Attività scientifiche del progetto Développement des Interventions innovantes sur les cépages de Vignes autochtones pour l’INtégration italo-tunisienne – DIVIN (PS1.1.002)”

Il progetto DIVIN, finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia Tunisia, è coordinato dall'Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche - IAMC-CNR (Bénéficiaire) UOS di Capo Granitola e coinvolge l' Istituto di Bioscienze e Biorisorse – IBBR (P1) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Centro di Biotecnologie di Borj - Cedria - CBBC (P2) L'Institut National de la Recherche Agronomique de Tunisie – INRAT (P3), La Direction Générale de la Production Agricole – DGPA (P4) e L’Associazione “Strada del vino Alcamo Doc” (P5). Il finanziamento complessivo è stato pari a € 674.107,06 e le attività si sono svolte a partire da novembre 2013 per concludersi a luglio 2016. Si è trattato di una prodigiosa opportunità per potenziare e valorizzare le eccellenze scientifiche in campo vitivinicolo e per consolidare la collaborazione tra Italia e Tunisia sulla produzione di vini di qualità e sul lancio di itinerari enoturistici che mettano in dialogo permanente le due sponde del mediterraneo. Il progetto, ha avuto la durata di 31 mesi e ha investito sullo sviluppo di ricerche e soluzioni tecnologiche per prevenire e curare le patologie della vite e per certificare e tracciare la qualità del vino prodotto in Italia e in Tunisia. I benefici del progetto hanno avuto ricadute anche su tutti i territori dell'area di cooperazione in quanto, nella parte finale del progetto, si sono sviluppate azioni di marketing congiunte per la creazione di un marchio d'area e l'ampliamento delle esperienze delle "strade del vino" per creare itinerari turistici tematici che colleghino le zone di produzione siciliane e quelle tunisine.

Sistema di gestione del progetto “Développement des Interventions innovantes sur les cépages de Vignes autochtones pour l’INtégration italo-tunisienne – DIVIN (PS1.1.002)"

dall'Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche - IAMC-CNR (Bénéficiaire) UOS di Capo Granitola e coinvolge l' Istituto di Bioscienze e Biorisorse – IBBR (P1) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Centro di Biotecnologie di Borj - Cedria - CBBC (P2) L'Institut National de la Recherche Agronomique de Tunisie – INRAT (P3), La Direction Générale de la Production Agricole – DGPA (P4) e L’Associazione “Strada del vino Alcamo Doc” (P5). Il finanziamento complessivo è stato pari a € 674.107,06 e le attività si sono svolte a partire da novembre 2013 per concludersi a luglio 2016. Si è trattato di una prodigiosa opportunità per potenziare e valorizzare le eccellenze scientifiche in campo vitivinicolo e per consolidare la collaborazione tra Italia e Tunisia sulla produzione di vini di qualità e sul lancio di itinerari enoturistici che mettano in dialogo permanente le due sponde del mediterraneo. Il progetto, ha avuto la durata di 31 mesi e ha investito sullo sviluppo di ricerche e soluzioni tecnologiche per prevenire e curare le patologie della vite e per certificare e tracciare la qualità del vino prodotto in Italia e in Tunisia. I benefici del progetto hanno avuto ricadute anche su tutti i territori dell'area di cooperazione in quanto, nella parte finale del progetto, si sono sviluppate azioni di marketing congiunte per la creazione di un marchio d'area e l'ampliamento delle esperienze delle "strade del vino" per creare itinerari turistici tematici che colleghino le zone di produzione siciliane e quelle tunisine.

Sistema di comunicazione e disseminazione del progetto “Développement des Interventions innovantes sur les cépages de Vignes autochtones pour l’INtégration italo-tunisienne – DIVIN (PS1.1.002)”

Il progetto DIVIN, finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia Tunisia, è coordinato dall'Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche - IAMC-CNR (Bénéficiaire) UOS di Capo Granitola e coinvolge l' Istituto di Bioscienze e Biorisorse – IBBR (P1) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Centro di Biotecnologie di Borj - Cedria - CBBC (P2) L'Institut National de la Recherche Agronomique de Tunisie – INRAT (P3), La Direction Générale de la Production Agricole – DGPA (P4) e L’Associazione “Strada del vino Alcamo Doc” (P5). Il finanziamento complessivo è stato pari a € 674.107,06 e le attività si sono svolte a partire da novembre 2013 per concludersi a luglio 2016. Si è trattato di una prodigiosa opportunità per potenziare e valorizzare le eccellenze scientifiche in campo vitivinicolo e per consolidare la collaborazione tra Italia e Tunisia sulla produzione di vini di qualità e sul lancio di itinerari enoturistici che mettano in dialogo permanente le due sponde del mediterraneo. Il progetto, ha avuto la durata di 31 mesi e ha investito sullo sviluppo di ricerche e soluzioni tecnologiche per prevenire e curare le patologie della vite e per certificare e tracciare la qualità del vino prodotto in Italia e in Tunisia. I benefici del progetto hanno avuto ricadute anche su tutti i territori dell'area di cooperazione in quanto, nella parte finale del progetto, si sono sviluppate azioni di marketing congiunte per la creazione di un marchio d'area e l'ampliamento delle esperienze delle "strade del vino" per creare itinerari turistici tematici che colleghino le zone di produzione siciliane e quelle tunisine.

