968 resultados para pirolisi, PFU, syngas, char, impianto pilota, pneumatici


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We have developed a technique called the generation of longer cDNA fragments from serial analysis of gene expression (SAGE) tags for gene identification (GLGI), to convert SAGE tags of 10 bases into their corresponding 3′ cDNA fragments covering hundred bases. A primer containing the 10-base SAGE tag is used as the sense primer, and a single base anchored oligo(dT) primer is used as an antisense primer in PCR, together with Pfu DNA polymerase. By using this approach, a cDNA fragment extending from the SAGE tag toward the 3′ end of the corresponding sequence can be generated. Application of the GLGI technique can solve two critical issues in applying the SAGE technique: one is that a longer fragment corresponding to a SAGE tag, which has no match in databases, can be generated for further studies; the other is that the specific fragment corresponding to a SAGE tag can be identified from multiple sequences that match the same SAGE tag. The development of the GLGI method provides several potential applications. First, it provides a strategy for even wider application of the SAGE technique for quantitative analysis of global gene expression. Second, a combined application of SAGE/GLGI can be used to complete the catalogue of the expressed genes in human and in other eukaryotic species. Third, it can be used to identify the 3′ cDNA sequence from any exon within a gene. It can also be used to confirm the reality of exons predicted by bioinformatic tools in genomic sequences. Fourth, a combined application of SAGE/GLGI can be applied to define the 3′ boundary of expressed genes in the genomic sequences in human and in other eukaryotic genomes.

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The bovine papillomavirus E5 protein is a 44-aa transmembrane protein that forms a stable complex with the cellular platelet-derived growth factor (PDGF) β receptor and induces constitutive tyrosine phosphorylation and activation of the receptor, resulting in cell transformation. The E5 protein does not resemble PDGF, but rather activates the receptor in a ligand-independent fashion, thus providing a unique system to examine activation of receptor tyrosine kinases. Here, we used a variety of approaches to explore the mechanism of receptor activation by the E5 protein. Chemical cross-linking experiments revealed that the E5 protein activated only a small fraction of the endogenous PDGF β receptor in transformed fibroblasts and suggested that this fraction was constitutively dimerized. Coimmunoprecipitation experiments using extracts of cells engineered to coexpress full-length and truncated PDGF β receptors confirmed that the E5 protein induced oligomerization of the receptor. Furthermore, in cells expressing the E5 protein, a kinase-active receptor was able to trans-phosphorylate a kinase-negative mutant receptor but was unable to catalyze intramolecular autophosphorylation. These results indicated that the E5 protein induced PDGF β receptor activation by forming a stable complex with the receptor, resulting in receptor dimerization and trans-phosphorylation.

