981 resultados para VARI lean thinker


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We consider an entrepreneur that is the sole producer of a costreducing skill, but the entrepreneur that hires a team to usethe skill cannot prevent collusive trade for the innovation related knowledge between employees and competitors. We showthat there are two types of diffusion avoiding strategies forthe entrepreneur to preempt collusive communication i) settingup a large productive capacity (the traditional firm) and ii)keeping a small team (the lean firm). The traditional firm ischaracterized by its many "marginal" employees that work shortdays, receive flat wages and are incompletely informed about the innovation. The lean firm is small in number of employees,engages in complete information sharing among members, that are paid with stock option schemes. We find that the lean firm is superior to the traditional firm when technological entry costsare low and when the sector is immature.

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Ce travail n'a pas pour but d'établir une histoire du choeur tragique pour ainsi dire 'd'anthologie', mais bien plutôt de tracer un parcours sélectif et dynamique, en suivant l'évolution de ses formes et de ses fonctions dans la tragédie italienne, à partir du début du XVIe siècle jusqu' à la production alfiérienne et au retour du choeur dans le théâtre de Manzoni ; à cela s'ajoute un exercice en dehors du genre dramatique tel que le Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie dans les Operette morali di Giacomo Leopardi. Dans la première partie - la plus ample et complexe, portant sur l'emploi du choeur dans la tragédie de la Renaissance - on essaye de cerner le contexte qui favorise la persistance d'un espace choral en examinant plusieurs commentaires de la Poétique aristotélicienne, et des essais de théorie dramaturgique comme Della poesia rappresentativa de Angelo Ingegneri, ou le Discorso intorno al comporre de Giambattista Giraldi Cinzio. À côté de la discussion sur le rôle du choeur on envisage aussi le profil formel des sections chorales, en s'appuyant sur l'analyse métrique, dans le cadre plus général du 'petrarchismo metrico', et en particulier de la réception de la chanson pétrarquesque. Interroger la présence de trois constantes thématiques - par exemple la forme de l'hymne à Éros - signifie en suite relever l'importance de Sophocle pour le théâtre de la Renaissance dans la perspective du choeur. Cette première section est complétée par un chapitre entièrement consacré à Torquato Tasso et à son Re Torrismondo, qui présente un troisième chant choral de grande épaisseur philosophique, central dans l'économie du drame et analysé ici à travers un exercice de lecture qui utilise à la fois les instruments de la stylistique, de l'intertextualité, et de l'intratextualité concernant l'entier corpus poétique et philosophique tassien, de ses Rime aux Dialoghi. La deuxième section, qui commence par une exploration théorique de la question du choeur, conduite par exemple sur les textes de Paolo Beni e Tommaso Campanella, a pour cible principale de expliquer comment le choeur assume le rôle d'un vrai 'personnage collectif' dans le théâtre de Federico Della Valle : un choeur bien installé dans l'action tragique, mais conservant au même temps les qualités lyriques et philosophiques d'un chant riche de mémoire culturelle et intertextuelle, de la Phaedra de Sénèque à la Commedia dantesque dans la Reina di Scozia, centre principal de l'analyse et coeur du catholicisme contreréformiste dellavallien. Dans la troisième partie le discours se concentre sur les formes de la métamorphose, pour ainsi dire, du choeur : par exemple la figure du confident, conçu comme un substitut du groupe choral dans les discussions des théoriciens et des auteurs français - voir Corneille, D'Aubignac, Dacier - et italiens, de Riccoboni à Calepio et Maffei. Cependant dans cette section il est surtout question de la définition de l'aria mélodramatique compris comme le 'nouveau choeur' des Modernes, formulée par Ranieri Calzabigi et par Metastasio. Il s'agit donc ici de mettre en relation l'élaboration théorique contenue dans la Dissertazione de Calzabigi et dans l'Estratto de l'Arte poetica de Metastasio avec le premier et unique essai tragique de jeunesse de ce dernier, le Giustino, et le livret de son Artaserse. On essaye de montrer le profond lien entre l'aria et l'action dramatique : donc c'est le dramma musicale qui est capable d'accueillir la seule forme de choeur - l'aria - encore possible dans le théâtre moderne, tandis que le choeur proprement tragique est désormais considéré inutilisable et pour ainsi dire hors-contexte (sans toutefois oublier qu'à la fin du siècle Vittorio Alfieri essayait de ne pas renoncer au choeur dans sa traduction des Perses d'Eschyle ; et surtout dans un essai tragique comme l'Alceste seconda ou dans sa tramelogedia, l'Abele). Comme conclusion une section contenant des remarques qui voudrait juste