872 resultados para Perception de étudiants


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CONTEXT: Esophageal dysphagia is the sensation that the ingested material has a slow transit or blockage in its normal passage to the stomach. It is not always associated with motility or transit alterations. OBJECTIVES: To evaluate in normal volunteers the possibility of perception of bolus transit through the esophagus after swallows of liquid and solid boluses, the differences in esophageal contraction and transit with these boluses, and the association of transit perception with alteration of esophageal contraction and/or transit. METHODS: The investigation included 11 asymptomatic volunteers, 4 men and 7 women aged 19-58 years. The subjects were evaluated in the sitting position. They performed swallows of the same volume of liquid (isotonic drink) and solid (macaroni) boluses in a random order and in duplicate. After each swallow they were asked about the sensation of bolus passage through the esophagus. Contractions and transit were evaluated simultaneously by solid state manometry and impedance. RESULTS: Perception of bolus transit occurred only with the solid bolus. The amplitude and area under the curve of contractions were higher with swallows of the solid bolus than with swallows of the liquid bolus. The difference was more evident in swallows with no perception of transit (n = 12) than in swallows with perception (n = 10). The total bolus transit time was longer for the solid bolus than for the liquid bolus only with swallows followed by no perception of transit. CONCLUSION: The results suggest that the perception of esophageal transit may be the consequence of inadequate adaptation of esophageal transit and contraction to the characteristics of the swallowed bolus.

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OBJECTIVE: To evaluate the perception of social support and the relationship of sociodemographic, clinical and metabolic control variables in individuals with diabetes mellitus and foot ulcers in an outpatient unit. METHODS: A quantitative cross-sectional approach was carried out using a social support network inventory. RESULTS: Participants had a high perception of social support; family and health professionals were identified as the main support sources. Fasting plasma glucose values were directly related with social support. CONCLUSION: Family members were identified as the main support source, which emphasizes their importance in the health care process.

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[EN]This study analysed the differences in self-perception, goal orientation and participation in physical activity (PA) in girls (N= 244) attending military schools. Girls had moderately higher levels of perceived competence, and there were no significant differences between age-groups. The figure for task-orientation was higher than ego-orientation. Girls expressed a positive attitude toward school and PE. Most girls did not practiced PA outside school, but 63,9% were involved in school sports. It seems that the military educational institutions are being successful in helping students to adopt physically active lifestyles. The development of perception of competence, task-orientation, and favourable attitudes seem to be important factors to enhance the levels of PA among students.

