962 resultados para POLITICA RELATIVA A LA JUVENTUD


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La inversión extranjera en América Latina y el Caribe, 2000 Nuevos dilemas se suman a los antiguos en desarrollo agrícola Retomar la agenda del desarrollo (artículo de opinión del Secretario Ejecutivo de la CEPAL, José Antonio Ocampo) Precisiones: La precaria competitividad internacional de la región Indicadores Oportunidades y desafíos de la juventud en América Latina y el Caribe Publicaciones recientes y calendario de actividades

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En este trabajo se analiza la inserción de los jóvenes en el mercado laboral en diez países de América Latina durante las tres últimas décadas utilizando encuestas de hogares. Se constata que: i) la situación de los jóvenes se deterioró en el tiempo con una mejora hacia finales de la década de 2000. Pese a ello, las tasas de desempleo e informalidad juvenil se mantienen en niveles muy elevados; ii) los jóvenes logran ingresar en una trayectoria típica del ciclo de vida laboral, superando los resultados obtenidos por adultos de generaciones anteriores. La informalidad laboral no se ajusta a este comportamiento e indica la existencia de algún tipo de penalidad vinculada a la condición de informalidad en la juventud. En términos generales, los resultados son alentadores. Se concluye que los esfuerzos realizados para mejorar la situación de los jóvenes en el mercado de trabajo deben mantenerse para prolongar esta recuperación.

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La fecundidad masculina es un fenómeno demográfico poco estudiado, tanto en el Uruguay como en el resto de América Latina. Uno de los principales motivos es la escasa disponibilidad de información sobre las características sociodemográficas de los varones en el momento del nacimiento de sus hijos. Las encuestas nacionales de juventud realizadas en el Uruguay en 1990 y 2008 constituyen una oportunidad para investigar esa temática, pues brindan información sobre las características de los varones jóvenes al tener su primer hijo. Con este trabajo se pretende realizar un primer aporte a esa esfera de investigación en el Uruguay, al caracterizar el comportamiento reproductivo de los jóvenes uruguayos durante la juventud temprana. La investigación presenta el perfil sociodemográfico del tránsito a la paternidad de dos cohortes de varones. Las variables de corte analítico empleadas son: i) el nivel educativo alcanzado; ii) la simultaneidad con otros eventos de la transición a la adultez; iii) el nivel socioeconómico de la familia de origen, y iv) el tamaño de la localidad de residencia.

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El presente trabajo se enmarca en el proyecto “Inclusión social de la juventud en contextos de creciente violencia e inseguridad” implementado conjuntamente por la División de Desarrollo Social de la Comisión Económica para América Latina y el Caribe (CEPAL) y la Sede Subregional de la CEPAL en México. Su propósito es realizar una aproximación al fenómeno de las pandillas en El Salvador y sus consecuencias en cuanto al control y dominio territorial ejercido en las comunidades donde se han insertado. Además, tiene la finalidad de contribuir a la comprensión de un fenómeno cada vez más complejo y así evaluar posibles alternativas de solución a uno de los principales problemas de la sociedad salvadoreña.

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[ES] El estudio del ciclo biológico de cualquier población de peces tiene interés desde el punto de vista del conocimiento y, en las poblaciones sometidas a explotación, además desde la perspectiva de la conservación. En el caso de la población de herrera Lithognathus mormyrus de las Islas Canarias, el conocimiento del ciclo de vida cobra una extraordinaria importancia, habida cuenta de los claros síntomas de agotamiento observados en ella. En este trabajo se entrega, para esta población, información relativa a la sexualidad, reproducción, edad y crecimiento, aspectos cuyo conocimiento resulta fundamental para adoptar medidas de gestión dirigidas hacia su recuperación y conservación.

