885 resultados para Application of Radar Technologies in Hydrology


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Because of the potentially irreversible impact of groundwater quality deterioration in the Ferrara coastal aquifer, answers concerning the assessment of the extent of the salinization problem, the understanding of the mechanisms governing salinization processes, and the sustainability of the current water resources management are urgent. In this light, the present thesis aims to achieve the following objectives: Characterization of the lowland coastal aquifer of Ferrara: hydrology, hydrochemistry and evolution of the system The importance of data acquisition techniques in saltwater intrusion monitoring Predicting salinization trends in the lowland coastal aquifer Ammonium occurrence in a salinized lowland coastal aquifer Trace elements mobility in a saline coastal aquifer

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Questa tesi si inserisce nell'ambito delle analisi statistiche e dei metodi stocastici applicati all'analisi delle sequenze di DNA. Nello specifico il nostro lavoro è incentrato sullo studio del dinucleotide CG (CpG) all'interno del genoma umano, che si trova raggruppato in zone specifiche denominate CpG islands. Queste sono legate alla metilazione del DNA, un processo che riveste un ruolo fondamentale nella regolazione genica. La prima parte dello studio è dedicata a una caratterizzazione globale del contenuto e della distribuzione dei 16 diversi dinucleotidi all'interno del genoma umano: in particolare viene studiata la distribuzione delle distanze tra occorrenze successive dello stesso dinucleotide lungo la sequenza. I risultati vengono confrontati con diversi modelli nulli: sequenze random generate con catene di Markov di ordine zero (basate sulle frequenze relative dei nucleotidi) e uno (basate sulle probabilità di transizione tra diversi nucleotidi) e la distribuzione geometrica per le distanze. Da questa analisi le proprietà caratteristiche del dinucleotide CpG emergono chiaramente, sia dal confronto con gli altri dinucleotidi che con i modelli random. A seguito di questa prima parte abbiamo scelto di concentrare le successive analisi in zone di interesse biologico, studiando l’abbondanza e la distribuzione di CpG al loro interno (CpG islands, promotori e Lamina Associated Domains). Nei primi due casi si osserva un forte arricchimento nel contenuto di CpG, e la distribuzione delle distanze è spostata verso valori inferiori, indicando che questo dinucleotide è clusterizzato. All’interno delle LADs si trovano mediamente meno CpG e questi presentano distanze maggiori. Infine abbiamo adottato una rappresentazione a random walk del DNA, costruita in base al posizionamento dei dinucleotidi: il walk ottenuto presenta caratteristiche drasticamente diverse all’interno e all’esterno di zone annotate come CpG island. Riteniamo pertanto che metodi basati su questo approccio potrebbero essere sfruttati per migliorare l’individuazione di queste aree di interesse nel genoma umano e di altri organismi.