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Il tatto assume un'importanza fondamentale nella vita quotidiana, in quanto ci permette di discriminare le caratteristiche fisiche di un oggetto specifico, di identificarlo e di eventualmente integrare le suddette informazioni tattili con informazioni provenienti da altri canali sensoriali. Questa è la componente sensoriale-discriminativa del tatto. Tuttavia quotidianamente il tatto assume un ruolo fondamentale durante le diverse interazioni sociali, positive, come quando abbracciamo o accarezziamo una persona con cui abbiamo un rapporto affettivo e negative, per esempio quando allontaniamo una persona estranea dal nostro spazio peri-personale. Questa componente è la cosiddetta dimensione affettiva-motivazionale, la quale determina la codifica della valenza emotiva che l'interazione assume. Questa componente ci permette di creare, mantenere o distruggere i legami sociali in relazione al significato che il tocco assume durante l'interazione. Se per esempio riceviamo una carezza da un familiare, questa verrà percepita come piacevole e assumerà un significato affiliativo. Questo tipo di tocco è comunente definito come Tocco Sociale (Social Touch). Gli aspetti discriminativi del tatto sono stati ben caratterizzati, in quanto storicamente, il ruolo del tatto è stato considerato quello di discriminare le caratteristiche di ciò che viene toccato, mentre gli aspetti affettivi sono stati solo recentemente indagati considerando la loro importanza nelle interazioni sociali. Il tocco statico responsabile dell'aspetto discriminante attiva a livello della pelle le grandi fibre mieliniche (Aβ), modulando a livello del sistema nervoso centrale le cortecce sensoriali, sia primarie che secondarie. Questo permette la codifica a livello del sistema nervoso centrale delle caratteristiche fisiche oggettive degli oggetti toccati. Studi riguardanti le caratteristiche del tocco affiliativo sociale hanno messo in evidenza che suddetta stimolazione tattile 1) è un particolare tocco dinamico che avviene sul lato peloso delle pelle con una velocità di 1-10 cm/sec; 2) attiva le fibre amieliniche (fibre CT o C-LTMRs); 3) induce positivi effetti autonomici, ad esempio la diminuzione della frequenza cardiaca e l'aumento della variabilità della frequenza cardiaca; e 4) determina la modulazione di regioni cerebrali coinvolte nella codifica del significato affiliativo dello stimolo sensoriale periferico, in particolare la corteccia insulare. Il senso del tatto, con le sue due dimensioni discriminativa e affiliativa, è quotidianamente usato non solo negli esseri umani, ma anche tra i primati non umani. Infatti, tutti i primati non umani utilizzano la componente discriminativa del tatto per identificare gli oggetti e il cibo e l'aspetto emotivo durante le interazioni sociali, sia negative come durante un combattimento, che positive, come durante i comportamenti affiliativi tra cui il grooming. I meccanismi di codifica della componente discriminativa dei primati non umani sono simili a quelli umani. Tuttavia, si conosce ben poco dei meccanismi alla base della codifica del tocco piacevole affiliativo. Pur essendo ben noto che i meccanorecettori amilienici C-LTMRs sono presenti anche sul lato peloso della pelle dei primati non umani, attualmente non ci sono studi riguardanti la correlazione tra il tocco piacevole e la loro modulazione, come invece è stato ampiamente dimostrato nell'uomo. Recentemente è stato ipotizzato (Dunbar, 2010) il ruolo delle fibre C-LTMRs durante il grooming, in particolare durante il cosiddetto swepping. Il grooming è costituito da due azioni motorie, lo sweeping e il picking che vengono eseguite in modo ritmico. Durante lo sweeping la scimmia agente muove il pelo della scimmia ricevente con un movimento a mano aperta, per poter vedere il preciso punto della pelle dove eseguire il picking, ovvero dove prendere la pelle a livello della radice del pelo con le unghie dell'indice e del pollice e tirare per rimuovere parassiti o uova di parassiti e ciò che è rimasto incastrato nel pelo. Oltre il noto ruolo igenico, il grooming sembra avere anche una importante funzione sociale affiliativa. Come la carezza nella società umana, cosi il grooming tra i primati non umani è considerato un comportamento. Secondo l'ipotesi di Dunbar l'attivazione delle C-LTMRs avverrebbe durante lo sweeping e questo porta a supporre che lo sweeping, come la carezza umana, costituisca una componente affiliativa del grooming, determinando quindi a contribuire alla sua codifica come comportamento sociale. Fino ad ora non vi è però alcuna prova diretta a sostegno di questa ipotesi. In particolare, 1) la velocità cui viene eseguito lo sweeping è compatibile con la velocità di attivazione delle fibre CT nell'uomo e quindi con la velocità tipica della carezza piacevole di carattere sociale affiliativo (1-10 cm/sec)?; 2) lo sweeping induce la stessa modulazione del sistema nervoso autonomo in direzione della modulazione del sistema vagale, come il tocco piacevole nell'uomo, attraverso l'attivazione delle fibre CT?; 3) lo sweeping modula la corteccia insulare, cosi come il tocco piacevole viene codificato come affiliativo nell'uomo mediante le proiezioni delle fibre CT a livello dell'insula posteriore? Lo scopo del presente lavoro è quella di testare l'ipotesi di Dunbar sopra citata, cercando quindi di rispondere alle suddette domande. Le risposte potrebbero consentire di ipotizzare la somiglianza tra lo sweeping, caratteristico del comportamento affiliativo di grooming tra i primati non umani e la carezza. In particolare, abbiamo eseguito 4 studi pilota. Nello Studio 1 abbiamo valutato la velocità con cui viene eseguito lo sweeping tra scimmie Rhesus, mediante una analisi cinematica