999 resultados para molusco terrestre
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[ES] La presente obra recoge una nutrida relación de preguntas sobre diversos aspectos de la Geografía que los autores se han planteado a lo largo de su ejercicio docente y cuyo planteamiento refleja un estilo reflexivo, muy personal si se quiere, de transmitir las Ciencias de la Tierra. Dos motivos alentaron, desde un primer momento, la redacción de estas páginas; por una parte, la creciente sensibilidad por el medio ambiente, por conocer y comprender los procesos que modifican la geografía terrestre y por otra parte, la excesiva carga descriptiva de la que sigue adoleciendo la ciencia geográfica. Por esta razón, el objetivo propuesto al redactar el libro ha sido racionalizar las principales situaciones descritas por la Geografía Física para abordar su explicación con un enfoque netamente reflexivo. El lector tipo al que se dirige esta obra sería el estudiante de primer año de universidad o último de bachillerato, que curse materias relacionadas con las Ciencias de la Tierra y del Medio Ambiente. Esta circunstancia ha condicionado la metodología seguida y la estructura dada a la obra.
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Programa de doctorado interdepartamental Obtención, Preparación y Evaluación Biológica de Fármacos de origen Marino y Terrestre
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Programa de doctorado interdepartamental Obtención, Preparación y Evaluación Biológica de Fármacos de origen Marino y Terrestre
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[ES] Se estudian las preferencias de sustrato y luminosidad en la selección activa de hábitat por parte del caracol terrestre Helix aspersa. H. aspersa muestra una clara preferencia por sustratos más complejos y que proporcionan cobijo, como es el caso de la ceniza volcánica (picón), frente a los sustratos lisos y sin cobijo. No se observó una preferencia definida sobre las áreas iluminadas frente las sombreadas, aunque muestra cierta tendencia positiva hacia estas últimas.
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Trabajo dirigido por Juan Luis Gómez Pinchetti y Ricardo Haroun Tabraue
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[ES]La zona costera representa una estrecha franja de la superficie de nuestro planeta, caracterizada por un comportamiento dinámico extraordinariamente complejo. Esta zona es única por interactuar directamente en ella los medios terrestre, marino y atmosférico. Además, debido al enorme interés del ser humano por utilizar dicho medio, se encuentra sometido a grandes presiones que llevan a la aparición de numerosos conflictos de tipo socioeconómico y ambiental. Las Islas Canarias poseen una gran extensión de costa con diferentes grados de exposición a condiciones severas de la dinámica marina, en particular del oleaje. Ello conlleva frecuentes estados de alerta y situaciones de emergencia en algunas zonas de su litoral. En consecuencia, resultan fundamentales el planeamiento y gestión eficaz de las intervenciones por parte de las entidades responsables, así como la realización de estudios de riesgo y la implantación de sistemas de alerta, con el objetivo de minimizar los daños sobre infraestructuras y, especialmente, en términos de vidas humanas. El objetivo principal es examinar la probabilidad de ocurrencia de eventos de remonte, capaces de rebasar diferentes cotas de nivel o inundación del terreno, así como el nivel de riesgo asociado a la inundación de las diferentes áreas en las que se puede segmentar la zona de la playa. La metodología aplicada para estimar la frecuencia de ocurrencia de eventos de remonte de diferente intensidad incluye, en primer lugar, la propagación de las condiciones de oleaje desde los puntos de medida hacia la zona de interés, considerando el nivel de marea asociado, mediante un modelo de propagación de oleaje de tercera generación. Posteriormente, conocidas las condiciones de oleaje a pie de playa, se hace uso de diversas formulaciones empíricas sugeridas en la literatura especializada para evaluar el remonte. La evaluación del riesgo tiene en cuenta el producto entre los grados de las probabilidades de ocurrencia y el grado de consecuencia. Así, una vez estimada la probabilidad asociada a diferentes niveles de remonte, se asigna un grado de consecuencia empleando la metodología propuesta por Laboratorio Nacional de Ingeniería Civil de Lisboa, LNEC, (Neves et al., 2010, Santos et al., 2011, Silva et al., 2011, Reis et al., 2011, Neves et al., 2012 Rocha et al., 2013; Poseiro et al., 2013, y de estas se deriva el nivel de riesgo. Por último, las conclusiones del estudio quedan reflejadas en un mapa de riesgos asociados al remonte del oleaje en la zona de estudio.