indiquer trois possibles directions de recherche ultérieure : une comparaison entre Manzoni et Leopardi - dans la perspective de leur intérêt pour le choeur et de la différence entre le sujet lyrique manzonien et celui léopardien ; une incursion dans le livret du mélodrame verdien, afin de comprendre la fonction du choeur manzonien et sa persistance dans le texte pour l'opéra ; et enfin quelque note sur la réception du choeur manzonien et du Coro di morti léopardien dans le XXe siècle, en assumant comme point d'observation la poésie de Carlo Michelstaedter, Andrea Zanzotto et Franco Fortini. Il lavoro non intende tracciare una storia 'da manuale' del coro tragico, ma piuttosto indicare un percorso selettivo e dinamico, seguendo l'evoluzione delle sue forme e delle sue funzioni nella tragedia italiana, a partire dall'inizio del sedicesimo secolo per arrivare alla produzione alfieriana e al ritorno del coro nel teatro di Manzoni; a ciò si aggiunge una prova estranea al genere drammatico come il Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie nelle Operette morali di Giacomo Leopardi. Nella prima parte - la più ampia e complessa, riguardante l'impiego del coro nella tragedia rinascimentale - si cerca di ricostruire il contesto che favorisce la persistenza dello spazio corale attraverso l'esame di diversi commenti alla Poetica aristotelica, e di alcuni saggi di teoria drammaturgica come Della poesia rappresentativa di Angelo Ingegneri, o il Discorso intorno al comporre di Giambattista Giraldi Cinzio. La discussione sul ruolo del coro è affiancata dall'esame del profilo formale delle sezioni corali, grazie a un'indagine metrica nel quadro del più ampio petrarchismo metrico cinquecentesco, e in particolare nel quadro della ricezione della formacanzone petrarchesca. Interrogare la presenza di tre costanti tematiche - per esempio la forma dell'inno a Eros - significherà in seguito rilevare l'importanza di Sofocle per il teatro rinascimentale anche nella prospettiva angolata del coro. Questa prima sezione è completata da un capitolo interamente dedicato a Torquato Tasso e al suo Re Torrismondo, che presenta un terzo canto corale di grande spessore stilistico e filosofico, centrale nell'economia del dramma e analizzato qui attraverso un esercizio di lettura che si serve degli strumenti della stilistica e dell'intertestualità, oltre che del rapporto intratestuale fra i vari luoghi del corpus tassiano, dalle Rime ai suoi Dialoghi. La seconda sezione, che si avvia con un'esplorazione teorica della questione del coro nel Seicento - condotta per esempio sui testi di Paolo Beni e Tommaso Campanella - ha per fulcro la descrizione di un coro quale 'personaggio collettivo' nelle tragedie di Federico Della Valle: un coro ben inserito nell'azione tragica, ma che conserva allo stesso tempo le qualità liriche e filosofiche di un canto ricco di memoria culturale e intertestuale, dalla Fedra di Seneca alla Commedia dantesca, nella sua Reina di Scozia, centro dell'analisi e cardine del cattolicesimo controriformista dellavalliano. Nella terza sezione il discorso si concentra sulle forme della metamorfosi, per così dire, del coro: per esempio la figura del confidente, interpretato come un sostituto del gruppo corale nelle discussioni di teorici e autori francesi - Corneille, D'Aubignac, Dacier - e italiani, da Riccoboni a Calepio e Maffei. Ma qui ci si rivolge anzitutto alla definizione dell'aria melodrammatica, sentita quale 'nuovo coro' dei Moderni da Ranieri Calzabigi e Pietro Metastasio. Si tratterà dunque di mettere in relazione l'elaborazione teorica svolta nella Dissertazione di Calzabigi e nell'Estratto dell'arte poetica di Metastasio con il primo e unico - e giovanile - tentativo tragico di quest'ultimo, il Giustino, e con il libretto del suo Artaserse. L'intenzione è quella di mostrare il profondo legame tra l'aria e l'azione drammatica: è perciò il dramma musicale che è capace di accogliere la sola forma di coro - l'aria - ancora possibile nel teatro moderno, mentre il vero e proprio coro tragico si rassegna ormai a essere considerato inutile e per così dire fuori contesto (senza dimenticare, tuttavia, che al chiudersi del secolo Vittorio Alfieri tentava di non rinunciare al coro nella sua traduzione dei Persiani di Eschilo; e soprattutto in un tentativo tragico come la sua Alceste seconda o nella tramelogedia Abele). In conclusione una più veloce sezione che vorrebbe semplicemente indicare qualche altra possibile direzione di ricerca: un confronto fra Manzoni e Leopardi - nella prospettiva del coro interesse per il coro, e della differenza fra il soggetto lirico manzoniano e quello leopardiano; un'incursione nel libretto del melodramma verdiano, per misurarvi la funzione del coro manzoniano e la sua persistenza nel testo operistico; e infine qualche appunto sulla ricezione del coro manzoniano e del Coro di morti di Leopardi nel Novecento, assumendo quale punto d'osservazione la poesia di Carlo Michelstaedter, Andrea Zanzotto e Franco Fortini.

