1000 resultados para Cultura italiana
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Cette recherche porte sur les roms (vlach) qui séjournent périodiquement en Suisse italienne, en camping-cars ou en caravanes, pratiquant un semi- nomadisme lié à des motivations principalement économiques, mais également familiales et religieuses. Elle poursuit simultanément deux objectifs. Le premier est lié à un souci de médiation culturelle, qui rejoint les réflexions sur la façon de gérer au mieux les conflits entre les diverses composantes du vivre ensemble. Le second vise à approfondir la connaissance des populations roms concernées (lovara, éurara ou kalderasa, de nationalités italienne, française et espagnole). Les deux objectifs sont évidemment reliés, car comprendre les dynamiques conflictuelles exige la connaissance approfondie des acteurs en interaction. Les relations entre résidents tessinois et roms ont évolué dans le temps, avec des oscillations entre le pôle du refus et celui de l'attraction, entre rejet et reconnaissance, méfiance et confiance. Ces variations historiques renvoient à un fondement commun, à une dynamique des oppositions réciproques. L'analyse anthropologique a fait apparaître le rôle ambivalent du conflit dans la production et la reproduction de la relation d'altérité. L'exclusion des roms fournit à certaines tendances politiques locales l'occasion d'apparaître comme les protecteurs des résidents contre les étrangers ; inversement, l'opposition des roms aux gaiés leur permet de resserrer leur communauté et de prévenir l'assimilation. La médiation culturelle peut espérer gérer cette dynamique relationnelle, certainement pas la faire disparaître. Le modèle intégratif traditionnel de l'État- nation se révèle trop étroit pour accueillir la culture rom. Casser la résistance des roms envers le travail salarié et envers la scolarisation obligatoire, entraver leur semi-nomadisme (qui incite aussi leurs rencontres familiales et religieuses), refuser de reconnaître leur organe de justice interne et leur langue, tout cela ne ferait que concourir à leur disparition culturelle. Les roms sont conscients de ces possibilités, raison pour laquelle ils maintiennent une ambivalence relationnelle avec les ga£és, quitte à apparaître comme des « tsiganes indésirables ». Abstract : This research focuses on the Roma people (Vlach) who periodically stay in Italian Switzerland in caravans or camper vans, practising a semi-nomadic lifestyle - a choice based mainly on economic imperatives but also on familial and religious grounds. This study will address two objectives at the same time. The first involves cultural mediation, and considers the best way to manage the existing conflicts between the cultural components of the social environment. The second aims to increase knowledge of the Roma populations under examination - the Italian, French and Spanish Lovara, Éurara or Kalderasa. The two objectives are clearly linked, as a deeper understanding of the people involved is vital if we are to increase understanding of the dynamics of confrontation. The relationships between the residents of the Ticino area and the Roma people have evolved over time, oscillating in varying degrees between rejection and attraction, confrontation and recognition, suspicion and trust. These variations spring from a common base, a dynamic shaped by mutual opposition. The anthropological analysis highlights the ambivalent role of conflict in the production and reproduction of relations of otherness. Excluding the Roma has given some local politicians the opportunity to position themselves as protectors of residents against foreigners. Inversely, the Roma people's opposition to the Gazé strengthens links within their community and prevents assimilation. Cultural mediation may aspire to manage this relational dynamic, but not abolish it. The traditional integrative model of the nation-state has shown itself to be too restrictive to accommodate the Romani culture. Rejecting the Roma's resistance to salaried work and obligatory schooling, obstructing their semi-nomadic lifestyle (one that also involves family and religious assemblies) and refusing to recognise their traditional courts and mother tongue, all that can only contribute to the dilution of their cultural heritage. The Roma are fully aware of these possibilities, which is why they retain a relational ambivalence in their dealings with the Gazé, at the cost of appearing to be "undesirable gypsies".
