937 resultados para Social network site


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Nell’era dell’informazione in cui viviamo, ogni persona viene sdoppiata in due entità: oltre alla parte reale e materiale vi è un alterego fatto di dati ed informazioni che vive nei database e nei server che compongono il web. Il collegamento tra le due parti è dato dagli account e dalle chiavi di autenticazione, che si presumono essere segrete. Al giorno d’oggi ogni persona possiede almeno un account, sia esso una web mail, un profilo su un social network o l’account di online banking. Quasi la totalità di questi sistemi effettua l’autenticazione dell’utente tramite l’immissione di una password, e la sicurezza di quest’ultima è essenziale per la protezione delle informazioni personali, dei dati bancari e della propria identità. Col passare del tempo le informazioni personali che diamo in custodia al web crescono sempre più velocemente e diventano sempre più personali e delicate, ma purtroppo l’importanza che viene data alla sicurezza informatica non cresce di pari passo sia da parte degli utenti, sia da parte dei fornitori dei servizi web. Questa tesi ha come scopo quello di portare il lettore ad avere più coscienza rispetto alle tematiche della sicurezza informatica e di esporre in modo chiaro e semplice alcune delle problematiche che riguardano la sicurezza dei sistemi di autenticazione.

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La diffusione dei servizi cloud ha spinto anche il mondo degli IDE verso questa direzione. Recentemente si sta assistendo allo spostamento degli IDE da ambienti desktop ad ambienti Web. Questo è determinante per quanto riguarda gli aspetti legati alla collaborazione perchè permette di sfruttare tutti i vantaggi del cloud per dotare questi sistemi di chat, integrazione con i social network, strumenti di editing condiviso e molte altre funzionalità collaborative. Questi IDE sono detti browser-based in quanto i servizi che mettono a disposizione sono accessibili via Web tramite un browser. Ne esistono di diversi tipi e con caratteristiche molto diverse tra di loro. Alcuni sono semplici piattaforme sulle quali è possibile effettuare test di codice o utilizzare tutorial forniti per imparare nuovi linguaggi di programmazione; altri invece sono ambienti di sviluppo completi dotati delle più comuni funzionalità presenti in un IDE desktop, oltre a quelle specifiche legate al Web. Dallo studio di questi ambienti di sviluppo di nuova generazione è emerso che sono pochi quelli che dispongono di un sistema di collaborazione completo e che non tutti sfruttano le nuove tecnologie che il Web mette a disposizione. Per esempio, alcuni sono dotati di editor collaborativi, ma non offrono un servizio di chat ai collaboratori; altri mettono a disposizione una chat e il supporto per la scrittura simultanea di codice, ma non sono dotati di sistemi per la condivisione del display. Dopo l'analisi dei pregi e dei difetti della collaborazione fornita dagli strumenti presi in considerazione ho deciso di realizzare delle funzionalità collaborative inserendomi nel contesto di un IDE browser-based chiamato InDe RT sviluppato dall'azienda Pro Gamma SpA.

