979 resultados para lignina elettro-ossidazione schiume metalliche nichel NiO vanillina


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En ángulo inf. derech. de la estampa: "Jessie Macgregor. 1891"

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Resumen: Descripción: Virgen María, sentada de perfil, acunando en su regazo al Niño Jesús; en segundo término a la derch. una ventana da paso a un paisaje montañoso. Escena enmarcada en un óvalo

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Sign.: [asterisco]4, A-Z4, Aa-Gg4

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Resumen: Descripción: la Virgen del Consuelo, con manto sobre la cabeza, lleva entre sus brazos al Niño del Buen Consejo que tiene su manita sobre el rostro de su Madre

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Climate variability and changes in the frequency of extremes events have a direct impact on crop damages and yield. In a former work of Capa et al. (2013) the crop yield variability has been studied using different reanalyses datasets with the aim of extending the time series of potential yield. The reliability of these time series have been checked using observational data. The influence of the sea surface temperature on the crop yield variability has been studied, finding a relation with El Niño phenomenon. The highest correlation between El Niño and yield was during 1960-1980. This study aims to analyse the dynamical mechanism of El Niño impacts on maize yield in Spain during 1960-1980 by comparison with atmospheric circulation patterns.

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El Niño phenomenon is the leading mode of sea surface temperature interannual variability. It can affect weather patterns worldwide and therefore crop production. Crop models are useful tools for impact and predictability applications, allowing to obtain long time series of potential and attainable crop yield, unlike to available time series of observed crop yield for many countries. Using this tool, crop yield variability in a location of Iberia Peninsula (IP) has been previously studied, finding predictability from Pacific El Niño conditions. Nevertheless, the work has not been done for an extended area. The present work carries out an analysis of maize yield variability in IP for the whole twenty century, using a calibrated crop model at five contrasting Spanish locations and reanalyses climate datasets to obtain long time series of potential yield. The study tests the use of reanalysis data for obtaining only climate dependent time series of crop yield for the whole region, and to use these yield to analyze the influences of oceanic and atmospheric patterns. The results show a good reliability of reanalysis data. The spatial distribution of the leading principal component of yield variability shows a similar behaviour over all the studied locations in the IP. The strong linear correlation between El Niño index and yield is remarkable, being this relation non-stationary on time, although the air temperature-yield relationship remains on time, being the highest influences during grain filling period. Regarding atmospheric patterns, the summer Scandinavian pattern has significant influence on yield in IP. The potential usefulness of this study is to apply the relationships found to improving crop forecasting in IP.

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El Niño and the related phenomenon Southern Oscillation (ENSO) is the strongest signal in the interannual variation of ocean-atmosphere system. It is mainly a tropical event but its impact is global. ENSO has been drawing great scientific attention in many international research programs. There has been an observational system for the tropical ocean, and scientists have known the climatologies of the upper ocean, developed some theories about the ENSO cycle, and established coupled ocean-atmosphere models to give encouraging predictions of ENSO for a 1-year lead. However, questions remain about the physical mechanisms for the ENSO cycle and its irregularity, ENSO-monsoon interactions, long-term variation of ENSO, and increasing the predictive skill of ENSO and its related climate variations.

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Plasma levels of corticosterone are often used as a measure of “stress” in wild animal populations. However, we lack conclusive evidence that different stress levels reflect different survival probabilities between populations. Galápagos marine iguanas offer an ideal test case because island populations are affected differently by recurring El Niño famine events, and population-level survival can be quantified by counting iguanas locally. We surveyed corticosterone levels in six populations during the 1998 El Niño famine and the 1999 La Niña feast period. Iguanas had higher baseline and handling stress-induced corticosterone concentrations during famine than feast conditions. Corticosterone levels differed between islands and predicted survival through an El Niño period. However, among individuals, baseline corticosterone was only elevated when body condition dropped below a critical threshold. Thus, the population-level corticosterone response was variable but nevertheless predicted overall population health. Our results lend support to the use of corticosterone as a rapid quantitative predictor of survival in wild animal populations.

