1000 resultados para Sermones s.XIV-XV


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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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Este trabalho tem como objetivo Identificar a forma pela qual o atletismo é divulgado pela mídia impressa. Para tanto, foram coletadas reportagens referentes a esta modalidade esportiva na mídia impressa durante o período dos Jogos Pan-Americanos do Rio de Janeiro, em 2007. Mais especificamente, foram analisadas as reportagens referentes ao atletismo, do jornal “Folha de São Paulo”, coletadas 13 dias antes dos Jogos Pan-Americanos, durante os Jogos Pan-Americanos e 13 dias após o seu término. Com base na Análise de conteúdo de Bardin (1979), foram identificadas 6 categorias de análise, quais sejam: “Quadro de resultados/críticas”; “Análise crítica da competição”; “Expectativa de resultados” “Reportagens poliesportivas”; “Lesões” e “História de vida e incentivo”. Os resultados demonstraram que a mídia, por meio de suas reportagens, exerce influência no modo e na forma com que o leitor interpreta o atletismo, já que registra críticas aos atletas; cria rivalidades entre eles; gera expectativas por resultados positivos e enaltece os melhores atletas em detrimento dos menos conhecidos do público. Por meio dessa pesquisa constatamos particularidades da relação entre o atletismo e a mídia, as quais certamente influenciam no conhecimento que se tem acerca dessa modalidade esportiva.

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Pós-graduação em História - FCHS

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In the 15th and early 16th centuries, when traveling eastward and westward no longer proved extraordinary, travel writings, such as those of Marco Polo or Jean de Mandeville, were printed and reprinted and have been in the world of exchanges and acquisitions both in Portugal and in other parts of Europe. However, although they have played a key role in defining foreign worlds for Europe, reflecting the aspirations of their time and providing news about the universe to be discovered, these reports do not always necessarily tell of trips that were actually taken. Several of them, on the contrary, do no more than draw together, for contemporary readers, passages of interest taken from other writings; passages which, based on their regularity and frequency, would allow for a narrative staged as travel to be taken as truth for contemporaries and immediate successors. In the Iberian Peninsula of the late 15th century, an account written by an author about whom nothing is known, Gomez de Santisteban, who defines himself as a companion of Prince Pedro on a supposed trip to the Holy Land, was among those reports integrated into the description and the perception of the land being discovered. The driving question of this paper is, therefore, how Santisteban, though he wrote memories of trips that he did not take, achieved credibility like those travelers whose trips have been recognized as authentic.

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[ES] Se estudia la introducción de la escritura humanística en las inscripciones de la España del Renacimiento y su evolución a través de diversos programas epigráficos durante los siglos xv y xvi. La irrupción de las litterae antiquae en la epigrafía hispánica se realizó en las inscripciones de los primeros monumentos funerarios realizados conforme al nuevo estilo renacentista,pero muy pronto pasó a ser utilizada también en contextos públicos, como elemento de propaganda y autorrepresentación de la dinastía de los Austrias, así como por algunos miembros de la Nobleza, que vieron en la recuperación de los modelos de la tradición clásica un elemento más al servicio de la representación del poder, a través de la imagen y lo escrito.

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Programa de doctorado: Canarias: entre el Atlántico y el Mediterráneo

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[ES]Se analizan los cambios en las opciones económicas y la tecnología cerámica de la población indígena del norte de Mendoza (Centro Oeste Argentino), como consecuencia de la dominación inca y la colonia europea. Con base en la evidencia arqueológica y etnohistórica se reflexiona sobre estas transformaciones a luz del concepto de etnogénesis. Se concluye que los agentes de cambio -nuevos contextos de producción y consumo- influyeron de modo distinto: durante el incario y la colonia se mantuvieron prácticas ancestrales de subsistencia a la vez que se incorporaron nuevas; por el contrario, la producción cerámica cambió drásticamente en cada período de dominación. [EN] This paper analyses the changes in subsistence practices and ceramic technology in the local indigenous population of northern Mendoza (west central Argentina), which resulted from the Inca domination and the European colonization. Based on the archaeological and ethnohistorical evidence, we discuss these changes in relation to the concept of ethnogenesis. We conclude that agents of change -new contexts of production and consumption- affected this differently: during the Inca period and colony, ancestral subsistence practices were preserved, in addition to the new ones; on the contrary, ceramic production drastically changed in each period.