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Se analizan las características biológicas de la merluza, vocador y cabrilla observándose diferencias respecto al invierno de 1994, para la misma área de estudio. La merluza presentó una distribución latitudinal estratificada por tamaños, ubicándose los ejemplares más pequeños al sur de 7° S y los más grandes al norte de éste. El rango de tamaños estuvo entre 10 y 77 cm de longitud total, con una moda en 22 cm y otra en 34 cm. Predominaron los ejemplares de 1 y 2 años de edad. La longitud promedio de los machos por área varió entre 23,4 y 36,3 cm y en las hembras entre 22,8 y 49,7 cm. El proceso de maduración sexual se presentó algo adelantado al norte de los 6° S. La alimentación de merluza estuvo constituida por 24 tipos de presa, siendo los grupos de peces y crustáceos dos de mayor importancia, destacando Engraulis ringens, Euphausia mucronata y la misma merluza.

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El "cangrejo violáceo", Platyxanthus orbignyi, constituye un recurso marino de aceptación en el mercado y es explotado por los pescadores artesanales. Se realizaron muestreos quincenales, entre febrero 1988 y febrero 1989, utilizando trampas cangrejeras, en cuatro playas de Lambayeque, norte del Perú (San José, Pimentel, Santa Rosa y Eten), a fin de determinar los parámetros de crecimiento y las tasas de mortalidad total (Z) y natural (M). Se capturaron 3711 ejemplares. La talla varió entre 10 y 106 mm de ancho cefalotorácico (Ac). Los estados de muda presentes en la distribución polimodal de frecuencia de talla, fueron separados utilizando una modificación del método de BHATTACHARYA, obteniéndose el Ac de los diferentes estados de muda, que fueron ajustados por la Ley de DYAR. Se determinaron 12 estados de muda para los machos y 11 en las hembras; los incrementos fueron similares entre los estados de muda consecutivos, con un promedio de 8 mm en los machos y 7,7 mm en las hembras. Por muda, esta especie presenta un crecimiento de tipo aritmético y, al ajustar la ecuación de VON BERTALANFFY a la escalonada curva de crecimiento, se determinaron los parámetros de: Loo= 115,46; K = 0276; to = 0,104 en machos; y, Loo= 107,64; K = 0298; to = -0,118 en hembras. La tasa de mortalidad total (Z) se determinó por cinco metodologías cuyos resultados fueron concordantes variando entre 0,90 y 1,23 en machos y de 0,82 a 1,28 en hembras. La tasa de mortalidad natural (M),fue determinada por tres métodos bioanalógicos la cual fluctuó de 0,61 a 0,80 (machos) y de 0,73 a 1,02 (hembras).