Intervención urbano arquitectónica en el manzano 002-N13 del Centro Histórico de Cuenca

Los centros históricos patrimoniales de las ciudades son organismos vivosque se ven afectados por una serie de actuaciones, que surgen por la expansión de la ciudad y las nuevas necesidades. Factores que frecuentemente atentan contra el patrimonio edificado y sus valores, causando en muchas ocasiones pérdidas irreversibles. El centro histórico de la ciudad de Cuenca presenta problemas de destrucción y deterioro del patrimonio edificado por la deficiente valoración histórica-crítica. Además, la inversión de recursos y actuaciones urbanas se limita a los manzanos circundantes a la plaza central sin alcanzar a la periferia del casco histórico. Por este motivo, surge el estudio del manzano 002-N13, en donde se emplaza la Iglesia Patrimonial y el geriátrico Hogar Asilo Cristo Rey. Para el cual se propone un proyecto de intervención urbano arquitectónico quetiene como objetivo re-potencializar las condiciones históricas, funcionales y formales del mismo. Siendo necesario realizar una investigación integral del manzano y del contexto urbano inmediato, un estudio histórico crítico y una valoración de las edificaciones con el fin de facultar reflexiones que permitan adquirir una postura adecuada de actuación urbano arquitectónica.

Resolución 002 del 15 de enero de 2009: Por la cual se acepta un desistimiento

Doctrina

Medicaid bulletin MB# 13-002

The South Carolina Department of Health and Human Services publishes Medicaid Bulletins to clarify existing policies or explain new policies of the Medicaid program.

Structure and optical properties of Cd-substituted ZnO (Zn1-xCdxO) nanostructures synthesized by the high-pressure solution route

We report the synthesis of Cd-substituted ZnO nanostructures (Zn1-xCdxO with x up to approximate to 0.09) by the high-pressure solution growth method. The synthesized nanostructures comprise nanocrystals that are both particles (similar to 10-15 nm) and rods which grow along the [002] direction as established by transmission electron microscope (TEM) and x-ray diffraction (XRD) analysis. Rietveld analysis of the XRD data shows a monotonic increase of the unit cell volume with the increase of Cd concentration. The optical absorption, as well as the photoluminescence (PL), shows a red shift on Cd substitution. The line width of the PL spectrum is related to the strain inhomogeneity and it peaks in the region where the CdO phase separates from the Zn1-xCdxO nanostructures. The time-resolved photoemission showed a long-lived (similar to 10 ns) component. We propose that the PL behaviour of the Zn1-xCdxO is dominated by strain in the sample with the red shift of the PL linked to the expansion of the unit cell volume on Cd substitution.

Structure and optical properties of Cd-substituted ZnO (Zn1-xCdxO) nanostructures synthesized by the high-pressure solution route

We report the synthesis of Cd-substituted ZnO nanostructures (Zn1-xCdxO with x up to approximate to 0.09) by the high-pressure solution growth method. The synthesized nanostructures comprise nanocrystals that are both particles (similar to 10-15 nm) and rods which grow along the [002] direction as established by transmission electron microscope (TEM) and x-ray diffraction (XRD) analysis. Rietveld analysis of the XRD data shows a monotonic increase of the unit cell volume with the increase of Cd concentration. The optical absorption, as well as the photoluminescence (PL), shows a red shift on Cd substitution. The line width of the PL spectrum is related to the strain inhomogeneity and it peaks in the region where the CdO phase separates from the Zn1-xCdxO nanostructures. The time-resolved photoemission showed a long-lived (similar to 10 ns) component. We propose that the PL behaviour of the Zn1-xCdxO is dominated by strain in the sample with the red shift of the PL linked to the expansion of the unit cell volume on Cd substitution.

Continuous-cooling method of specific heat measurement in the temperature range 100-300 K

The authors have developed a simple continuous-cooling method to determine specific heat of liquids and solids in the temperature range 100-300 K. The technique employs very simple instrumentation and continuously records the sample temperature as it cools to the bath temperature through a calibrated heat link. They have obtained specific heat values which agree with the reported data to within 3% for the samples investigated. This method also facilitates easy detection of abrupt changes in specific heat, as demonstrated in the observation of glass transition in some organic glass-forming systems. The method is sensitive to the study of relaxing heat capacity in supercooled liquids.