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Il CP-ESFR è un progetto integrato di cooperazione europeo sui reattori a sodio SFR realizzato sotto il programma quadro EURATOM 7, che unisce il contributo di venticinque partner europei. Il CP-ESFR ha l'ambizione di contribuire all'istituzione di una "solida base scientifica e tecnica per il reattore veloce refrigerato a sodio, al fine di accelerare gli sviluppi pratici per la gestione sicura dei rifiuti radioattivi a lunga vita, per migliorare le prestazioni di sicurezza, l'efficienza delle risorse e il costo-efficacia di energia nucleare al fine di garantire un sistema solido e socialmente accettabile di protezione della popolazione e dell'ambiente contro gli effetti delle radiazioni ionizzanti. " La presente tesi di laurea è un contributo allo sviluppo di modelli e metodi, basati sull’uso di codici termo-idraulici di sistema, per l’ analisi di sicurezza di reattori di IV Generazione refrigerati a metallo liquido. L'attività è stata svolta nell'ambito del progetto FP-7 PELGRIMM ed in sinergia con l’Accordo di Programma MSE-ENEA(PAR-2013). Il progetto FP7 PELGRIMM ha come obbiettivo lo sviluppo di combustibili contenenti attinidi minori 1. attraverso lo studio di due diverse forme: pellet (oggetto della presente tesi) e spherepac 2. valutandone l’impatto sul progetto del reattore CP-ESFR. La tesi propone lo sviluppo di un modello termoidraulico di sistema dei circuiti primario e intermedio del reattore con il codice RELAP5-3D© (INL, US). Tale codice, qualificato per il licenziamento dei reattori nucleari ad acqua, è stato utilizzato per valutare come variano i parametri del core del reattore rilevanti per la sicurezza (es. temperatura di camicia e di centro combustibile, temperatura del fluido refrigerante, etc.), quando il combustibile venga impiegato per “bruciare” gli attinidi minori (isotopi radioattivi a lunga vita contenuti nelle scorie nucleari). Questo ha comportato, una fase di training sul codice, sui suoi modelli e sulle sue capacità. Successivamente, lo sviluppo della nodalizzazione dell’impianto CP-ESFR, la sua qualifica, e l’analisi dei risultati ottenuti al variare della configurazione del core, del bruciamento e del tipo di combustibile impiegato (i.e. diverso arricchimento di attinidi minori). Il testo è suddiviso in sei sezioni. La prima fornisce un’introduzione allo sviluppo tecnologico dei reattori veloci, evidenzia l’ambito in cui è stata svolta questa tesi e ne definisce obbiettivi e struttura. Nella seconda sezione, viene descritto l’impianto del CP-ESFR con attenzione alla configurazione del nocciolo e al sistema primario. La terza sezione introduce il codice di sistema termico-idraulico utilizzato per le analisi e il modello sviluppato per riprodurre l’impianto. Nella sezione quattro vengono descritti: i test e le verifiche effettuate per valutare le prestazioni del modello, la qualifica della nodalizzazione, i principali modelli e le correlazioni più rilevanti per la simulazione e le configurazioni del core considerate per l’analisi dei risultati. I risultati ottenuti relativamente ai parametri di sicurezza del nocciolo in condizioni di normale funzionamento e per un transitorio selezionato sono descritti nella quinta sezione. Infine, sono riportate le conclusioni dell’attività.

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Eisbohrkerne stellen wertvolle Klimaarchive dar, da sie atmosphärisches Aerosol konservieren. Die Analyse chemischer Verbindungen als Bestandteil atmosphärischer Aerosole in Eisbohrkernen liefert wichtige Informationen über Umweltbedingungen und Klima der Vergangenheit. Zur Untersuchung der α-Dicarbonyle Glyoxal und Methylglyoxal in Eis- und Schneeproben wurde eine neue, sensitive Methode entwickelt, die die Stir Bar Sorptive Extraction (SBSE) mit der Hochleistungsflüssigchromatographie-Massenspektrometrie (HPLC-MS) kombiniert. Zur Analyse von Dicarbonsäuren in Eisbohrkernen wurde eine weitere Methode entwickelt, bei der die Festphasenextraktion mit starkem Anionenaustauscher zum Einsatz kommt. Die Methode erlaubt die Quantifizierung aliphatischer Dicarbonsäuren (≥ C6), einschließlich Pinsäure, sowie aromatischer Carbonsäuren (wie Phthalsäure und Vanillinsäure), wodurch die Bestimmung wichtiger Markerverbindungen für biogene und anthropogene Quellen ermöglicht wurde. Mit Hilfe der entwickelten Methoden wurde ein Eisbohrkern aus den Schweizer Alpen analysiert. Die ermittelten Konzentrationsverläufe der Analyten umfassen die Zeitspanne von 1942 bis 1993. Mittels einer Korrelations- und Hauptkomponentenanalyse konnte gezeigt werden, dass die organischen Verbindungen im Eis hauptsächlich durch Waldbrände und durch vom Menschen verursachte Schadstoffemissionen beeinflusst werden. Im Gegensatz dazu sind die Konzentrationsverläufe einiger Analyten auf den Mineralstaubtransport auf den Gletscher zurückzuführen. Zusätzlich wurde ein Screening der Eisbohrkernproben mittels ultrahochauflösender Massenspektrometrie durchgeführt. Zum ersten Mal wurden in diesem Rahmen auch Organosulfate und Nitrooxyorganosulfate in einem Eisbohrkern identifiziert.