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La distorsione della percezione della distanza tra due stimoli puntuali applicati sulla superfice della pelle di diverse regioni corporee è conosciuta come Illusione di Weber. Questa illusione è stata osservata, e verificata, in molti esperimenti in cui ai soggetti era chiesto di giudicare la distanza tra due stimoli applicati sulla superficie della pelle di differenti parti corporee. Da tali esperimenti si è dedotto che una stessa distanza tra gli stimoli è giudicata differentemente per diverse regioni corporee. Il concetto secondo cui la distanza sulla pelle è spesso percepita in maniera alterata è ampiamente condiviso, ma i meccanismi neurali che manovrano questa illusione sono, allo stesso tempo, ancora ampiamente sconosciuti. In particolare, non è ancora chiaro come sia interpretata la distanza tra due stimoli puntuali simultanei, e quali aree celebrali siano coinvolte in questa elaborazione. L’illusione di Weber può essere spiegata, in parte, considerando la differenza in termini di densità meccano-recettoriale delle differenti regioni corporee, e l’immagine distorta del nostro corpo che risiede nella Corteccia Primaria Somato-Sensoriale (homunculus). Tuttavia, questi meccanismi sembrano non sufficienti a spiegare il fenomeno osservato: infatti, secondo i risultati derivanti da 100 anni di sperimentazioni, le distorsioni effettive nel giudizio delle distanze sono molto più piccole rispetto alle distorsioni che la Corteccia Primaria suggerisce. In altre parole, l’illusione osservata negli esperimenti tattili è molto più piccola rispetto all’effetto prodotto dalla differente densità recettoriale che affligge le diverse parti del corpo, o dall’estensione corticale. Ciò, ha portato a ipotizzare che la percezione della distanza tattile richieda la presenza di un’ulteriore area celebrale, e di ulteriori meccanismi che operino allo scopo di ridimensionare – almeno parzialmente – le informazioni derivanti dalla corteccia primaria, in modo da mantenere una certa costanza nella percezione della distanza tattile lungo la superfice corporea. E’ stata così proposta la presenza di una sorta di “processo di ridimensionamento”, chiamato “Rescaling Process” che opera per ridurre questa illusione verso una percezione più verosimile. Il verificarsi di questo processo è sostenuto da molti ricercatori in ambito neuro scientifico; in particolare, dal Dr. Matthew Longo, neuro scienziato del Department of Psychological Sciences (Birkbeck University of London), le cui ricerche sulla percezione della distanza tattile e sulla rappresentazione corporea sembrano confermare questa ipotesi. Tuttavia, i meccanismi neurali, e i circuiti che stanno alla base di questo potenziale “Rescaling Process” sono ancora ampiamente sconosciuti. Lo scopo di questa tesi è stato quello di chiarire la possibile organizzazione della rete, e i meccanismi neurali che scatenano l’illusione di Weber e il “Rescaling Process”, usando un modello di rete neurale. La maggior parte del lavoro è stata svolta nel Dipartimento di Scienze Psicologiche della Birkbeck University of London, sotto la supervisione del Dott. M. Longo, il quale ha contribuito principalmente all’interpretazione dei risultati del modello, dando suggerimenti sull’elaborazione dei risultati in modo da ottenere un’informazione più chiara; inoltre egli ha fornito utili direttive per la validazione dei risultati durante l’implementazione di test statistici. Per replicare l’illusione di Weber ed il “Rescaling Proess”, la rete neurale è stata organizzata con due strati principali di neuroni corrispondenti a due differenti aree funzionali corticali: • Primo strato di neuroni (il quale dà il via ad una prima elaborazione degli stimoli esterni): questo strato può essere pensato come parte della Corteccia Primaria Somato-Sensoriale affetta da Magnificazione Corticale (homunculus). • Secondo strato di neuroni (successiva elaborazione delle informazioni provenienti dal primo strato): questo strato può rappresentare un’Area Corticale più elevata coinvolta nell’implementazione del “Rescaling Process”. Le reti neurali sono state costruite includendo connessioni sinaptiche all’interno di ogni strato (Sinapsi Laterali), e connessioni sinaptiche tra i due strati neurali (Sinapsi Feed-Forward), assumendo inoltre che l’attività di ogni neurone dipenda dal suo input attraverso una relazione sigmoidale statica, cosi come da una dinamica del primo ordine. In particolare, usando la struttura appena descritta, sono state implementate due differenti reti neurali, per due differenti regioni corporee (per esempio, Mano e Braccio), caratterizzate da differente risoluzione tattile e differente Magnificazione Corticale, in modo da replicare l’Illusione di Weber ed il “Rescaling Process”. Questi modelli possono aiutare a comprendere il meccanismo dell’illusione di Weber e dare così una possibile spiegazione al “Rescaling Process”. Inoltre, le reti neurali implementate forniscono un valido contributo per la comprensione della strategia adottata dal cervello nell’interpretazione della distanza sulla superficie della pelle. Oltre allo scopo di comprensione, tali modelli potrebbero essere impiegati altresì per formulare predizioni che potranno poi essere verificate in seguito, in vivo, su soggetti reali attraverso esperimenti di percezione tattile. E’ importante sottolineare che i modelli implementati sono da considerarsi prettamente come modelli funzionali e non intendono replicare dettagli fisiologici ed anatomici. I principali risultati ottenuti tramite questi modelli sono la riproduzione del fenomeno della “Weber’s Illusion” per due differenti regioni corporee, Mano e Braccio, come riportato nei tanti articoli riguardanti le illusioni tattili (per esempio “The perception of distance and location for dual tactile pressures” di Barry G. Green). L’illusione di Weber è stata registrata attraverso l’output delle reti neurali, e poi rappresentata graficamente, cercando di spiegare le ragioni di tali risultati.