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L'informatica e le sue tecnologie nella società moderna si riassumono spesso in un assioma fuorviante: essa, infatti, è comunemente legata al concetto che ciò che le tecnologie ci offrono può essere accessibile da tutti e sfruttato, all'interno della propria quotidianità, in modi più o meno semplici. Anche se quello appena descritto è un obiettivo fondamentale del mondo high-tech, occorre chiarire subito una questione: l'informatica non è semplicemente tutto ciò che le tecnologie ci offrono, perchè questo pensiero sommario fa presagire ad un'informatica "generalizzante"; l'informatica invece si divide tra molteplici ambiti, toccando diversi mondi inter-disciplinari. L'importanza di queste tecnologie nella società moderna deve spingerci a porre domande, riflessioni sul perchè l'informatica, in tutte le sue sfaccettature, negli ultimi decenni, ha portato una vera e propria rivoluzione nelle nostre vite, nelle nostre abitudini, e non di meno importanza, nel nostro contesto lavorativo e aziendale, e non ha alcuna intenzione (per fortuna) di fermare le proprie possibilità di sviluppo. In questo trattato ci occuperemo di definire una particolare tecnica moderna relativa a una parte di quel mondo complesso che viene definito come "Intelligenza Artificiale". L'intelligenza Artificiale (IA) è una scienza che si è sviluppata proprio con il progresso tecnologico e dei suoi potenti strumenti, che non sono solo informatici, ma soprattutto teorico-matematici (probabilistici) e anche inerenti l'ambito Elettronico-TLC (basti pensare alla Robotica): ecco l'interdisciplinarità. Concetto che è fondamentale per poi affrontare il nocciolo del percorso presentato nel secondo capitolo del documento proposto: i due approcci possibili, semantico e probabilistico, verso l'elaborazione del linguaggio naturale(NLP), branca fondamentale di IA. Per quanto darò un buono spazio nella tesi a come le tecniche di NLP semantiche e statistiche si siano sviluppate nel tempo, verrà prestata attenzione soprattutto ai concetti fondamentali di questi ambiti, perché, come già detto sopra, anche se è fondamentale farsi delle basi e conoscere l'evoluzione di queste tecnologie nel tempo, l'obiettivo è quello a un certo punto di staccarsi e studiare il livello tecnologico moderno inerenti a questo mondo, con uno sguardo anche al domani: in questo caso, la Sentiment Analysis (capitolo 3). Sentiment Analysis (SA) è una tecnica di NLP che si sta definendo proprio ai giorni nostri, tecnica che si è sviluppata soprattutto in relazione all'esplosione del fenomeno Social Network, che viviamo e "tocchiamo" costantemente. L'approfondimento centrale della tesi verterà sulla presentazione di alcuni esempi moderni e modelli di SA che riguardano entrambi gli approcci (statistico e semantico), con particolare attenzione a modelli di SA che sono stati proposti per Twitter in questi ultimi anni, valutando quali sono gli scenari che propone questa tecnica moderna, e a quali conseguenze contestuali (e non) potrebbe portare questa particolare tecnica.

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Lo sviluppo di tecnologie informatiche e telematiche comporta di pari passo l’aumento di dispositivi informatici e di conseguenza la commissione di illeciti che richiedono l’uso di tecniche dell’informatica forense. Infatti, l'evoluzione della tecnologia ha permesso la diffusione di sistemi informatici connessi alla rete Internet sia negli uffici che nelle case di molte famiglie: il miglioramento notevole della velocità di connessione e della potenza dei dispositivi comporta l’uso di un numero sempre maggiore di applicazioni basate sul web 2.0, modificando lo schema classico d’uso del mezzo e passando da utente “lettore” a utente “produttore”: si potrebbe quasi porre la domanda “Chi non ha mai scritto un commento su un social network? Chi non ha mai caricato un video su una piattaforma di video sharing? Chi non ha mai condiviso un file su un sito?”. Il presente lavoro si propone di illustrare le problematiche dell’acquisizione del traffico di rete con particolare focus sui dati che transitano attraverso protocolli cifrati: infatti, l’acquisizione di traffico di rete si rende necessaria al fine di verificare il contenuto della comunicazione, con la conseguenza che diventa impossibile leggere il contenuto transitato in rete in caso di traffico cifrato e in assenza della chiave di decifratura. Per cui, operazioni banali nei casi di traffico in chiaro (come la ricostruzione di pagine html o fotografie) possono diventare estremamente impegnative, se non addirittura impossibile, quando non si sono previsti appositi accorgimenti e in assenza di idonei strumenti. Alla luce di tali osservazioni, il presente lavoro intende proporre una metodologia completa di acquisizione e uno strumento software che agevoli il lavoro di ricostruzione, e quindi verifica, dei dati contenuti nel traffico catturato, anche cifrato. Infine, verranno mostrati dei casi esemplificativi nei quali tale metodologia si rende opportuna (o meglio, necessaria) con test di ricostruzione dei dati eseguiti con il tool SSLTrafficReader.