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Le soluzioni tecnologiche rese oggi disponibili dalle discipline della moderna Geomatica, offrono opportunità di grande interesse per il rilevamento nel settore dei Beni Culturali, sia per quanto riguarda il momento primario del rilievo, cioè la fase di acquisizione del dato metrico, sia per quanto concerne la questione della rappresentazione per oggetti di interesse archeologico, artistico, architettonico. Lo studio oggetto della presente tesi si propone, sulla base di numerose esperienze maturate nel corso del Dottorato dal Laboratorio di Topografia e Fotogrammetria del DISTART, di affrontare e approfondire le problematiche connesse all’utilizzo della fotogrammetria digitale e del laser a scansione terrestre per applicazioni nell’ambito dei Beni Culturali. La ricerca condotta è prettamente applicata, quindi è stata primaria l’esigenza di avere a disposizione reali casi di studio su cui sperimentare le tecniche di interesse; è però importante sottolineare che questo è un campo in cui ogni esperienza presenta proprie caratteristiche e peculiarità che la rendono interessante e difficilmente descrivibile con schemi convenzionali e metodologie standardizzate, quindi le problematiche emerse hanno di volta in volta indirizzato e spinto la ricerca all’approfondimento di certi aspetti piuttosto che altri. A tal proposito è stato evidenziato dalle esperienze effettuate che il campo dei Beni Culturali è forse il più emblematico delle potenzialità rese oggi disponibili dalle moderne tecnologie della Geomatica, e soprattutto dalle possibilità offerte da un approccio integrato e multi – disciplinare di tecniche e tecnologie diverse; per questo nell’Introduzione si è voluto sottolineare questo aspetto, descrivendo l’approccio metodologico adottato in molti lavori in contesto archeologico, che include generalmente diverse tecniche integrate tra loro allo scopo di realizzare in modo veloce e rigoroso un rilievo multi – scala che parte dal territorio, passa attraverso l’area del sito archeologico e degli scavi, ed arriva fino al singolo reperto; questo approccio è caratterizzato dall’avere tutti i dati e risultati in un unico e ben definito sistema di riferimento. In questa chiave di lettura l’attenzione si è poi focalizzata sulle due tecniche che rivestono oggi nel settore in esame il maggiore interesse, cioè fotogrammetria digitale e laser a scansione terrestre. La struttura della tesi segue le fasi classiche del processo che a partire dal rilievo porta alla generazione dei prodotti di rappresentazione; i primi due capitoli, incentrati sull’acquisizione del dato metrico, riguardano quindi da un lato le caratteristiche delle immagini e dei sensori digitali, dall’altro le diverse tipologie di sistemi laser con le corrispondenti specifiche tecniche; sempre nei primi capitoli vengono descritte le caratteristiche metodologiche e tecnico – operative e le relative problematiche delle due tipologie di rilievo. Segue un capitolo sulle procedure di calibrazione delle camere digitali non professionali, imperniato sull’utilizzo di software diversi, commerciali e sviluppati in house per questo scopo, prestando attenzione anche agli strumenti che essi offrono in termini di risultati ottenibili e di controllo statistico sugli stessi. La parte finale della tesi è dedicata al problema della rappresentazione, con l’obiettivo di presentare un quadro generale delle possibilità offerte dalle moderne tecnologie: raddrizzamenti, ortofoto, ortofoto di precisione e infine modelli tridimensionali foto – realistici, generati a partire sia da dati fotogrammetrici sia da dati laser.