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L’interazione che abbiamo con l’ambiente che ci circonda dipende sia da diverse tipologie di stimoli esterni che percepiamo (tattili, visivi, acustici, ecc.) sia dalla loro elaborazione per opera del nostro sistema nervoso. A volte però, l’integrazione e l’elaborazione di tali input possono causare effetti d’illusione. Ciò si presenta, ad esempio, nella percezione tattile. Infatti, la percezione di distanze tattili varia al variare della regione corporea considerata. Il concetto che distanze sulla cute siano frequentemente erroneamente percepite, è stato scoperto circa un secolo fa da Weber. In particolare, una determinata distanza fisica, è percepita maggiore su parti del corpo che presentano una più alta densità di meccanocettori rispetto a distanze applicate su parti del corpo con inferiore densità. Oltre a questa illusione, un importante fenomeno osservato in vivo è rappresentato dal fatto che la percezione della distanza tattile dipende dall’orientazione degli stimoli applicati sulla cute. In sostanza, la distanza percepita su una regione cutanea varia al variare dell’orientazione degli stimoli applicati. Recentemente, Longo e Haggard (Longo & Haggard, J.Exp.Psychol. Hum Percept Perform 37: 720-726, 2011), allo scopo di investigare come sia rappresentato il nostro corpo all’interno del nostro cervello, hanno messo a confronto distanze tattili a diverse orientazioni sulla mano deducendo che la distanza fra due stimoli puntuali è percepita maggiore se applicata trasversalmente sulla mano anziché longitudinalmente. Tale illusione è nota con il nome di Illusione Tattile Orientazione-Dipendente e diversi risultati riportati in letteratura dimostrano che tale illusione dipende dalla distanza che intercorre fra i due stimoli puntuali sulla cute. Infatti, Green riporta in un suo articolo (Green, Percpept Pshycophys 31, 315-323, 1982) il fatto che maggiore sia la distanza applicata e maggiore risulterà l’effetto illusivo che si presenta. L’illusione di Weber e l’illusione tattile orientazione-dipendente sono spiegate in letteratura considerando differenze riguardanti la densità di recettori, gli effetti di magnificazione corticale a livello della corteccia primaria somatosensoriale (regioni della corteccia somatosensoriale, di dimensioni differenti, sono adibite a diverse regioni corporee) e differenze nella dimensione e forma dei campi recettivi. Tuttavia tali effetti di illusione risultano molto meno rilevanti rispetto a quelli che ci si aspetta semplicemente considerando i meccanismi fisiologici, elencati in precedenza, che li causano. Ciò suggerisce che l’informazione tattile elaborata a livello della corteccia primaria somatosensoriale, riceva successivi step di elaborazione in aree corticali di più alto livello. Esse agiscono allo scopo di ridurre il divario fra distanza percepita trasversalmente e distanza percepita longitudinalmente, rendendole più simili tra loro. Tale processo assume il nome di “Rescaling Process”. I meccanismi neurali che operano nel cervello allo scopo di garantire Rescaling Process restano ancora largamente sconosciuti. Perciò, lo scopo del mio progetto di tesi è stato quello di realizzare un modello di rete neurale che simulasse gli aspetti riguardanti la percezione tattile, l’illusione orientazione-dipendente e il processo di rescaling avanzando possibili ipotesi circa i meccanismi neurali che concorrono alla loro realizzazione. Il modello computazionale si compone di due diversi layers neurali che processano l’informazione tattile. Uno di questi rappresenta un’area corticale di più basso livello (chiamata Area1) nella quale una prima e distorta rappresentazione tattile è realizzata. Per questo, tale layer potrebbe rappresentare un’area della corteccia primaria somatosensoriale, dove la rappresentazione della distanza tattile è significativamente distorta a causa dell’anisotropia dei campi recettivi e della magnificazione corticale. Il secondo layer (chiamato Area2) rappresenta un’area di più alto livello che riceve le informazioni tattili dal primo e ne riduce la loro distorsione mediante Rescaling Process. Questo layer potrebbe rappresentare aree corticali superiori (ad esempio la corteccia parietale o quella temporale) adibite anch’esse alla percezione di distanze tattili ed implicate nel Rescaling Process. Nel modello, i neuroni in Area1 ricevono informazioni dagli stimoli esterni (applicati sulla cute) inviando quindi informazioni ai neuroni in Area2 mediante sinapsi Feed-forward eccitatorie. Di fatto, neuroni appartenenti ad uno stesso layer comunicano fra loro attraverso sinapsi laterali aventi una forma a cappello Messicano. E’ importante affermare che la rete neurale implementata è principalmente un modello concettuale che non si preme di fornire un’accurata riproduzione delle strutture fisiologiche ed anatomiche. Per questo occorre considerare un livello astratto di implementazione senza specificare un’esatta corrispondenza tra layers nel modello e regioni anatomiche presenti nel cervello. Tuttavia, i meccanismi inclusi nel modello sono biologicamente plausibili. Dunque la rete neurale può essere utile per una migliore comprensione dei molteplici meccanismi agenti nel nostro cervello, allo scopo di elaborare diversi input tattili. Infatti, il modello è in grado di riprodurre diversi risultati riportati negli articoli di Green e Longo & Haggard.