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L’oggetto del lavoro si sostanzia nella verifica del grado di giustiziabilità che i diritti sociali ricevono nell’ordinamento dell’Unione europea. L’indagine si articola in tre capitoli. Il primo è dedicato ad una sintetica ricostruzione dei modelli di welfare state riconosciuti dagli ordinamenti dei diversi paesi membri dell’Unione attraverso cui, la candidata enuclea un insieme di diritti sociali che ricevono tutela in tutti gli ordinamenti nazionali. L’esposizione prosegue, con la ricostruzione dell’evoluzione dei Trattati istitutivi dell’Unione e l’inclusione della sfera sociale tra gli obiettivi di questa. In particolare, il secondo capitolo esamina la giurisprudenza della Corte di Giustizia in relazione alle materie sociali, nonché l’inclusione dei diritti sociali nel testo della Carta dei diritti fondamentali. L’analisi si sofferma sulle tecniche normative adottate nell’area della politica sociale, evidenziando la tendenza ad un approccio di tipo “soft” piuttosto che attraverso il classico metodo comunitario. Esaurita questa analisi il terzo capitolo analizza i rapporti tra il diritto dell’Ue e quello della CEDU in materia di diritti sociali, evidenziano il diverso approccio utilizzato dalle due istanze sovranazionali nella tutela di questi diritti. Sulla base del lavoro svolto si conclude per una sostanziale mancanza di giustiziabilità dei diritti sociali in ambito dell’Unione. In particolare i punti deboli dell’Europa sociale vengono individuati in: un approccio regolativo alla dimensione sociale di tipo sempre più soft; la permanenza di alcuni deficit di competenze; la mancata indicazione di criteri di bilanciamento tra diritti sociali e libertà economiche e dalla compresenza delle due nozioni di economia sociale e di economia di mercato. Le conclusioni mostrano come l’assenza di competenze esclusive dell’Unione in materia di politica sociale non consenta una uniformazione/armonizzazione delle politiche sociali interne, che si riflette nell’incapacità dei modelli sociali nazionali di assorbire i grandi mutamenti macro economici che si sono avuti negli ultimi vent’anni, sia a livello sovranazionale che internazionale.

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Il diritto a un minimo decente di assistenza sanitaria – spesso chiamato, più semplicemente, diritto alla salute – fa parte dei cosiddetti diritti di seconda generazione, cioè quelli che richiedono un impegno attivo da parte dello stato per assicurare ad ogni cittadino la possibilità di una vita dignitosa. Il diritto alla salute si trova enunciato nei più importanti documenti internazionali, a partire dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948), e nella maggior parte delle costituzioni nazionali, compresa quella italiana. Tuttavia, nel Sud del mondo, la sua applicazione è ostacolata da un gran numero di fattori (povertà, guerre, corruzione politica, ecc.); cosicché la maggior parte degli esseri umani vive in società prive di un sistema sanitario nazionale, cadendo vittima di malattie facilmente curabili o prevenibili. Per affrontare questo problema, la cooperazione sanitaria internazionale ha sperimentato nel tempo due diverse forme di intervento: una incentrata sulla diffusione dell’assistenza sanitaria di base (come raccomandato dalla Conferenza di Alma-Ata del 1978), l’altra sui cosiddetti “programmi verticali”, i quali agiscono su singole malattie o branche della sanità. Nessuno dei due approcci però ha prodotto i risultati sperati. L’Ong italiana Emergency propone un modello di cooperazione sanitaria per molti aspetti innovativo: esso si fonda su progetti autogestiti e totalmente gratuiti (che vanno dalla pediatria alla chirurgia di guerra alla cardiochirurgia) ed è capace di incidere sul tessuto sociale nel quale si inserisce, fino ad influenzare le scelte politiche delle autorità locali. Solamente intervenendo in un modo simile sui determinanti sociali della salute, sembra possibile migliorare realmente lo stato di salute delle popolazioni più povere e garantire così la prima delle condizioni necessarie perché ogni persona abbia la possibilità di vivere una vita decente.

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La ricerca è stata incentrata su di una fonte di grande importanza per una più puntuale comprensione della vita del regno di Federico II: il Quaternus excadenciarum Capitinate. Essa ha tenuto presenti le altre fonti coeve: Liber Augustalis, Registro della Cancelleria di Federico II degli anni 1239-1240, fonti cronachistiche. Il Quaternus è un inventario di talune particolari categorie di beni demaniali, le excadencie, la cui concessione è scaduta e pertanto ritornano al fisco. Tali beni sono situati in 33 località del Giustizierato di Capitanata. Senza data, è stato redatto tra il 1249 e il 1250 (risultano inseriti i beni confiscati a Pier della Vigna, bollato di tradimento nel febbraio 1249). Obiettivo della ricerca è stato duplice: 1) analizzare e approfondire le questioni di natura giuridico-istituzionale ed economica implicate nel documento e tentare di ricostruire uno spaccato della Capitanata del XIII sec.; 2) offrire una nuova e più corretta edizione del testo. La prima parte dello studio ha inteso inquadrare il documento nel contesto delle esigenze proprie delle monarchie del tempo di tenere sotto controllo i beni immobili di ciascun regno ed analizzare la politica economica fridericiana (capp. I, II). La seconda parte è stata dedicata agli approfondimenti innanzi ricordati. Essa è struttura in sette capitoli (I. Il Quaternus excadenciarum Capitinate; II. Beni e diritti costituenti le excadencie Capitinate; III. Il Quaternus come specchio di una politica dispotica; IV. La gestione delle excadencie; V. Pesi e misure; VI. Monete e valori; VII. Il Quaternus come documento sullo stato della Capitanata nel XIII secolo). In appendice: tabelle che offrono per ciascuna delle 33 località considerate, puntuali indicazioni dei beni e diritti censiti, dei nomi dei titolari delle concessioni (spesso personaggi di rango) e delle relative rendite.