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La ricerca di Roberta Frigeni, svolta ad ampio spettro diacronico, è condotta su di una campionatura di specula principum - editi ed inediti - elaborati tra XII e XV secolo, e ne indaga il linguaggio quale referente privilegiato, rilevandone persistenze terminologiche e nuclei sintagmatici ricorrenti, al fine di individuare concetti utili a delineare un lessico politico proprio di questa testualità, in corrispondenza al sorgere dell’entità statale europea nel XIII secolo (con particolare riguardo all’area francese, ai regni di Luigi IX e Filippo il Bello). A partire da un’analisi critica delle tesi di Quentin Skinner circa la ‘ridefinizione paradiastolica’ del sistema delle virtù classiche entro il trattato De principatibus, lo studio innesca un percorso di indagine à rebours che - sondando il linguaggio - rintraccia nella trattatistica delle institutiones regum del XV secolo (Pontano, Patrizi, Carafa, Platina) e degli specula principum medievali (Elinando di Froidmont, Gilberto di Tournai, Vincenzo di Beauvais, Guglielmo Peraldo, Egidio Romano, Guido Vernani) una consonanza di motivi nella sintassi e nell’immaginario preposti ad illustrare le potenzialità semantiche del nome di prudentia, individuata quale unica virtù sopravvissuta alla ‘ridescrizione’ del codice etico operata da Machiavelli. Indagando i progressivi ampliamenti del campo semantico sorto attorno al nome della virtù di prudenza entro la letteratura speculare, la ricerca mostra come il dialettico rapporto con i lessemi di sapientia, astutia, fides ed experientia abbia avuto un ruolo determinante per il sorgere di un’immagine del principe emancipata dalla figura biblica del “rex sapiens”, e per la formazione di un lessico ospitale delle manifestazioni concrete del vivere politico ed economico. I processi di dilatazione e rarefazione del bacino semantico di prudentia sono, infatti, funzionali ad illustrare come il linguaggio della testualità speculare registri l’acquisizione di nuove strumentazioni teoriche grazie al rinnovamento delle fonti a disposizione lungo il secolo XIII, che - sostituendo progressivamente il più recente dossier aristotelico al solo apparato veterotestamentario - permettono di integrare la concezione delle virtù in senso operativo, adattandola alle esigenze politico-economiche dei nuovi contesti istituzionali monarchici.

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La tesi si pone come finalità quella di analizzare un comprensorio territoriale dal punto di vista insediativo, cercando di coglierne le peculiarità e i mutamenti nel lungo periodo attraverso un uso incrociato di fonti scritte e archeologiche. La ricerca ha preso avvio dall’analisi del Saltopiano, uno dei distretti di ambito rurale che si ritrova nelle fonti tra IX-XII secolo, in passato già affrontato dalla storiografia specialmente in relazione all’organizzazione istituzionale delle aree rurali tra Longobardia e Romania durante i secoli altomedievali. Attraverso l’esame delle fonti scritte edite si è cercato di ricostruire il quadro dell’organizzazione territoriale, partendo dalla disamina dei centri di potere laici ed ecclesiastici che a questa area avevano rivolto il proprio interesse patrimoniale e politico, ma proponendo in modo analitico i dati che forniscono indicazioni dirette in relazione all’organizzazione insediativa e quindi alla gestione del territorio dal punto di vista socioeconomico. E’ stato posto in risalto il carattere di un insediamento rurale a maglie larghe, secondo la scansione in fundi e la presenza di poli di accentramento importanti come pievi, castra, vici e con una compresenza, per quanto ristretta a pochi esempi significativi, di altre forme di organizzazione come la curtis e la massa. Con la prosecuzione dello studio del territorio in senso diacronico, prima la scomparsa del riferimento al Saltopiano, poi la progressiva conquista del contado da parte del Comune di Bologna ha determinato un vero e proprio mutamento nell’approccio di analisi. E’ stato dato spazio all’analisi di fondi inediti (conservati principalmente all’Archivio di Stato di Bologna) e specificamente legati alla realtà territoriale studiata. In primo luogo, sono stati esaminati gli estimi del contado (Galliera e Massumatico), una fonte già frequentata in passato da altri studiosi, soprattutto con un interesse dal punto di vista demografico e economico. Nel caso specifico, sono stati estrapolati dalle prime rilevazioni fiscali del 1235 e del 1245 e poi da quelle di primo Trecento i dati che restituiscono l’organizzazione del territorio in modo concreto. Partendo dalle riflessioni di studi svolti in passato, che avevano considerato il fondamentale inserimento di importanti famiglie cittadine nella gestione sempre più ampia dei beni agricoli nel contado è stata avviata l’analisi di un altro fondo inedito, quello dei registri del Vicariato di Galliera (in particolare quelli concernenti la denuncia dei “danni dati” sulle proprietà agricole), da cui emerge in modo evidente la presenza di famiglie come i Guastavillani, i Caccianemici, i Lambertini. Tali dati, in associazione a quelli tratti dagli estimi, hanno fornito elementi essenziali per la comprensione del territorio rurale nel suo complesso e nei rapporti di interdipendenza tra le diverse componenti sociali. Una terza parte della tesi è dedicata nella sua totalità all’analisi delle fonti materiali che forniscono dati per lo studio dell’insediamento medievale nel territorio compreso tra gli attuali comuni di S. Pietro in Casale e Galliera. Partendo da alcune ricerche preliminari compiute negli anni ’90 del secolo scorso, è stato impostato un progetto di ricerca archeologica articolatosi in due campagne di ricognizione di superficie e in una prima campagna di scavo tramite sondaggio presso la torre di Galliera, al fine di ricavare dati di prima mano in un’area pressoché inesplorata dal punto di vista archeologico. Nonostante i limiti riscontrati dal punto di vista pratico, a causa del terreno fortemente alluvionato, si sono raccolti dati specifici che aiutano a inquadrare questo comprensorio e a confrontarlo con altre aree della regione e in particolare del comitato bolognese studiate in ricerche analoghe, mettendone in evidenza le specificità e le caratterizzazioni. Inoltre, alcune importanti persistenze materiali (un sistema di torri di cui rimangono alcuni esempi ancora conservati in alzato) hanno permesso di gettare luce sul valore commerciale e quindi strategico dell’area, soprattutto in funzione del passaggio delle merci lungo una via fluviale fondamentale tra XIII-XIV secolo nel collegare Ferrara a Bologna.