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Oltre un miliardo di persone non ha oggi accesso all’acqua potabile; più di due miliardi è il numero di coloro che vivono in condizioni igienico-sanitarie realmente proibitive. Sono 80 i paesi nel mondo (con il 40% della popolazione totale) in cui si riscontra difficoltà di approvvigionamento e presenza di risorse idriche che mancano dei requisiti che dovrebbero essere assicurati per la tutela della salute: quotidianamente e sistematicamente il diritto di accesso all’acqua, che nessun individuo dovrebbe vedersi negato, viene violato. Scarsità di acqua e non omogenea distribuzione sulla superficie terrestre sono fattori che concorrono alla crisi della risorsa, cui contribuiscono processsi di natura ambientale (cambiamenti climatici, desertificazione), di natura economica (le sorti dell’industria agroalimentare, la globalizzazione degli scambi, il bisogno crescente di energia), di natura sociale (migrazioni, urbanizzazione, crescita demografica, epidemie), di natura culturale (passaggio dal rurale all’urbano, dall’agricoltura di sussistenza a quella di profitto). Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile un aumento indiscriminato dell’offerta non può costituire soluzione al continuo incremento della domanda di acqua. Si rende pertanto necessaria la definizione di politiche e strumenti di cambiamento nei modelli di consumo e nella pianificazione che consentano una riduzione degli squilibri nella distribuzione e nella gestione della risorsa a livello domestico e civile, industriale, agricolo. L’uso efficiente, e quindi sostenibile, dell’acqua è da perseguirsi secondo le modalità: • Risparmio, inteso come minore consumo di acqua all’inizio del ciclo. • Riciclo dell’acqua in circuito chiuso, inteso come riuso dell’acqua di scarico, o uso multiplo dell’acqua. Una idonea utilizzazione dipende da una idonea progettazione, che abbia come finalità: • La destinazione in via prioritaria delle fonti e delle risorse di più elevata qualità agli usi idropotabili, con una graduale sostituzione del consumo per altri usi con risorse di minore pregio. • La regolamentazione dell’uso delle acque sotterranee, mediante la limitazione del ricorso all’impiego di pozzi solo in mancanza di forniture alternative per uso civile, industriale, agricolo. • L’incentivazione ad un uso razionale della risorsa, anche mediante l’attuazione di idonee politiche tariffarie. • L’aumento dell’efficienza delle reti di adduzione e distribuzione, sia civili che irrigue. • La promozione di uso efficiente, riciclo e recupero di acqua nell’industria. • Il miglioramento dell’efficienza ed efficacia delle tecniche di irrigazione. • La promozione del riutilizzo delle acque nei vari settori. • La diffusione nella pratica domestica di apparati e tecnologie progettati per la riduzione degli sprechi e dei consumi di acqua. In ambito agricolo la necessità di un uso parsimonioso della risorsa impone il miglioramento dell’efficienza irrigua, pari appena al 40%. La regione Emilia Romagna a livello locale, Israele a livello internazionale, forniscono ottimi esempi in termini di efficacia dei sistemi di trasporto e di distribuzione, di buona manutenzione delle strutture. Possibili soluzioni verso le quali orientare la ricerca a livello mondiale per arginare la progressiva riduzione delle riserve idriche sono: • Revisione dei costi idrici. • Recupero delle riserve idriche. • Raccolta dell’acqua piovana. • Miglioramento degli impianti di distribuzione idrica. • Scelta di metodi di coltivazione idonei alle caratteristiche locali. • Scelta di colture a basso fabbisogno idrico. • Conservazione della risorsa attraverso un sistema di irrigazione efficiente. • Opere di desalinizzazione. • Trasferimento idrico su vasta scala da un’area all’altra. Si tratta di tecniche la cui attuazione può incrementare la disponibilità media pro capite di acqua, in particolare di coloro i quali non ne posseggono in quantità sufficiente per bere o sono privi di sistemi igienico-sanitari sufficienti.
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[ES]Este artículo aborda la noción de frontera en las sociedades marítimas de la Baja Andalucía y Canarias en el tránsito del siglo XV al XVI, caracterizándola a partir de tres grandes líneas de relación. La primera gira en torno a su conformación espacial; la segunda en las relaciones económicas que se desarrollan en su seno; la tercera en la configuración de las sociedades que habitaron esos espacios, prestando a su vez atención a las culturas transfronterizas conformadas en esas sociedades. Todo ello con el objetivo de definir semejanzas y diferencias entre ambos contextos, y entre la frontera marítima y la terrestre. [EN] This article deals with the notion of boundary in maritime societies along Atlantic Andalusia and the Canary Islands at the turn of the 16th century, which is defined by three main axes of relationship. The first one focuses on its spatial distribution; the second one, the economic relations developed within it; and the third one, in the shaping of their societies, taking into account cross-border cultures shaped within them. All of this aimed at defining similarities and differences between both contexts, and also between sea and land borders.