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Anche se la politica editoriale comunista rappresenta un campo di indagine fondamentale nella ricerca sul Pci, la sua attività editoriale è caduta in un oblio storico. Assumendo il libro come supporto materiale e veicolo della cultura politica comunista, e la casa editrice come canale di socializzazione, questa ricerca s’interroga sui suoi processi di costruzione e di diffusione. La ricerca si muove in due direzioni. Nel primo capitolo si è tentato di dare conto delle ragioni metodologiche dell’indagine e della messa a punto delle ipotesi di ricerca sul “partito editore”, raccogliendo alcune sfide poste alla storia politica da altri ambiti disciplinari, come la sociologia e la scienza politica, che rappresentano una vena feconda per la nostra indagine. La seconda direzione, empirica, ha riguardato la ricognizione delle fonti e degli strumenti di analisi per ricostruire le vicende del “partito editore” dal 1944 al 1956. La suddivisione della ricerca in due parti – 1944-1947 e 1947-1956 – segue a grandi linee la periodizzazione classica individuata dalla storiografia sulla politica culturale del Pci, ed è costruita su quattro fratture storiche – il 1944, con la “svolta di Salerno”; il 1947, con la “svolta cominformista”; il 1953, con la morte di Stalin e il disgelo; il 1956, con il XX Congresso e i fatti d’Ungheria – che sono risultate significative anche per la nostra ricerca sull’editoria comunista. Infine, il presente lavoro si basa su tre livelli di analisi: l’individuazione dei meccanismi di decisione politica e dell’organizzazione assunta dall’editoria comunista, esaminando gli scopi e i mutamenti organizzativi interni al partito per capire come i mutamenti strategici e tattici si sono riflessi sull’attività editoriale; la ricostruzione della produzione editoriale comunista; infine, l’identificazione dei processi di distribuzione e delle politiche per la lettura promosse dal Pci.

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El proyecto avanza en la línea de investigación iniciada por los estudios sobre política, historia y memoria social que hemos realizado sobre la etapa de la dictadura en la región. Un balance elemental respecto de la memoria de la dictadura parece mostrar que si bien se ha instalado la idea de rechazo hacia la misma, se está lejos de una comprensión histórica y una indagación racional. En todo caso, por su grado de violencia, la dictadura es individualizada como una anomaa del paradigma de ciclos históricos en los que se alternan gobiernos democráticos y de facto. Aun así, es considerada como un fenómeno ajeno a la sociedad en cuyo seno se generó. Aquí se observa el problema que señalan Izaguirre y Rozé en sus investigaciones: una notable disociación con los contextos sociopolíticos o los procesos económicos en cuya lógica se inscriben. La información acumulada en este recorrido y la experiencia y fuentes obtenidas a partir de la colaboración -aportando soportes documentales- con las organizaciones de derechos humanos y familiares de víctimas de la dictadura que están llevando adelante los Juicios por la Verdad, que nos permitió acceder a una red de testigos y a sus testimonios expresados en instancia judicial, plantea la necesidad de centrar el estudio en la construcción sobre las memorias de la dictadura, atendiendo a los actores sociales que personifican esa memoria - desde los bordes del poder político- y a quienes -desde dentro del poder político y con sus recursos- desarrollan políticas de memoria. En consecuencia el proyecto centra su interés en analizar las políticas de la memoria del Estado, de las organizaciones de DDHH y la memoria de actores sociales relevantes en relación con la etapa de la última dictadura militar y explorar las tensiones en la construcción de los sentidos de la memoria colectiva y sus usos presentes. Asimismo, por las razones expuesta en la justificación se retoma el objetivo de avanzar en la construcción de un corpus de conocimientos histórico-etnográfico y de fuentes documentales, orales y visuales, que contribuyan al debate sobre la historia reciente y construir sistemas de referencias heurísticas comparables que faciliten trabajos cooperativos entre equipos de investigadores de las universidades de la región.