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Describe las actividades del crucero de evaluación del stock de merluza BIC SON-1 9607-08, que tuvo como objetivo determinar la distribución, concentración y características biológicas de la merluza y su fauna acompañante en el invierno de 1996. Las especies más frecuentes en las capturas fueron merluza (Merluccius gayi peruanus); vocador (Prionotus stephanophrys); lenguado ojón (Hippoglossina macrops); bereche (Larinus pacificus) y calamar (Loligo gahi). El rango de tallas de merluza varió entre 16 y 80 cm de longitud total, con una moda en 27 cm. Se le encontró en proceso de madurez sexual, al igual que el vocador y lenguado. En las subáreas A, D y E, la merluza evidenció una tendencia creciente de la proporción de hembras conforme se incrementa la profundidad. Las tallas del vocador fluctuaron entre 13 y 28 cm con una medida de 19,25 cm. El lenguado ojón presentó rangos de tallas entre 19 y 28 cm con talla media muestral de 22,7 cm. Las longitudes del bereche variaron de 9 a 26 cm, con talla de 17,2 cm. En el calamar se observaron tallas comprendidas entre 12 y 14 cm y talla media de 13,9 cm.

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Presenta los resultados del segundo Monitoreo Oceanográfico Pesquero en Áreas Seleccionadas (MOPAS) en donde se detectó que la temperatura superficial del mar varió entre 20.9ºC a 14.6 °C, observándose las áreas más cálidas al norte de San Gallán (Pisco) y sur de Ilo, mientras que las principales áreas frías se observaron frente a Salaverry y sur de Pisco. Por tanto se concluye que el ambiente marino ha incrementado ligeramente sus valores térmicos y halinos en las superficies con respecto al mes de agosto, mientras que en la capa subsuperficial se ha enfriado ligeramente por el ascenso de las isotermas.

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Euglycemic hyperinsulinemia stimulates both sympathetic nerve activity and blood flow to skeletal muscle, but the mechanism is unknown. Possible mechanisms that may stimulate muscle blood flow include neural, humoral, or metabolic effects of insulin. To determine whether such insulin-induced vasodilation is modulated by stimulation of adrenergic or cholinergic mechanisms, we obtained, in eight healthy lean subjects, plethysmographic measurements of calf blood flow during 3 h of hyperinsulinemic (1 mU.kg-1.min-1) euglycemic clamp performed alone or during concomitant beta-adrenergic (propranolol infusion), cholinergic (atropine infusion), or alpha-adrenergic (prazosin administration) blockade. Euglycemic hyperinsulinemia alone increased calf blood flow by 38 +/- 10% (means +/- SE) and decreased vascular resistance by 27 +/- 4% (P < 0.01). The principal new observation is that these insulin-induced vasodilatory responses were not attenuated by concomitant propranolol or atropine infusion, nor were they potentiated by prazosin administration. In conclusion, these findings provide evidence that during euglycemic hyperinsulinemia in lean healthy humans stimulation of muscle blood flow is not mediated primarily by beta-adrenergic or cholinergic mechanisms. Furthermore, alpha-adrenergic mechanisms do not markedly limit insulin-induced stimulation of muscle blood flow.

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Presenta la distribución y composición superficial de la biomasa planctónica total (g/m3) por tamaño de los organismos, como alimento disponible para las especies planctónicas, durante el Crucero de Evaluación Hidroacústica de Recursos Pelágicos BIC José Olaya Balandra 9811-12. La biomasa planctónica entre Lobos de Tierra y Morro Sama varió entre 0,08 y 31,4 g/m3, con un valor medio de 4,07 g/m3. Latitudinalmente entre los 07° - 08° S y entre los 14° y 15°S. Se observaron dos picos importantes superiores a los 8 g/m3 dentro de las 30 mn. Las células entre 75 y 149 µm se distribuyeron el norte en forma irregular formando parches por fuera de las 30 mn entre Pimentel y Chimbote, pero de Huarmey a Atico se presentaron con una distribución más costera y homogénea. Organismos mayores de 149 µm estuvieron mayormente distribuidos entre Callao e Ilo, representados por formas del zooplancton y fitoplancton, destacando en este último, principalmente especies de fases avanzadas de la sucesión, además de especies oceánicas y algunas cadenas largas de Skeletonema costatum y Chaetoceros spp.