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La tesi descrive il fenomeno di ricezione del mito faustiano all'interno della tradizione letteraria italiana di Otto e Novecento (1808-1945) nel suo sviluppo diacronico, individuando i nodi processuali emergenti ritenuti sistematici accanto alle tipologie predominanti della risposta testuale e alle più proficue rifunzionalizzazioni letterarie. La storia del mito di Faust è stata considerata aristotelicamente nella sua natura complessa ed evolutiva di fabula rinarrata, e di volta in volta risemantizzata in nuovi sistemi di valori, estetici e ideologici. Ma soprattutto in nuovi sistemi testuali. Scopo primario è stato infatti quello di comprendere come il mito di Faust sia entrato dentro alla cultura letteraria italiana e come abbia agito al suo interno, interferendo con essa. Naturalmente lo scambio e gli sviluppi hanno investito in modo reciproco e la tradizione accogliente e il mito stesso, producendo un allargamento esegetico delle sue possibilità semantiche: è infatti emersa una storia testuale che tematizza nel tempo il medesimo mito lungo assi interpretative anche estremamente divergenti. La ricerca ha portato alla scoperta di una ricca testualità rimossa dal canone della storia della letteratura italiana, anche se spesso prevalgono i testi-documento sui testi esteticamente più validi e significativi in sé; si tratta di una testualità talmente quantitativamente ricca da invitare ad un ripensamento qualitativo del fenomeno generale. Il mito di Faust, per due secoli percepito dalla critica dominante come distante ed estraneo alla cultura letteraria italiana, è invece riuscito ad entrare nella tradizione letteraria italiana, anche se attraverso modalità molto controverse: in linea di massima è potuto passare dal canone statico al canone dinamico laddove ha saputo influenzare e stimolare nuove vie significative di sviluppo formale. Il confronto della cultura letteraria italiana con il mito di Faust è stato in effetti caratterizzato subito da un doppio movimento discratico di rifiuto e dialogo. Il principale fattore di rifiuto è stato di carattere culturale: la difficoltà ad accettare un equilibrio fatto non di antitesi risolte in una sintesi ma di polarità aperte, irrisolte, in perpetuo bilanciamento, anche a livello formale reso in una tragedia franta in scene apparentemente autonome, divisa in due parti così diverse e chiusa da un lieto fine, mal si confaceva ai diffusi canoni classicisti di equilibrio formale, nonché alle esigenze romantiche di poesia moralmente chiara nel suo messaggio. Da qui le diffuse accuse di scarsa chiarezza e ambiguità morale, che andavano direttamente ad incontrarsi e sommarsi con i pregiudizi più propriamente teologico- religiosi di estraneità a quel mito nato come saga luterana dichiaratamente anti-papale. La condanna di carattere moralistico-cattolico risulta nei fatti propria più di certa cultura che non del largo pubblico che invece nel corso dell'Ottocento dimostra di gradire le versioni per musica e balletto di argomento faustiano, per quanto semplificata ed edulcorate rispetto alla leggenda originaria così come rispetto alla tragedia goethiana. Rispetto a tutti questi elementi di resistenza e rifiuto l'opera Mefistofele di Boito si presenta come snodo di opposizione consapevole e riferimento duraturo d'interrogazione critica. La principale linea di avvicinamento invece tra la cultura letteraria italiana e il mito di Faust resta quella del parallelo, già ideato dagli stessi intellettuali tedeschi d'inizio Ottocento, con l'opera ritenuta massima nel nuovo canone nazionale italiano da fine Settecento ad oggi: la Divina Commedia. Tanta critica, almeno fino alla metà del XX secolo, si rifà più o meno esplicitamente a questo parallelo pregiudiziale e testualmente piuttosto infondato ma molto produttivo, come si è attestato, a livello creativo. Questa ricostruzione ha voluto nel suo complesso dimostrare sul campo il valore di questo macrotesto faustiano come una delle vie maestre della dialettica tra tradizione e modernità, ancor più significativa nell'ambito di una cultura letteraria come quella italiana che, dopo l'estinguersi della sua centralità in epoca rinascimentale, si è rivelata particolarmente resistente al dialogo con le altre letterature fino al pieno Novecento.
