999 resultados para Hidrologia urbana


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Il progetto di questa tesi affronta le tematiche relative agli interventi di riqualificazione, adeguamento e rigenerazione urbana di un edificio residenziale di 15 unità abitative situato nella zona della Bolognina in Via Tibaldi. Le condizioni di vetustà dell’edificato e l’evoluzione economico sociale del quartiere hanno portato negli anni all’insorgere di nuove situazioni di criticità. Si sono riscontrati problemi relativi alle dimensioni degli alloggi (troppo grandi per le esigenze dei nuovi nuclei familiari), ai bassi livelli di comfort interni (rapporti illuminanti non rispettati e dimensioni dei vani non confacenti a normativa), all’accessibilità (vano ascensore inefficiente) e alla bassa efficienza energetica, che produce elevati costi di esercizio. L’analisi degli spazi esterni invece ha evidenziato uno stato di abbandono della corte, caratterizzata dalla disorganizzazione dei percorsi e delle aree verdi oltre a una carenza del numero di posti auto necessari agli abitanti dell’isolato. L’obiettivo che si pone la tesi è quello di adeguare l’area alle nuove esigenze dell’utenza e di migliorare gli standard qualitativi dell’edificato, considerando la fattibilità dell’intervento e ipotizzando misure che si pongano in alternativa ad una demolizione completa dell’edificio. Inoltre, le soluzioni proposte sono state studiate in modo da poter essere applicate non solo sul caso studio, ma anche sull’intero isolato, in un’ottica di riqualificazione urbana.Per gli spazi interni, le scelte adottate riguardano la demolizione e ricostruzione puntuali delle murature non portanti o collaboranti e l’ampliamento delle superfici finestrate, conformando a normativa i vani degli alloggi, dotandoli di una maggior superficie utile e riducendo la condizione di discomfort luminoso interno. La stessa strategia è stata adottata anche per ridefinire e diversificare il taglio degli alloggi. Infine per migliorare l’accessibilità all’edificio e agli alloggi le soluzioni prevedono l’inserimento un sistema loggiato per rendere raggiungibili direttamente dal vano ascensore preesistente, che presentava uno sbarco solo interpiano, due appartamenti per piano (dal primo al quarto). Per raggiungere invece le unità abitative collocate nel piano rialzato si è previsto di innalzare la quota del terreno fino all’altezza della soglia di ingresso ai vani. Parallelamente ci si è occupati della riprogettazione degli spazi esterni, optando per un’azione a scala urbana. La riorganizzazione delle aree è avvenuta attraverso l’inserimento di nuovi percorsi pedonali di collegamento all’edificato e mediante la progettazione e riqualificazione di spazi per la socializzazione. Infine, per arginare le problematiche relative al fabbisogno di parcheggi, si è agito diversificando e ponendo su livelli differenti la viabilità carrabile e gli spazi verdi attraverso l’inserimento di un parcheggio seminterrato.

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Il progetto affronta le tematiche relative agli interventi di riqualificazione, adeguamento e rigenerazione urbana di un edificio residenziale degli anni ’20, di 15 unità abitative situato a Bologna, nella zona della Bolognina in Via Pellegrino Tibaldi. In tale edificio i problemi riscontrati riguardavano le dimensioni degli alloggi, i bassi livelli di comfort interni, l’accessibilità e la bassa efficienza energetica. Dall’analisi degli spazi esterni invece si evidenziava uno stato di abbandono della corte, caratterizzata dalla disorganizzazione dei percorsi e delle aree verdi oltre che dalla carenza di posti auto necessari agli abitanti dell’isolato. Per quanto concerne gli spazi interni, le scelte adottate riguardano la demolizione e la ricostruzione puntuale delle murature non portanti o collaboranti e l’ampliamento delle superfici finestrate mentre per riconfigurare e diversificare il taglio degli alloggi si è intervenuti solo sul quarto piano dove sono stati ricavati degli appartamenti di taglio inferiore. Infine per migliorare l’accessibilità all’edificio e agli alloggi si è previsto un sistema loggiato che rende raggiungibili direttamente dal vano ascensore preesistente, che presentava uno sbarco solo interpiano, due appartamenti per piano (dal primo al quarto). Per raggiungere invece le unità abitative collocate nel piano rialzato si è previsto di innalzare la quota del terreno fino all’altezza della soglia di ingresso ai vani. Parallelamente ci si è occupati della riprogettazione degli spazi esterni dotando le aree di nuovi percorsi pedonali di collegamento all’edificato e progettando spazi per la socializzazione. Infine, per arginare le problematiche relative al fabbisogno di parcheggi, si è agito diversificando e ponendo su livelli differenti la viabilità carrabile e gli spazi verdi attraverso l’inserimento di un parcheggio seminterrato.