di video registrati tra un gruppo di scimmie Rhesus. Negli Studi 2 e 3 abbiamo valutato gli effetti sul sistema nervoso autonomo dello sweeping eseguito dallo sperimentatore su una scimmia Rhesus di sesso maschile in una tipica situazione sperimentale. La stimolazione tattile è stata eseguita a diverse velocità, in accordo con i risultati dello Studio 1 e degli studi umani che hanno dimostrato la velocità ottimale e non ottimale per l'attivazione delle C-LTMRs. In particolare, nello Studio 2 abbiamo misurato la frequenza cardiaca e la variabilità di questa, come indice della modulatione vagale, mentre nello Studio 3 abbiamo valutato gli effetti dello sweeping sul sistema nervoso autonomo in termini di variazioni di temperatura del corpo, nello specifico a livello del muso della scimmia. Infine, nello Studio 4 abbiamo studiato il ruolo della corteccia somatosensoriale secondaria e insulare nella codifica dello sweeping. A questo scopo abbiamo eseguito registrazioni di singoli neuroni mentre la medesima scimmia soggetto sperimentale dello Studio 2 e 3, riceveva lo sweeping a due velocità, una ottimale per l'attivazione delle C-LTMRs secondo gli studi umani e i risultati dei tre studi sopra citati, ed una non ottimale. I dati preliminari ottenuti, dimostrano che 1) (Studio 1) lo sweeping tra scimmie Rhesus viene eseguito con una velocità media di 9.31 cm/sec, all'interno dell'intervallo di attivazione delle fibre CT nell'uomo; 2) (Studio 2) lo sweeping eseguito dallo sperimentatore sulla schiena di una scimmia Rhesus di sesso maschile in una situazione sperimentale determina una diminuzione della frequenza cardiaca e l'aumento della variabilità della frequenza cardiaca se eseguito alla velocità di 5 e 10 cm/sec. Al contrario, lo sweeping eseguito ad una velocità minore di 1 cm/sec o maggiore di 10 cm/sec, determina l'aumento della frequenza cardiaca e la diminuzione della variabilità di questa, quindi il decremento dell'attivazione del sistema nervoso parasimpatico; 3) (Studio 3) lo sweeping eseguito dallo sperimentatore sulla schiena di una scimmia Rhesus di sesso maschile in una situazione sperimentale determina l'aumento della temperatura corporea a livello del muso della scimmia se eseguito alla velocità di 5-10 cm/sec. Al contrario, lo sweeping eseguito ad una velocità minore di 5 cm/sec o maggiore di 10 cm/sec, determina la diminuzione della temperatura del muso; 4) (Studio 4) la corteccia somatosensoriale secondaria e la corteccia insulare posteriore presentano neuroni selettivamente modulati durante lo sweeping eseguito ad una velocità di 5-13 cm/sec ma non neuroni selettivi per la codifica della velocità dello sweeping minore di 5 cm/sec. Questi risultati supportano l'ipotesi di Dunbar relativa al coinvolgimento delle fibre CT durante lo sweeping. Infatti i dati mettono in luce che lo sweeping viene eseguito con una velocità (9.31 cm/sec), simile a quella di attivazione delle fibre CT nell'uomo (1-10 cm/sec), determina gli stessi effetti fisiologici positivi in termini di frequenza cardiaca (diminuzione) e variabilità della frequenza cardiaca (incremento) e la modulazione delle medesime aree a livello del sistema nervoso centrale (in particolare la corteccia insulare). Inoltre, abbiamo dimostrato per la prima volta che suddetta stimolazione tattile determina l'aumento della temperatura del muso della scimmia. Il presente studio rappresenta la prima prova indiretta dell'ipotesi relativa alla modulazione del sistema delle fibre C-LTMRs durante lo sweeping e quindi della codifica della stimolazione tattile piacevole affiliativa a livello del sistema nervoso centrale ed autonomo, nei primati non umani. I dati preliminari qui presentati evidenziano la somiglianza tra il sistema delle fibre CT dell'uomo e del sistema C-LTMRs nei primati non umano, riguardanti il Social Touch. Nonostante ciò abbiamo riscontrato alcune discrepanze tra i risultati da noi ottenuti e quelli invece ottenuti dagli studi umani. La velocità media dello sweeping è di 9.31 cm / sec, rasente il limite superiore dell’intervallo di velocità che attiva le fibre CT nell'uomo. Inoltre, gli effetti autonomici positivi, in termini di battito cardiaco, variabilità della frequenza cardiaca e temperatura a livello del muso, sono stati evidenziati durante lo sweeping eseguito con una velocità di 5 e 10 cm/sec, quindi al limite superiore dell’intervallo ottimale che attiva le fibre CT nell’uomo. Al contrario, lo sweeping eseguito con una velocità inferiore a 5 cm/sec e superiore a 10 cm/sec determina effetti fisiologici negativo. Infine, la corteccia insula sembra essere selettivamente modulata dallo stimolazione eseguita alla velocità di 5-13 cm/sec, ma non 1-5 cm/sec. Quindi, gli studi sul sistema delle fibre CT nell’uomo hanno dimostrato che la velocità ottimale è 1-10 cm/sec, mentre dai nostri risultati la velocità ottimale sembra essere 5-13 cm / sec. Quindi, nonostante l'omologia tra il sistema delle fibre CT nell'umano deputato alla codifica del tocco piacevole affiliativo ed il sistema delle fibre C-LTMRs nei primati non umani, ulteriori studi saranno necessari per definire con maggiore precisione la velocità ottimale di attivazione delle fibre C-LTMR e per dimostrare direttamente la loro attivazione durante lo sweeping, mediante la misurazione diretta della loro modulazione. Studi in questa direzione potranno confermare l'omologia tra lo sweeping in qualità di tocco affiliativo piacevole tra i primati non umani e la carezza tra gli uomini. Infine, il presente studio potrebbe essere un importante punto di partenza per esplorare il meccanismo evolutivo dietro la trasformazione dello sweeping tra primati non umani, azione utilitaria eseguita durante il grooming, a carezza, gesto puramente affiliativo tra gli uomini.