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Negli anni la funzione dei social network è cambiata molte volte. Alle origini i social network erano uno strumento di connessione tra amici, ora sono siti internet in cui le persone mettono informazioni e quando un social network ha milioni di utenti, diventa un’incredibile sorgente di dati. Twitter è uno dei siti internet più visitati, e viene descritto come “the SMS of internet”, perchè è un social network che permette ai suoi utenti di inviare e leggere messaggi corti, di 140 caratteri, chiamati “tweets”. Con il passare del tempo Twitter `e diventato una fonte fondamentale di notizie. Il suo grande numero di utenti permette alle notizie di espandersi nella rete in modo virale. Molte persone hanno cercato di analizzare il potere dei tweet, come il contenuto positivo o negativo, mentre altri hanno cercato di capire se avessero un potere predittivo. In particolare nel mondo finanziario, sono state avviate molte ricerche per verificare l’esistenza di una effettiva correlazione tra i tweets e la fluttuazione del mercato azionario. L’effettiva presenza di tale relazione unita a un modello predittivo, potrebbe portare allo sviluppo di un modello che analizzando i tweets presenti nella rete, relativi a un titolo azionario, dia informazioni sulle future variazioni del titolo stesso. La nostra attenzione si è rivolata alla ricerca e validazione statistica di tale correlazione. Sono stati effettuati test su singole azioni, sulla base dei dati disponibili, poi estesi a tutto il dataset per vedere la tendenza generale e attribuire maggior valore al risultato. Questa ricerca è caratterizzata dal suo dataset di tweet che analizza un periodo di oltre 2 anni, uno dei periodi più lunghi mai analizzati. Si è cercato di fornire maggior valore ai risultati trovati tramite l’utilizzo di validazioni statistiche, come il “permutation test”, per validare la relazione tra tweets di un titolo con i relativi valori azionari, la rimozione di una percentuale di eventi importanti, per mostrare la dipendenza o indipendenza dei dati dagli eventi più evidenti dell’anno e il “granger causality test”, per capire la direzione di una previsione tra serie. Sono stati effettuati anche test con risultati fallimentari, dai quali si sono ricavate le direzioni per i futuri sviluppi di questa ricerca.

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I Social Network sono una fonte di informazioni di natura spontanea, non guidata, provviste di posizione spaziale e prodotte in tempo reale. Il Social Sensing si basa sull'idea che gruppi di persone possano fornire informazioni, su eventi che accadono nelle loro vicinanze, simili a quelle ottenibili da sensori. La letteratura in merito all’utilizzo dei Social Media per il rilevamento di eventi catastrofici mostra una struttura comune: acquisizione, filtraggio e classificazione dei dati. La piattaforma usata, nella maggior parte dei lavori e da noi, è Twitter. Proponiamo un sistema di rilevamento di eventi per l’Emilia Romagna, tramite l’analisi di tweet geolocalizzati. Per l’acquisizione dei dati abbiamo utilizzato le Twitter API. Abbiamo effettuato due passaggi per il filtraggio dei tweet. Primo, selezione degli account di provenienza dei tweet, se non sono personali è improbabile che siano usati per dare informazioni e non vanno tenuti in considerazione. Secondo, il contenuto dei tweet, vengono scartati se presentano termini scurrili, parole come “buon giorno” e un numero di tag, riferiti ad altri utenti, superiore a quattro. La rilevazione di un valore anomalo rispetto all'insieme delle osservazioni che stiamo considerando (outlier), è il primo indice di un evento eccezionale. Per l’analisi siamo ricorsi all’outlier detection come indice di rilevamento di un evento. Fatta questa prima analisi si controlla che ci sia un effettivo picco di tweet in una zona della regione. Durante il periodo di attività non sono accaduti eventi straordinari, abbiamo quindi simulato un avvenimento per testare l'efficacia del nostro sistema. La maggior difficoltà è che i dati geolocalizzati sono in numero molto esiguo, è quindi difficile l'identificazione dei picchi. Per migliorare il sistema si propone: il passaggio a streaming dei tweet e un aumento della velocità di filtraggio; la automatizzazione dei filtri; l'implementazione di un modulo finale che operi a livello del testo.

