo precedente era la natura a lanciare un messaggio di vita prospera e pacifica. Gli aspetti iconografici diq uesto tema sono due: le stagioni e la vita in un ambiente bucolico. Nonostante la varietà iconografica del soggetto, l’idea di fondo rimane invariata: le stagioni portano ai morti i loro doni affinchè possano goderne tutto l’anno per l’eternità. Per quanto riguarda le immagini bucoliche sono ispirate alla vita dei pastori di ovini, ma ovviamente non a quella reale: i committenti di tali sarcofagi non avevano mai vissuto con i pastori, né pensavano di farlo i loro parenti. Le immagini realistiche di contadini, pastori, pescatori, tutte figure di infimo livello sociale, avevano assunto tratti idilliaci sotto l’influsso della poesia ellenistica. Tutte queste visioni di felicità mancano di riferimenti concreti sia temporali che geografici. Qui non vi sono protagonisti e situazioni dialogiche con l’osservatore esterno, attraverso la ritrattistica. I defunti se appaiono sono all’interno di un tondo al centro della cassa. Nei contesti bucolici, che andranno via, via, prendendo sempre più piede nel III secolo, come in quelli filosofici, spariscono del tutto le scene di lutto e di cordoglio. Le immagini dovevano essere un invito a godersi la vita, ma dovevano anche dire qualcosa del defunto. In una visione retrospettiva, forse, si potrebbero intendere come una dichiarazione che il morto, in vita, non si era fatto mancare nulla. Nel caso opposto, poteve invece essere un augurio ad un’esistenza felice nell’aldilà. III capitolo Qui vengono trattati i sarcofagi con l’esaltazione e l’autorappresentazione del defunto e delle sue virtù in contesti demitizzati. Tra i valori ricorrenti, esaltati nei sarcofagi vi è l’amore coniugale espresso dal tema della dextrarum iunctio, simbolo del matrimonio, la cultura, il potere, la saggezza, il coraggio, esplicitato dalle cacce ad animali feroci, il valore guerriero e la giustizia, dati soprattutto dalle scene di battaglia e di giudizio sui vinti. IV capitolo In questo capitolo si è provato a dare una nuova chiave di lettura ai sarcofagi imperiali di S. Elena e di Costantina. Nel primo caso si tratterebbe della vittoria eterna sul male, mentre nel secondo era un augurio di vita felice nell’aldilà in comunione con Dio e la resurrezione nel giorno del giudizio. V capitolo Il capitolo tratta le mediae voces, quei pezzi che non trovano una facile collocazione in ambito religioso poiché presentano temi neutri o ambivalenti, come quelli del buon pastore, di Prometeo, dell’orante. VI capitolo Qui trovano spazio i sarcofagi cristiani, dove sono scolpite varie scene tratte dalle Sacre Scritture. Anche in questo caso si andati al di là della semplice analisi stilistica per cercare di leggere il messaggio contenuto dalle sculture. Si sono scoperte preghiere, speranze e polemiche con le correnti cristiane considerate eretiche o “traditrici” della vera fede, contro la tradizionale interpretazione che voleva le figurazioni essenzialmente didascaliche. VII capitolo Qui vengono esposte le conclusioni da un punto di vista sociologico e psicologico.