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The relationship between emotion and cognition is a topic that raises great interest in research. Recently, a view of these two processes as interactive and mutually influencing each other has become predominant. This dissertation investigates the reciprocal influences of emotion and cognition, both at behavioral and neural level, in two specific fields, such as attention and decision-making. Experimental evidence on how emotional responses may affect perceptual and attentional processes has been reported. In addition, the impact of three factors, such as personality traits, motivational needs and social context, in modulating the influence that emotion exerts on perception and attention has been investigated. Moreover, the influence of cognition on emotional responses in decision-making has been demonstrated. The current experimental evidence showed that cognitive brain regions such as the dorsolateral prefrontal cortex are causally implicated in regulation of emotional responses and that this has an effect at both pre and post decisional stages. There are two main conclusions of this dissertation: firstly, emotion exerts a strong influence on perceptual and attentional processes but, at the same time, this influence may also be modulated by other factors internal and external to the individuals. Secondly, cognitive processes may modulate emotional prepotent responses, by serving a regulative function critical to driving and shaping human behavior in line with current goals.

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Concerns of Thai consumers on food safety have been recently increasing, especially in urban areas and for fresh produce because food safety scandals, such as chemical residues on fresh produce (e.g., cabbage) still frequently occur. The Thai government tried to meet consumer needs by imposing in the domestic market a stronger regulation aimed at increasing the baseline level of food safety assurance and by introducing a voluntary standard (based on Good Agricultural Practices or GAPs and known as Q-GAP) and the related food safety label (i.e., Q mark). However, since standards and regulations are weakly implemented in the domestic market compared to exported products, there is still a lack of Thai consumers’ confidence in the safety of local food products. In this work the current situation of GAPs adoption in Thai fresh produce production is analysed. Furthermore, it is studied whether Thai consumers place value on food safety labels available on the market, to know whether consumer demand could drive the market of certified safer products. This study contains three essays: 1) a review of the literature, 2) a qualitative study on stakeholders' perception toward GAPs adoption and 3) a quantitative study, aimed at analysing consumers' preferences and willingness-to-pay for food safety labels on fresh produce using a discrete choice experiment. This dissertation contributes to the economics of quality assurance and labelling, specifically addressing GAPs and food safety label in the fresh produce supply chain. Results show that Q-GAP could be effectively used to improve food safety in Thai domestic market, but its credibility should be improved. Stakeholder’s awareness toward food safety issues and the delivery of reliable and sound information are crucial. Thai consumers are willing to pay a premium price for food safety labelled produce over unlabelled ones. Implications for both government and business decision-makers are discussed.

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The present dissertation aims at analyzing the construction of American adolescent culture through teen-targeted television series and the shift in perception that occurs as a consequence of the translation process. In light of the recent changes in television production and consumption modes, largely caused by new technologies, this project explores the evolution of Italian audiences, focusing on fansubbing (freely distributed amateur subtitles made by fans for fan consumption) and social viewing (the re-aggregation of television consumption based on social networks and dedicated platforms, rather than on physical presence). These phenomena are symptoms of a sort of ‘viewership 2.0’ and of a new type of active viewing, which calls for a revision of traditional AVT strategies. Using a framework that combines television studies, new media studies, and fandom studies with an approach to AVT based on Descriptive Translation Studies (Toury 1995), this dissertation analyzes the non-Anglophone audience’s growing need to participation in the global dialogue and appropriation process based on US scheduling and informed by the new paradigm of convergence culture, transmedia storytelling, and affective economics (Jenkins 2006 and 2007), as well as the constraints intrinsic to multimodal translation and the different types of linguistic and cultural adaptation performed through dubbing (which tends to be more domesticating; Venuti 1995) and fansubbing (typically more foreignizing). The study analyzes a selection of episodes from six of the most popular teen television series between 1990 and 2013, which has been divided into three ages based on the different modes of television consumption: top-down, pre-Internet consumption (Beverly Hills, 90210, 1990 – 2000), emergence of audience participation (Buffy the Vampire Slayer, 1997 – 2003; Dawson’s Creek, 1998 – 2003), age of convergence and Viewership 2.0 (Gossip Girl, 2007 – 2012; Glee, 2009 – present; The Big Bang Theory, 2007 - present).