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Dalla volontà di proporre una soluzione al tema delle disabilità fisiche in ambiente cittadino evoluto e tecnologicamente avanzato, è nata l'idea di progettare un'applicazione in grado di generare visibilità attorno ad un tema che dovrebbe progredire nella stessa maniera dello sviluppo tecnologico. Lo scopo di questa tesi è proporre un tentativo concreto per entrare in contatto con una problematica di ordine sociale che lo sviluppo tecnologico dovrebbe tenere in maggiore considerazione. Si vuole cercare di sfruttare Internet come mezzo per enfatizzare un problema concreto come la mancanza di visibilità e coinvolgimento sociale attorno la tematica delle disabilità. I nativi digitali utilizzano costantemente sia social network che piattaforme dedite allo scambio di informazioni e alla creazione di visibilità. Vivono il mondo digitale come una vetrina nella quale potersi mettere in mostra e creare una reputazione. Il mondo digitale, in particolare quello dei social network viene visto dai più come la fonte principale di costruzione dei legami sociali, ciò è sicuramente vero, ma bisogna capire che tipo e quanto profonde possano essere tali relazioni. La mia generazione è cresciuta in un periodo ibrido, coinvolta sia nel mondo analogico sia in quello digitale, molti sono stati risucchiati da un vortice di superficialità e apparenze altamente correlati con gli effetti generati da una società capitalistica perfettamente identificabile nei profili che ogni giorno andiamo a creare per metterci in mostra nei social network. In prima analisi con la collaborazione del Dipartimento disabilità dell'Università di Bologna si era cercato di porre l'attenzione su un approccio più orientativo per venire in contro a problematiche del genere. Qualcosa che permettesse a tutti nella stessa maniera di vivere la realtà accademica e cittadina stimolando l'interazione degli studenti con socialità marginale.

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La Sentiment analysis, nata nell'ambito dell’informatica, è una delle aree di ricerca più attive nel campo dell’analisi del linguaggio naturale e si è diffusa ampiamente anche in altri rami scientifici come ad esempio le scienze sociali, l’economia e il marketing. L’enorme diffusione della sentiment analysis coincide con la crescita dei cosiddetti social media: siti di commercio e recensioni di prodotti, forum di discussione, blog, micro-blog e di vari social network. L'obiettivo del presente lavoro di tesi è stato quello di progettare un sistema di sentiment analysis in grado di rilevare e classificare le opinioni e i sentimenti espressi tramite chat dagli utenti della piattaforma di video streaming Twitch.tv. Per impostare ed organizzare il lavoro, giungendo quindi alla definizione del sistema che ci si è proposti di realizzare, sono stati utilizzati vari modelli di analisi in particolare le recurrent neural networks (RNNLM) e sistemi di word embedding (word2vec),nello specifico i Paragraph Vectors, applicandoli, dapprima, su dati etichettati in maniera automatica attraverso l'uso di emoticon e, successivamente, su dati etichettati a mano.

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Farm animals may serve as models for evaluating social networks in a controlled environment. We used an automated system to track, at fine temporal and spatial resolution (once per minute, +/- 50 cm) every individual in six herds of dairy cows (Bos taurus). We then analysed the data using social network analyses. Relationships were based on non-random attachment and avoidance relationships in respect to synchronous use and distances observed in three different functional areas (activity, feeding and lying). We found that neither synchrony nor distance between cows was strongly predictable among the three functional areas. The emerging social networks were tightly knit for attachment relationships and less dense for avoidance relationships. These networks loosened up from the feeding and lying area to the activity area, and were less dense for relationships based on synchronicity than on median distance with respect to node degree, relative size of the largest cluster, density and diameter of the network. In addition, synchronicity was higher in dyads of dairy cows that had grown up together and shared their last dry period. This last effect disappeared with increasing herd size. Dairy herds can be characterized by one strongly clustered network including most of the herd members with many non-random attachment and avoidance relationships. Closely synchronous dyads were composed of cows with more intense previous contact. The automatic tracking of a large number of individuals proved promising in acquiring the data necessary for tackling social network analyses.