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El crucero se desarrolló en dos etapas, la primera en primavera 2010, de 4° a 11°25’S y la segunda en verano 2011, de 10°10’ a 17°23’S, entre 50 a 200 mn de la costa. La captura del recurso en la primera etapa fue 35.079,6 kg (25.669,1 kg de producción) y en la segunda 165.955,7 kg (123.229,5 kg de producción). La captura por unidad de esfuerzo por día de trabajo fluctuó de 2,9 a 4.292,6 kg/hora; 0,68 a 948,4 kg/línea; 0,07 a 99,8 kg/ línea*hora y 0,0017 a 2,4957 kg/pot*hora. La longitud del manto varió de 17 a 119 cm. Se registró hembras en estadio desovante III (51,5%), madurante II (21,6%); y machos en estadio evacuación III (85,1%) y virginales I (9,7%). Los grupos tróficos más importantes fueron: cefalópodos (% IRI= 66,4), crustáceos (% IRI= 23,7), peces (% IRI= 9,9). Las hembras presentaron: L∞ =111,233 cm LM, K=0,016, t0= 235 y los machos L∞ =99,718 cm LM, K=0,167 y t0=228,4; esta especie tiene una longevidad próxima o poco mayor a un año.

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En el Perú, los estudios sobre peces mesopelágicos, fueron orientados hacia aspectos de taxonomía, distribución espacial y estimación acústica de la biomasa de Vinciguerria lucetia “vinciguerria”. Debido a su importancia tanto en el aspecto nutricional, económico como ecológico, la presente tesis pretende aportar una base científica para posteriores investigaciones, estableciendo una escala histológica de madurez gonadal que permita validar una escala macroscópica para facilitar el manejo de la obtención de datos sin tener que recurrir al uso de sofisticada maquinaria que actualmente es requerida para este tipo de investigación. El sistema reproductor de las hembras de V. lucetia consta de un par de ovarios, los cuales en su parte anterior están unidos por un solo oviducto y van adoptando una forma tubular en su parte media y posterior, terminando en bordes redondeados. Microscópicamente, los ovarios están conformados por una pared, lamelas y un estroma que los sostiene. El sistema reproductor de los machos consta de un par de testículos, de forma ligeramente laminar, con un túbulo de colección común que se engrosa en estadios maduros, microscópicamente, se diferenció una zona de crecimiento (periférica) y una zona de colección (central), en la primera se presentó los túbulos seminíferos y en la segunda los ductos eferentes. En el desarrollo ovocitario se caracterizó por presentar ovogonias y 5 tipos de ovocitos (inmaduro, pre-vitelogénico, vitelogénico, maduro e hidratado). Además de estructuras como folículos post – ovulatorios y atresia. El desarrollo espermatogénico presentó 4 tipos de células espermatogénicas (espermatogonia, espermatocito, espermátida y espermatozoide). La escala de madurez gonadal para hembras validada microscópicamente consta de 5 estadios (inmaduro, en maduración, maduro, desovante y recuperación) y macroscópicamente de 4 estadios (inmaduro, en maduración, maduro y desovante). Para machos, la escala macroscópica de madurez gonadal validada microscópicamente consta de 4 estadios (inmaduro, en maduración, maduro y expulsante). La proporción sexual de la fracción adulta fue favorable para hembras en el periodo de estudio y la talla de primera madurez gonadal para hembras a considerar es de 52 mm. El IGS promedio mostró un mayor valor para las hembras que para los machos, con un promedio de 5.19 ± 2.76 % y 4.38 ± 2.62 % respectivamente. El FC varió para las hembras de 0.20 - 0.87 %, con un promedio de 0.49 ± 0.09 % y para los machos de 0.28 - 0.87 %, con un promedio de 0.51 ± 0.09 %.