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L’utilizzo di nanomateriali, ovvero una nuova classe di sostanze composte da particelle ultrafini con dimensioni comprese fra 1 e 100 nm (American Society for Testing Materials - ASTM), è in costante aumento a livello globale. La particolarità di tali sostanze è rappresentata da un alto rapporto tra la superficie e il volume delle particelle, che determina caratteristiche chimico-fisiche completamente differenti rispetto alle omologhe macrosostanze di riferimento. Tali caratteristiche sono tali da imporre una loro classificazione come nuovi agenti chimici (Royal Society & Royal Academy of Engineering report 2004). Gli impieghi attuali dei nanomateriali risultano in continua evoluzione, spaziando in diversi ambiti, dall’industria farmaceutica e cosmetica, all’industria tessile, elettronica, aerospaziale ed informatica. Diversi sono anche gli impieghi in campo biomedico; tra questi la diagnostica e la farmacoterapia. È quindi prevedibile che in futuro una quota sempre maggiore di lavoratori e consumatori risulteranno esposti a tali sostanze. Allo stato attuale non vi è una completa conoscenza degli effetti tossicologici ed ambientali di queste sostanze, pertanto, al fine di un loro utilizzo in totale sicurezza, risulta necessario capirne meglio l’impatto sulla salute, le vie di penetrazione nel corpo umano e il rischio per i lavoratori conseguente al loro utilizzo o lavorazione. La cute rappresenta la prima barriera nei confronti delle sostanze tossiche che possono entrare in contatto con l’organismo umano. Successivamente agli anni ‘60, quando si riteneva che la cute rappresentasse una barriera totalmente impermeabile, è stato dimostrato come essa presenti differenti gradi di permeabilità nei confronti di alcuni xenobiotici, dipendente dalle caratteristiche delle sostanze in esame, dal sito anatomico di penetrazione, dal grado di integrità della barriera stessa e dall’eventuale presenza di patologie della cute. La mucosa del cavo orale funge da primo filtro nei confronti delle sostanze che entrano in contatto con il tratto digestivo e può venir coinvolta in contaminazioni di superficie determinate da esposizioni occupazionali e/o ambientali. È noto che, rispetto alla cute, presenti una permeabilità all’acqua quattro volte maggiore, e, per tale motivo, è stata studiata come via di somministrazione di farmaci, ma, ad oggi, pochi sono gli studi che ne hanno valutato le caratteristiche di permeazione nei confronti delle nanoparticelle (NPs). Una terza importante barriera biologica è quella che ricopre il sistema nervoso centrale, essa è rappresentata da tre foglietti di tessuto connettivo, che assieme costituiscono le meningi. Questi tre foglietti rivestono completamente l’encefalo permettendone un isolamento, tradizionalmente ritenuto completo, nei confronti degli xenobiotici. L’unica via di assorbimento diretto, in questo contesto, è rappresentata dalla via intranasale. Essa permette un passaggio diretto di sostanze dall’epitelio olfattivo all’encefalo, eludendo la selettiva barriera emato-encefalica. Negli ultimi anni la letteratura scientifica si è arricchita di studi che hanno indagato le caratteristiche di assorbimento di farmaci attraverso questa via, ma pochissimi sono gli studi che hanno indagato la possibile penetrazione di nanoparticelle attraverso questa via, e nessuno, in particolar modo, ha indagato le caratteristiche di permeazione delle meningi. L’attività di ricerca svolta nell’ambito del presente dottorato ha avuto per finalità l’indagine delle caratteristiche di permeabilità e di assorbimento della cute, della mucosa del cavo orale e delle meningi nei confronti di alcune nanoparticelle, scelte fra quelle più rappresentative in relazione alla diffusione d’utilizzo a livello globale. I risultati degli esperimenti condotti hanno dimostrato, in vitro, che l’esposizione cutanea a Pt, Rh, Co3O4 e Ni NPs determinano permeazione in tracce dei medesimi metalli attraverso la cute, mentre per le TiO2 NPs tale permeazione non è stata dimostrata. È stato riscontrato, inoltre, che la mucosa del cavo orale e le meningi sono permeabili nei confronti dell’Ag in forma nanoparticellare.