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This project is the third stage of a comparative research project, The New Baltic Barometer, which was carried out simultaneously with the "New Democracies Barometer" of the Paul Lazerfeld Society (Vienna) and The Russian Barometer. It studied the opinion and behaviour of the largest Baltic ethnic groups (Estonians, Latvians, Lithuanians). The main focus was on the attitudes of Baltic residents towards the changes in the economic and political system, attitudes towards political values, political trust, and attitudes to the Baltic countries joining the European Union. An analysis of macroeconomic indicators of the Baltic states made it possible to deduce the link between the country's economic development, and satisfaction with the political regime and attitudes towards democratic values. The study analysed the conditions for the democratisation of society, i.e. the development of culture and public opinion in the Baltic states. Attention was also paid to the development of a social network of individuals, showing the transition from informal networks to impersonal institutions. The group concluded that the participation of residents in formal organisations, NGOs in particular, considerably fosters political trust and also increases political efficacy. Participation in formal organisations also reduces the importance of esteem for an authoritarian leader.

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BACKGROUND: Pain is a common experience in later life. There is conflicting evidence of the prevalence, impact, and context of pain in older people. GPs are criticised for underestimating and under-treating pain. AIM: To assess the extent to which older people experience pain, and to explore relationships between self-reported pain and functional ability and depression. DESIGN OF STUDY: Secondary analysis of baseline data from a randomised controlled trial of health risk appraisal. SETTING: A total of 1090 community-dwelling non-disabled people aged 65 years and over were included in the study from three group practices in suburban London. METHOD: Main outcome measures were pain in the last 4 weeks and the impact of pain, measured using the 24-item Geriatric Pain Measure; depression symptoms captured using the 5-item Mental Health Inventory; social relationships measured using the 6-item Lubben Social Network Scale; Basic and Instrumental Activities of Daily Living and self-reported symptoms. RESULTS: Forty-five per cent of women and 34% of men reported pain in the previous 4 weeks. Pain experience appeared to be less in the 'oldest old': 27.5% of those aged 85 years and over reported pain compared with 38-53% of the 'younger old'. Those with arthritis were four times more likely to report pain. Pain had a profound impact on activities of daily living, but most of those reporting pain described their health as good or excellent. Although there was a significant association between the experience of pain and depressed mood, the majority of those reporting pain did not have depressed mood. CONCLUSION: A multidimensional approach to assessing pain is appropriate. Primary care practitioners should also assess the impact of pain on activities of daily living.

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BACKGROUND: Pain and depression are known to be associated in later life, and both have a negative effect on physical performance both separately and in combination. The nature of the relationships between pain intensity and depression in elderly persons experiencing pain is less clear. The objectives of this study were to explore which factors are associated with depressed mood in older people experiencing pain, and to test the hypothesis that older people experiencing pain are at risk of depressed mood according to the severity or frequency of their pain. In addition we explored whether other potentially modifiable factors might increase the risk of depressed mood in these persons. METHODS: The study is a secondary analysis of baseline data for four hundred and six community-dwelling non-disabled people aged 65 and over registered with three group practices in suburban London who had experienced pain in the past 4 weeks. Intensity and frequency of pain was measured using 24 item Geriatric Pain Measure (GPM) and the presence of depressive symptoms using the 5 item Mental Health Inventory. Risk for social isolation was measured using the 6 item Lubben Social Network scale and instrumental activities of daily living (IADL) were also measured. RESULTS: Overall 76 (19%) had depressed mood. Pain frequency and severity were not statistically significantly associated with depressed mood in this population. In multivariate analyses, significant predictors of the presence of depressive symptoms were difficulties with basic ADLs (OR 2.8, 95% CI 1.1.7.8), risk for social isolation (OR 4.1, 95% CI 1.8-9.3), and basic education only (OR 2.2, 95% CI 1.1-4.4). CONCLUSION: Older people experiencing pain are also likely to experience depression. Among those experiencing pain, social network and functional status seem to be more important predictors of depressive symptoms than the severity of pain. Further studies should evaluate whether improvement of social network and functional status might reduce depressive symptoms in older patients.