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L’obiettivo del progetto di tesi svolto è quello di realizzare un servizio di livello middleware dedicato ai dispositivi mobili che sia in grado di fornire il supporto per l’offloading di codice verso una infrastruttura cloud. In particolare il progetto si concentra sulla migrazione di codice verso macchine virtuali dedicate al singolo utente. Il sistema operativo delle VMs è lo stesso utilizzato dal device mobile. Come i precedenti lavori sul computation offloading, il progetto di tesi deve garantire migliori performance in termini di tempo di esecuzione e utilizzo della batteria del dispositivo. In particolare l’obiettivo più ampio è quello di adattare il principio di computation offloading a un contesto di sistemi distribuiti mobili, migliorando non solo le performance del singolo device, ma l’esecuzione stessa dell’applicazione distribuita. Questo viene fatto tramite una gestione dinamica delle decisioni di offloading basata, non solo, sullo stato del device, ma anche sulla volontà e/o sullo stato degli altri utenti appartenenti allo stesso gruppo. Per esempio, un primo utente potrebbe influenzare le decisioni degli altri membri del gruppo specificando una determinata richiesta, come alta qualità delle informazioni, risposta rapida o basata su altre informazioni di alto livello. Il sistema fornisce ai programmatori un semplice strumento di definizione per poter creare nuove policy personalizzate e, quindi, specificare nuove regole di offloading. Per rendere il progetto accessibile ad un più ampio numero di sviluppatori gli strumenti forniti sono semplici e non richiedono specifiche conoscenze sulla tecnologia. Il sistema è stato poi testato per verificare le sue performance in termini di mecchanismi di offloading semplici. Successivamente, esso è stato anche sottoposto a dei test per verificare che la selezione di differenti policy, definite dal programmatore, portasse realmente a una ottimizzazione del parametro designato.

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OBJECTIVE: To determine the formation and dissolution of calcium fluoride on the enamel surface after application of two fluoride gel-saliva mixtures. METHOD AND MATERIALS: From each of 80 bovine incisors, two enamel specimens were prepared and subjected to two different treatment procedures. In group 1, 80 specimens were treated with a mixture of an amine fluoride gel (1.25% F-; pH 5.2; 5 minutes) and human saliva. In group 2, 80 enamel blocks were subjected to a mixture of sodium fluoride gel (1.25% F; pH 5.5; 5 minutes) and human saliva. Subsequent to fluoride treatment, 40 specimens from each group were stored in human saliva and sterile water, respectively. Ten specimens were removed after each of 1 hour, 24 hours, 2 days, and 5 days and analyzed according to potassium hydroxide-soluble fluoride. RESULTS: Application of amine fluoride gel resulted in a higher amount of potassium hydroxide-soluble fluoride than did sodium fluoride gel 1 hour after application. Saliva exerted an inhibitory effect according to the dissolution rate of calcium fluoride. However, after 5 days, more than 90% of the precipitated calcium fluoride was dissolved in the amine fluoride group, and almost all potassium hydroxide-soluble fluoride was lost in the sodium fluoride group. Calcium fluoride apparently dissolves rapidly, even at almost neutral pH. CONCLUSION: Considering the limitations of an in vitro study, it is concluded that highly concentrated fluoride gels should be applied at an adequate frequency to reestablish a calcium fluoride-like layer.