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Lo studio presentato in questo elaborato è stato sviluppato con la finalità di studiare il comportamento visivo del ciclista, in ambiente urbano, in modo tale da studiare i principali fattori che ne influenzano la guida. La prova è stata condotta mediante il contributo del mobile-eye detector, un dispositivo progettato per il monitoraggio ed il tracciamento dei movimenti oculari. In questo studio ci si è concentrati in particolar modo sulla strategia visiva del ciclista nel caso di pista ciclabile bidirezionale su marciapiede, con presenza di lievi discontinuità della carreggiata e presenza di intersezioni a raso. Lo studio è stato condotto esaminando prima i dati delle fissazioni a livello macroscopico definendo due aree di interesse e poi esaminando le fissazioni su ogni singola interferenza.

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En las grandes metrópolis latinoamericanas, de las cuales la Región Metropolitana de Buenos Aires es ejemplo paradigmático, la polarización tradicional ha sido reemplazada por una fragmentación social, funcional y geográfica muy marcada del espacio urbano. Desde el punto de vista del espacio urbano entendido como construcción social (en el sentido de la «producción del espacio social» de Lefèbvre 1974), percebido, concebido y vivido por quienes habitan en él, sus experiencias compartidas y sus objetivos comunes (Johnstone 2004: 69), la lengua adquiere un papel fundamental como medio de expresión y reflejo de las identidades urbanas. A raíz de la redistribución en la estructura socio-urbana, el sentido de pertenencia a un lugar se hace cada vez más importante, lo cual se manifiesta tanto en preferencias de consumo como en actitudes sociales y lingüísticas, y no en último término en el uso de la lengua. La práctica lingüística revela la práctica social, de modo que determinados rasgos lingüísticos alcanzan un valor socio-indexical, es decir, actúan como elementos lingüísticos capaces de crear o constituir un significado social. Por un lado, un hablante se identifica y se asocia a un determinado grupo mediante el uso de determinados rasgos lingüísticos y crea, así, su identidad social a través de la lengua. Por otro lado, determinados rasgos lingüísticos se atribuyen de manera metonímica y generalizada a un determinado grupo, asociado, a su vez, a un lugar dentro del espacio urbano. Un rasgo indicador de un grupo social se convierte, según la terminología de Labov, en un estereotipo cuando clasifica de manera categórica a un grupo dado. Estas variantes estereotipadas muchas veces perduran como rastros en el ámbito de la lengua, viéndose reforzadas constantemente también por la representación de los medios de comunicación, factor determinante e ineludible en la construcción del espacio social actual. El objetivo de esta comunicación es, pues, proponer un planteamiento teórico y metodológico que permita analizar los estereotipos lingüísticos y espaciales que se observan en el área metropolitana de Buenos Aires y que, al estar tan vinculados con los desarrollos socio-espaciales, nos servirán como fuente de información para el estudio de los procesos urbanos.

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La narrativa de Mario Benedetti se ha caracterizado por una clara inclinación hacia el tema urbano. El escritor rastrea elementos de la cotidianidad y a través de ellos construye una estética del asfalto que se revela no sólo a nivel temático, sino mediante el lenguaje, la estructura de los relatos e incluso en el modo de ser de sus personajes. El análisis de algunos de sus cuentos nos permitirá verificar la permanencia de estos elementos.

