999 resultados para Donatello i.e. Donato di Niccolò di Betto Bardi, ca. 1386-1466.


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Nel secolo scorso le donne in Cina sono passate dall'essere considerate schiave in casa propria ad avere le stesse opportunità degli uomini. Il processo di emancipazione e di creazione della propria identità è stato così rapido e pieno di contraddizioni che le donne di oggi si stanno ancora riprendendo dai traumi del passato, cercando anche di capire quale sia la loro posizione nella società e cosa rappresentino. Durante l'epoca imperiale non avevano libertà né alcun tipo di diritto, che sono stati loro concessi solo con l'avvento del comunismo. D'altra parte, il messaggio del Partito Comunista secondo cui "tutti dovevano essere considerati uguali" ha causato profonde ferite nella psiche e nel senso di sé delle donne. Negli anni '80, con l’apertura della Cina al mercato globale, le donne hanno potuto esplorare il loro lato più femminile ed esprimersi senza molte restrizioni. A causa del loro passato travagliato, le donne in Cina oggi stanno ancora cercando di trovare il loro spazio nella società per stabilire chi sono veramente. Questa tesi si concentra sulla rappresentazione delle donne nelle serie televisive cinesi, per via del potere che questi programmi hanno di plasmare l'opinione e le idee del pubblico. In particolare, analizzando quattro TV drama di quattro decadi diverse, si mostrerà come le donne nelle serie TV cambino nei valori e nelle caratteristiche. La tendenza generale a rappresentare donne che incarnano i valori morali confuciani, come la tranquillità e l'obbedienza al marito, sembra essere più comune nelle vecchie serie televisive. Più la serie televisiva è recente, più i valori moderni di indipendenza e imprenditorialità sono le caratteristiche principali dei personaggi. Attraverso la vita delle protagoniste, le serie televisive più recenti vogliono rappresentare fedelmente la realtà della società cinese, dove le donne forti e autonome iniziano a essere rispettate per le proprie scelte.

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Per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica del 2050 stabiliti dal Green Deal europeo, l’approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche è considerato essenziale e l’attuale crisi energetica ne ha rimarcato l’importanza. Tra queste materie prime, il neodimio risulta essere fondamentale per un ampio numero di applicazioni tecnologiche di interesse crescente come la mobilità elettrica e la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. La produzione mondiale di neodimio è dominata dalla Cina e l’Italia dipende completamente dalle importazioni per soddisfare la propria domanda. Il riciclo dei prodotti a fine vita potrebbe coprire parte della domanda nazionale di neodimio e ridurre la dipendenza dalle importazioni cinesi. Ma, attualmente, la percentuale di riciclo del metallo è inferiore all’1% globalmente con attività di riciclo spesso inesistenti su scala industriale a livello nazionale. Per dare chiarezza sulla catena del valore di neodimio in Italia e dimostrare le potenzialità del suo riciclo, in questa tesi sono state applicate le metodologie di MFA e di LCA. Un modello dinamico retrospettivo di MFA è stato sviluppato col fine di investigare il ciclo antropogenico del neodimio, identificando e valutando i flussi e le riserve nazionali dal 1995 al 2020. Attraverso un modello di distribuzione dei tempi di vita è stata quantificata la riserva in uso del metallo, che ammonta a 3,3 kt Nd o 56 g Nd pro capite. Un riciclo della riserva in uso potrebbe soddisfare l’attuale domanda di neodimio oltre al 2030. I risultati dell’MFA sono stati integrati con i fattori LCA di caratterizzazione di impatto ambientale, dimostrando che il riciclo potrebbe ridurre più dell’80% delle emissioni di gas serra e della energia richiesta associate alla produzione di neodimio primario. Si prevede che lo studio possa contribuire all’implementazione di politiche e strategie di rafforzamento della catena di approvvigionamento del neodimio.

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Negli ultimi decenni sono state registrate preoccupati fenomeni di mortalità della vongola Chamelea gallina, in particolare nell’area costiera emiliano-romagnola e di cui non sono ancora state chiarite le cause. Il presente studio si è occupato di caratterizzare la comunità microbica associata alla vongola nella ghiandola digestiva, utilizzando il sequenziamento della regione ipervariabile V3-V4 del gene rRNA 16S, al fine di individuare fenomeni di disbiosi in aree ad elevata mortalità. Sono state quindi esplorate le variazioni stagionali (da luglio a novembre) nella struttura del microbiota della vongola e nell'ecosistema microbico dell'acqua di mare circostante, in quattro siti scelti ad hoc, secondo un gradiente di incidenza storica di mortalità, da Nord a Sud, tra le aree di Ravenna e Rimini. Lo stato di salute della vongola e del suo microbiota associato sono stati esplorati tramite, rispettivamente, l’indice di condizione e lo studio mediante NGS della composizione dell’ecosistema microbico intestinale. I nostri dati, sebbene preliminari, dimostrano come tra le aree Nord e Sud ci sia un comportamento differente e reciproco relativamente all’andamento stagionale dei valori di diversità interna (alfa) al microbiota della vongola, che si riduce dall’estate all’autunno nelle aree Nord (Ravenna e Lido di Savio), mentre aumenta - nello stesso periodo di tempo - nelle aree Sud (Rimini e Cesenatico). A conferma dei dati di alfa diversità, l’analisi mediante PCoA delle variazione del microbiota della vongola tra i quattro siti di indagine stratificate per stagione, dimostrano profonde differenze tra i due estremi nord-sud. In particolare, l’analisi integrata dei dati storici di produttività, indice di condizione e dinamica del microbiota della g.d. ci ha consentito di discriminare cinque famiglie microbiche come potenziali Growth Promoting Bacteria, poiché associate ad un picco di indice di condizione che si registra nelle aree a bassa mortalità, nel mese di settembre.

