918 resultados para SCIAROIDEA DIPTERA
Resumo:
Symbiotic associations with microorganisms are pivotal in many insects. Yet, the functional roles of obligate symbionts have been difficult to study because it has not been possible to cultivate these organisms in vitro. The medically important tsetse fly (Diptera: Glossinidae) relies on its obligate endosymbiont, Wigglesworthia glossinidia, a member of the Enterobacteriaceae, closely related to Escherichia coli, for fertility and possibly nutrition. We show here that the intracellular Wigglesworthia has a reduced genome size smaller than 770 kb. In an attempt to understand the composition of its genome, we used the gene arrays developed for E. coli. We were able to identify 650 orthologous genes in Wigglesworthia corresponding to ≈85% of its genome. The arrays were also applied for expression analysis using Wigglesworthia cDNA and 61 gene products were detected, presumably coding for some of its most abundant products. Overall, genes involved in cell processes, DNA replication, transcription, and translation were found largely retained in the small genome of Wigglesworthia. In addition, genes coding for transport proteins, chaperones, biosynthesis of cofactors, and some amino acids were found to comprise a significant portion, suggesting an important role for these proteins in its symbiotic life. Based on its expression profile, we predict that Wigglesworthia may be a facultative anaerobic organism that utilizes ammonia as its major source of nitrogen. We present an application of E. coli gene arrays to obtain broad genome information for a closely related organism in the absence of complete genome sequence data.
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A diuretic hormone of unusual structure was isolated from extracts of whole heads of the mealworm Tenebrio molitor. The hormone is a 37-aa peptide of 4371 Da, with the sequence SPTISITAPIDVLRKTWEQERARKQMVKNREFLNSLN. This peptide increases cAMP production in Malpighian tubules of T. molitor. The amino acid sequence reveals that this peptide is a member of the family of sauvagine/corticotropin-releasing factor/urotensin I-related insect diuretic hormones. The C-terminal sequence of this peptide is quite different from other members of this family, which have a hydrophobic C terminus (isoleucinamide or valinamide). When aligned comparably, T. molitor diuretic hormone has a more hydrophilic C terminus, leucylasparagine (free acid). In contrast to all other known diuretic hormones of this family, this peptide has exceptionally low stimulatory activity on cAMP production in Malpighian tubules of Manduca sexta. However, at nanomolar concentrations it stimulates cAMP production in Malpighian tubules of T. molitor. Diuretic hormones of this family have been isolated previously from Lepidoptera, Orthoptera, Dictyoptera, and Diptera. This appears to be the first diuretic hormone isolated from a coleopteran insect.
Resumo:
Le formiche svolgono un importante ruolo all’interno degli ecosistemi ed alcune specie sono considerate keystone in quanto in grado di modificare la componente biotica e/o abiotica dell’ecosistema stesso. Sono animali ubiquitari che hanno colonizzato molteplici ambienti, compresi gli agroecosistemi. Negli agroecosistemi spesso svolgono un ruolo impattante determinando la diffusione o il regresso di specie di artropodi, alcune delle quali dannose alle colture. La presente ricerca tiene conto di un’ampia visione dei rapporti ecoetologici intercorrenti tra le formiche e la componente biotica di un ecosistema, utilizzando il concetto di rete multitrofica. In quest’ottica, si è pensato di costruire un sistema multitrofico costituito da una specie vegetale di interesse agrario (Cucumis sativus), dai suoi fitofagi naturali, divisi in fitomizi (afidi) (Aphis gossypii e Myzus persicae) e fitofagi masticatori (bruchi del lepidottero Mamestra brassicae), formiche (Formica pratensis) e predatori afidofagi (Aphidolets aphidimyza). Il sistema multitrofico è stato utilizzato sia per studiare l’aggressività delle formiche, sia per verificare l’esistenza di una comunicazione interspecifica tra le formiche e le piante (allelochimici). Gli studi sull’aggressività sono consistiti nel: • Verificare il livello di aggressività delle formiche nei confronti di un fitofago masticatore, competitore degli afidi nello sfruttare la pianta ospite. • Verificare se la presenza di afidi mutualisti fa variare il livello di aggressività delle formiche verso il competitore. • Verificare se esiste aggressività verso un predatore di afidi, i