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The aim of the present study was to evaluate the remineralization potential of five dentifrices with different fluoride concentrations. Initial caries lesions were created in 72 cylindrical enamel blocks from deciduous teeth. The specimens were randomly distributed among six experimental groups corresponding to six experimental periods. Each of the six volunteers carried two deciduous enamel specimens fixed in an intraoral appliance for a period of 4 weeks. They brushed their teeth and the enamel blocks at least two times a day with dentifrices containing 0 ppm (period 1), 250 ppm (period 2), and 500 ppm fluoride (period 3), respectively. A second group of volunteers (n = 6) used dentifrices with a fluoride content of 0 ppm (period 4), 1,000 ppm (period 5), or 1,500 ppm (period 6). At the end of the respective period, the mineral content was determined by transversal microradiography (TMR). The use of dentifrices containing 500 ppm fluoride (38% MR), 1,000 ppm fluoride (42% MR), and 1,500 ppm fluoride (42% MR) resulted in a statistically significant higher mineral recovery compared to the control group (0 ppm fluoride). Mineral recovery was similar after use of dentifrices containing 0 and 250 ppm fluoride (24%; 25%). It is concluded that it is possible to remineralize initial carious lesions in deciduous enamel in a similar way as it has been described for enamel of permanent teeth.

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We present assembly and application of an optical reflectometer for the analysis of dental erosion. The erosive procedure involved acid-induced softening and initial substance loss phases, which are considered to be difficult for visual diagnosis in a clinic. Change of the specular reflection signal showed the highest sensitivity for the detection of the early softening phase of erosion among tested methods. The exponential decrease of the specular reflection intensity with erosive duration was compared to the increase of enamel roughness. Surface roughness was measured by optical analysis, and the observed tendency was correlated with scanning electron microscopy images of eroded enamel. A high correlation between specular reflection intensity and measurement of enamel softening (r(2) ? -0.86) as well as calcium release (r(2) ? -0.86) was found during erosion progression. Measurement of diffuse reflection revealed higher tooth-to-tooth deviation in contrast to the analysis of specular reflection intensity and lower correlation with other applied methods (r(2) = 0.42-0.48). The proposed optical method allows simple and fast surface analysis and could be used for further optimization and construction of the first noncontact and cost-effective diagnostic tool for early erosion assessment in vivo.

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DWI and DTI of the brain have proved to be useful in many neurologic disorders and in traumatic brain injury. This prospective study aimed at the evaluation of the influence of the PMI and the cause of death on the ADC and FA for the application of DWI and DTI in forensic radiology.

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Israel's occupation of territories it captured in 1967 has become one of the longest and most controversial occupations of the last fifty years. Eschewing the traditional political analysis of the Israeli-Palestinian conflict, this paper aims to explore whether Israel has adequately applied international law in the occupied territories, in particular, the law of belligerent occupation. The two actors under assessment are the Israeli government, particularly its military which enforces and maintains the law in the territories, and the Supreme Court of Israel, which has the power of review over military actions in the territories. The particular issues of the occupation that are critically analyzed are the general legal framework that Israel established in the territories, Israel's civilian settlement policy in territories, and Israel's construction of a barrier in the West Bank. This paper concludes that Israel has incorrectly applied the legal framework of belligerent occupation by refusing to apply the Fourth Geneva Convention; it has wrongly concluded that the establishment of civilian settlements in the territories conform with international law; yet it has rightly concluded that the construction of the barrier in the West Bank is permissible under international law, in contrast to the conclusion of the much publicized International Court of Justice's Advisory Opinion on the 'Wall.' Along with these general assessments, the author will also provide some historical and political insight into why the Israeli government and the Supreme Court may have applied the law in the way that they did.

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Acute BAO is a devastating neurological condition associated with a poor clinical outcome and a high mortality rate. Recanalization has been identified as a major prognostic factor for good outcome in BAO. Mechanical thrombectomy using retrievable stents is an emerging treatment option for acute stroke. First clinical trials using stent retrievers have shown promising high recanalization rates. However, these studies mainly included large artery occlusions in the anterior circulation with only a few or single cases of BAO. Therefore, the purpose of this study was to evaluate technical feasibility, safety, and efficacy of mechanical thrombectomy using retrievable stent in the treatment of acute BAO.

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The present study aims to investigate the implications of web-based delivery of identical learning content for time efficiency and students' performance, as compared to conventional textbook resources.