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El estudio se basó en información biológica y biométrica de las sedes IMARPE Huacho, Pisco e Ilo entre el 2002 y 2010. La talla mínima de captura se estimó en 24,0 cm LT. La media estimada de mortalidad total (Z) fue 1,37; la tasa de explotación (E) varió entre 0,21 y 0,91 con promedio en 0,4. La época de desove en base al porcentaje de hembras desovantes sugiere que esta especie se reproduce durante las estaciones de primavera y verano.

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El estudio se realizó en octubre 2007, en el banco natural Meca-Las Lozas al norte de la Región Tacna. La longitud peristomal de C. concholepas varió de 27 a 109 mm, promedio 53,96 mm y moda principal 54 mm; 98,8% de los ejemplares menores a la talla comercial; proporción sexual de 1,0♂♂:1,1♀♀; IGS de 1,53%. Población estimada en 4.821.922 individuos; con densidad media de 4 ind/m2. Biomasa total estimada en 254,1 t, biomasa media de 0,218 kg/m². La macrofauna bentónica de invertebrados asociados al chanque incluyó 69 taxa de 11 phyla. La diversidad varió entre 1,78 y 2,58 bits/ind., el índice de predominio varió entre 0,54 a 0,78.

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El monitoreo se realizó en agosto 2007, a bordo de la L/P IMARPE IV, desde La Yarada hasta 40 mn frente a Quilca. La temperatura superficial varió de 13,7 a 16,4 °C, menores valores (<14,5 °C) se registraron entre Tancona y Quilca dentro de las 15 mn y mayores (>16 °C) entre Punta Coles y el Dominio Marítimo Sur por fuera de 20 mn. Las anomalías térmicas variaron de -1,4 a -0,8 °C. La gradiente térmica vertical estuvo conformada por 3 isotermas (14 a 16 °C), la isolínea de 15 °C se presentó entre la superficie (zonas costeras) y 35 m. La anchoveta tuvo mayor distribución hasta 40 mn frente a Mollendo, dentro de las 5 mn se ubicó mezclada con múnida, principalmente frente a Playa Tacna y Mollendo.

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En el 2002 cumpliendo con el Programa de Vigilancia en Bahías con Alto Potencial de Contaminación, se realizaron cinco prospecciones en las bahías de Huacho (11°05’S-11°07’S) y Carquín (11°04’S-11°05’S). En las dos bahías, la temperatura promedio anual fue 17,7 °C; el O2 promedio en superficie varió entre 3,5-3,8 mL/L y en fondo entre 1,3-1,7 mL/L. Los fosfatos en Huacho presentaron valores normales, en Carquín excedieron los límites permisibles en la LGA (15,80 μg-at/L, julio), los silicatos también superaron los límites. La salinidad fue baja por la descarga del rio Huaura. Ambas bahías mostraron mayores valores de contaminación en momentos de mayor actividad de plantas pesqueras y por efecto de efluentes domésticos, industriales y de irrigación.

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Se presenta análisis de ictioplancton y volúmenes de zooplancton de Paita a Bahía Independencia en primavera 2004. Engraulis ringens, especie dominante y más frecuente, varió entre 3 y 16.812 huevos/m2 y entre 3 y 3.108 larvas/m2, el 53,3% representó a huevos y el 72,2% a larvas. Vinciguerria lucetia (28,3%) y Diogenichthys laternatus (39,8%) fueron importantes por frecuencia pero con bajas abundancias. El índice de diversidad (H) del zooplancton fluctuó entre 0,004 y 1,582 bits, Equidad (J) entre 0,003 y 1 y Riqueza de especies (d) entre 0,102 y 1,588. Diversidad y equidad estuvieron directamente relacionadas con abundancia de huevos y larvas de anchoveta. Los volúmenes estuvieron comprendidos entre 0,4 y 45,0 mL/muestra, con un promedio de 11,08 mL/muestra, los mayores volúmenes se registraron en la zona norte independientemente de la distancia a la costa