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The goal of this article was to study teachers' professional development related to web-based learning in the context of the teacher community. The object was to learn in what kind of networks teachers share the knowledge of web-based learning and what are the factors in the community that support or challenge teachers professional development of web-based learning. The findings of the study revealed that there are teachers who are especially active, called the central actors in this study, in the teacher community who collaborate and share knowledge of web-based learning. These central actors share both technical and pedagogical knowledge of web-based learning in networks that include both internal and external relations in the community and involve people, artefacts and a variety of media. Furthermore, the central actors appear to bridge different fields of teaching expertise in their community. According to the central actors' experiences the important factors that support teachers' professional development of web-based learning in the community are; the possibility to learn from colleagues and from everyday working practices, an emotionally safe atmosphere, the leader's personal support and community-level commitment. Also, the flexibility in work planning, challenging pupils, shared lessons with colleagues, training events in an authentic work environment and colleagues' professionalism are considered meaningful for professional development. As challenges, the knowledge sharing of web-based learning in the community needs mutual interests, transactive memory, time and facilities, peer support, a safe atmosphere and meaningful pedagogical practices. On the basis of the findings of the study it is suggested that by intensive collaboration related to web-based learning it may be possible to break the boundaries of individual teachership and create such sociocultural activities which support collaborative professional development in the teacher community. Teachers' in-service training programs should be more sensitive to the culture of teacher communities and teachers' reciprocal relations. Further, teacher trainers should design teachers' in-service training of web-based learning in co-evolution with supporting networks which include the media and artefacts as well as people.

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The goal of this article was to study teachers' professional development related to web-based learning in the context of the teacher community. The object was to learn in what kind of networks teachers share the knowledge of web-based learning and what are the factors in the community that support or challenge teachers professional development of web-based learning. The findings of the study revealed that there are teachers who are especially active, called the central actors in this study, in the teacher community who collaborate and share knowledge of web-based learning. These central actors share both technical and pedagogical knowledge of web-based learning in networks that include both internal and external relations in the community and involve people, artefacts and a variety of media. Furthermore, the central actors appear to bridge different fields of teaching expertise in their community. According to the central actors' experiences the important factors that support teachers' professional development of web-based learning in the community are; the possibility to learn from colleagues and from everyday working practices, an emotionally safe atmosphere, the leader's personal support and community-level commitment. Also, the flexibility in work planning, challenging pupils, shared lessons with colleagues, training events in an authentic work environment and colleagues' professionalism are considered meaningful for professional development. As challenges, the knowledge sharing of web-based learning in the community needs mutual interests, transactive memory, time and facilities, peer support, a safe atmosphere and meaningful pedagogical practices. On the basis of the findings of the study it is suggested that by intensive collaboration related to web-based learning it may be possible to break the boundaries of individual teachership and create such sociocultural activities which support collaborative professional development in the teacher community. Teachers' in-service training programs should be more sensitive to the culture of teacher communities and teachers' reciprocal relations. Further, teacher trainers should design teachers' in-service training of web-based learning in co-evolution with supporting networks which include the media and artefacts as well as people.

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The goal of this article was to study teachers' professional development related to web-based learning in the context of the teacher community. The object was to learn in what kind of networks teachers share the knowledge of web-based learning and what are the factors in the community that support or challenge teachers professional development of web-based learning. The findings of the study revealed that there are teachers who are especially active, called the central actors in this study, in the teacher community who collaborate and share knowledge of web-based learning. These central actors share both technical and pedagogical knowledge of web-based learning in networks that include both internal and external relations in the community and involve people, artefacts and a variety of media. Furthermore, the central actors appear to bridge different fields of teaching expertise in their community. According to the central actors' experiences the important factors that support teachers' professional development of web-based learning in the community are; the possibility to learn from colleagues and from everyday working practices, an emotionally safe atmosphere, the leader's personal support and community-level commitment. Also, the flexibility in work planning, challenging pupils, shared lessons with colleagues, training events in an authentic work environment and colleagues' professionalism are considered meaningful for professional development. As challenges, the knowledge sharing of web-based learning in the community needs mutual interests, transactive memory, time and facilities, peer support, a safe atmosphere and meaningful pedagogical practices. On the basis of the findings of the study it is suggested that by intensive collaboration related to web-based learning it may be possible to break the boundaries of individual teachership and create such sociocultural activities which support collaborative professional development in the teacher community. Teachers' in-service training programs should be more sensitive to the culture of teacher communities and teachers' reciprocal relations. Further, teacher trainers should design teachers' in-service training of web-based learning in co-evolution with supporting networks which include the media and artefacts as well as people.