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En Argentina el auge de las urbanizaciones cerradas se produjo a fines de los ochenta y principios de los noventa y ocurrió en las principales ciudades del país: Buenos Aires (Janoschka 2003; Svampa 2003), Rosario (Bragos et al 2003), Mendoza (Roitman 2003) y Tucumán (Malizia y Paolasso 2007). El fenómeno de las urbanizaciones cerradas también se reproduce, en menor escala, en ciudades intermedias como el Gran San Miguel de Tucumán -GSMT- (Mertins 1995). Este trabajo hace análisis de la distribución espacial de las urbanizaciones cerradas, cambios que se producen en la estructura urbana y procesos sociales resultantes de la interacción entre “los de adentro" y “los de afuera". El mismo se focaliza en el municipio de Yerba Buena, ubicado al oeste del GSMT, dado que concentra la mayor cantidad de urbanizaciones cerradas del aglomerado; en el 2005 ya se habían construido 45 emprendimientos de este tipo. En la actualidad en esta zona se conjugan la vivienda social, la ocupación ilegal de terrenos, los asentamientos precarios y los emprendimientos residenciales destinados a la clase media alta y alta (Müller 2000/01; Mertins 1995). Estos últimos impulsan la conformación de un CBD en rápida expansión y la construcción de centros comerciales, entretenimientos y otros en sus fronteras de avance. Esta expansión produce, a su vez, la fragmentación de la ciudad que se manifiesta en una marcada tendencia hacia una “ciudad de islas", tal como lo expresa Janoschka (2002) en su nuevo modelo de análisis de las metrópolis latinoamericanas.

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Para realizar esta investigación se parte de la hipótesis que es posible realizar un servicio de Higiene Urbana eficiente, que contemple las necesidades de los habitantes de un municipio, y cumpla con las restricciones presupuestarias de un Gobierno. Para demostrar esta hipótesis, partimos con la formulación de preguntas que nos van a orientar a visualizar los problemas que se han detectado para que esta hipótesis no se cumpla actualmente. Van algunas preguntas. ¿Cuál es el análisis necesario en la planificación de un servicio eficiente?. ¿Cuáles son los factores a tener en cuenta? ¿Cómo funciona una empresa que se desempeña en este sector? ¿Cuáles son los errores que se pueden detectar y qué soluciones se pueden sugerir? ¿Cómo definir el micro y macroambiente en el que estas empresas desempeñan sus actividades? ¿Qué actores se pueden identificar en el sector? ¿Qué intereses priman en este tipo de servicio? En nuestra Provincia no hay consenso en la forma que se brinda este servicio. Hay municipalidades donde se encuentra privatizado íntegramente como en Las Heras y Capital, sistemas mixtos como en Godoy Cruz, y otras como Luján de Cuyo, donde las tareas son realizadas íntegramente por personal municipal. En aquellas donde se encuentra privatizado, lo habitual es realizar una licitación pública por cada uno de los servicios. En este trabajo se plantea la posibilidad de unificar el servicio, realizar una Licitación y que la empresa adjudicada se beneficie con un mayor volumen de trabajo, lo que permite un mejor control para el Municipio, tareas estandarizadas y la posibilidad de lograr mejores acuerdos de mutuo beneficio.