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L’uso frequente dei modelli predittivi per l’analisi di sistemi complessi, naturali o artificiali, sta cambiando il tradizionale approccio alle problematiche ambientali e di rischio. Il continuo miglioramento delle capacità di elaborazione dei computer facilita l’utilizzo e la risoluzione di metodi numerici basati su una discretizzazione spazio-temporale che permette una modellizzazione predittiva di sistemi reali complessi, riproducendo l’evoluzione dei loro patterns spaziali ed calcolando il grado di precisione della simulazione. In questa tesi presentiamo una applicazione di differenti metodi predittivi (Geomatico, Reti Neurali, Land Cover Modeler e Dinamica EGO) in un’area test del Petén, Guatemala. Durante gli ultimi decenni questa regione, inclusa nella Riserva di Biosfera Maya, ha conosciuto una rapida crescita demografica ed un’incontrollata pressione sulle sue risorse naturali. L’area test puó essere suddivisa in sotto-regioni caratterizzate da differenti dinamiche di uso del suolo. Comprendere e quantificare queste differenze permette una migliore approssimazione del sistema reale; é inoltre necessario integrare tutti i parametri fisici e socio-economici, per una rappresentazione più completa della complessità dell’impatto antropico. Data l’assenza di informazioni dettagliate sull’area di studio, quasi tutti i dati sono stati ricavati dall’elaborazione di 11 immagini ETM+, TM e SPOT; abbiamo poi realizzato un’analisi multitemporale dei cambi uso del suolo passati e costruito l’input per alimentare i modelli predittivi. I dati del 1998 e 2000 sono stati usati per la fase di calibrazione per simulare i cambiamenti nella copertura terrestre del 2003, scelta come data di riferimento per la validazione dei risultati. Quest’ultima permette di evidenziare le qualità ed i limiti per ogni modello nelle differenti sub-regioni.
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Lo scopo di questo studio è descrivere nel dettaglio la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) relativa ai Piani Energetici Provinciali (PEP) al fine di delinearne un metodo efficace di valutazione, a partire dallo studio del caso della Provincia di Ravenna. In seguito alla mancanza di Linee Guida sulla VAS, si è ritenuta utile un´analisi comparativa tra metodologie e strumenti, e gli obiettivi specifici e generali che andrebbero rispettati in ogni VAS di un PEP. Lo studio si basa su confronti paralleli tra quattro casi di VAS di Piani Energetici Provinciali al fine di elaborare un modello di valutazione delle VAS, semplice e diretto, basato su contenuti teorici e metodologici provenienti da una selezione di studi e documenti nazionali e internazionali, di cui si è tenuto conto e da cui si sono estrapolate le migliori "Buone Pratiche" per la VAS. L´analisi seguente è stata effettuata attraverso matrici qualitative in cui, per ciascuna connessione tra metodologia e "obiettivo VAS" si è espresso un giudizio che cerca di tenere conto, quando possibile, dei criteri e dei principi generali di sostenibilità dettati dalle maggiori autorità e associazioni internazionali e nazionali di valutazione ambientale. Il confronto tra i quattro casi, ha evidenziato dei punti di debolezza nell´applicazione della Direttiva VAS. Questo studio inoltre, ha tra i suoi obiettivi, quello ambizioso di delineare un metodo efficace di valutazione strategica dei piani energetici provinciali, a partire dallo studio del caso della Provincia di Ravenna. Per questi obiettivi, si è deciso di impostare un programma di lavoro basato sui sistemi informativi geografici, che ha permesso di individuare le aree con potenziale di sviluppo energetico della risorsa solare. Nello specifico è stato possibile calcolare quanta “superficie utile”, presente nelle aree industriali e commerciali della Provincia, potrebbe essere sfruttata installandovi pannelli fotovoltaici. Si è riusciti con questa metodologia a fornire una stima più dettagliata delle reali potenzialità della risorsa solare in Provincia di Ravenna, individuando nel dettaglio territoriale le rispettive quote percentuali che potrebbero essere installate, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità del piano. Il percorso iniziato con questa tesi consente di riflettere sulla necessità di approfondire il tema del rapporto tra valutazione ambientale qualitativa di uno strumento di pianificazione come la VAS, e la stima quantitativa sia della sostenibilità che del danno ambientale legato agli impatti negativi che questo strumento dovrebbe rilevare. Gli sviluppi futuri cui la tesi pone le basi sono l'implementazione di strumenti quantitativi di analisi delle potenzialità energetiche e di valutazione degli scenari. Questi strumenti sono necessari a definire i modelli ambientali per il supporto alle decisioni in campo energetico.
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[ES]Son muchas las universidades en todo el mundo que han apostado, con mayor o menor éxito, por utilizar las tecnologías digitales de televisión en los diferentes campos de la enseñanza mediante el uso de los portales corporativos de televisión y de Internet. Mediante un estudio piloto realizado con un número reducido de alumnos de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria (ULPGC), este artículo analiza la valoración que hacen los estudiantes sobre la implantación de un canal propio de Televisión Universitario Interactivo con la novedad de ser difundido también por la red de Televisión Digital Terrestre (TDT) ,y así intentar dar a conocer las actividades relacionadas con la vida universitaria a la sociedad a través de un medio masivo de difusión de televisión y con amplia penetración en los hogares.