Magnetoresistance of FexNi80-xCr20 (50

The authors have measured longitudinal and transverse magnetoresistance (MR) of crystalline pseudo-binary alloys FexNi80-xCr20 (50

Temperature dependent magnetic, dielectric and Raman studies of partially disordered La2NiMnO6

We report a detailed magnetic, dielectric and Raman studies on partially disordered and biphasic double perovskite La2NiMnO6. DC and AC magnetic susceptibility measurements show two magnetic anomalies at T-C1 similar to 270 K and T-C2 similar to 240 K, which may indicate the ferromagnetic ordering of the monoclinic and rhombohedral phases, respectively. A broad peak at a lower temperature (T-sg similar to 70 K) is also observed indicating a spin-glass transition due to partial anti-site disorder of Ni2+ and Mn4+ ions. Unlike the pure monoclinic phase, the biphasic compound exhibits a broad but a clear dielectric anomaly around 270 K which is a signature of magneto-dielectric effect. Temperature-dependent Raman studies between the temperature range 12-300 K in a wide spectral range from 220 cm(-1) to 1530 cm(-1) reveal a strong renormalization of the first as well as second-order Raman modes associated with the (Ni/Mn)O-6 octahedra near T-C1 implying a strong spin-phonon coupling. In addition, an anomaly is seen in the vicinity of spin-glass transition temperature in the temperature dependence of the frequency of the anti-symmetric stretching vibration of the octahedra. (C) 2014 Elsevier Ltd. All rights reserved.

Do stable isotopes in carbonate cement of Mio-Pleistocene Himalayan sediments record paleoecological and paleoclimatic changes?

Non-pedogenic carbonates, such as carbonate cement and nodules in the sandstones, are quite common in the terrestrial geological record. Unlike pedogenic carbonates, their stable isotope ratios lack investigations for paleo-climatic reconstructions. The present investigation therefore, explores the possibility of use of stable isotope studies of non-pedogenic carbonates from the Mb-Pleistocene Siwalik Group of sediments exposed in the Ramnagar sub-basin of the NW Himalaya. Petrographic studies reveal the dominance of micrite fabric in carbonate nodules both of pedogenic and non-pedogenic samples irrespective of specific stratigraphic unit However, calcite as cement in the sandstones shows the dominance of micrite fabric in the younger in age sediments. Seventy-two non-pedogenic carbonate samples from the carbonate nodules and cement in the Siwalik sandstones, ranging in age between similar to 1 Ma and 12.2 Ma, were analyzed for delta C-13 and delta O-18 values. The delta C-13 values vary from -24.77 parts per thousand to -1.1 parts per thousand and delta O-18 values vary from -15.34 parts per thousand to -7.81 parts per thousand. Pedogenic and non-pedogenic carbonates ranging in age between similar to 1 Ma and 6 Ma have largely similar delta C-13 values and the range of delta C-13 values indicate the dominance of C-4 type of vegetation. However, unlike pedogenic carbonates which showed the dominance of C-3 type of vegetation pre- 7 Ma on the basis of delta C-13 -depleted isotopic values (Singh et al., 2011), delta C-13 values are largely enriched in the corresponding aged non-pedogenic carbonates revealing no information on specific type of vegetation. Likewise, paleoprecipitational reconstructions from delta O-18 values in pedogenic carbonates showed a progressive increase in aridity from similar to 12 Ma to recent excluding short term increases in rainfall/monsoon intensity at around 10 Ma, 5 Ma, and 1.8 Ma (Singh et al., 2012). On the contrary, such reconstructions are not possible from the delta O-18 values of non-pedogenic carbonates and indeed the delta O-18 values of non-pedogenic carbonates are largely depleted to as much as 6 parts per thousand from the corresponding pedogenic carbonates. Such differences in delta C-13 and delta O-18 values of non-pedogenic carbonates from pedogenic carbonates are primarily due to the dependence of the former on groundwater conditions responsible for precipitating carbonate. Further, a comparison of isotopic values between non-pedogenic and pedogenic carbonates can be interpreted that post-6 Ma and pre-6 Ma non-pedogenic carbonates were largely formed by shallow and deep groundwater conditions respectively. The result of these investigative studies therefore, suggests that the stable delta C-13 and delta O-18 values of non-pedogenic carbonates, unlike the pedogenic carbonates and irrespective of nature of calcite fabric, showed their little importance in paleoclimatic and paleoecological reconstructions. (C) 2014 Elsevier B.V. All rights reserved.