quali, secondo il paradigma della trofobiosi, dovrebbero essere difesi dalle formiche in cambio della melata. • Verificare se il predatore ha evoluto strategie volte ad eludere il controllo delle formiche sugli insetti che si approcciano alla colonia di afidi. Gli studi sui rapporti piante-formiche sono stati effettuati mediante olfattometro, osservando la risposta delle formiche alle sostanze volatili provenienti da piante infestate in modo differente con i fitofagi del sistema. Attraverso il trappolaggio e l’analisi gas-cromatografica delle sostanze prodotte dalle piante oggetto di studio abbiamo quindi individuato tipo e quantità di ogni composto volatile. Oltre alle piante di cetriolo, per questi esperimenti sono state utilizzate anche piante di patata (Solanum tuberosum). Dagli esperimenti sull’aggressività è risultato che le formiche manifestano un elevato potenziale predatorio, eradicando completamente la presenza dei bruchi sulle piante. Questo livello di aggressività tuttavia non cresce con la presenza degli afidi mutualisti che dovrebbero essere difesi dai competitori. Le formiche inoltre non sono in grado di sopprimere i predatori afidofagi che ipotizziamo riescano ad effettuare un camuffamento chimico, assumendo gli odori degli afidi dei quali si nutrono. I risultati degli esperimenti in olfattometro mostrano una chiara risposta positiva delle formiche verso gli odori di alcune delle piante infestate. Vi sono delle differenze nella risposta in funzione della specie di fitofago presente e della specie di pianta utilizzata. Nei trattamenti in cui erano presenti le piante di C. sativus, gli esperimenti in olfattometro hanno mostrato che le formiche rispondono in modo significativo agli odori emessi dalle piante in cui vi era la presenza del fitofago masticatore M. brassicae, solo o in associazione con A. gossypii. La presenza dei soli afidi, sia mutualisti (A. gossypii) sia non mutualisti (M. persicae), non ha invece indotto una risposta significativa nelle formiche rispetto agli odori delle piante non infestate. Nei trattamenti in cui erano presenti le piante di S. tuberosum la scelta delle formiche è stata significativa verso gli odori emessi dalle piante infestate con ciascuna delle singole specie di erbivori rispetto alle piante non infestate. Gli esperimenti sull’analisi delle sostanze volatili emesse dalle piante hanno confermato che gli organismi vegetali sono una vera centrale di produzione biochimica, infatti ben 91 composti volatili diversi sono stati individuati dall’analisi gas-cromatografica delle piante di cetriolo e 85 in quelle di patata. Dalle elaborazioni effettuate, rispettivamente 27 e 4 di essi sono prodotti esclusivamente dalle piante attaccate dai fitofagi. In generale, il cambiamento più consistente è dato dalla quantità di alcune sostanze volatili emesse dalle piante infestate rispetto a quelle integre che determina un cambiamento nei rapporti tra le sostanze che compongono i volatiles. E’ probabile che l’effetto attrattivo esercitato sulle formiche sia dato da un Blend di sostanze più che dai singoli composti presenti
Resumo:
Introdução: A leishmaniose visceral (LV) é um importante problema de saúde pública no Brasil, com cerca 3000 mil casos notificados anualmente. Nos últimos anos, a LV tem ampliado sua distribuição em vários estados do país, associada principalmente aos processos socioambientais, antrópicos e migratórios. A LV é causada pela infecção com Leishmania infantum chagasi, transmitida, principalmente, por Lutzomyia longipalpis (Diptera: Psychodidae). Este flebotomíneo apresenta ampla distribuição nas Américas, todavia, evidências sugerem que se constitui em um complexo de espécies crípticas. A dinâmica de transmissão da LV é modulada por fatores ecológicos locais que influenciam a interação entre populações do patógeno, do vetor e dos hospedeiros vertebrados. Portanto, o estudo das variáveis associadas a esta interação pode contribuir para elucidar aspectos dos elos epidemiológicos e contribuir para a tomada de decisões em saúde pública. Objetivo: Avaliar parâmetros relacionados à capacidade vetorial da população de Lu. longipalpis presente em área urbana do município de Panorama, estado de São Paulo. Métodos: Foram realizadas capturas mensais durante 48 meses para avaliar a distribuição espaço-temporal de Lu. longipalpis e investigar a circulação de Le. i. chagasi. Também foram realizados os seguintes experimentos com o vetor: captura-marcação-soltura-recaptura para estimar a sobrevida da população e a duração do seu ciclo gonotrófico, a atratividade dos hospedeiros mais