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Penicillium citrinum grown in orange juice processing wastes medium under continuous agitation was studied in order to establish optimal conditions (incubation period, incubation temperature, initial pH and nitrogen addition) for biomass and ribonuclease production, as well as, biological depuration of the wastes. Nitrogen addition to wastes medium increased the biomass and ribonuclease production and provides COD reduction. The soy meal shows to be the best nitrogen source. The conditions for a more favorable enzyme and biomass production and COD reduction were initial pH 6.0 and temperature of 27°C. The maximum value obtained for these parameters on optimal conditions of cultivation was 11 U/mL of enzyme, 4 mg/mL of biomass (dry matter) and 55% of COD reduction, in 96 hours of incubation.
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Quin hauria de ser el paper de les pràctiques artístiques i la cultura contemporània a la societat? I les institucions artístiques, quin rol haurien d’assolir? Aquest treball final de màster és una indagació entorn els fets més significatius al llarg de la història del món occidental pel que fa a la cultura que s’ha desenvolupat al marge dels poders. Una anàlisi de les relacions que s’estableixen entre aquests diversos àmbits, on es planteja un projecte que compleix les característiques de ser un laboratori per a les pràctiques artístiques contemporànies i la seva recerca. Partint, a més a més, de la base teòrica de la historia cultural que ens porta fins on som ara i com a conformadora de les identitats
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Aquesta obra recull 28 comunicacions presentades al Simposi internacional «L’ager Tarraconensis. Paisatge, poblament, cultura material i història», celebrat a Tarragona el 27 i 28 d’octubre del 2010, organitzat per l’Institut Català d’Arqueologia Clàssica a la seu de l’Institut i a la Diputació de Tarragona. Les aportacions al simposi se centren en l'evolució del paisatge al Camp de Tarragona i en altres regions del món romà, en la varietat de les primeres estratègies de control romà del territori, en les tipologies i evolució dels establiments, en aspectes econòmics i en la dinàmica del poblament, sense faltar-hi alguna aportació de l'epigrafia. Tot plegat fa referència molt especialment al territori de Tarraco, tot i que el simposi també va comptar amb comunicacions sobre altres territoris de l'àrea catalana i saguntina i d'altres províncies romanes, com la Lusitània, les Gàl·lies i la Transpadana; les comparacions entre diferents regions han donat una riquesa notable al debat. Entre els resultats més suggerents comptem amb la constatació de la similitud en els models de romanització del territori en les diferents àrees d'àmbit català i valencià, que contrasten significativament amb els models de territoris d'Andalusia, França i Portugal.
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Este trabajo es, por una parte, una investigación sobre los mapas de artistas de los siglos XX y XXI. Por otra parte, este trabajo es una investigación dividida en tres territorios dentro del mapa. La primera las cartografías políticas, la segunda los mapas de la experiencia vivida y la tercera las cartografías de lo intangible
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En el marco de la actual reducción de los presupuestos públicos dedicados a cultura, ha surgido el debate en torno a la necesidad de aumentar la sostenibilidad de los equipamientos culturales. No obstante, los autores plantean que ello requiere una modernización del modelo de gestión de los equipamientos culturales: la agencialización, la contractualización de las relaciones entre las administraciones públicas y los equipamientos culturales y la evaluación de sus resultados e impactos. A partir del análisis de dos países pioneros en este proceso, Inglaterra y Francia, el artículo se centra en el análisis comparativo de los procesos de modernización de la gestión de los equipamientos culturales en la Comunidad Autónoma de Madrid y la de Cataluña. La conclusión es que las diferencias entre estas dos comunidades se deben a las diferencias del contexto político-administrativo, esto es, al modelo de gestión de las políticas culturales. Asimismo, en ambos casos, el reto de modernización de la gestión de los equipamientos culturales no solo debe implicar cambios de gestión económica, sino un cambio en la tutela y en la misión, que debe orientarse hacia la creación de valor público.