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Considerando el rechazo de los consumidores hacia alimentos genéticamente modificados y que el país de origen es usado como indicador de calidad, se estudió la importancia relativa de la existencia de modificación genética (MG), origen y precio en la compra de aceite de girasol en Temuco, Chile, junto con la identificación y la caracterización de diferentes segmentos de mercado, mediante una encuesta a 400 personas. Utilizando análisis conjunto se determinó que la existencia de MG (36,0%) fue levemente más importante que el origen (33,3%) y el precio (30,7%) en la muestra total, con preferencia hacia el producto sin MG, de origen chileno y al menor precio. Mediante análisis de conglomerados jerárquicos se diferenciaron tres segmentos: el mayoritario (45,5%) dio elevada importancia a la existencia de MG y presentó un alto rechazo hacia el aceite transgénico; el segundo grupo (29,7%) asignó mayor relevancia al precio y acepta aceite argentino; el grupo minoritario (24,8%) otorgó mayor importancia al origen y acepta aceite español. Independientemente de lo anterior, los grupos mostraron mayor preferencia por el aceite chileno. La ausencia de MG en aceite es una condición deseable para una importante proporción de consumidores (45,5%), pero el resto se muestra relativamente indiferente hacia la existencia o ausencia de manipulación genética en este producto.

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En el presente trabajo nos proponemos analizar un tema que forma parte de la teoría física de Alberto Magno: la cuestión relativa a la naturaleza y unicidad del tiempo, considerada a partir del tratado De Tempore que forma parte de su comentario al libro IV de la Physica. Y lo haremos centrando nuestro interés en la problemática de las fuentes referidas –tácita o expresamente– por el Doctor Universalis en la evaluación del tema. Si bien Alberto despliega un amplio panorama en su evaluación que contempla tanto la doctrina de Agustín y de Galeno; como también la visión contrapuesta de Avicena, Alejandro, Themistio, Averroes, Teofrasto y Porfirio; todo su análisis apunta a indicar a Avicena y Averroes como los núcleos doctrinales que centralmente gravitan en la formulación del problema. Los peripatéticos medievales han substituido bajo el nombre del Estagirita una doctrina nueva vinculada, a partir de Avicena, muy íntimamente con el primer cielo y con el movimiento de la primera esfera como reloj universal y medida de todo movimiento. Al recurso de estas fuentes se suman también las aportaciones propias de Averroes, quien desarrolla una doctrina original que expone una conexión entre el tiempo y el esse transmutabile, considerando la temporalidad como el modo de ser propio de los seres materiales asociado a la conciencia del cambio continuo. Alberto elabora una doctrina propia, con base general en el sistema de Averroes, pero sin desconocer puntualizaciones de Avicena que resultan también asumidas en su original exposición filosófica.

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Toda persona en su vida debe pasar por distintas etapas que requieren cambios. Durante la niñez se aprenden a dar los primeros pasos hacia el desarrollo de la vida, ya en la juventud se comienza a forjar el pensamiento de cuál será el destino de nuestro camino. Pasando aa la adultez, en donde se pone de manifiesto el accionar, con la presencia y el afán de un trabajo digno para la mantención de una familia y /o el cumplimiento de nuestras metas. Finalmente, todos llegan a la vejez, en ella se hace presente un nuevo y gran cambio " la jubilación", etapa en la cual las exigencias comienzan a decaer, se pasa de ser una persona activa laboralmente a pasiva, a recibir mensualmente una prestación económica, donde antes era una remuneración por el trabajo realizado. En el presente trabajo se ponen de manifiesto todos los cambios que conlleva la etapa de jubilación del personal de enfermería. Se puede ver la importancia que representa en las personas poseer un trabajo y lo que en ellas produce su pérdida. Se observarse que al momento de jubilarse, un gran número del personal de enfermería, busca la opción de extender su vida laboral, posponiendo su jubilación. Se trabajó con un grupo de enfermeras pertenecientes al Hospital Pediátrico Alexander Fleming, que se encuentran próximas a cumplir la edad legal para su receso laboral. Se les realizó una encuesta cerrada, en donde se pudo recabar información sobre su nivel de instrucción, antigüedad y experiencias en el ejercicio de la profesión. También se interrogó sobre las posibles causas que las llevaan a optar por esta extensión laboral en años y cuáles serían sus expectativas y emociones al jubilarse. Posteriormente se efectuó un análisis gráfico de todos los aspectos indagados por nedio de la encuesta y se formuló una conclusión.