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The decomposition of five different biomass samples was studied in a horizontal laboratory reactor. The samples consisted of esparto grass, straw, Posidonea Oceanic seaweed, waste from urban and agricultural pruning and waste from forest pruning. Both pyrolysis in inert atmosphere and combustion in the presence of oxygen were studied. Different heating rates were used by varying the input speed. Major gas compounds were analyzed. The experimental results show that the amount of CO formed is lower in less dense species. It is also found that there is an increase of hydrocarbons formed at increasing feeding rates, in particular methane, while there is a decrease in the production of hydrogen.

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The pyrolysis of a sludge produced in the waste water treatment plant of an oil refinery was studied in a pilot plant reactor provided with a system for condensation of semivolatile matter. The study comprises experiments at 350, 400, 470 and 530 °C in nitrogen atmosphere. Analysis of all the products obtained (gases, liquids and chars) are presented, with a thermogravimetric study of the char produced and analysis of main components of the liquid. In the temperature range studied, the composition of the gas fraction does not appreciably vary. In the liquids, the light hidrocarbon yield increases with increasing temperature, whereas the aromatic compounds diminish. The decomposition of the solid fraction has been analysed, finding a material that reacts rapidly with oxygen regardless of the conditions it is formed.

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Low metal content Co and Ni alumina supported catalysts (4.0, 2.5 and 1.0 wt% nominal metal content) have been prepared, characterized (by ICP-OES, TEM, TPR-H2 and TPO) and tested for the CO2 reforming of methane. The objective is to optimize the metal loading in order to have a more efficient system. The selected reaction temperature is 973 K, although some tests at higher reaction temperature have been also performed. The results show that the amount of deposited carbon is noticeably lower than that obtained with the Co and Ni reference catalysts (9 wt%), but the CH4 and CO2 conversions are also lower. Among the catalysts tested, the Co(1) catalyst (the value in brackets corresponds to the nominal wt% loading) is deactivated during the first minutes of reaction because CoAl2O4 is formed, while Ni(1) and Co(2.5) catalysts show a high specific activity for methane conversion, a high stability and a very low carbon deposition.