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The neuronal-specific protein complexin I (CPX I) plays an important role in controlling the Ca(2+)-dependent neurotransmitter release. Since insulin exocytosis and neurotransmitter release rely on similar molecular mechanisms and that pancreatic beta-cells and neuronal cells share the expression of many restricted genes, we investigated the potential role of CPX I in insulin-secreting cells. We found that pancreatic islets and several insulin-secreting cell lines express high levels of CPX I. The beta-cell expression of CPX I is mediated by the presence of a neuron restrictive silencer element located within the regulatory region of the gene. This element bound the transcriptional repressor REST, which is found in most cell types with the exception of mature neuronal cells and beta-cells. Overexpression of CPX I or silencing of the CPX I gene (Cplx1) by RNA interference led to strong impairment in beta-cell secretion in response to nutrients such as glucose, leucine and KCl. This effect was detected both in the early and the sustained secretory phases but was much more pronounced in the early phase. We conclude that CPX I plays a critical role in beta-cells in the control of the stimulated-exocytosis of insulin.

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En hel del forskning har ägnats åt utvecklingen av indefinita artiklar. Viktiga frågor är varför de finns, hur de utvecklas och när de utvecklats i diverse språk. Även i svenskan har artikeln undersökts flera gånger. Den övergripande tendensen i den svenska forskningen är att se en diakron utveckling av artikeln under den fornsvenska perioden, men en hypotes att variationen är stilistisk har även presenterats. Mina primära forskningsfrågor kan därför sammanfattas på följande vis: Hurdan variation vad beträffar artikelns distribution förekommer i fornsvenska texter? Reflekterar variationen i texterna en diakron systemutveckling under den fornsvenska perioden, eller är variationen stilistisk? Jag undersöker 16 litterära texter från ca 1300 till 1541, dvs. ända fram till nysvensk tid. Perioden delas in fyra kortare perioder, och varje period representeras av två texter översatta från latin och två texter översatta från ett folkspråk eller ursprungligen skrivna på svenska. Varje text representeras av ett textblock om ca 15 000 ord. Arbetets idé är att jag grupperar texterna på ett kontinuum från arkaisk artikelanvändning till modern artikelanvändning, ser vilka texter som placerar sig var på kontinuumet, förklarar varför de placerar sig så och drar slutsatser om vad detta kan betyda för en datering av den indefinita artikelns utveckling i det svenska talspråket. Resultatet av undersökningen är att latinbaserade och vissa fornvästnordiska texter avviker från det moderna systemet, medan övriga texter, även de äldsta, uppvisar en i princip modern artikelanvändning. Jag argumenterar följaktligen för att det moderna systemet var färdigt utvecklat i svenskan redan vid den litterära tidens begynnelse ca 1300. Som en följd av översättning från latin och fornvästnordiska inlånas emellertid arkaiska markeringsmönster i vissa svenska texter, och denna stilistiska variation pågår i skrift under hela den fornsvenska perioden.

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Angiotensin II (Ang II), acting via the AT1 receptor, induces an increase in intracellular calcium [Ca(2+)]i that then interacts with calmodulin (CaM). The Ca(2+)/CaM complex directly or indirectly activates sodium hydrogen exchanger 1 (NHE1) and phosphorylates calmodulin kinase II (CaMKII), which then regulates sodium hydrogen exchanger 3 (NHE3) activity. In this study, we investigated the cellular signaling pathways responsible for Ang II-mediated regulation of NHE1 and NHE3 in Madin-Darby canine kidney (MDCK) cells. The NHE1- and NHE3-dependent pHi recovery rates were evaluated by fluorescence microscopy using the fluorescent probe BCECF/AM, messenger RNA was evaluated with the reverse transcription polymerase chain reaction (RT-PCR), and protein expression was evaluated by immunoblot. We demonstrated that treatment with Ang II (1pM or 1 nM) for 30 min induced, via the AT1 but not the AT2 receptor, an equal increase in NHE1 and NHE3 activity that was reduced by the specific inhibitors HOE 694 and S3226, respectively. Ang II (1 nM) did not change the total expression of NHE1, NHE3 or calmodulin, but it induced CaMKII, cRaf-1, Erk1/2 and p90(RSK) phosphorylation. The stimulatory effects of Ang II (1 nM) on NHE1 or NHE3 activity or protein abundance was reduced by ophiobolin-A (CaM inhibitor), KN93 (CaMKII inhibitor) or PD98059 (Mek inhibitor). These results indicate that after 30 min, Ang II treatment may activate G protein-dependent pathways, including the AT1/PLC/Ca(2+)/CaM pathway, which induces CaMKII phosphorylation to stimulate NHE3 and induces cRaf-1/Mek/Erk1/2/p90(RSK) activity to stimulate NHE1

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"Bibliographie": p. [235]-241.

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