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Puesto que el título elegido para este artículo es poco preciso, conviene advertir al lector qué se encontrará en las siguientes páginas. Lo que sigue forma parte de un estudio en curso sobre la experiencia contemporánea del sufrimiento. De los distintos aspectos de dicho estudio se han seleccionado aquí dos cuestiones: la distribución social del sufrimiento y la construcción de la experiencia del sufrimiento en las sociedades tardocapitalistas. La razón última de la combinación de estas dos cuestiones es explicar la percepción que hoy se tiene del sufrimiento ajeno y, también, del sufrimiento propio.
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Es objeto del presente estudio un análisis de los sistemas de colaboración social en el procedimiento de recaudación tributaria italiano, legislados en el ordenamiento jurídico italiano a partir de la construcción del reino de Italia. En primer lugar se estudia el 'Modello essattoriale' (1872-1987). Se analizan antecedentes, finalidades, competencias y sistema de acceso de tales agentes recaudadores. En jurídica, la doctrina de la Corte Costituzionale en la materia, las causas del fracaso del modelo, así como un estudio estadístico sobre la recaudación real segundo lugar está el 'Modello concessionale' (1988/89-2005). Amén del régimen jurídico de este modelo de recaudación se analizan cuestiones como la naturaleza obtenida a través de este sistema. El tercer modelo es el 'Modello misto', público/privado. Consiste en la creación de una sociedad anónima encargada de la recaudación tributaria. Inicialmente se llamó 'Riscossione s.p.a.' para pasar un año más tarde a llamarse 'Equitalia s.p.a' (2005-hasta hoy). Igualmente se analiza su régimen jurídico.
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La aparición del libro 'Superando la violencia colectiva y construyendo cultura de paz' no podría ser más oportuna en nuestro país. Actualmente vivimos la etapa más esperanzadora respecto al fin de la violencia de ETA, última organización terrorista en territorio europeo (TE-SAT, 2011) y aunque este no es un libro sobre ETA, sus aportaciones sobre la violencia colectiva y la construcción de la paz, nos muestran como el fin de la violencia y la construcción de la paz es un proceso que requiere de una nueva cultura, la cultura de paz.
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Culture has several meanings: civilization, creation, knowledge, life… We analyze how each one suffers the so-called crisis of culture. Civilization lives the crisis as «liquidity», according to Bauman’s diagnosis, with significant negative impact on education. The creation and enjoyment of cultural products, such as museums, suffer its crisis as fragility resulting from the civilization crisis, notably in the form of consumerist banality or pure entertainment. Culture as knowledge and as life is analyzed under the joint notion «humanistic culture». This, which in turn is creation, knowledge and life has its specific corruption in the elitist knowledge, merely theoretical. The hallmark of genuine humanism contains an essential component, the dimension of ethical and political commitment. The crisis in the humanistic studies, noted by Nussbaum, threats the values of humanistic culture; in particular is a political risk, because democracy is a system that needs to sustain and improve the values of humanistic culture. In the background, and beyond the differences between the cultural meanings, there is a unique cultural crisis, a crisis of ethics and politics at a time
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El número que presentamos a las lectoras y a los lectores, se centra en el análisis de las fuentes documentales para la investigación histórica. En los hechos, el amplio abanico de intereses temáticos y metodológicos contribuye a la diversificación de las consultas archivísticas y bibliográficas. Destacamos sobre todo la centralidad de la perspectiva social, así como del enfoque volcado a las problemáticas humanas en diferentes momentos de la historia latinoamericana contemporánea. Es importante señalar también la diversidad de pertenencia académica de las autoras y de los autores de este número, un hecho que otorga mayor riqueza al conjunto de investigaciones científicas a partir de estudios centrados en la cultura y en la emoción.
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Monografía publicada en la Revista de Historia Militar del Instituto de Historia y Cultura Militar con motivo del centenario de la creación del Protectorado español sobre Marruecos en 1912 y al que este instituto no podía quedar indiferente.