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Our goal in this thesis is to provide a result of existence of the degenerate non-linear, non-divergence PDE which describes the mean curvature flow in the Lie group SE(2) equipped with a sub-Riemannian metric. The research is motivated by problems of visual completion and models of the visual cortex.

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A growing number of empirical studies recently investigated consumers' valuation for local food products. However, different aspects related to the local food consumption still remain vague or unexplored. As such, the objective of the present research is to fulfill the existing literature using a mixed methodological approach for the investigation of consumers' preferences and Willingness to Pay (WTP) for local food products. First of all, local food is still a blurred concept and this factor might be source of individuals' misperception for the local origin meaning. Therefore, a qualitative research has been performed in order to investigate the meaning and the perception of the local food in the Italian food market. Results from this analysis have been used as inputs for the building of a non-hypothetical Real Choice Experiment (RCE) to estimate consumers' WTP for locally and organically produced apple sauce. The contribution of this study is three-fold: (1) consumers' valuation for the local origin is interpreted in terms of regional borders, over the organic food claim in case of an unusual food product in the area of interest, (2) the interaction between individuals' personality traits and consumers’ preferences for local and organic foods is analyzed, (3) the role of Commitment Cost creation in consumers' choice making in case of uncertainty due to the use of a novel food product and of an unconventional food claim is investigated. Results suggest that consumers are willing to pay a higher price premium for organic over locally produced apple sauce, possibly because of the presence of a regulated certification. In accordance with Commitment Cost theory, the organic label might thus decrease consumers' uncertainty for the features of the product in question. Results also indicate that individuals' personality can be source of heterogeneity in consumers' preferences.

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The purpose of this clinical trial was to determine the active tactile sensibility of natural teeth and to obtain a statistical analysis method fitting a psychometric function through the observed data points. On 68 complete dentulous test persons (34 males, 34 females, mean age 45.9 ± 16.1 years), one pair of healthy natural teeth each was tested: n = 24 anterior teeth and n = 44 posterior teeth. The computer-assisted, randomized measurement was done by having the subjects bite on thin copper foils of different thickness (5-200 µm) inserted between the teeth. The threshold of active tactile sensibility was defined by the 50% value of correct answers. Additionally, the gradient of the sensibility curve and the support area (90-10% value) as a description of the shape of the sensibility curve were calculated. For modeling the sensibility curve, symmetric and asymmetric functions were used. The mean sensibility threshold was 14.2 ± 12.1 µm. The older the subject, the higher the tactile threshold (r = 0.42, p = 0.0006). The support area was 41.8 ± 43.3 µm. The higher the 50% threshold, the smaller the gradient of the curve and the larger the support area. The curves showing the active tactile sensibility of natural teeth demonstrate a tendency towards asymmetry, so that the active tactile sensibility of natural teeth can mathematically best be described by using the asymmetric Weibull function.

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Humans perceive the content (gist) of a scene very rapidly within about 40 ms [Castelhano and Henderson, 2008 Journal of Experimental Psychology Human Perception and Performance 43(3) 660-675]. It has also been demonstrated that colours contribute to the perception of the gist of a scene if the colours are diagnostic for the distinction of scenes (Oliva and Schyns, 2000 Cognitive Psychology 41 176-210). We presented 320 coloured photographs of 2 diagnostic (mountains and coasts) and 2 nondiagnostic colour scenes (cities and rooms), 80 per category, in a masking paradigm. The mask consisted of randomly distributed colour patches. SOA was varied between 20 and 80 ms, in steps of 20 ms and subjects had to indicate the gist of the scene (4AFC). A control condition without masking was also included. In line with previous results we have found that the gist of nondiagnostic coloured scenes is extracted within 40 ms. However, if colour comes into play, the extraction of the scene gist is prolonged by about 20 ms. A possible reason for this outcome might be that nondiagnostic colour scenes are identified by their luminance components which are processed faster than the colour information, which in turn mediates the identification of diagnostic colour scenes