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Pyrolysis and gasification of two different sludges coming from a Spanish refinery have been performed at different experimental conditions. A physico-chemical (PC) and a biological (BIO) sludge have been studied. Runs at different heating rates (approx. 4 and 10 K/s) and with different contact time between gases and decomposed sludge have been performed. In general, the ratio H2/CO is higher in pyrolytic runs. The highest ratio is obtained in the pyrolysis at low heating rate and parallel flow, using both sludges. The maximum emission of CO, i.e. the worst combustion conditions, is given in the runs where contact time is minimized and at high heating rates.

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Frontó valencià: reglament, instal·lacions, materials de joc i tàctica

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Raspall: reglament, instal·lacions, materials de joc i tàctica

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Galotxa: reglament, instal·lacions, materials de joc i tàctica

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Escala i corda: reglament, instal·lacions, materials de joc i tàctica

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Modalitats a ratlles: reglaments, instal·lacions, materials de joc i tàctica

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Galotxetes: reglaments, instal·lacions, materials de joc i tàctica

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Since 2006, the European Near Earth Asteroids Research (EURONEAR) project has been contributing to the research of near-Earth asteroids (NEAs) within a European network. One of the main aims is the amelioration of the orbits of NEAs, and starting in 2014 February we focus on the recovery of one-opposition NEAs using the Isaac Newton Telescope (INT) in La Palma in override mode. Part of this NEA recovery project, since 2014 June EURONEAR serendipitously started to discover and secure the first NEAs from La Palma and using the INT, thanks to the teamwork including amateurs and students who promptly reduce the data, report discoveries and secure new objects recovered with the INT and few other telescopes from the EURONEAR network. Five NEAs were discovered with the INT, including 2014 LU14, 2014 NL52 (one very fast rotator), 2014 OL339 (the fourth known Earth quasi-satellite), 2014 SG143 (a quite large NEA), and 2014 VP. Another very fast moving NEA was discovered but was unfortunately lost due to lack of follow-up time. Additionally, another 14 NEA candidates were identified based on two models, all being rapidly followed-up using the INT and another 11 telescopes within the EURONEAR network. They include one object discovered by Pan-STARRS, two Mars crossers, two Hungarias, one Jupiter trojan, and other few inner main belt asteroids (MBAs). Using the INT and Sierra Nevada 1.5 m for photometry, then the Gran Telescopio de Canarias for spectroscopy, we derived the very rapid rotation of 2014 NL52, then its albedo, magnitude, size, and its spectral class. Based on the total sky coverage in dark conditions, we evaluate the actual survey discovery rate using 2-m class telescopes. One NEA is possible to be discovered randomly within minimum 2.8 deg2 and maximum 5.5 deg2. These findings update our past statistics, being based on double sky coverage and taking into account the recent increase in discovery.

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The thermal degradation of flexible polyurethane foam has been studied under different conditions by thermogravimetric analysis (TG), thermogravimetric analysis-infrared spectrometry (TG-IR) and thermogravimetric analysis-mass spectrometry (TG-MS). For the kinetic study, dynamic and dynamic+isothermal runs were performed at different heating rates (5, 10 and 20 °C min−1) in three different atmospheres (N2, N2:O2 4:1 and N2:O2 9:1). Two reaction models were obtained, one for the pyrolysis and another for the combustion degradation (N2:O2 4:1 and N2:O2 9:1), simultaneously correlating the experimental data from the dynamic and dynamic+isothermal runs at different heating rates. The pyrolytic model considered consisted of two consecutive reactions with activation energies of 142 and 217.5 kJ mol−1 and reaction orders of 0.805 and 1.246. Nevertheless, to simulate the experimental data from the combustion runs, three consecutive reactions were employed with activation energies of 237.9, 103.5 and 120.1 kJ mol−1, and reaction orders of 2.003, 0.778 and 1.025. From the characterization of the sample employing TG-IR and TG-MS, the results obtained showed that the FPUF, under an inert atmosphere, started the decomposition breaking the urethane bond to produce long chains of ethers which were degraded immediately in the next step. However, under an oxidative atmosphere, at the first step not only the urethane bonds were broken but also some ether polyols started their degradation which finished at the second step producing a char that was degraded at the last stage.