frequentes em áreas urbanas, a proporção de repasto em cão, infecção experimental e competência vetorial. Resultados: Observou-se que no município de Panorama, Lu. longipalpis apresentou as frequências mais elevadas na estação chuvosa (entre outubro e março), maior densidade em áreas com presença de vegetação e criação de animais domésticos, locais aonde também foi demonstrada a circulação natural de espécimes de Lu. longipalpis infectados com Le. i. chagasi. Além disto, foi corroborado que a população de Lu. longipalpis apresentou hábito hematofágico eclético, altas taxas de sobrevivência e que foi competente para transmitir o agente da LV. Nos experimentos de laboratório foi evidenciada a heterogeneidade na infecção de fêmeas de Lu. longipalpis desafiadas a se alimentarem em cães comprovadamente infectados por L. i. chagasi e o rápido desenvolvimento do parasita neste vetor natural. Conclusões. As observações do presente estudo corroboram a capacidade vetora de Lu. longipalpis para transmitir a Le. i. chagasi e ressaltam a importância da espécie na transmissão do agente etiológico da LV. Ações de manejo ambiental, educação e promoção à saúde são recomendadas às autoridades municipais para diminuir o risco potencial de infecção na população humana e canina, considerando-se o elevado potencial vetor de Lu. longipalpis e a presença de condições que favorecem a interação dos componentes da tríade epidemiológica da LV.
Resumo:
Saproxylic diversity assessment is a major goal for conservation strategies in woodlands and it should consider woodland composition and configuration at site and tree level as key modelling factors. However, in Mediterranean woodlands little is known about the relation with the environmental factors that structure their assemblages, especially those linked to tree hollow microhabitats. We assessed the diversity of Syrphidae (Diptera) and Coleoptera saproxylic guilds that co-occurred in tree hollows located in three different Iberian Mediterranean woodlands in the Cabañeros National Park (Spain). Furthermore, we evaluated how differences in tree hollow microenvironmental variables (understood as the physical and biotic characteristics of a hollow and tree individual) influenced saproxylic guild diversity both within and among woodland sites. We found that woodland sites that provided greater heterogeneity of trees and hollow microhabitats determined higher saproxylic guild diversity. Nevertheless, certain species or even complete guilds can be favoured in woodlands where some hollow microhabitats predominate as a consequence of historical tree management. In general, hollow volume was the main determining factor for saproxylic guild richness and abundance in woodland sites, and large hollow volume was usually related to higher diversity, which highlighted the importance of multi-habitat hollow trees. Moreover, saproxylic guilds also responded to other different microenvironmental variables, which indicated different ecological preferences among guilds. The conservation of saproxylic insects in Iberian Mediterranean areas must be addressed to protect woodland sites that provide high diversity and large numbers of tree hollow microhabitats, and practices to enhance microhabitat heterogeneity should even be encouraged.
Resumo:
A new interaction between insects and carnivorous plants is reported from Brazil. Larvae of the predatory flower fly Toxomerus basalis (Diptera: Syrphidae: Syrphinae) have been found scavenging on the sticky leaves of several carnivorous sundew species (Drosera, Droseraceae) in Minas Gerais and São Paulo states, SE Brazil. This syrphid apparently spends its whole larval stage feeding on prey trapped by Drosera leaves. The nature of this plant-animal relationship is discussed, as well as the Drosera species involved, and locations where T. basalis was observed. 180 years after the discovery of this flower fly species, its biology now has been revealed. This is (1) the first record of kleptoparasitism in the Syrphidae, (2) a new larval feeding mode for this family, and (3) the first report of a dipteran that shows a kleptoparasitic relationship with a carnivorous plant with adhesive flypaper traps. The first descriptions of the third instar larva and puparium of T. basalis based on Scanning Electron Microscope analysis are provided.
Resumo:
v.4 (1858) [Homoptera]
Resumo:
Bd. 2
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v. 3 (1908)
Resumo:
Bd. 4
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Bd. 3
Resumo:
v. 6 (1909)
Resumo:
v. 7 (1910)
Resumo:
Bd. 1
Resumo:
v. 4 (1909)