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Para este estudio sobre movilidad urbana en el Área Metropolitana Mendoza (AMM), el problema de investigación se establece a partir de la interrelación de diversos factores. En primer lugar, se ha producido en los últimos años el crecimiento de la ciudad con una periferia extensa, de baja densidad, fragmentada y con fuertes indicios de segregación socio–espacial. En segundo lugar, tanto en Mendoza como en otras ciudades de América Latina, se ha producido en las últimas décadas un fuerte incremento del uso del automóvil particular junto a un importante deterioro en la prestación del servicio de transporte público, esto ha modificado los desplazamientos cotidianos de las personas por la ciudad. En tercer y último lugar, es de sumo interés para Mendoza desarrollar nuevas líneas de investigación sobre movilidad urbana cotidiana, que trasciendan los clásicos abordajes de los estudios sobre tránsito, transporte o análisis de datos secundarios (para el caso de la movilidad Encuesta Origen Destino), en sintonía al desarrollo científico de otras ciudades del continente y el mundo respecto a este tema. Se ha planteado como principal pregunta-problema en esta investigación ¿Cómo se relaciona la movilidad urbana con la localización residencial y el estatus socio económico en el Area Metropolitana de Mendoza?

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Este artículo busca analizar el proceso de expansión urbana de la ciudad de San Carlos de Bariloche, desde un enfoque de la especialidad y la temporalidad, con miras a comprender, desde sus lógicas de crecimiento, el actual contexto de profunda desigualdad urbana. Los distintos actores hegemónicos, los cuales fueron cambiando a lo largo del tiempo, han marcado el pulso de la urbanización, la expansión del ejido municipal y la aprobación de los loteos que contribuyeron a un crecimiento acelerado, descontrolado y especulativo. Entre ellos se destaca el Estado que desde distintas esferas instituciones, jurisdiccionales y funcionales, ostenta con determinado protagonismo su rol doble como agente y árbitro. Este estudio se ha realizado a partir de un profundo rastreo y análisis de fuentes documentales, muchas inéditas, vinculadas al desarrollo urbano barilochense, desde su fundación en 1902 hasta 2010. Así, con rupturas y continuidades, el crecimiento de esta ciudad media da cuenta de la notable importancia del estudio de los factores que definen modelos de desarrollo urbanos para comprender la complejidad del mosaico urbano actual y su posible mejoramiento.

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En este artículo se propone reflexionar sobre un conjunto de herramientas conceptuales que permitan analizar los modos en los cuales se configura la acción pública en el espacio urbano. Para ello se revisan una serie de contribuciones de la teoría política que consideran al aparato burocrático, en tanto objetivación de las instituciones estatales, como garante de las relaciones de producción hegemónicas. Y, al mismo tiempo, se supone que el ámbito intraestatal posee una dinámica específica, constituyéndose como un espacio de disputa política entre diversos actores. Teniendo en cuenta este escenario, el análisis de las políticas públicas implica una lectura dinámica acerca de la articulación de las relaciones sociales en el ámbito estatal, que exige indagar las estrategias y los intereses de los actores que se organizan en torno a redes o entramados según las cuestiones socialmente problematizadas que logran permear la agenda pública. Desde esta perspectiva se propone elaborar una definición de política urbana y delimitar una serie de interrogantes básicos para su abordaje. Para tal fin, se consideran ciertas particularidades que asume la política urbana como una política pública de fuerte impronta territorial. Además, se reconocen distintas formas de intervención estatal en el espacio urbano y ciertos nudos problemáticos que hacen a la definición de la cuestión urbana en la actualidad, escenario de la sanción de un nuevo marco normativo en la provincia de Buenos Aires.

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El artículo aborda la constitución y despliegue de la Comisión de Desarrollo Urbano y Regional de CLACSO en tanto red regional entre 1967 y 1973. En el marco de disputas entre distintos saberes expertos sobre la ciudad, se abordará cómo la Comisión replantea las relaciones entre planificación urbana y regional y ciencias sociales y, en términos más amplios, los vínculos entre técnica y política. Asimismo, como parte de la construcción de objetos de investigación trasnacionales, se analiza su intento de construir una programa latinoamericano sobre la investigación urbana y regional y cómo contactos previos construidos en universidades norteamericanas son reutilizados por integrantes de la comisión a los fines de expandirse y acceder a financiamiento. Finalmente, se indica cómo acontecimientos políticos en la región impactan sobre la comisión rearticulando su organización. El artículo se apoya en el análisis de fuentes primarias y secundarias.